Val di Zoldo: Sasso di Toanella via normale per la Forcella Toanella dal Parcheggio Pontesei al km 118-IV della SP 251

Escursione a una vetta del Gruppo del Bosconero che si presenta “slanciatissima in verticale” dal lato nord di avvicinamento, mentre dal lato sud esiste una via normale che rimane a livello escursionistico ed è – nelle condizioni di oggi 13 Luglio 2022 – molto ben “assistita dai segnavia” lungo il tracciato altrimenti complicato da individuare.
Visto che si passa per la Forcella Toanella, può essere considerato l’itinerario “gemello” di quello della più facile salita al Sasso di Bosconero (vedi → Val di Zoldo: Sasso di Bosconero via normale per la Forcella Toanella dal Parcheggio Pontesei al km 118-IV della SP 251): le due vette sono una di fronte all’altra.
Ripeto: è vero che è una via assai contorta, ma ci sono tanti di quegli ometti e altri segnali che – con buona visibilità e un minimo di attenzione costante – rendono la salita molto godibile senza paura di perdersi.
Se mancano visibilità e/o attenzione l’affare si complica.

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Salita dal parcheggio presso il Lago di Pontesei all’attacco della via normale al Sasso di Toanella
Dal parcheggio presso il Lago di Pontesei si sale al Rifugio Bosconero per una delle possibili ed evidenti varianti, e poi si continua dietro al rifugio seguendo le iniziali indicazioni del CAI 490.
Fuori dal bosco si continua seguendo gli ometti sulle dure ghiaie mantenendo una linea generale abbastanza diritta: non bisogna farsi ingannare da un grosso ometto che farebbe deviare a destra verso la Rocchetta Alta, e più in alto da altri più piccoli che indirizzano a sinistra verso la Forcella del Matt.
Comunque l’imbocco del canale che porta alla Forcella Toanella è evidentissimo e ci si arriva camminando sopra il bordo di un gran fossato di frana.
A questo punto (anche se non ci sono numerazioni dipinte oltre ai bolli rossi) si è sul CAI 482 e si sale il lungo canalone stando dal lato sinistro direzione salita con qualche svolta che porta anche a ridosso della fascia rocciosa: molto bella la vista sulla “piramide verticale” del versante nord del Sasso di Toanella.
Verso la fine la traccia fa traversare sul lato destro direzione salita del canale e si può dire che si arriva a Forcella Toanella quasi sempre con buona presa per le scarpe.
Da Forcella Toanella si continua dall’altro alto in discesa diagonale sempre lungo il tracciato del CAI 482.
Oggi – dopo circa 35/40 metri lineari – c’era un micro-ometto “in precario equilibrio” che indicava il punto di uscita dal CAI 482 per andare verso il canale di attacco della via normale al Sasso di Toanella.
Non è fondamentale individuare l’ometto (che potrebbe anche non esserci più), basta sapere che dopo 35/40 metri bisogna iniziare a contornare in discesa (a pochi metri di distanza) la fascia rocciosa di destra.
Si passa sotto l’imbocco di un primo largo canale che inizia con base erba e pietre, e salti impraticabili poco dopo: non è quello giusto.
Ancora pochi metri di discesa diagonale e si arriva all’imbocco del canale giusto: il piano iniziale di camminamento è su ripido ghiaione-pietraia, con tratti “duri e spelacchiati”, e c’è un ometto all’angolo destro di imbocco.
Spiegazione più visiva: basta puntare verso la prima – e unica ben visibile dalla Forcella Toanella – slanciatissima guglia rocciosa dei «Diti di Toanella».

Salita della via normale al Sasso di Toanella
Si risalgono per qualche decina di metri lineari le ripide (anche molto ripide) ghiaie, a tratti inconsistenti e a tratti assai dure.
Si finisce contro uno squadrato e grande sperone roccioso che divide in due il canale.
L’aggiramento è segnalato con ometti alla base verso sinistra.
Io stavo salendo tutto a destra, e quindi seppure con qualche passo di I° grado l'ho aggirato a destra per non traversare sopra il ghiaione.
Ma a sinistra è più facile e ho scelto poi quel lato per la discesa – forse conviene iniziare subito a sinistra la risalita del duro ghiaione.
Aggirato lo sperone squadrato, si esce dal fondo del canale principale per una rampa verso sinistra con gradoni: è un po’ sporca di ghiaino ma non crea problemi, gli appoggi buoni si trovano.
La rampa finisce su una crestina, che è quella che unisce il Sasso di Toanella alla serie delle caratteristiche guglie rocciose dei «Diti di Toanella» (le prime due a sinistra guardando dalla crestina) e del «Castelletto di Toanella» (le altre affiancate verso destra).
Dalla crestina si piega a destra qualche metro per superare una mini-forcella, che indirizza sulla risalita di un crinale laterale del canale principale.
Questo crinale è un misto di roccette e mughi, dove si trovano anche rami tagliati di segnalazione e un paio di veri tagli strutturati tra i mughi che assicurano un comodo passaggio.
La risalita – sotto a destra del filo del crinale – è ripida e ci sono un paio di saltini assimilabili a un I° grado.
(Questo tratto deve essere stato manutenuto di recente perché alcuni rami tagliati “trasudavano ancora resina” nel punto di taglio.)
Con un ultimo taglio tra i mughi, ci si immette in una breve cengetta che riporta sul fondo del canalone principale: entrando nel fondo del canalone (ma anche un po’ prima) si dovrebbero notare dei bolli rossi dipinti per essere ben visti in discesa.
Ora si risale il canalone fino alla sua testata per ripidi balzi sporchi di ghiaino e pietrisco: gli appoggi solidi ci sono e si individuano bene, bisogna solo stare attenti a non scaricare sugli altri se si è in gruppo.
In testata del canalone si esce verso destra, e inizia il tratto più contorto con qualche altro saltino sul I° grado: qui non si può descrivere, ma basta l’attenzione ai numerosi ometti e qualche bollino rosso che si individua anche in salita (in discesa, ripeto, i bolli rossi si vedono di più).
A un certo punto, la ripida diagonale a balzi finisce sotto una verticalità, e bisogna traversare su lista rocciosa verso sinistra seguendo sempre gli ometti: qui ho ricostruito il primo che era abbattuto.
Dopo il breve traverso c’è un breve ripido che introduce al passaggio – a mio giudizio – più difficile della salita, anche perché è diverso da tutti gli altri.
È una cengia-bancatina ad arco in leggera salita con, nella prima parte, un tratto di ghiaie inclinate scivolose ben esposte: direi l’unico passaggio veramente esposto della via.
Una parte di “scivolosità” si può evitare (seguendo un ometto) abbassandosi al bordo del salto per camminare su una placchetta rocciosa, ma pochi metri scivolosi bisogna farli, magari “creandosi qualche scavetto a forza di scarpate”.
Dopo questa bancata-cengia (facile nella seconda parte) si aggira uno spigolo e si sale un breve ripido dove si trova un saltino-intaglio che è un po’ più di un I° grado ma su solidi appigli che si notano bene anche in discesa.
Subito dopo si entra in uno spettacolare grande e arioso anfiteatro, dove c’è un primo passaggio-strettoia attraverso una spaccatura rocciosa.
Si contorna l’anfiteatro su cengia con qualche piccolo salto di livello non difficile, fino a una particolarità: un passo di spaccata su un’interruzione della cornice.
Da tutti e due i lati della spaccata ci sono buoni appoggi per i piedi, e dal lato superiore la fascia rocciosa offre anche solidi appigli per le mani che aiutano in tutte e due i sensi di direzione (… bisogna anche scendere).
SCONSIGLIO IL SALTO!
Poco dopo la spaccata si aggira un altro spigolo e la traccia continua verso il canalino finale che divide le due cime del Sasso di Toanella.
Nel canalino c’è un saltino ripido che è un po’ più di un I° grado ma su solidi appigli che si notano bene anche in discesa.
In testata del breve canalino si svolta a destra e si sale senza difficoltà al punto vetta nord-est con ometto e quaderno delle firme (oggi ho trovato quest’ultimo sistemato male sotto l’ometto, meriterebbe un contenitore più professionale).
L’altro punto vetta sud-ovest mi sembra proprio della stessa altezza, ha un ometto bene in vista e servono passi più alpinistici per arrivarci a partire dalla testata dell’ultimo canalino.

Note per la discesa dal Sasso di Toanella
Lungo le salite complicate è sempre bene memorizzare i passaggi, ma qui sono troppi e basta solo ricordare le 3 o 4 svolte principali: al resto ci pensano i segnavia … se seguiti con attenzione!
Se in salita, come scritto più sopra, si iniziano a notare dei piccoli bolli rossi dipinti per chi scende, in discesa si noteranno anche alcuni utilissimi “cerchietti” rossi e qualche piccola freccia sempre di vernice rossa.
Ho trovato le freccette di un rosso un po’ più brillante, ma pure i cerchietti si vedono bene.
In discesa ho avuto la stessa sensazione di difficoltà in tutti i passaggini di I° grado o poco più affrontati in salita: non di più come a volte capita in discesa se non si vedono bene appoggi e appigli.
Per farla breve, non bisogna correre e ci si diverte senza perdersi.

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Il dislivello reale dell’escursione è di poco meno di 1.700 metri e non 2.378 come indicato nei dati di riepilogo Wikiloc.

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