TOSCANA: Pitigliano - Sovana - Le Vie Cave
near Pitigliano, Toscana (Italia)
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Itinerary description
La partenza è ai piedi della bella città di Pitigliano. Imbocchiamo subito la cava dell'Annunziata, giusto per avere un assaggio delle belle vie cave che percorreremo nella nostra escursione.
Passiamo davanti all'azienda agricola di Sassotondo e ci fermiamo ad ammirare alcune opere che abbelliscono l'ingresso. Poco dopo attraversato un ponte ed imbocchiamo la Via Cava di Pian dei Conati che collega Pitigliano a Sovana. L'antica via, percorsa da asini e muli, ha collegato i centri abitati ed il territorio rurale sino agli anni 50 del 900.
Arrivati a Sovana ci accoglie la Rocca degli Aldobrandeschi (sec. IX e X) passata poi agli Orsini, ai Senesi e ai Medici; venne smantellata nel XVII Sec.
Il paesino è una vera chicca. Piazza del Pretorio è in festa con sbandieratori arrivati dalla Contrada della Giraffa di Siena.
Visitiamo la Concattedrale di San Pietro.
Risalente al secolo X, è stata fatta costruire da Gregorio VII su un preesistente edificio del VI secolo e la struttura è rimasta pressoché invariata – fatta eccezione per il rifacimento della facciata nel XIV secolo e alcuni lavori di ristrutturazione in epoche successive che tuttavia non hanno compromesso le caratteristiche originarie – fino ai giorni nostri. Nel 1999 sono stati effettuati alcuni lavori di restauro, che hanno permesso di rendere nuovamente accessibile la cripta che ospita le spoglie di san Mamiliano. All'interno sono da segnalare le decorazioni plastiche dei capitelli, con la raffigurazione di scene bibliche, oltre che opere pittoriche di grande interesse: una Madonna in gloria con san Benedetto e san Giovanni Gualberto (XVI secolo); una Crocifissione di san Pietro (1671) di Domenico Manenti; un dipinto devozionale raffigurante santa Maria Egiziaca (1481) di Tommaso di Tomè di Onofrio; un frammento di affresco di san Francesco (XV secolo) di Carlo di Giovanni; un fonte battesimale in travertino datato 1494; una tela del Sacro Cuore di Gesù di Maria Pascucci.
Ci spostiamo poi alla Chiesa di Santa Maria Maggiore, situata in piazza del Pretorio, che pare risalire al XII secolo. Saccheggiata dai senesi nel 1410 e dai pitiglianesi nel 1434, fu consistentemente modificata nel XVI secolo, quando venne costruito l'adiacente Palazzo dell'Archivio. Fino al XVII era inoltre presente un campanile addossato alla chiesa, poi sostituito con quello a vela che vediamo ancora oggi. All'interno sono custodite opere di notevole interesse: due affreschi della Crocifissione tra i santi Antonio e Lorenzo e san Sebastiano e san Rocco (1527) e della Madonna col Bambino in trono tra le sante Barbara e Lucia e san Sebastiano e san Mamiliano (1508); un dipinto con i quattro evangelisti e l'Eterno benedicente (XVI secolo); una frammentaria Madonna col Bambino e i santi Raffaele e Tobiolo, Mamiliano, Antonio da Padova e Lucia (XVI secolo); una Crocifissione tra sant'Antonio abate e papa Gregorio VII (XV secolo); un interessantissimo ciborio con quattro colonne rastremate e baldacchino decorato del IX secolo.
Riprendiamo il nostro percorso. Ci attende il parco archeologico di Sovana con la Tomba Ildebranda e la tomba dei Demoni Alati (meravigliose è dire poco!!).
Ci dirigiamo poi alla Necropoli di Sopraripa alla Tomba ad Edicola della Sirena.
Di lì a breve ci attende attende un'altra via cava, quella di San Sebastiano, risalente certamente all'epoca etrusca. Si presenta come un sentiero molto stretto con pareti che superano i 25 metri di altezza. Facciamo poi una piccola deviazione per vedere la fontana dell'Olmo, per poi prendere la Via cava di San Giuseppe (cosiddetta per un'edicola dedicata al Santo).
Prima di riprendere le nostre autovetture facciamo una capatina alla via cava dei Fretenuti, anch'essa meravigliosa.
Alcune indicazioni sulle vie Cave.
Nel distretto vulcanico vulsino (il territorio del Viterbese e quello dei Comuni di Pitigliano e Sorano in Toscana), le vie "cave" (cioè "scavate") costituiscono una presenza costante in un paesaggio caratterizzato da ampi pianori tufacei incisi da profonde valli.
Questi passaggi ripidissimi, tortuosi e profondamente incassati nella roccia sono presenti da tempo immemore, per collegare, con un tragitto più breve, i centri abitati con la campagna coltivata sulle alture circostanti o con gli altri insediamenti. Forse quelle di origine etrusca erano anche delle vie sacre, specie quelle in prossimità della città dei morti (le necropoli).
Si prova un grande stupore a percorrere queste imponenti trincee realizzate con il solo lavoro manuale.
Alcune vie "cave", come detto sopra, sono sicuramente riconducibili, nel loro impianto originario, al sistema viario di epoca etrusca, come attestano in maniera inequivocabile le iscrizioni con lettere profondamente incise (il cosiddetto "Covone" di Poggio Stanziale a Sovana) o la presenza di monumenti funerari (via "cave" del Gradone e di Fratenuti a Pitigliano); altre risalgono all'età medievale oppure, in questo periodo più tardo, sono state oggetto di rimaneggiamenti. In tutte si nota comunque un'attenta opera di regimazione delle acque, con grandi solchi di scolo.
L'oscurità che avvolge questi profondi tagli nella roccia e la suggestione che da essi emana ha favorito nell'era cristiana la realizzazione di "scacciadiavoli" (piccole nicchie con immagini sacre dipinte a soccorso dei viandanti) lungo il loro percorso, ma anche il perdurare di riti pagani come quello che si svolgeva il 19 marzo nella via "cava" di San Giuseppe a Pitigliano, con processione notturna durante la quale si portavano fascine ardenti.
Buon cammino e buona vita!
Passiamo davanti all'azienda agricola di Sassotondo e ci fermiamo ad ammirare alcune opere che abbelliscono l'ingresso. Poco dopo attraversato un ponte ed imbocchiamo la Via Cava di Pian dei Conati che collega Pitigliano a Sovana. L'antica via, percorsa da asini e muli, ha collegato i centri abitati ed il territorio rurale sino agli anni 50 del 900.
Arrivati a Sovana ci accoglie la Rocca degli Aldobrandeschi (sec. IX e X) passata poi agli Orsini, ai Senesi e ai Medici; venne smantellata nel XVII Sec.
Il paesino è una vera chicca. Piazza del Pretorio è in festa con sbandieratori arrivati dalla Contrada della Giraffa di Siena.
Visitiamo la Concattedrale di San Pietro.
Risalente al secolo X, è stata fatta costruire da Gregorio VII su un preesistente edificio del VI secolo e la struttura è rimasta pressoché invariata – fatta eccezione per il rifacimento della facciata nel XIV secolo e alcuni lavori di ristrutturazione in epoche successive che tuttavia non hanno compromesso le caratteristiche originarie – fino ai giorni nostri. Nel 1999 sono stati effettuati alcuni lavori di restauro, che hanno permesso di rendere nuovamente accessibile la cripta che ospita le spoglie di san Mamiliano. All'interno sono da segnalare le decorazioni plastiche dei capitelli, con la raffigurazione di scene bibliche, oltre che opere pittoriche di grande interesse: una Madonna in gloria con san Benedetto e san Giovanni Gualberto (XVI secolo); una Crocifissione di san Pietro (1671) di Domenico Manenti; un dipinto devozionale raffigurante santa Maria Egiziaca (1481) di Tommaso di Tomè di Onofrio; un frammento di affresco di san Francesco (XV secolo) di Carlo di Giovanni; un fonte battesimale in travertino datato 1494; una tela del Sacro Cuore di Gesù di Maria Pascucci.
Ci spostiamo poi alla Chiesa di Santa Maria Maggiore, situata in piazza del Pretorio, che pare risalire al XII secolo. Saccheggiata dai senesi nel 1410 e dai pitiglianesi nel 1434, fu consistentemente modificata nel XVI secolo, quando venne costruito l'adiacente Palazzo dell'Archivio. Fino al XVII era inoltre presente un campanile addossato alla chiesa, poi sostituito con quello a vela che vediamo ancora oggi. All'interno sono custodite opere di notevole interesse: due affreschi della Crocifissione tra i santi Antonio e Lorenzo e san Sebastiano e san Rocco (1527) e della Madonna col Bambino in trono tra le sante Barbara e Lucia e san Sebastiano e san Mamiliano (1508); un dipinto con i quattro evangelisti e l'Eterno benedicente (XVI secolo); una frammentaria Madonna col Bambino e i santi Raffaele e Tobiolo, Mamiliano, Antonio da Padova e Lucia (XVI secolo); una Crocifissione tra sant'Antonio abate e papa Gregorio VII (XV secolo); un interessantissimo ciborio con quattro colonne rastremate e baldacchino decorato del IX secolo.
Riprendiamo il nostro percorso. Ci attende il parco archeologico di Sovana con la Tomba Ildebranda e la tomba dei Demoni Alati (meravigliose è dire poco!!).
Ci dirigiamo poi alla Necropoli di Sopraripa alla Tomba ad Edicola della Sirena.
Di lì a breve ci attende attende un'altra via cava, quella di San Sebastiano, risalente certamente all'epoca etrusca. Si presenta come un sentiero molto stretto con pareti che superano i 25 metri di altezza. Facciamo poi una piccola deviazione per vedere la fontana dell'Olmo, per poi prendere la Via cava di San Giuseppe (cosiddetta per un'edicola dedicata al Santo).
Prima di riprendere le nostre autovetture facciamo una capatina alla via cava dei Fretenuti, anch'essa meravigliosa.
Alcune indicazioni sulle vie Cave.
Nel distretto vulcanico vulsino (il territorio del Viterbese e quello dei Comuni di Pitigliano e Sorano in Toscana), le vie "cave" (cioè "scavate") costituiscono una presenza costante in un paesaggio caratterizzato da ampi pianori tufacei incisi da profonde valli.
Questi passaggi ripidissimi, tortuosi e profondamente incassati nella roccia sono presenti da tempo immemore, per collegare, con un tragitto più breve, i centri abitati con la campagna coltivata sulle alture circostanti o con gli altri insediamenti. Forse quelle di origine etrusca erano anche delle vie sacre, specie quelle in prossimità della città dei morti (le necropoli).
Si prova un grande stupore a percorrere queste imponenti trincee realizzate con il solo lavoro manuale.
Alcune vie "cave", come detto sopra, sono sicuramente riconducibili, nel loro impianto originario, al sistema viario di epoca etrusca, come attestano in maniera inequivocabile le iscrizioni con lettere profondamente incise (il cosiddetto "Covone" di Poggio Stanziale a Sovana) o la presenza di monumenti funerari (via "cave" del Gradone e di Fratenuti a Pitigliano); altre risalgono all'età medievale oppure, in questo periodo più tardo, sono state oggetto di rimaneggiamenti. In tutte si nota comunque un'attenta opera di regimazione delle acque, con grandi solchi di scolo.
L'oscurità che avvolge questi profondi tagli nella roccia e la suggestione che da essi emana ha favorito nell'era cristiana la realizzazione di "scacciadiavoli" (piccole nicchie con immagini sacre dipinte a soccorso dei viandanti) lungo il loro percorso, ma anche il perdurare di riti pagani come quello che si svolgeva il 19 marzo nella via "cava" di San Giuseppe a Pitigliano, con processione notturna durante la quale si portavano fascine ardenti.
Buon cammino e buona vita!
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