TMB day 4
near Vallorcine, Rhône-Alpes (France)
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Itinerary description
dal Col de Balme a Chamonix
FotoSfrutto la comodità del rifugio per riposarmi un po' di più e alle nove riparto per la prossima tappa, mi aspetta un'ardua salita e un sentiero un po' più tecnico ma già dai primi passi il tendine si fa sentire doloroso. Nei giorni scorsi il dolore non era affatto presente, solo un fastidio che diventava una lieve dolorosità nelle ultime ore serali, che poi passava appena mi fermavo per la cena. Oggi invece il dolore è presente già dai primi metri mattinieri e per di più in discesa. Dopo il paesino di Truc proverò ad affrontare la salita e deciderò se sarà il caso di abbandonare l'avventura o se riuscirò a sopportare il dolore per continuare.
Sarà il riposo un po' più lungo, sarà la voglia di farcela contro il dolore, ma seppur impegnativo affronto il sentiero con briosa energia.
Appena guadagnata un po' di quota si apre uno scenario mozzafiato su la Mer de Glace che con la sua maestosa lingua di ghiaccio solca con imponente carattere il granitico massiccio che sovrasta la valle di Chamonix.
Decido di fare la variante che porta la Lac Blanc ma non riuscirò a vederlo perché completamente immerso nelle nuvole; poco dopo una fitta pioggia mi costringe a ripiegare nel rifugio per la pausa pranzo, sono in parte contento perché potrò assaggiare qualche specialità, in parte preferirei consumare le mie scorte per alleggerirmi ancora di qualche peso.
Foto
Al rifugio conosco, fra gli altri, Romain, un ragazzo giunto dal Belgio per affrontare una delle ultramaratone che a fine mese coloreranno e animeranno i versanti nord e sud del Monte Bianco. Insieme riprendono il cammino sotto la pioggia che, illudendoci, sembra calare, a tratti cessare, ma giunti a Index si ripresenta battente insieme a fitte nuvole che riducono la visibilità a poche decine di metri.
Giunti al punto di dividere le nostre strade un tecnico degli impianti di risalita ci dice che il sentiero per il Col du brevent, la mia meta, è impraticabile con la pioggia. Scopriremo poi che con la ridotta visibilità avevamo seguito indicazioni sbagliate ed eravamo fuori percorso, da quel punto per raggiungere il Col du Brevent avremmo dovuto affrontare un sentiero molto tecnico e fuori dall'itinerario del TMB.
Bagnati e infreddoliti ci dirigiamo verso il rifugio Chalet de la Flégère e lui mi offre un posto nella sua tenda a Chamonix anziché fermarmi al rifugio. Considerando le condizioni del tempo e il fatto che mi costerà quasi un decimo accetto e raggiungo con lui Chamonix. Durante tutta la giornata il tendine si è fatto sentire spesso dolorante e l'arrivo a Chamonix è stato molto sofferto, costringendomi a ripetute pause.
In serata il dolore è ormai insopportabile e mi impedisce addirittura di camminare correttamente. Devo prendere la terribile decisione di abbandonare questa avventura e comunico anche a Romain che al mattino seguente avrei preso un autobus per tornare direttamente a Courmayeur.
Questa decisione ci da la possibilità di consumare una abbondante cena con quasi tutto quello che mi era rimasto nello zaino.
Nonostante la sconcertante tristeza dell'abbandono, la piacevole compagnia mi consente di passare comunque una serata serena al campeggio. Riesco anche ad avvisare qualche amico e la famiglia grazie al computer di Romain, purtroppo non ho modo di verificare che problema abbia il cellulare ma tanto raggiungerò l'Italia molto presto.
FotoSfrutto la comodità del rifugio per riposarmi un po' di più e alle nove riparto per la prossima tappa, mi aspetta un'ardua salita e un sentiero un po' più tecnico ma già dai primi passi il tendine si fa sentire doloroso. Nei giorni scorsi il dolore non era affatto presente, solo un fastidio che diventava una lieve dolorosità nelle ultime ore serali, che poi passava appena mi fermavo per la cena. Oggi invece il dolore è presente già dai primi metri mattinieri e per di più in discesa. Dopo il paesino di Truc proverò ad affrontare la salita e deciderò se sarà il caso di abbandonare l'avventura o se riuscirò a sopportare il dolore per continuare.
Sarà il riposo un po' più lungo, sarà la voglia di farcela contro il dolore, ma seppur impegnativo affronto il sentiero con briosa energia.
Appena guadagnata un po' di quota si apre uno scenario mozzafiato su la Mer de Glace che con la sua maestosa lingua di ghiaccio solca con imponente carattere il granitico massiccio che sovrasta la valle di Chamonix.
Decido di fare la variante che porta la Lac Blanc ma non riuscirò a vederlo perché completamente immerso nelle nuvole; poco dopo una fitta pioggia mi costringe a ripiegare nel rifugio per la pausa pranzo, sono in parte contento perché potrò assaggiare qualche specialità, in parte preferirei consumare le mie scorte per alleggerirmi ancora di qualche peso.
Foto
Al rifugio conosco, fra gli altri, Romain, un ragazzo giunto dal Belgio per affrontare una delle ultramaratone che a fine mese coloreranno e animeranno i versanti nord e sud del Monte Bianco. Insieme riprendono il cammino sotto la pioggia che, illudendoci, sembra calare, a tratti cessare, ma giunti a Index si ripresenta battente insieme a fitte nuvole che riducono la visibilità a poche decine di metri.
Giunti al punto di dividere le nostre strade un tecnico degli impianti di risalita ci dice che il sentiero per il Col du brevent, la mia meta, è impraticabile con la pioggia. Scopriremo poi che con la ridotta visibilità avevamo seguito indicazioni sbagliate ed eravamo fuori percorso, da quel punto per raggiungere il Col du Brevent avremmo dovuto affrontare un sentiero molto tecnico e fuori dall'itinerario del TMB.
Bagnati e infreddoliti ci dirigiamo verso il rifugio Chalet de la Flégère e lui mi offre un posto nella sua tenda a Chamonix anziché fermarmi al rifugio. Considerando le condizioni del tempo e il fatto che mi costerà quasi un decimo accetto e raggiungo con lui Chamonix. Durante tutta la giornata il tendine si è fatto sentire spesso dolorante e l'arrivo a Chamonix è stato molto sofferto, costringendomi a ripetute pause.
In serata il dolore è ormai insopportabile e mi impedisce addirittura di camminare correttamente. Devo prendere la terribile decisione di abbandonare questa avventura e comunico anche a Romain che al mattino seguente avrei preso un autobus per tornare direttamente a Courmayeur.
Questa decisione ci da la possibilità di consumare una abbondante cena con quasi tutto quello che mi era rimasto nello zaino.
Nonostante la sconcertante tristeza dell'abbandono, la piacevole compagnia mi consente di passare comunque una serata serena al campeggio. Riesco anche ad avvisare qualche amico e la famiglia grazie al computer di Romain, purtroppo non ho modo di verificare che problema abbia il cellulare ma tanto raggiungerò l'Italia molto presto.
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