Termini- Baia di Ieranto- Grotta dei Caprari- Monte San Costanzo- Punta Campanella
near Termini, Campania (Italia)
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Itinerary description
Inizio piazza Santa Croce di Termini, frazione di Massa Lubrense. Termini (Sentiero 320), Nerano (sentiero 300), Baia di Jeranto (sentiero 339).
Da Piazza Santa Croce di Termini imboccare la strada di campagna che scende verso Nerano con tratti di forte pendenza, necessario prestare cautela in caso di pioggia o durante i mesi invernali, causa fondo scivoloso. Seguire per qualche decina di metri la strada in direzione Marina del Cantone per poi imboccare via Jeranto sulla destra. Si supera il bivio con l'Alta via dei Monti Lattari (sentiero 300) che conduce alla Sella di Monte San Costanzo, si continua in quota per circa 1 km sino ad incontrare Villa Rossa dove soggiornò Norman Douglas, a testimonianza di ciò una targhetta intitolata a suo nome. Al km 2,30 si fa una leggera deviazione verso sinistra in direzione della Torre di Montalto, in seguito si prosegue per il percorso che costeggia la proprietà FAI. La Torre di Montalto risale all'epoca dei Turchi, minaccia costante per le coste del Mediterraneo con le loro improvvise apparizioni e conseguenti razzie. Era il 1558 quando Ryley Mustafà depredò Massa Lubrense e Sorrento. Proprio in quel periodo il governo decise di munire la costa di numerosi torri, per la costruzione delle stesse furono impiegati materiali provenienti dalle villae maritimae di età augustea e tiberiana (ciò causò la perdita di molti reperti archeologici).
La nostra meta è la spiaggetta di Campitiello che raggiungiamo attraverso una scalinata in pietra in cattive condizioni. La vegetazione di quest'area è nel primo tratto fatto di orti, agrumeti e oliveti. Ad un certo punto, gli alberi cominciano a diradarsi e a fare spazio alla vegetazione tipica della macchia mediterranea prima e della garriga poi. Nei pressi della proprietà FAI i terrazzamenti sono coltivati ad olivi.
In passato Jeranto, oggi area protetta, è stata una cava per l'estrazione di pietra calcarea. Si ricorda, inoltre, che l'etimologia della parola Jeranto deriva dal greco Jerax, ovvero rapace, probabilmente tale denominazione si deve alla conformazione geomorfologica a tre dita del promontorio. Risaliamo adesso verso la scala dei minatori, non piu' in direzione della proprietà FAI, per ritornare in località Sprito (su via Jeranto) fino ad un'intersezione sulla sinistra che ci condurrà verso la Grotta dei Caprari. Si tratta di una salita molto ripida, in alcuni punti c'è lo strapiombo, si raccomanda di prestare attenzione a seguire i segni rossi. Dopo una breve sosta e visita alla grotta, utilizzata in passato come stallo e ricoveri delle capre, si riprende il cammino. Si inizia la faticosa salita (o meglio arrampicata) verso Monte San Costanzo, presenti tratti alpinistici di medio livello. Sono 803 m tra cespugli e rocce, la meta sembra lontana sebbene non manchi molto e la chiesa che si erge sul Monte si avvicina lentamente nel nostro orizzonte. In questa fase, occorre concentrarsi sull'ascesa, meglio non guardarsi indietro in quanto ciò potrebbe provocare qualche vertigine (pur non soffrendone). Al raggiungimento della pineta di San Costanzo si tira un sospiro di sollievo sia per la piacevole zona d'ombra che per la vista di una scalea di pietra calcarea che dà sulla chiesetta di Monte San Costanzo. A destra possiamo ammirare la veduta sulla Baia di Jeranto, di fronte i tre isolotti de Li Galli. Manca poco, la vetta è ormai vicina. Dalla sommità (495 m) il panorama si apre a 360° su tutto il territorio di Massa Lubrense, la veduta si estende infatti dal Golfo di Napoli a quello di Salerno, con l'imponente Vesuvio, le isole di Ischia e di Procida. La chiesetta di San Costanzo risale alla seconda metà del Cinquecento e fu fondata da alcune famiglie locali. Purtroppo è quasi sempre chiusa al pubblico, fatta eccezione per la processione del 14 Maggio. Tornando indietro per la scalea e riattraversando la pineta, si scende per un tratto del 300 classificato EE per giungere a Punta Campanella e alla meravigliosa Torre di Minerva con vista sull'intero golfo di Napoli. Si prosegue sulla stradina di basolato sulla destra per chiudere ad anello il nostro percorso.
Da Piazza Santa Croce di Termini imboccare la strada di campagna che scende verso Nerano con tratti di forte pendenza, necessario prestare cautela in caso di pioggia o durante i mesi invernali, causa fondo scivoloso. Seguire per qualche decina di metri la strada in direzione Marina del Cantone per poi imboccare via Jeranto sulla destra. Si supera il bivio con l'Alta via dei Monti Lattari (sentiero 300) che conduce alla Sella di Monte San Costanzo, si continua in quota per circa 1 km sino ad incontrare Villa Rossa dove soggiornò Norman Douglas, a testimonianza di ciò una targhetta intitolata a suo nome. Al km 2,30 si fa una leggera deviazione verso sinistra in direzione della Torre di Montalto, in seguito si prosegue per il percorso che costeggia la proprietà FAI. La Torre di Montalto risale all'epoca dei Turchi, minaccia costante per le coste del Mediterraneo con le loro improvvise apparizioni e conseguenti razzie. Era il 1558 quando Ryley Mustafà depredò Massa Lubrense e Sorrento. Proprio in quel periodo il governo decise di munire la costa di numerosi torri, per la costruzione delle stesse furono impiegati materiali provenienti dalle villae maritimae di età augustea e tiberiana (ciò causò la perdita di molti reperti archeologici).
La nostra meta è la spiaggetta di Campitiello che raggiungiamo attraverso una scalinata in pietra in cattive condizioni. La vegetazione di quest'area è nel primo tratto fatto di orti, agrumeti e oliveti. Ad un certo punto, gli alberi cominciano a diradarsi e a fare spazio alla vegetazione tipica della macchia mediterranea prima e della garriga poi. Nei pressi della proprietà FAI i terrazzamenti sono coltivati ad olivi.
In passato Jeranto, oggi area protetta, è stata una cava per l'estrazione di pietra calcarea. Si ricorda, inoltre, che l'etimologia della parola Jeranto deriva dal greco Jerax, ovvero rapace, probabilmente tale denominazione si deve alla conformazione geomorfologica a tre dita del promontorio. Risaliamo adesso verso la scala dei minatori, non piu' in direzione della proprietà FAI, per ritornare in località Sprito (su via Jeranto) fino ad un'intersezione sulla sinistra che ci condurrà verso la Grotta dei Caprari. Si tratta di una salita molto ripida, in alcuni punti c'è lo strapiombo, si raccomanda di prestare attenzione a seguire i segni rossi. Dopo una breve sosta e visita alla grotta, utilizzata in passato come stallo e ricoveri delle capre, si riprende il cammino. Si inizia la faticosa salita (o meglio arrampicata) verso Monte San Costanzo, presenti tratti alpinistici di medio livello. Sono 803 m tra cespugli e rocce, la meta sembra lontana sebbene non manchi molto e la chiesa che si erge sul Monte si avvicina lentamente nel nostro orizzonte. In questa fase, occorre concentrarsi sull'ascesa, meglio non guardarsi indietro in quanto ciò potrebbe provocare qualche vertigine (pur non soffrendone). Al raggiungimento della pineta di San Costanzo si tira un sospiro di sollievo sia per la piacevole zona d'ombra che per la vista di una scalea di pietra calcarea che dà sulla chiesetta di Monte San Costanzo. A destra possiamo ammirare la veduta sulla Baia di Jeranto, di fronte i tre isolotti de Li Galli. Manca poco, la vetta è ormai vicina. Dalla sommità (495 m) il panorama si apre a 360° su tutto il territorio di Massa Lubrense, la veduta si estende infatti dal Golfo di Napoli a quello di Salerno, con l'imponente Vesuvio, le isole di Ischia e di Procida. La chiesetta di San Costanzo risale alla seconda metà del Cinquecento e fu fondata da alcune famiglie locali. Purtroppo è quasi sempre chiusa al pubblico, fatta eccezione per la processione del 14 Maggio. Tornando indietro per la scalea e riattraversando la pineta, si scende per un tratto del 300 classificato EE per giungere a Punta Campanella e alla meravigliosa Torre di Minerva con vista sull'intero golfo di Napoli. Si prosegue sulla stradina di basolato sulla destra per chiudere ad anello il nostro percorso.
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Easy to follow
Scenery
Difficult
Difficile trovare un anello che riunisca tanta bellezza inenarrabile (golfi e bellezze naturali e storiche che probabilmente sono così peculiari) e alcuni passaggi che non sono agevoli a tutti. Per raggiungere Monte San Costanzo si può optare per un sentiero che porta sulla sella, da Nerano.
Provato a fare oggi, pericoloso girando da Baia Ieranto erba altissima!!!
Quando l'abbiamo fatto noi si poteva fare, l'erba tuttavia in alcuni punti era altissima ma è stata aggirata quando possibile.
Ci mancherebbe, è giusto un avviso di prudenza. Successivamente ho girato per il monte Costanzo. Grazie
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Easy to follow
Scenery
Moderate
Il sentiero da termini a jeranto è assolutamente impraticabile. In molte parti la traccia non si vede e c’è tantissima erba alta. Molto pericoloso scenderci