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U-SILA,017 Villaggio Buturo-Caporosa

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Trail stats

Distance
17.52 mi
Elevation gain
2,434 ft
Technical difficulty
Easy
Elevation loss
3,291 ft
Max elevation
5,553 ft
TrailRank 
31
Min elevation
4,183 ft
Trail type
One Way
Coordinates
1103
Uploaded
March 24, 2020
Recorded
March 2020
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near Capanne, Calabria (Italia)

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Itinerary description

Tappa lunga ed interamente in quota tocca alcune punte sopra i 1500 metri prima di scendere intorno ai 1300 metri. Dopo essere usciti dal villaggio Buturo ed aver imboccato il sentiero che si inoltra nei boschi tipici della Sila, si passa attraverso "Orme del Parco", il primo parco avventura della Calabria che si sviluppa sugli alti alberi alle pendici del monte Spinalba. Dal Colle del Comunello inizia poi una discesa che porta al lago Ampollino di cui si costeggia il ramo occidentale prima di raggiungere Caporosa, dove è possibile pernottare.

Waypoints

PictographWaypoint Altitude 4,229 ft

u Caporosa

Caporosa fa parte del comune di Aprigliano, in provincia di Cosenza, nella regione Calabria. La frazione o località di Caporosa sorge a 1294 metri sul livello del mare.

PictographWaypoint Altitude 5,450 ft

u Caserma Forestale Gariglione

le stupende praterie della Sila ed il magnifico bosco del “Monte Gariglione” (1765mt) punteggiato da alberi secolari, gli ultimi rimasti a testimonianza di una splendida foresta che ad inizio secolo era di proprietà di una società boschiva tedesca che ne sfruttava intensamente il legname. Il Monte Gariglione (Gariglione deriva da “cariglio”, specie quercina),è il più alto monte della Sila Piccola ed è posto sul lato orientale dell’altopiano silano, tra il fiume “Tacina” a nord e il torrente “Soleo”, affluente del Tacina, a sud. Il Tacina, che nasce dal Timpone Morello, separa il monte Gariglione dal monte Scorciavuoi (1745 m ). Il Soleo, che nasce nei piani di Tirivolo, lo separa dal monte “Femminamorta” (1723 m). La foresta del “Gariglione” è considerato un Santuario della Natura da conservare e proteggere da reiterati saccheggi subiti in ogni epoca; all’inizio del secolo scorso intorno ad esso, si è costruito una ferrovia “Decauville” per consentire ad una ditta boschiva austriaca di trasportare il legname esboscato verso un’apposita teleferica che, per inerzia, faceva giungere a valle, verso Petilia, i tronchi appena tagliati. Attualmente la foresta è interessata da studi scientifici in quanto la varietà locale di abete (Abies alba), sembra abbia proprietà che inducono maggiore resistenza alle piogge acide ed il suo seme è costantemente ricercato dai forestali dei paesi centroeuropei per rinnovare e ricostruire i loro boschi. Dal monte prende il nome la “Riserva Naturale Gariglione – Pisarello”. Oggi niente fretta,niente arrampicate, niente ascese, ma solo una splendida e semplice passeggiata nello scenario fiabesco della Sila. Partiti dal rifugio “L.Grandinetti” (1611 mt), attraversando il fondovalle invaso da centinaia di mandrie di mucche al pascolo, abbiamo raggiunto la “Caserma forestale Gariglione”, uno chalet in stile alpino che una società forestale realizzò ai primi del secolo per ospitarvi le maestranze durante i tagli. Da qui abbiamo imboccato il sentiero n°9 “Sentiero dei Giganti” che attraverso un magnifico bosco di splendidi “alberi giganti”, ci ha condotto verso la vetta boscosa del Monte Gariglione. Lungo tutto il tragitto un libro aperto di maestosi ed eleganti alberi, alcuni già tinteggiati del rosso autunno, tra cui la farnia, il cerro, il pino laricio, l’ontano napoletano, l’acero, l’agrifoglio, il faggio silvestre, l’abete bianco e rosso. Qui sopravvivono il vecchio ed il nuovo, i fusti e le chiome di grandi abeti che tanto impressionarono negli anni venti del secolo scorso il naturalista scozzese Norman Douglas, che così descriveva questa parte di Sila nel suo viaggio compiuto nel 1915: “Era un autentico urwald o giungla vergine. Per quanto mi risulta non esiste niente di simile da questa parte delle Alpi e nemmeno sulle Alpi stesse. […] All’epoca della mia visita era dunque una foresta vergine, mai sfiorata da mano umana…”

PictographWaypoint Altitude 5,578 ft

u Colle del Comunello

PictographIntersection Altitude 5,475 ft

u Deviazione per caserma Forestale Gariglione

PictographWaypoint Altitude 4,942 ft

u Fiume Crocchio

Il Crocchio è un fiume della Calabria che nasce nella Sila Piccola e si getta nel golfo di Squillace, Mar Ionio, dopo un corso di 38 km. Wikipedia Nasce: Sila Piccola, Colle del Telegrafo (m 1679 s.l.m.)

PictographWaypoint Altitude 4,665 ft

u Fiume Tacina

Il Tacina è un fiume della Calabria che nasce sul lato orientale dell'altopiano silano (Sila Piccola) e si getta nel Golfo di Squillace dopo un corso di 58 km che interessa un bacino idrografico di 426 km2. Corso Il Tacina, come d'altronde i suoi affluenti, nasce nel Parco Nazionale della Sila. Suoi principali affluenti, a destra, sono i torrenti Soleo e Sant'Antonio. Il Soleo (lungo 23 km), nasce nei piani di Tirivolo a 1600 m. s.l.m., a breve distanza dall'origine del Tacina (Timpone Morello, 1665 m s.l.m.) da cui è separato dal monte Gariglione (1765 m s.l.m.). Il primo tratto del Soleo, fra i monti Gariglione e Femminamorta forma una stretta gola detta, per il suo aspetto selvaggio, 'Manca del Diavolo'. La confluenza fra il Tacina e il Soleo si verifica in località Zaccarella di Roccabernarda. Per l'alto grado di naturalità il Tacina e il Soleo sono stati inseriti nei siti del progetto Bioitaly, aree protette di interesse comunitario con codice SIC IT9320129 per il Tacina, e SIC IT9330125 per il Soleo[1]. Occorre dire tuttavia che le acque del Tacina sono sfruttate notevolmente per uso irriguo e per la produzione di energia idroelettrica.

PictographWaypoint Altitude 4,180 ft

u Lago Ampollino

Il lago Ampollino è un lago artificiale situato in Sila. L'inizio delle costruzioni dello sbarramento iniziarono nel 1916 e terminarono nel 1927. Alla sua inaugurazione prese parte il Re Vittorio Emanuele III. Questo lago ha una caratteristica particolare, infatti bagna tre diverse provincie, quella di Cosenza, quella di Crotone e quella di Catanzaro. Fu il primo invaso artificiale ad essere realizzato in Sila. Fu realizzato dalla Società Meridionale Elettrica sbarrando il corso del fiume Ampollino allo scopo di creare un bacino idroelettrico. È collegato, tramite una condotta forzata, al lago Arvo[1] dalla quale riceve ulteriori acque. Le sue acque giungono ad alimentare la centrale di Orichella, posta a 800 m, facendo un salto di 480 m. Le sue acque vengono successivamente raccolte in un bacino di compenso, dal quale poi si dirigono alla seconda centrale elettrica, quella di Timpa grande, posta a 541 m. Successivamente le acque vengono nuovamente raccolte ed indirizzate alla terza centrale, quella di Calusia in territorio di Cotronei. Dopo la centrale di Calusia le acque affluiscono nel fiume Neto e vengono utilizzate per scopi irrigui irrorando la pianura dell'alto Marchesato Crotonese.Lo sbarramento è effettuato a valle da una diga curva muraria a gravità ordinaria, lunga 129 m e alta 29,50 m (secondo i dati ufficiali)[2], anche se alcuni dati riportano l'altezza della diga a 26 m[3] e per costruirla nei suoi pressi è stato creato il Villaggio Trepidò.

PictographProvisioning Altitude 5,301 ft

u Rifugio

Il luogo. E’ posto in una radura di incomparabile bellezza, località “Latteria” del comune di Zagarise (CZ), quota 1600 mt., alle pendici del monte Gariglione, nel cuore del Parco Nazionale della Sila Piccola, tra faggete rigogliose ed alberi secolari di alto fusto. Il monte Gariglione dove alligna, anche, l’abete bianco, è conosciuto da sempre per la sua straordinaria ricchezza di boschi impenetrabili e suggestivi che ne fanno un Santuario della Natura da conservare e proteggere da reiterati saccheggi subiti in ogni epoca; all’inizio del secolo scorso intorno ad esso, si è costruito una ferrovia “Decauville” per consentire ad una ditta boschiva austriaca di trasportare il legname esboscato verso un’apposita teleferica che, per inerzia, faceva giungere a valle, verso Petilia, i tronchi appena tagliati. Scriveva Norman Douglas: all’epoca della mia visita “Gariglione” era una foresta vergine mai sfiorata da mano umana; una macchia scura ed ondulata, visibile da lontano, un impenetrabile groviglio di alberi costituito di garigli ( quercus cerris ) da cui deriva il suo nome, da migliaia di pini e abeti barbuti e da quell’antica vegetazione indigena che spunta faticosamente da terreno umido in cui i suoi progenitori marciscono da secoli. Il territorio di riferimento è vocato a pascolo, per le sue estese radure e soprattutto, per la presenza di sorgive che alimentano torrenti, come il “Pisarello” , che scorre nei pressi del sito, o come il “Tacina” che scorre nella valle, forse, più suggestiva della Sila, posta tra i rilievi del “Gariglione” e dello “Scorciavuoi” , o come il “Soleo” che si incunea in una gola posta tra il “Gariglione” ed il “Femminamorta”, così buia, scoscesa e selvaggia, da essere chiamata “Manca del Diavolo”. I vecchi ruderi furono realizzati intorno al 1929 e su un architrave restavano ancora impresse le lettere “MNF” ovvero Milizia Fascista Forestale. Si trattava di due strutture in muratura di pietra, tipica della zona, a piano terra di cui, una era adibita a stalla per bovini, da cui, forse, il toponimo “Latteria” della località, mentre l’altra costituita da due stanze ad ingresso separato, si presume venisse utilizzata come sede della “Milizia Forestale” ed alloggio per i pastori oppure caseificio. Suddivisione: Dormitorio: costituito da due stanzoni, ad ingresso separato, con i servizi igienici annessi ( due docce e due wc per parte), per un totale di n° 16 posti letto, disposti a castello, per una superficie di mq. 90.2. SOGGIORNO RISTORO: comprende un atrio di accoglienza, un locale soggiorno-pranzo, una cucina con focolare ad angolo, un wc, un lavabo ed un locale ufficio letto per il gestore, per una superficie di mq.103 Locale soggiorno pranzo Locale soggiorno pranzo Cucina Cucina Rifugio 'Leone Grandinetti' I prati intorno al rifugio Panorama dalle finestre del rifugio Panorama dalle finestre del rifugio Indicazione Segnaletica sentieri. Da qui partono i sentieri per il Monte Gariglione rifugio logo Il logo del nostro rifugio Rifugio innevato Rifugio innevato Due foto storiche del rifugio prima della ristrutturazione rifugio-cai-catanzaro-1 rifugio-cai-catanzaro Search... Ultime notizie Escursione di domenica 8 Settembre: Cammino San Francesco di Paola Tappa 3 da Lagnicello al Santuario San Francesco di Paola 24 Agosto 2019 UN PIEGHEVOLE E UNA CARTOGUIDA SUL SENTIERO ITALIA CAI CALABRESE 2 Agosto 2019 I sentieri del Parco della Biodiversità Mediterranea di Catanzaro 31 Luglio 2019 Discesa e cascate orrido di Piminoro 26 Luglio 2019 Grave Grubbo o Grotta Samouri Tourè Cb258 Grotte nei gessi dell’alto Crotonese. 1 Luglio 2019

PictographIntersection Altitude 4,225 ft

u Ss179 Villaggio Verberano

Ss179 e Strada

PictographWaypoint Altitude 5,364 ft

u Villaggio avventura

Orme nel Parco è il primo avventura nato in Calabria, immerso in un bellissimo bosco di faggi di tre ettari, in uno degli scenari più suggestivi e incontaminati del Parco Nazionale della Sila, dove si respira l’aria più pura d’Europa. Orme nel Parco è anche tanto altro ancora. Basta inoltrarsi nell'avventura.

PictographProvisioning Altitude 5,077 ft

u Villaggio Buturo

PUNTI DI APPOGGIO Sersale: Buturo - Coop. Silva Brutium via Greco 73, Tel. 0961 / 931301 Zagarise: Gariglione - Rifugio CAI “L. Grandinetti” tel. 3289304172 Il villaggio Buturo, uno dei più anziani della Sila piccola catanzarese e punto di riferimento per l’utilizzazione delle foreste del Gariglione, prende il nome dal termine dialettale “Vuturu” con il quale si identificava l’avvoltoio un tempo presente nella Sila. Qualche decennio fa il villaggio era così frequentato e vissuto da vantare la presenza di scuole, ufficio postale, ferrovie e vari servizi. E’ possibile oggi visitare le case dove una volta risiedevano i carbonai ed i pastori. Da qui lungo un percorso di circa 10 km attraversando un bellissimo bosco di faggi secolari, pini larici calabresi, abeti bianchi, alberi di cerro, lecci, aceri ammantati dal candido bianco della neve, abbiamo raggiunto il Villaggio Grechi, nato negli anni ’30 come stazione di sosta stagionale per i carbonai e gli operai delle industrie boschive, in particolare tedesche.

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