Val di Zoldo: Spiz de San Piero salendo per la Val del Mulàt, e Bivacco Baita Darè Copada da località I Ciompi di Forno di Zoldo
near Pieve, Veneto (Italia)
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Trail photos
Itinerary description
Escursione con lo scopo di esplorare-risalire una piccola valle selvaggia; e poi, vista la brevità, completamento di giornata con la salita al panoramico e ben conosciuto Spiz de San Piero.
La parte centrale della Val del Mulàt tra le due cascate si può senz’altro definire difficile, mentre tutto il resto dell’escursione è facile o medio in qualche passo finale verso la vetta dello Spiz de San Piero.
Avvicinamento alla base della Val del Mulàt
Dal parcheggio si va semplicemente verso Casera de Fagarè inizialmente sul percorso dell’Anello Zoldano che in questo tratto si sovrappone al Sentiero Naturalistico Triòl del Camillo.
Poi, a 10 minuti dalla casera, c’è la freccia che indirizza nella giusta direzione.
Oggi, a un quarto d’ora dalla partenza, c’era una grossa frana che ha cancellato un tratto del sentiero: necessario un aggiramento non complicato di massi e tronchi abbattuti perdendo inizialmente qualche metro di quota.
Alla Casèra de Fagarè si prosegue sul sentiero che passa a sinistra direzione arrivo, e dopo poco più di 100 metri lineari di camminata si arriva ad attraversare un valloncello con cartello Val del Mulàt: qui bisogna uscire dal sentiero segnato CAI.
Risalita della Val del Mulàt
Dal cartello Val del Mulàt bisogna tagliare liberamente nel bosco in direzione nord verso la spaccatura nella fascia rocciosa che si intravede anche con il bosco al massimo sviluppo del verde come oggi.
Qui ho piegato inizialmente un po’ a destra per seguire qualche traccia di animali, e poi sono andato su più diretto fino a entrare nell’impluvio di pietre alla base della strettoia nella fascia rocciosa.
Entrando nel “canyon” si sale facilmente un breve tratto nei massi e si arriva sotto la prima cascata da superare.
Qui sulla destra direzione arrivo c’è un saltino di roccia che immette su un pendio erboso MOLTO ripido in parte gradinato, e dove si nota anche dal basso qualche possibile linea tipo “viàz” che guida verso il boschetto che sta sopra.
Il primo movimento da fare è quasi sul verticale ma c’è un appiglio dove si infila tutta la mano destra e non ci sono problemi.
Più delicata è la parte superiore assai esposta, che procedendo ci si rende conto che è più ripida di quanto sembra da sotto.
Inizialmente mi sono spostato verso sinistra sopra un terrazzino roccioso intermedio a fianco della cascata, e poi con diagonale finale verso destra su un “inizio di traccia” sono entrato nel boschetto.
Nel boschetto inizia un sentierino vero e proprio che va, con tratti ancora ripidi, fino all’altezza della seconda cascata: qui si è sempre sulla destra direzione salita dell’impluvio.
Il sentierino arriva, come altezza, fino al bordo superiore della seconda cascata ma spostato sulla destra, e bisogna entrare nell’impluvio con DELICATO traverso verso sinistra di qualche metro: gli appoggi ci sono, anche se ESPOSTI e non da scarpa intera.
Arrivati sopra la seconda cascata sono finite le difficoltà – ora si sale per un vallone e non per un canale articolato come fino a questo punto.
Il primo tratto di vallone finale della Val del Mulàt è in buona pendenza, e un po’ alla volta spiana fino alla piatta forcella finale che immette sui sentieri CAI 489-485.
Questo tratto finale di vallone dovrebbe essere di poco più di 150 metri di dislivello, mentre il tratto difficile delle due cascate dovrebbe essere di poco meno di 100 metri di dislivello.
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Naturalmente, viste le ristrettezze, in tutta la Val del Mulàt le linee registrate dal GPS sono assai “fantasiose”, ma il percorso è obbligato e le “linee elettroniche” non si seguono.
Sconsiglio la discesa per la Val del Mulàt se non si è già affrontata in salita.
La parte centrale non è “sconvolgente”, ma nasconde qualche insidia da non sottovalutare – in salita si memorizza minimizzando i rischi.
Chiusura dell’escursione dall’uscita superiore della Val del Mulàt
Prima di rientrare alla partenza per i sentieri CAI con direzione iniziale verso Casera del Castelìn, ho fatto un’andata e ritorno al panoramico Spiz de San Piero.
Ho fatto anche una deviazione per visitare il Bivacco Baita Darè Copada che non conoscevo.
Quasi tutto molto facile.
Per i “parametri Wikiloc” direi difficoltà media solo l’ultimo tratto per la vetta dello Spiz de San Piero.
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Per capire un po’ meglio la risalita della Val del Mulàt ci sono altre foto nell’itinerario → Val di Zoldo: Zéngia del Viàl dalla Val del Mulàt al canalone sud tra i due Uselóin dal parcheggio al km 118-IV della SP 251.
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La parte centrale della Val del Mulàt tra le due cascate si può senz’altro definire difficile, mentre tutto il resto dell’escursione è facile o medio in qualche passo finale verso la vetta dello Spiz de San Piero.
Avvicinamento alla base della Val del Mulàt
Dal parcheggio si va semplicemente verso Casera de Fagarè inizialmente sul percorso dell’Anello Zoldano che in questo tratto si sovrappone al Sentiero Naturalistico Triòl del Camillo.
Poi, a 10 minuti dalla casera, c’è la freccia che indirizza nella giusta direzione.
Oggi, a un quarto d’ora dalla partenza, c’era una grossa frana che ha cancellato un tratto del sentiero: necessario un aggiramento non complicato di massi e tronchi abbattuti perdendo inizialmente qualche metro di quota.
Alla Casèra de Fagarè si prosegue sul sentiero che passa a sinistra direzione arrivo, e dopo poco più di 100 metri lineari di camminata si arriva ad attraversare un valloncello con cartello Val del Mulàt: qui bisogna uscire dal sentiero segnato CAI.
Risalita della Val del Mulàt
Dal cartello Val del Mulàt bisogna tagliare liberamente nel bosco in direzione nord verso la spaccatura nella fascia rocciosa che si intravede anche con il bosco al massimo sviluppo del verde come oggi.
Qui ho piegato inizialmente un po’ a destra per seguire qualche traccia di animali, e poi sono andato su più diretto fino a entrare nell’impluvio di pietre alla base della strettoia nella fascia rocciosa.
Entrando nel “canyon” si sale facilmente un breve tratto nei massi e si arriva sotto la prima cascata da superare.
Qui sulla destra direzione arrivo c’è un saltino di roccia che immette su un pendio erboso MOLTO ripido in parte gradinato, e dove si nota anche dal basso qualche possibile linea tipo “viàz” che guida verso il boschetto che sta sopra.
Il primo movimento da fare è quasi sul verticale ma c’è un appiglio dove si infila tutta la mano destra e non ci sono problemi.
Più delicata è la parte superiore assai esposta, che procedendo ci si rende conto che è più ripida di quanto sembra da sotto.
Inizialmente mi sono spostato verso sinistra sopra un terrazzino roccioso intermedio a fianco della cascata, e poi con diagonale finale verso destra su un “inizio di traccia” sono entrato nel boschetto.
Nel boschetto inizia un sentierino vero e proprio che va, con tratti ancora ripidi, fino all’altezza della seconda cascata: qui si è sempre sulla destra direzione salita dell’impluvio.
Il sentierino arriva, come altezza, fino al bordo superiore della seconda cascata ma spostato sulla destra, e bisogna entrare nell’impluvio con DELICATO traverso verso sinistra di qualche metro: gli appoggi ci sono, anche se ESPOSTI e non da scarpa intera.
Arrivati sopra la seconda cascata sono finite le difficoltà – ora si sale per un vallone e non per un canale articolato come fino a questo punto.
Il primo tratto di vallone finale della Val del Mulàt è in buona pendenza, e un po’ alla volta spiana fino alla piatta forcella finale che immette sui sentieri CAI 489-485.
Questo tratto finale di vallone dovrebbe essere di poco più di 150 metri di dislivello, mentre il tratto difficile delle due cascate dovrebbe essere di poco meno di 100 metri di dislivello.
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Naturalmente, viste le ristrettezze, in tutta la Val del Mulàt le linee registrate dal GPS sono assai “fantasiose”, ma il percorso è obbligato e le “linee elettroniche” non si seguono.
Sconsiglio la discesa per la Val del Mulàt se non si è già affrontata in salita.
La parte centrale non è “sconvolgente”, ma nasconde qualche insidia da non sottovalutare – in salita si memorizza minimizzando i rischi.
Chiusura dell’escursione dall’uscita superiore della Val del Mulàt
Prima di rientrare alla partenza per i sentieri CAI con direzione iniziale verso Casera del Castelìn, ho fatto un’andata e ritorno al panoramico Spiz de San Piero.
Ho fatto anche una deviazione per visitare il Bivacco Baita Darè Copada che non conoscevo.
Quasi tutto molto facile.
Per i “parametri Wikiloc” direi difficoltà media solo l’ultimo tratto per la vetta dello Spiz de San Piero.
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Per capire un po’ meglio la risalita della Val del Mulàt ci sono altre foto nell’itinerario → Val di Zoldo: Zéngia del Viàl dalla Val del Mulàt al canalone sud tra i due Uselóin dal parcheggio al km 118-IV della SP 251.
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Waypoints
Waypoint
2,668 ft
01 - Parcheggio in località 'I Ciompi' all'inizio del Sentiero Naturalistico Triòl del Camillo
Waypoint
3,014 ft
02 - Inizio tratto franato del sentiero CAI 491
Waypoint
3,428 ft
04 - Bivio e svolta a sinistra verso Casera de Fagarè
Waypoint
3,654 ft
06 - Uscita da sentiero segnato al cartello Val del Mulàt
Waypoint
4,830 ft
14 - Immissione in sentieri CAI subito dopo la Forzèla de la Val del Mulàt
Waypoint
3,134 ft
21 - Casera Pra de Val
Waypoint
3,020 ft
22 - Bivio per località di partenza 'I Ciompi' verso sinistra ma proseguito diritto verso 'Ciamber'
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