Traversata sulla Linea Gustav da Scontrone a Castel di Sangro passando per il Monte Arazecca
near Scontrone, Abruzzo (Italia)
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Trail photos
Itinerary description
Traversata con due auto lungo l'impenetrabile tratto della Linea Gustav che da Scontrone conduce a Castel di Sangro. Si attraversano in successione:
il Colle della Monna 1683m,
la Cresta della Monna 1761m,
Punta Maison 1770m,
Monte Spino Rotondo 1799m,
Monte Arazecca versante Ovest Sud/Ovest 1763m,
Monte Arazecca 1830m.
Si parte dal piccolo paese di Scontrone arroccato sulla piana di Alfedena solcata dal fiume Sangro che in questo punto si unisce con il Rio Torto, dove viveva in età arcaica il popolo dei Sanniti Pentri.
Lasciata l'auto accanto al Ristoro La Foce, si inizia a salire sulla carrareccia che costeggia il neo sito Paleontologico sul sentiero del Parco J8. Il vento sferza fortissimo quest'oggi ma fortunatamente le nubi cariche di piogge si addensano più a Nord bloccate dalle Mainarde.
Si sale con un discreto sforzo sulla carrareccia utilizzata da allevatori e cacciatori. Ci troviamo infatti fuori del perimetro del Parco e quindi in un'area a forte carattere antropico.
Tagliando qua e la la carrabile cercando riparo dal vento, si arriva fin sotto il Colle La Monna. Si lascia il J8 che punta Barrea e la carrareccia per aggirare il colle che si raggiunge con breve sforzo fuori sentiero.
Dai 1683m del colle contraddistinto da una croce il panorama è di grande livello sui monti Campani a Sud/Est e su quelli Molisani a Sud mentre a Nord le nuvole coprono le principali cime Abruzzesi.
Alla sella del Colle La Monna un antico stazzo pastorale ci ricorda la dura vita che si faceva da queste parti fino agli inizi del '900. Una piccola radura ci da riparo dalla fine pioggia che ci accompagna ad intervalli fino al Passo delle Crocelle.
Anche dalla Cresta della Monna a 1761m il panorama è corposo, appaiono i monti sopra l'Aremogna e tutta la cresta che ci condurrà all'Arazecca.
Si scende fino ad intercettare la carrareccia che sale dalla piana dell'Aremogna e iniziano a comparire cartelli di area venatoria che regolano anche le escursioni nel periodo in cui questa attività è consentita.
Al Passo delle Crocelle ci lasciamo alle spalle la carrareccia e iniziamo a seguire il tracciolino che ripido sale tra i faggi fin sopra la Punta Maison. Qui incontriamo i primi chiari segni della linea difensiva Gustav. Realizzata a partire dal 4 Ottobre del 1944 per sbarrare l'avanzata Alleata che stava risalendo la Penisola dopo lo sbarco di Salerno del Settembre '43, andava dalla Foce del Volturno sino alla Foce del Sangro. In questa zona le catene montuose servirono come scudo naturale fortificato dalle quali era impossibile passare. Solo con lo sfondamento di Montecassino la linea venne progressivamente abbandonata.
Trincee, postazioni per mortai, e piccoli fortilizi rocciosi costituiscono il punto di interesse di questo itinerario, oltre al panorama s'intende.
Lasciata Punta Maison si sale sul roccioso Spino Rotondo. Il versante sul Sangro cade a picco nella faggeta e fa una discreta impressione pensare agli assalti alleati su queste montagne.
Lasciato il panoramico Monte Spino Rotondo che offre un vasto panorama sull'altipiano delle Cinque Miglia e sul versante Occidentale della Maiella, si prosegue su un sentiero che diviene impervio e scosceso. No vi sono bolli che indicano la direzione ma si segue il tracciolino che in autunno può risultare occultato dal folto fogliame. Attenzione all'esposizione in alcuni tratti.
Prima di arrivare al più comodo percorso alla base della vetta occidentale dell'Arazecca, si attraversa un tratto roccioso con esposizione marcata verso l'Aremogna, questo tratto non è evitabile e potrebbe recare qualche difficoltà a chi non è avvezzo ai sentieri di montagna.
Superato questo tratto si inizia a scendere fino a raggiungere la base della cima Ovest dell'Arazecca. Si sale fuori sentiero tra la fitta vegetazione e in cima al monte tornano a comparire le trincee tedesche ancora ben conservate.
Si prende ora il più marcato e semplice sentiero che ci condurrà alla vetta dell'Arazecca. Quando i faggi scompaiono lasciando il posto al brullo pendio del monte, si riprende a salire, seppur per un breve tratto, questo risulta abbastanza ripido calcolando la stanchezza accumulata.
Dalla vetta dell'Arazecca 1830m, si ha l'opportunità di godere dell'ultimo ampio panorama di giornata. Lo sguardo spazia da Vasto con il bianco faro di Punta Penna, ai Monti Campani e del Matese, in basso tutta la piana del Sangro ci fa capire che la discesa sarà lunga e verticale.
L'obbiettivo ora è raggiungere le antenne sotto l'Arazecca. Si apre un piccolo cancello per le bestie e poco dopo si intercetta la carrareccia che ci porta ad un altro cancello apribile e ad un sentierino che a scapito delle ginocchia conduce ad una stalla dove si incontrano mucche al pascolo.
Si torna su carrareccia, anche perché ci troviamo in prossimità del ponte della ferrovia Sulmona Castel di Sangro che ad oggi viene utilizzata dallo storico trenino della Ferrovia dei Parchi.
L'itinerario si conclude nei pressi delle abitazioni e aziende agricole di fronte al cimitero di Castel di Sangro. Qui non ci sono problemi per parcheggiare, purché non si ostacoli il passaggio dei mezzi meccanici.
il Colle della Monna 1683m,
la Cresta della Monna 1761m,
Punta Maison 1770m,
Monte Spino Rotondo 1799m,
Monte Arazecca versante Ovest Sud/Ovest 1763m,
Monte Arazecca 1830m.
Si parte dal piccolo paese di Scontrone arroccato sulla piana di Alfedena solcata dal fiume Sangro che in questo punto si unisce con il Rio Torto, dove viveva in età arcaica il popolo dei Sanniti Pentri.
Lasciata l'auto accanto al Ristoro La Foce, si inizia a salire sulla carrareccia che costeggia il neo sito Paleontologico sul sentiero del Parco J8. Il vento sferza fortissimo quest'oggi ma fortunatamente le nubi cariche di piogge si addensano più a Nord bloccate dalle Mainarde.
Si sale con un discreto sforzo sulla carrareccia utilizzata da allevatori e cacciatori. Ci troviamo infatti fuori del perimetro del Parco e quindi in un'area a forte carattere antropico.
Tagliando qua e la la carrabile cercando riparo dal vento, si arriva fin sotto il Colle La Monna. Si lascia il J8 che punta Barrea e la carrareccia per aggirare il colle che si raggiunge con breve sforzo fuori sentiero.
Dai 1683m del colle contraddistinto da una croce il panorama è di grande livello sui monti Campani a Sud/Est e su quelli Molisani a Sud mentre a Nord le nuvole coprono le principali cime Abruzzesi.
Alla sella del Colle La Monna un antico stazzo pastorale ci ricorda la dura vita che si faceva da queste parti fino agli inizi del '900. Una piccola radura ci da riparo dalla fine pioggia che ci accompagna ad intervalli fino al Passo delle Crocelle.
Anche dalla Cresta della Monna a 1761m il panorama è corposo, appaiono i monti sopra l'Aremogna e tutta la cresta che ci condurrà all'Arazecca.
Si scende fino ad intercettare la carrareccia che sale dalla piana dell'Aremogna e iniziano a comparire cartelli di area venatoria che regolano anche le escursioni nel periodo in cui questa attività è consentita.
Al Passo delle Crocelle ci lasciamo alle spalle la carrareccia e iniziamo a seguire il tracciolino che ripido sale tra i faggi fin sopra la Punta Maison. Qui incontriamo i primi chiari segni della linea difensiva Gustav. Realizzata a partire dal 4 Ottobre del 1944 per sbarrare l'avanzata Alleata che stava risalendo la Penisola dopo lo sbarco di Salerno del Settembre '43, andava dalla Foce del Volturno sino alla Foce del Sangro. In questa zona le catene montuose servirono come scudo naturale fortificato dalle quali era impossibile passare. Solo con lo sfondamento di Montecassino la linea venne progressivamente abbandonata.
Trincee, postazioni per mortai, e piccoli fortilizi rocciosi costituiscono il punto di interesse di questo itinerario, oltre al panorama s'intende.
Lasciata Punta Maison si sale sul roccioso Spino Rotondo. Il versante sul Sangro cade a picco nella faggeta e fa una discreta impressione pensare agli assalti alleati su queste montagne.
Lasciato il panoramico Monte Spino Rotondo che offre un vasto panorama sull'altipiano delle Cinque Miglia e sul versante Occidentale della Maiella, si prosegue su un sentiero che diviene impervio e scosceso. No vi sono bolli che indicano la direzione ma si segue il tracciolino che in autunno può risultare occultato dal folto fogliame. Attenzione all'esposizione in alcuni tratti.
Prima di arrivare al più comodo percorso alla base della vetta occidentale dell'Arazecca, si attraversa un tratto roccioso con esposizione marcata verso l'Aremogna, questo tratto non è evitabile e potrebbe recare qualche difficoltà a chi non è avvezzo ai sentieri di montagna.
Superato questo tratto si inizia a scendere fino a raggiungere la base della cima Ovest dell'Arazecca. Si sale fuori sentiero tra la fitta vegetazione e in cima al monte tornano a comparire le trincee tedesche ancora ben conservate.
Si prende ora il più marcato e semplice sentiero che ci condurrà alla vetta dell'Arazecca. Quando i faggi scompaiono lasciando il posto al brullo pendio del monte, si riprende a salire, seppur per un breve tratto, questo risulta abbastanza ripido calcolando la stanchezza accumulata.
Dalla vetta dell'Arazecca 1830m, si ha l'opportunità di godere dell'ultimo ampio panorama di giornata. Lo sguardo spazia da Vasto con il bianco faro di Punta Penna, ai Monti Campani e del Matese, in basso tutta la piana del Sangro ci fa capire che la discesa sarà lunga e verticale.
L'obbiettivo ora è raggiungere le antenne sotto l'Arazecca. Si apre un piccolo cancello per le bestie e poco dopo si intercetta la carrareccia che ci porta ad un altro cancello apribile e ad un sentierino che a scapito delle ginocchia conduce ad una stalla dove si incontrano mucche al pascolo.
Si torna su carrareccia, anche perché ci troviamo in prossimità del ponte della ferrovia Sulmona Castel di Sangro che ad oggi viene utilizzata dallo storico trenino della Ferrovia dei Parchi.
L'itinerario si conclude nei pressi delle abitazioni e aziende agricole di fronte al cimitero di Castel di Sangro. Qui non ci sono problemi per parcheggiare, purché non si ostacoli il passaggio dei mezzi meccanici.
Waypoints
Car park
3,066 ft
Parcheggio
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