Tausano, le creste dei Tausani, San Leo, S.Igne
near Tausano, Marche (Italia)
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Itinerary description
L’Oasi di protezione “Monti di Tausano” venne istituita dalla Provincia di Pesaro-Urbino ed è l’unica in Valmarecchia estendendosi per circa 313 ettari ricadenti tutti nel Comune di San Leo. La competenza amministrativa è però dal 15/08/2009 della Provincia di Rimini a seguito della LEGGE 3 agosto 2009, n. 117 che dispose il distacco dei comuni di Casteldelci, Maiolo, Novafeltria, Pennabilli, San Leo, Sant'Agata Feltria e Talamello dalla regione Marche e loro aggregazione alla regione Emilia-Romagna, nell'ambito della provincia di Rimini. L’oasi tutela una sorta di anfiteatro roccioso noto anche con la denominazione forse un tantino altisonante come “le piccole dolomiti della Valmarecchia”. Questo micro territorio montuoso è costituito da nord a sud dai rilievi del Monte Fotogno, Tausano, M.Gregorio, M.S.Severino e San Leo. Come altre oasi istituite in passato il territorio in esse ricadente, era destinato al rifugio, alla sosta e alla riproduzione della fauna selvatica di interesse naturalistico e previsione di divieto assoluto di caccia. L’area precedentemente ai rimboschimenti di conifere effettuati negli anni ’60 del secolo scorso, si presentava quasi priva di vegetazione. Ora invece il versante occidentale meno ripido che degrada verso il Marecchia ospita rigogliosi e armonici boschi misti di conifere (cipressi, pini neri, cedri….) e latifoglie autoctone (aceri montani, robinie, frassini….). Mentre, sul versante adriatico, più ripido con rupi e pareti verticali, crescono solo piante in grado di resistere alla costante ventilazione secca d’estate e gelida d’inverno, quali ad esempio il leccio e il terebinto (elemento della flora mediterranea con caratteristiche infruttescenze rosse. Il percorso effettuato per conoscere questo particolare ambiente della Valmarecchia centrale ha vuto come punto di partenza e arrivo la minuscola località di Tausano raggiungibile in auto percorrendo la Marecchiese fin dopo l’abitato di Pietracuta e poi deviando per strada asfaltata con carreggiata alquanto stretta che dopo alcuni tornanti stretti permette di raggiungere il piccolo spiazzo antistante la salita al cimitero di Tausano. Il sentiero rasenta il muro perimetrale nord del cimitero e in breve si porta poco al di sotto della linea di crinale e poco dopo si inizia a percorrere la lunga cresta (Cresta dei Tausani) di notevole bellezza, immersi in un ambiente incontaminato e, come già detto, protetto. Oltrepassato il Monte Gregorio si raggiunge infine il punto di maggiore interesse, ovvero le vertiginose pareti della Penna del Gesso, denominate anche “Le piccole Dolomiti della Valmarecchia”, da cui si gode di un superbo panorama sull’intera vallata. Il sentiero costeggia le 3 cime con qualche passaggio un po’ esposto su cui fare attenzione, ma rimane classificabile come escursionistico se si rimane sulla traccia principale, mentre se si vogliono raggiungere le cime occorre affrontare qualche passaggio su roccia di I grado, cosa consigliabile soltanto ad escursionisti esperti.
In questa zona la segnaletica bianco-rossa è alquanto scarna ma comunque ci si orienta bene comunque. La traccia riporta una piccola deviazione per raggiungere le catene poste sulla roccia che permettono di salire ad una guglia. Superati i rilievi la cresta termina e si scende rapidamente verso il Varco Biforca, raggiunto il quale si imbocca una strada sterrata che sale verso il Monte San Severino, altra vetta da cui si gode di un notevole panorama. Superata la cima, su cui è posta una croce, si scende rapidamente nella vallata sottostante con sullo sfondo l’inconfondibile profilo della rupe di San Leo, che domina il paesaggio; Si giunge ad un evidente bivio dove a sx in breve si scenderebbe alla strada che raggiunge il cimitero e quindi la strada d’accesso al paese, mentre a dx (scelta operata nel caso di questa traccia) per sentiero non segnato si sale in direzione ovest verso la seconda altitudine del M.S.Severino da cui poi scendiamo tramite un bel sentierino nel bosco a serpentine verso la strada asfaltata Provinciale PU137 da cui poi ci dirigiamo verso il centro storico di S.Leo per vedere almeno il Duomo e la Pieve. Trascuriamo la descrizione di queste arcinote costruzioni storiche per invece suggerire la visita della piccolissima chiesa della Madonna di Loreto. Questo edificio risale al 1640 e secondo la tradizione la chiesa è frutto di un voto fatto dalla comunità leontina alla madonna, nella prima metà del seicento, per ottenere che il franamento graduale del masso su cui si erge S.Leo non provocasse vittime. Si trattava di un mini “quartiere” ad oggi non più esistente attiguo alla seconda porta della città detta “Porta di Sotto”. Gli abitanti grati alla Madonna per la grazia ricevuta eressero questo piccolo tempio in suo onore nel nuovo quartiere detto “Porta di Sopra” legando ad esso la pia vocazione annuale del transito della santa Casa di Loreto dalla Palestina alle Marche. Da allora ogni anno nella notte fra il 9 e 10 dicembre, si tiene la suggestiva processione che vede passare per le vie del borgo il simulacro della Santa Casa con la statua della Madonna troneggiante su di essa. Elementi questi ultimi conservati nell’elegante interno in semplici geometrie neoclassiche. Fatta una sosta pranzo siamo tornati indietro ripassando dalla porta di sopra non senza notare sopra di essa lo stemma di S.Leo caratterizzato dalla presenza di San Francesco d'Assisi, in maestà e in atto di predicare sotto un olmo e un’aquila di nero bicipite, coronata di una corona all'antica. Ripercorriamo la strada fatta prima, superiamo il punto da cui siamo precedentemente pervenuti dalle pendici del M.S.Severino e poco dopo abbandoniamo la strada provinciale per imboccare sulla dx uno stradello inghiaiato per il Monastero di S.Igne. Dopo pochi metri però valutando la noiosità di tale scelta prendiamo una traccia di un sentiero non segnato che si addentra in salita nel bosco che ci porterà a sbucare in quello che su alcune mappe è indicato come sentiero 7/A e tramite questo sempre nel bosco arriviamo a S.Igne. Il monastero lo troviamo chiuso per cui ci limitiamo a fare qualche foto. Merita una nota l’osservazione di un bassorilievo in bronzo posto nel portico della chiesa. Si tratta di un’opera creata dalla scultrice riminese Paola Ceccarelli, per ricordare il passaggio a San Leo e Sant'Igne di Don Luigi Giussani, fondatore di Comunione e Liberazione. L'opera è stata voluta dall'arcivescovo di Ferrara e già vescovo di San Marino e Montefeltro, monsignor Luigi Negri, e dalla Fondazione Internazionale Giovanni Paolo II. Sul bassorilievo viene rappresentata la Via Crucis che Don Giussani ebbe a guidare per molti anni durante la Settimana Santa, seguito da migliaia di studenti universitari a cui teneva gli esercizi spirituali dai primi anni '70 in poi. Da qui ritorniamo a Tausano tenendoci sempre sullo stradello inghiaiato ripassando da Varco Biforca e poi per strada per Ca Serriola.
In questa zona la segnaletica bianco-rossa è alquanto scarna ma comunque ci si orienta bene comunque. La traccia riporta una piccola deviazione per raggiungere le catene poste sulla roccia che permettono di salire ad una guglia. Superati i rilievi la cresta termina e si scende rapidamente verso il Varco Biforca, raggiunto il quale si imbocca una strada sterrata che sale verso il Monte San Severino, altra vetta da cui si gode di un notevole panorama. Superata la cima, su cui è posta una croce, si scende rapidamente nella vallata sottostante con sullo sfondo l’inconfondibile profilo della rupe di San Leo, che domina il paesaggio; Si giunge ad un evidente bivio dove a sx in breve si scenderebbe alla strada che raggiunge il cimitero e quindi la strada d’accesso al paese, mentre a dx (scelta operata nel caso di questa traccia) per sentiero non segnato si sale in direzione ovest verso la seconda altitudine del M.S.Severino da cui poi scendiamo tramite un bel sentierino nel bosco a serpentine verso la strada asfaltata Provinciale PU137 da cui poi ci dirigiamo verso il centro storico di S.Leo per vedere almeno il Duomo e la Pieve. Trascuriamo la descrizione di queste arcinote costruzioni storiche per invece suggerire la visita della piccolissima chiesa della Madonna di Loreto. Questo edificio risale al 1640 e secondo la tradizione la chiesa è frutto di un voto fatto dalla comunità leontina alla madonna, nella prima metà del seicento, per ottenere che il franamento graduale del masso su cui si erge S.Leo non provocasse vittime. Si trattava di un mini “quartiere” ad oggi non più esistente attiguo alla seconda porta della città detta “Porta di Sotto”. Gli abitanti grati alla Madonna per la grazia ricevuta eressero questo piccolo tempio in suo onore nel nuovo quartiere detto “Porta di Sopra” legando ad esso la pia vocazione annuale del transito della santa Casa di Loreto dalla Palestina alle Marche. Da allora ogni anno nella notte fra il 9 e 10 dicembre, si tiene la suggestiva processione che vede passare per le vie del borgo il simulacro della Santa Casa con la statua della Madonna troneggiante su di essa. Elementi questi ultimi conservati nell’elegante interno in semplici geometrie neoclassiche. Fatta una sosta pranzo siamo tornati indietro ripassando dalla porta di sopra non senza notare sopra di essa lo stemma di S.Leo caratterizzato dalla presenza di San Francesco d'Assisi, in maestà e in atto di predicare sotto un olmo e un’aquila di nero bicipite, coronata di una corona all'antica. Ripercorriamo la strada fatta prima, superiamo il punto da cui siamo precedentemente pervenuti dalle pendici del M.S.Severino e poco dopo abbandoniamo la strada provinciale per imboccare sulla dx uno stradello inghiaiato per il Monastero di S.Igne. Dopo pochi metri però valutando la noiosità di tale scelta prendiamo una traccia di un sentiero non segnato che si addentra in salita nel bosco che ci porterà a sbucare in quello che su alcune mappe è indicato come sentiero 7/A e tramite questo sempre nel bosco arriviamo a S.Igne. Il monastero lo troviamo chiuso per cui ci limitiamo a fare qualche foto. Merita una nota l’osservazione di un bassorilievo in bronzo posto nel portico della chiesa. Si tratta di un’opera creata dalla scultrice riminese Paola Ceccarelli, per ricordare il passaggio a San Leo e Sant'Igne di Don Luigi Giussani, fondatore di Comunione e Liberazione. L'opera è stata voluta dall'arcivescovo di Ferrara e già vescovo di San Marino e Montefeltro, monsignor Luigi Negri, e dalla Fondazione Internazionale Giovanni Paolo II. Sul bassorilievo viene rappresentata la Via Crucis che Don Giussani ebbe a guidare per molti anni durante la Settimana Santa, seguito da migliaia di studenti universitari a cui teneva gli esercizi spirituali dai primi anni '70 in poi. Da qui ritorniamo a Tausano tenendoci sempre sullo stradello inghiaiato ripassando da Varco Biforca e poi per strada per Ca Serriola.
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