V-PANAREA,Punta del Corvo-Cala Junco(anello Breve)
near Panarea, Sicilia (Italia)
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Trail photos
Itinerary description
Un eden avvolto da ginestre e ulivi - Camminando lungo i sentieri ritmati dalla vivacità abbagliante delle bouganville, si viene letteralmente avvolti da un vento odoroso intenso, tipico della macchia mediterranea: la vegetazione è rigogliosissima, e il suo esemplare più prezioso è la silene hicesiae, una cariofillacea molto rara presente esclusivamente a Panarea e recentemente trovata anche a Alicudi, inserita nella lista delle “Top 50 Mediterranean Island Plants” a rischio di estinzione. La zona costiera è ricca di arbusti, colorata dall’alternarsi di ulivi, euforbia, thè siciliano, assenzio e ginestre, magnifici garofani rupestri sulle pareti rocciose a strapiombo, finocchiella di Boccone, violeciocche rosse, fiordalisi e piante che resistono bene alle escursioni termiche e alla forte salinità, come l’enula bacicci e il limonio delle Eolie. E’ un paradiso di avifauna per gli appassionati di Bird Watching, che possono avvistare, fra gli altri, il falco della regina , il gabbiano argentato, il corvo imperiale, la monachella e l’usignolo.
In cucina trionfo mediterraneo - Pensioni e alberghi (informazioni su www.eoliehotel.com, oppure www.portaleisoleeolie.it ) spesso deliziosi, non mancano e qualsiasi vero gourmand troverà soddisfazione a Panarea, isola che dispensa, nei suoi tanti ristoranti, generalmente di fronte a panorami mozzafiato, i piatti tipici delle Eolie, una cucina saporita e tipicamente mediterranea: vale la pena assaggiare il delizioso tortino di pesce, la caponata eoliana, il coniglio ai capperi e la fenomenale pasta con sugo di testa di pesce spada.
Waypoints
v Cala Junco
Villaggio preistorico di Pinta Milazzese Cala Junco La spiaggia, situata nei pressi del villaggio preistorico di Punta Milazzese a sud-ovest del molo di San Pietro, è raggiungibile a piedi in 30min seguendo la strada che conduce prima a Drautto e poi attraverso un antico sentiero a Cala Junco, probabilmente utilizzata ai tempi del villaggio preistorico come darsena. La baia che lo compone è a forma di anfiteatro delimitato ai lati da stravaganti formazioni rocciose che creano così una piscina naturale. Questa cala viene definita come una delle baie più belle non solo dell’isola ma dell’intero arcipelago eoliano, le acque che la bagnano assumono strabilianti colorazioni che variano dal verde smeraldo al turchese al blu intenso. La cala, nel periodo estivo, è quasi sempre molto affollata ma ciò non toglie il piacere di tuffarsi nelle rinfrescanti acque e rilassarsi in un vero e proprio angolo di paradiso. Nei pressi di Cala Junco, suggestiva insenatura caratterizzata da acqua azzurra e verde, scogli di basalto e pareti di roccia lavica che la racchiudono, si trova il villaggio preistorico di Panarea, portato alla luce nel 1948. L’insediamento preistorico risale all’età del bronzo (14° secolo a.C.) ed era costituito da 23 capanne, delle quali sono rimaste le mura delle fondamenta (a forma ovale), danneggiate col tempo dall’erosione della salsedine. Dagli scavi sono stati rinvenuti anche cocci di vasi e strumenti vari, ricostruiti ed esposti oggi nel museo di Lipari; la ceramica di cui erano composti gli antichi oggetti è una chiara testimonianza dell’influenza minoica e del collegamento tra le isole Eolie e gli altri paesi del Mediterraneo. Il villaggio preistorico di Cala Junco è raggiungibile partendo da Cala degli Zimmari e proseguendo lungo un sentiero con gradini che porta al promontorio di Capo Milazzese. Ricordiamo inoltre che l’arcipelago eoliano è raggiungibile imbarcandosi al porto di Napoli sugli aliscafi Eolie Snav.
v Panarea - porto
Anello
v Punta del Corvo
Dal porto, in località San Pietro, si sale in mezzo alle case per la via principale proseguendo, dopo una doppia curva, in direzione del Cimitero; dopo averlo superato sulla destra si apre la strada comunale S. Pietro – Timpone del Corvo inizialmente con fondo in cemento e poi sterrata, da dove iniziano i segnavia rosso-bianco-rosso. Dopo pochi metri la strada si trasforma in mulattiera, molto evidente tra due muretti a secco, che si inerpica nel folto della vegetazione e, dopo aver superato sulla destra il bivio (poco visibile) del Sentiero della Scuola, con alcuni tornanti raggiunge l’ampio pianoro della Fossa a cavallo tra l’abitato di San Pietro e quello di Drautto; si perviene quindi ad un quadrivio (ore 0,30 dal porto) nel quale convergono da sinistra la strada comunale Fossa – Salemma che proviene da Drautto e da destra il sentiero che, congiungendosi poi con la strada comunale Coste – Iditella, porta a Punta Falcone e a Iditella. Si prosegue verso l’alto (indicazione sulla roccia “Punta Corvo”) sul sentiero che si fa più ripido fino ad un tratto dove si percorre una specie di lastricato in pietra lavica molto panoramico. Dopo aver superato il bivio sulla sinistra per il Castello e seguendo i segnavia, per strade vicinali e interpoderali, – attenzione a tracce di sentieri laterali che si perdono nell’intrico della vegetazione – si arriva in prossimità di alcuni cipressi, ben visibili dal porto, segnali sembra della presenza di un antico cimitero perduto nella vegetazione. Sulla sinistra esiste un antico stazzo di pastori con cisterna per l’acqua ancora funzionante. Si continua a salire, prendendo la strada comunale Cardosi, con l’alternanza di tratti ripidi a tratti quasi pianeggianti, tra piante di albicocco inselvatichite, macchia mediterranea, in particolare mirto e cisto bianco e rosa, e corbezzoli fino ad arrivare alla cresta sommitale. Si apre la vista sull’intero arcipelago in un colpo d’occhio fantastico mentre sotto di noi una serie di ripidi canaloni – regno incontrastato dei falchi – scendono verso il mare. Raggiunta la cresta, a sinistra inizia il sentiero (segnavia n° 2) che per Punta Milazzese porta a Calajunco, mentre proseguendo a destra in pochi passi si raggiunge la Punta del Corvo – attenzione a non confondersi con l’anticima, la vera Punta del Corvo, a m 421, è la seconda ed è segnata sulla roccia a strapiombo dalla scritta “Punta Corvo” – (ore 0,45 dal quadrivio). Si tratta del punto trigonometrico dell’Istituto Idrografico della Marina, fino al 1999 segnato sul terreno con piastrina metallica, poi trafugata ad opera di ignoti vandali scalpellandola via dalla nuda roccia.
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