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Un'impresa (in)significante: Da Alba a Cervere in modalità semi-wild

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Trail stats

Distance
16.93 mi
Elevation gain
1,125 ft
Technical difficulty
Difficult
Elevation loss
686 ft
Max elevation
1,004 ft
TrailRank 
66 5
Min elevation
539 ft
Trail type
One Way
Time
6 hours
Coordinates
724
Uploaded
March 15, 2021
Recorded
February 2020
  • Rating

  •   5 1 review
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near Alba, Piemonte (Italia)

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Itinerary description

La genesi di questo percorso è quanto mai bizzarra.
Fine Febbraio 2020. Lo spettro del lockdown totale si avvicina. Un misto di noia, voglia di Viaggio (con la V maiuscola), desiderio di un'avventura ma anche di sorprendere un amico.
Inizia a prendere forma un'idea nella mia testa: uscire di casa, iniziare a camminare e raggiungere casa sua, bussare alla porta e fargli una sorpresa.
Non abita lontano, una ventina di km, in auto sono una volata e la strada la conosco a menadito. Ma studiare un percorso a piedi, il più possibile "offroad" da un punto A a un punto B, è un'altra cosa. Abbozzo sulla cartina una traccia non troppo definita, cercando di evitare l'odiato AFALTO. Lascio spazio per l'improvvisazione e per un po' di avventura: arrivare fino al ponte di Pollenzo sembra una passeggiata. Da li in avanti ci sono molti punti interrogativi. Basta con la pianificazione, si parte.

Lascio Alba, i primi metri sono pura euforia. Il cielo è plumbeo, l'aria fredda pizzica gli zigomi. Mi allontano su quello sterrato ciclabile che conosco a occhi chiusi, si raggiunge il Tanaro. Incontro qualche camminatore vestito tecnico dalla testa ai piedi (sembra in spedizione sull'Annapurna) e qualche biker. Io al confronto sono messo "male in arnese": Jeans, maglione di lana, giacca di recupero. Tenuta più da potatore che da trekking. Saluto, vorrei girarmi e urlargli "Sto andando a Cervere a piedi, senza sapere bene come arrivarci! Esatto è un'impresa EPOCALE". Rido da solo (è grave?).
Il rumore di acqua che corre si fa più forte, il sentiero curva e davanti a me trovo il primo ostacolo inaspettato. Il guado del canale di Verduno. A febbraio di acqua ce n'è. E fredda anche. C'è poco da fare: via scarpe e calze. Affronto il guado. Il primo contatto con la fanghiglia del fondo e l'acqua gelida taglia il fiato. Rischio un paio di scivolate e sono oltre. I piedi "picchiano" di freddo ma sono esaltato per l'impresa. Mi asciugo in modo abbastanza imbarazzante con dei fazzoletti e riprendo a camminare.
Il percorso lungo il canale di Verduno è veramente piacevole e sempre segnalato. Si passa su ponticelli, si cammina lungo il canale si oltrepassa un edificio ENEL.
Ad un certo punto un cartello indica "Spiaggia dei Cristalli". Sarai veramente curioso di vederla, ma mi impongo di continuare, la strada è ancora tanta e a tratti ignota.
Arrivo quindi al Parco la Cascata, una zona inquietante in quanto dismessa e piuttosto abbandonata. Ancora qualche metro e si sbuca sulla trafficatissima Provinciale proprio prima del ponte di Pollenzo.
L'idea originaria era di attraversare il ponte. Mi avvicino sul lato sinistro della carreggiata, le macchine passano veloci. Un paio di tir mi "fanno il pelo". Arrivo all'attacco del ponte e qui trovo il secondo vero ostacolo. Un cartello ribadisce quello che appare lapalissiano: "MARCIAPIEDE NON AGIBILE". Tergiverso un attimo, indeciso sul da farsi. Lo spostamento d'aria generato da un bilico mi colpisce come uno schiaffo e mi convince definitivamente a girare i tacchi.
Il momento è critico, ed ha il sapore un po' di una sconfitta. Che fare? Tornare a casa con la coda in mezzo alle gambe? No. Si va avanti. Torno poco più indietro davanti al ristorante "Le Due Lanterne" e imbocco la sterrata che prosegue lungo il canale di Verduno. So che poco dopo il sentiero si interromperà e li si dovrà improvvisare sul serio.
Ora non incontro più nessuno, il cielo sembra essersi fatto più cupo e sento perfino qualche lugubre suono animalesco (suggestione?). Arrivo al termine della sterrata in prossimità di una turbina ENEL. I segnali di "PERICOLO DI MORTE" sembrano un ulteriore oscuro presagio.
Proseguo su una traccia sempre più rada, alla mia destra compare vicinissimo il Tanaro.
Raggiungo la boscaglia, so che devo attraversare e andare oltre. Qui la traccia non esiste più e la boscaglia nasconde un profondo canale di scolo. Mi calo lentamente, fino a trovare un tronco caduto che fa da ponte. Non sembra solido. Attraverso.
Risalgo dall'altro lato nella boscaglia, arrampicando un po' con le mani nel terreno. Quando sbuco in un noccioleto mi sento un po' eroe e un po' deficiente (soprattutto). Attraverso il noccioleto sulla capezzagna e non è finita. Un secondo canale di scolo nella boscaglia che cerco di evitare, ma che poi sono costretto ad attraversare come fatto poco prima.
Sbuco dai rovi con un po' di graffi e non mi sento più un eroe stavolta. Sono scivolato e ho un piede fradicio. "Ma che minchia sto facendo", mi chiedo.
Sono nuovamente in un noccioleto, cerco di orientarmi quando di fronte a me trovo ciò che mai mi sarei aspettato. Un cavalcavia autostradale, in piena regola, enorme e sinistramente amputato di netto, come fosse stato ghigliottinato da un'enorme lama piovuta dal cielo. Non sto scherzando, è enorme. Sono allibito, mi trovo al cospetto della famigerata ASTI-CUNEO, incompiuta chimera che tormenta e infervora i Cuneesi da decenni. Valuto per un attimo di scalare il muro di calcestruzzo. L'idea di poter attraversare il Tanaro, su un ponte autostradale, A PIEDI e in completa solitaria mi elettrizza. Sarebbe epocale. E forse anche illegale. Lasciamo perdere, tanto è impossibile scalare i 20-30 metri del viadotto. Cambio rotta, trovo una carrabile sterrata che risale nel bosco e sbuca in prossimità di un casolare. Trovo l'asfalto e finalmente mi arrendo a dover affrontare il tanto odiato nastro di bitume. Devo arrendermi anche alla mappa per orientarmi. In breve mi trovo sulla provinciale che scende dalla Morra e va verso Cherasco. La seguo per diversi chilometri, attraverso il Tanaro, stavolta su comodo marciapiede, e la zona industriale di Moglia. I piedi iniziano a dolere e le gambe sono rigide. Dopo 16 km sono solo a metà percorso. Arrivo alla base della scalinata che sale a Cherasco e mi sembrano i "Rocky steps" di Philadelphia. Non li faccio di corsa, ho il fiatone.
Cherasco. Eccola. Una piccola perla di storia, con i suoi archi e il suo Castello. Mi concedo una pausa con panino dolce e caffè in piazza.
Riprendo a camminare scendendo verso lo Stura. E' il prossimo ostacolo da affrontare. Dilemma: attraversare su comodo ponte della provinciale? Parallelo al ponte sulla sinistra noto una specie di guado carrabile sterrato. Proviamoci. Lascio l'asfalto e scendo su carraia sterrata. Poco dopo trovo un cancello aperto, sembra essere una cava di ghiaia. Non trovo cartelli di divieto percui proseguo dubbioso. Davanti trovo lo Stura bello impetuoso e la carraia lo attraversa, semplicemente. Incredulo ed euforico passo lo Stura con i piedi asciutti.
Ora mi ritrovo in una zona sporca e dissestata: bidoni e cd appesi agli arbusti. Mi trovo davanti uno scolo stagnate e puzzolente. Provo a capire se posso evitarlo, mi sbarra la strada per raggiungere lo sterrato che corre lungo la A33. Mi tocca saltarlo. Uso un bastone tipo asta e in qualche modo riesco a portarmi sull'altro lato, anche se finisco nella melma. Por*@#
Va beh, sono oltre e ho trovato lo sterrato. Inizio a essere provato, cammino a fianco dell'autostrada deserta. Lo sterrato però è ben segnalato e si abbassa verso lo Stura. Si vedono i primi campi coltivati. Alla destra si vedono le case di Roreto, oltre quelle di Bricco de Faule. E la' proprio in fondo, dalla foschia compare la Torre di Cervere. Vedo la meta. Ora sono nuovamente galvanizzato. Transito di fianco a un bellissimo mulino, e cammino tra i campi del famoso porro di Cervere, ormai.
Incontro nuovamente persone a passeggio, abbordo due signori anziani chiedendo spiegazioni e spiegando che arrivo da Alba. Mi guardano allibiti e mi parlano in piemontese.
Ormai ci sono, la torre è a due passi, non sento più i piedi ma non riesco a fermarmi. L'ultima salita verso il centro del paese mi uccide. Ci sono. Sono davanti alla chiesa. In giro non si vede anima vivente. Ecco la piazza del PalaPorro, deserta anche lei. Ormai è fatta, pochi metri e sono sotto casa del mio amico. Suono, fingo di essere il corriere con un pacco Amazon. Mi apre un po' titubante. Non mi ha riconosciuto.
Quando mi presento davanti a lui la reazione è valsa la fatica. "Che cazz ci fai qua?! Sarai mica... venuto a piedi?!?!?".

Il ritorno via autobus (che non prendevo dal 2001) fino a Bra, e da Bra in treno, è stato ugualmente un'esperienza mistica.
Incredibile il feeling dopo un (in)significante esperienza come questa.
Scendo ad Alba, mi guardo in giro inebetito.
Rientro verso casa esattamente dal lato opposto da cui sono partito.
E mi sembra per un attimo di aver circumnavigato il globo, viaggiando sempre verso OVEST.

Waypoints

PictographRiver Altitude 0 ft
Photo ofTanaro Photo ofTanaro

Tanaro

Tanaro

PictographRiver Altitude 0 ft
Photo ofIl Guado Photo ofIl Guado

Il Guado

Guado

PictographPhoto Altitude 0 ft
Photo ofCanale Photo ofCanale Photo ofCanale

Canale

Canale

PictographBridge Altitude 0 ft
Photo ofPonte Pollenzo Photo ofPonte Pollenzo

Ponte Pollenzo

Ponte Pollenzo

PictographIntersection Altitude 0 ft
Photo ofDeviazione

Deviazione

Deviazione

PictographPhoto Altitude 0 ft
Photo ofTurbina ENEL Photo ofTurbina ENEL Photo ofTurbina ENEL

Turbina ENEL

Turbina ENEL

PictographRisk Altitude 0 ft
Photo ofAttraversamento rio

Attraversamento rio

Rio

PictographPhoto Altitude 0 ft
Photo ofAutostrada nel nulla Photo ofAutostrada nel nulla Photo ofAutostrada nel nulla

Autostrada nel nulla

Autostrada incompiuta

PictographCastle Altitude 0 ft
Photo ofCherasco Photo ofCherasco Photo ofCherasco

Cherasco

Cherasco

PictographRiver Altitude 0 ft
Photo ofAttraversamento Stura Photo ofAttraversamento Stura

Attraversamento Stura

Attraversamento Stura

PictographRisk Altitude 0 ft
Photo ofGuado puzzolente

Guado puzzolente

Guado puzzolente

PictographPhoto Altitude 0 ft
Photo ofSentiero a fianco della A33

Sentiero a fianco della A33

A33

PictographPhoto Altitude 0 ft
Photo ofMulino e sentiero Photo ofMulino e sentiero Photo ofMulino e sentiero

Mulino e sentiero

Mulino

PictographPhoto Altitude 0 ft
Photo ofTorre Cervere Photo ofTorre Cervere

Torre Cervere

Torre Cervere

PictographPhoto Altitude 0 ft
Photo ofCervere Photo ofCervere Photo ofCervere

Cervere

Cervere

Comments  (1)

  • studiozetabi Mar 19, 2023

    Casualmente mi sono ritrovata a leggere questa dettagliata, bizzarra, entusiasmante esperienza. Scritta in modo simpatico e piacevole, raccontata con una dovizia di particolari che ti portano a “sentire” questa camminata!
    Bravo e grazie

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