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LIPARI,Quattropani-SanCalogero

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Trail stats

Distance
5.39 mi
Elevation gain
1,545 ft
Technical difficulty
Easy
Elevation loss
1,699 ft
Max elevation
1,171 ft
TrailRank 
35
Min elevation
187 ft
Trail type
One Way
Time
12 minutes
Coordinates
403
Uploaded
March 7, 2020
Recorded
January 2010
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near Quattropani, Sicilia (Italia)

Viewed 485 times, downloaded 12 times

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Itinerary description

Itinerario: “Il Caolino di Lipari”
Tempo di percorrenza: 3,5 ore. Lunghezza km: 6,5. Difficoltà: E
L’escursione inizia nella frazione di Quattropani e tocca alcune delle località più suggestive dell’isola come le antiche cave di Caolino, senza dubbio una delle zone più particolari di Lipari. Si prosegue poi per il “Palmeto” unico lembo di terra dove crescono ancora le palme nane, le uniche spontanee del Mediterraneo centrale. Pranzo libero. Da qui il sentiero risale in direzione delle Terme di S. Calogero, luogo in cui già nell’antichità l’acqua termale, che qui sgorgava copiosamente, veniva utilizzata per i suoi effetti benefici.

Waypoints

PictographBus stop Altitude 13 ft

v Bus Lipari

URSO BUS

PictographBus stop Altitude 1,165 ft

v Bus-fermata Quattropani

PictographBus stop Altitude 1,014 ft

v Bus-Pianoconte /terme S.Calogero

PictographWaypoint Altitude 1,145 ft

v Cave di Caolino

Quattropani. Percorriamo una strada che si snoda in tornanti nel verde isolano tra promontori e valli di origine vulcanica. Prima tappa, cosa vedete? Le cave di caolino Guide turistiche Eolie Messina TaorminaQuesta roccia contiene caolinite, un minerale silicatico delle argille. Le cave venivano usate già in antichità fino agli anni ’50. Gli usi del caolino sono diversificati: edilizia; ceramica; colorante; detersivi; industria farmaceutica. L’isola di Lipari ci offre la zona più antica dal punto di vista geologico, qui possiamo notare una forma di vulcanesimo secondario. Formazioni argillose bianche acquistano in superficie alcune sfumature di colore, che sono causate dalle fumarole. Il Pittore di Lipari Gli artigiani greci mescolavano il caolino e l’argilla per fabbricare i vasi adesso esposti al Museo Archeologico di Lipari. Infatti frammenti di ceramica sono stati trovati all’interno delle cave. Il Pittore di Lipari tra il IV e III secolo a.C. utilizzava un’argilla di colore nocciola chiaro e dipingeva le figure con colori pastello. Dal bianco caolino mescolato con l’argilla deriva il colore chiaro dei suoi vasi, che fa da sfondo a figure sovra dipinte in giallo, rosa ed azzurro. Diversi depositi hanno riempito il lago risalente a 100.000 anni fa, così includendo anche la sua flora. Infatti furono scoperti fossili di palma nana. La località Palmeto prende il nome grazie alla presenza, tuttora, di questa particolare pianta. Inoltre in primavera possiamo godere della vista di orchidee spontanee e del gabbiano reale.

PictographWaypoint Altitude 997 ft

v Chiesa Quattropani

difficile descrive questo luogo perché suscita una tale emozione e senso di pienezza che bisogna recarcisi, nonostante siano necessari circa 20 minuti di cammino dalla fermata dell’autobus. Qui si fondono natura e spiritualità, incastonate fra le linee morbide di un paesaggio incontaminato e silenzioso e i pochi, semplici segni di una architettura tanto elementare quanto carica di significato e fascino. La Chiesa Vecchia di Quattropani, così conosciuta e chiamata da tutti sull’isola, è il Santuario di Maria Santissima della Catena, antico luogo di culto eretto nella seconda metà del secolo XVI in questa frazione d’altura dell’isola, Quattropani, dove storicamente si tramanda la devozione per la Santissima Vergine. Questo luogo incantevole da cui si gode un paesaggio mozzafiato, divenne meta di molti pellegrinaggi, come documentano i registri delle preghiere per esaudire le suppliche che si trovano all’interno del Santuario. Ma la Chiesa Vecchia non è solo un luogo di culto è soprattutto un’oasi di pace, un posto in cui l’animo umano si riconcilia con il mondo trovando il senso fra se e l’universo: il silenzio, i colori del tramonto, il mare, la maestosità della natura e la vista delle isole, il piccolo e geometrico santuario bianco donano serenità profonda e respiro d’infinito. Bisogna vivere e non raccontare il lento calare del sole fra le isole di Filicudi e Alicudi da un lato e Salina dall’atro: imperdibile!

PictographWaypoint Altitude 541 ft

v Terme di San Calogero

Rimettiamoci in cammino! E raggiungiamo una tholos termale, quella di San Calogero. Unico monumento di architettura micenea fuori dalla Grecia La tholos è un’antica testimonianza datata dall’epoca del Bronzo Antico a quella romana. La parte più antica consiste in una stufa termale circolare con copertura a cupola: esattamente conforme alle tombe a cupola, appunto tholoi, della Grecia micenea tra il XVI e XIV secolo a.C. La nostra stufa è più piccola, perché destinata a mantenere il calore. Appoggiata sulla roccia è corrispondente ad una sorgiva calda che ancora oggi sgorga all’interno. Il materiale usato è: pietra del Fuardo chiara resistente al vapore pietra lavica grigia soggetta alla corrosione Greci, romani e bizantini ne conservarono l’uso, testimoniato dal ritrovamento di ceramiche. Alcune vasche furono aggiunte in epoca romana e nel 1867 furono poste alcune panchine di marmo alla parete. Evidentemente erano utili ai pazienti dell’ospedale. Infatti le sorgenti termali erano salutari, secondo l’opinione di scrittori di età greca e romana. Le acque hanno una temperatura di 50° centigradi, sono poco profonde e provengono da precipitazioni. Ma presentano elementi vulcanici, quindi sono ricche di anidride carbonica e acido solfidrico. San Calogero Le terme prendono il nome dal santo, in quanto, secondo una leggenda medievale, San Calogero fece sgorgare le acque dalla montagna. Nel 530, dopo un periodo di decadenza delle terme causato dal terremoto del IV secolo, San Calogero riattivò così le terme. Il monaco eremita Calogero, dal greco “buon vecchio”, si recò a Lipari per predicare e prestare cure agli ammalati con le acque sulfuree, convertendo molti abitanti. Un busto reliquiario di argento lo raffigura ed è collocato nella Cattedrale di San Bartolomeo a Lipari. Le vicissitudini della tholos La prima documentazione della tholos di San Calogero si trova in un disegno di Jean Houel del 1782. Purtroppo un forte terremoto nel 365 d.C. causò alcuni danni alle terme di San Calogero. Studiosi settecenteschi, come Spallanzani, confermarono le proprietà curative delle acque, soprattutto per le malattie cutanee. Ma la struttura ebbe anche periodi di decadenza. Lo stabilimento termale, chiuso nel 1975, era stato aperto nel 1872 con l’avvicendarsi di numerosi gestioni. Quest’ultime non riuscirono a trarre il guadagno desiderato a causa di eventi storici e catastrofi naturali. Si sono susseguiti numerosi progetti per l’adeguamento igienico-sanitario dell’edificio. Ma le terme non furono più riaperte, se non come museo per ricordarne il passato. Certamente quest’escursione offre la possibilità di conoscere Lipari da diversi punti di vista: geologia, botanica, archeologia e storia. Ma partiamo dall’inizio. Diodoro Siculo, Plinio il Vecchio, Strabone, Ateneo di Naucrati: illustri scrittori dell’antichità hanno fatto riferimento alle sorgenti calde di Lipari. Alcuni reperti archeologici, tra cui vasche vere e proprie, daterebbero i primi utilizzi delle acque termali al 50 a.C. Vi si trovano una vasca di epoca ellenistica, un antico tholos miceneo (monumento a forma di cupola). Insomma, gli antichi greci frequentavano le terme nell’isola sicula già molti secoli fa. Un terremoto nel IV secolo le dissestò fortemente, e per un periodo lo stabilimento visse uno stato di abbandono. Fu un certo Calogero di Sicilia (futuro Santo) a riaprire le terme ed occuparsi di riattivarle, tanto che ancora oggi sono note con il suo nome. Nei secoli le Terme di San Calogero conobbero periodi di largo utilizzo e altri di rovina, anche in base alla storia stessa di Lipari. Finché, nella seconda metà del 1800, in seguito ad un’analisi delle acque che le ritenne buone per le cure termali, esse ripresero ad essere frequentate. Fu costruito lo stabilimento vero e proprio, il grande edificio ottocentesco che ancora oggi domina l’area. Purtroppo, ancora una volta le terme si trovarono a soccombere a periodi di parziale abbandono. Lo stabilimento non fu mai veramente redditizio e, complici eruzioni, terremoti, lo scoppio delle guerre mondiali, mai giunse davvero allo splendore. Numerosi progetti, dagli anni ’70 ad oggi, hanno attuato modifiche (a volte criticate) allo stabilimento, fino a che nel 2011 una cooperativa lo rese nuvamente funzionale per accogliere visitatori in occasione di spettacoli. Nel 2013 è stato nominato Ecomuseo della Memoria sulla storia delle Terme di San Calogero, ma il suo destino rimane incerto. Quello che è sicuro, è che si tratta di una vera ‘chicca’, un angolo segreto di Sicilia, di Eolie, di Lipari stessa che costituisce una interessante deviazione dai circuiti tradizionali.

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