Vado di corno - Brancastello. Il mio tentativo al centenario
near Fossa Paganica, Abruzzo (Italia)
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Itinerary description
Oggi ho provato a festeggiare il compleanno come piace a me, tentando un'impresa ambita da tempo, non c'è modo migliore per farlo se non assecondando i tuoi desideri, i tuoi piaceri. Il sentiero del centenario è quell' escursione sognato da molti temuto da tutti. Lo stesso valeva per me.
La sera la passo a guardare le stelle, a sognare; a farmi da culla, la mia amata tenda, compagna di avventure. Sveglia alle 4, sbrigo le operazioni di chiusura, provando a non dimenticare nulla, provo a concentrarmi a pensare a tutto quello che mi sarà necessario, bandana, acqua, kit da ferrata, cavolo!! Non ho portato l'imbrago, ma poco conta, sono così determinato a tentare che il breve tratto di ferrata non mi spaventa, allaccio le scarpe, pronto a partire. L'orizzonte mi regala ancora un'emozione: un rosso sempre più intenso si manifesta a sancire l'inizio di un nuovo giorno, il 12 agosto. Il tratto iniziale, su una docile salita, mi dà la misura di quello che affronterò.
Le poche ore di sonno si fanno sentire, la congestione nasale altrettanto, eppure la mia convinzione non vacilla minimamente. questa cosa un po' mi spaventa, io abituato a lottare contro ogni paturnia, ansia, sono lì sereno senza capirne il perché. A manifestarsi subito è anche un impetuoso vento che si incanala dal vado di corno. Il rapido sorgere del sole illumina la mia strada, in lontananza la prima vetta, la prima tappa di una lunga avventura, c'è chi dice che la termina in nove ore, chi in undici, a me poco importa, la priorità è vivere a pieno le mie emozioni. Con un rapido passo si arriva al vado di corno, dove una targa attesta l'inizio del cammino. Il vento è sempre più forte, le raffiche spostano me e per la prima volta le mie certezze. La congestione nasale attanaglia le mie vie respiratorie e improvvisamente mi rendo conto, che pessima idea quella di affrontare un’ escursione in queste condizioni. Mutano i miei pensieri, il soffiar dell'aria mi porta su altri orizzonti, penso a come la montagna a volte ti rimetta al tuo posto in un attimo, a come sia in grado di farti sentire grande e indomito e allo stesso modo piccolo e insignificante, ogni mia convinzione di invincibilità è rimessa in discussione, ogni certezza di farcela svanisce con un folata di vento. Il monte Brancastello si fa sempre più vicino, mentre è più lontana la percezione di farcela. Un vento sempre più minaccioso soffia sul mio sentiero. Ho deciso che arriverò in cima e prenderò la mia decisione. Camminando però, il desiderio di rinuncia si fa sempre più grande, in qualche modo mi rendo conto che la totale assenza di quell'ansia mista ad emozione, genera una consapevolezza: non sarà quello il giorno in cui completerò il centenario. Arrivo alla vetta ormai certo dei miei passi, tornerò indietro va bene così, sono felice, capisco che oggi saper rinunciare sarà la mia vittoria. Dal monte Brancastello è ben delineata la via che porta alle torri di Casanova, all’Infornace, al Prena e infine al Camicia. Solo d'innanzi a tale impetuosa bellezza mi rendo conto dell'imponenza dell'impresa. Il panorama è magnifico, rimango per un po' in cima, complice insieme al vento di un destino di cui siamo fautori.
La sera la passo a guardare le stelle, a sognare; a farmi da culla, la mia amata tenda, compagna di avventure. Sveglia alle 4, sbrigo le operazioni di chiusura, provando a non dimenticare nulla, provo a concentrarmi a pensare a tutto quello che mi sarà necessario, bandana, acqua, kit da ferrata, cavolo!! Non ho portato l'imbrago, ma poco conta, sono così determinato a tentare che il breve tratto di ferrata non mi spaventa, allaccio le scarpe, pronto a partire. L'orizzonte mi regala ancora un'emozione: un rosso sempre più intenso si manifesta a sancire l'inizio di un nuovo giorno, il 12 agosto. Il tratto iniziale, su una docile salita, mi dà la misura di quello che affronterò.
Le poche ore di sonno si fanno sentire, la congestione nasale altrettanto, eppure la mia convinzione non vacilla minimamente. questa cosa un po' mi spaventa, io abituato a lottare contro ogni paturnia, ansia, sono lì sereno senza capirne il perché. A manifestarsi subito è anche un impetuoso vento che si incanala dal vado di corno. Il rapido sorgere del sole illumina la mia strada, in lontananza la prima vetta, la prima tappa di una lunga avventura, c'è chi dice che la termina in nove ore, chi in undici, a me poco importa, la priorità è vivere a pieno le mie emozioni. Con un rapido passo si arriva al vado di corno, dove una targa attesta l'inizio del cammino. Il vento è sempre più forte, le raffiche spostano me e per la prima volta le mie certezze. La congestione nasale attanaglia le mie vie respiratorie e improvvisamente mi rendo conto, che pessima idea quella di affrontare un’ escursione in queste condizioni. Mutano i miei pensieri, il soffiar dell'aria mi porta su altri orizzonti, penso a come la montagna a volte ti rimetta al tuo posto in un attimo, a come sia in grado di farti sentire grande e indomito e allo stesso modo piccolo e insignificante, ogni mia convinzione di invincibilità è rimessa in discussione, ogni certezza di farcela svanisce con un folata di vento. Il monte Brancastello si fa sempre più vicino, mentre è più lontana la percezione di farcela. Un vento sempre più minaccioso soffia sul mio sentiero. Ho deciso che arriverò in cima e prenderò la mia decisione. Camminando però, il desiderio di rinuncia si fa sempre più grande, in qualche modo mi rendo conto che la totale assenza di quell'ansia mista ad emozione, genera una consapevolezza: non sarà quello il giorno in cui completerò il centenario. Arrivo alla vetta ormai certo dei miei passi, tornerò indietro va bene così, sono felice, capisco che oggi saper rinunciare sarà la mia vittoria. Dal monte Brancastello è ben delineata la via che porta alle torri di Casanova, all’Infornace, al Prena e infine al Camicia. Solo d'innanzi a tale impetuosa bellezza mi rendo conto dell'imponenza dell'impresa. Il panorama è magnifico, rimango per un po' in cima, complice insieme al vento di un destino di cui siamo fautori.
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Comments (3)
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Bravo,saggia decisione,il saper rinunciare spesso e volentieri e' la migliore scelta,il centenario e' la non va da nessuna parte,ci saranno altre occasioni,quello che e' sicuro e' che merita veramente di essere attraversato in tutti i suoi km,
P.s. per curiosita' per il ritorno al vado di corno come ti eri attrezzato???,te lo dice uno che e' ritornato al vado a piedi e tutte quelle ore in cammino alla fine si sentivano
Avrei fatto l'autostop!
Lo avevo pensato anche io,ma lo splendore di quei posti mi convinsero a tornare a piedi,troppo belli,buone escursioni