T, E - Sui ponti dell'Acquedotto Pugliese: dal Bosco di Ruvo a Bosco Scoparella a Jazzo del Demonio
near Calendano, Puglia (Italia)
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Trail photos
Itinerary description
Perchè è chiamato Tratturello Regio? E' chiamato Tratturello in quanto è un tracciato secondario di un tratturo principale. Tali percorsi erano utilizzati dai pastori per compiere la transumanza. La parola “transumanza” deriva dal latino “trans” (al di là) e “humus” (terra) e si riferisce all’antichissima pratica di muovere stagionalmente le greggi alla ricerca di nuovi pascoli e di climi idonei alla pastorizia, tradizione comune a diverse aree del Mediterraneo di cui si conservano testimonianze.
In particolare, in autunno ci si trasferiva dalle montagne verso le pianure mentre in primavera si compiva lo stesso tragitto in senso opposto, in modo da ovviare alla carenza di raggio fresco nelle aree montane innevate (in inverno) e nelle pianure siccitose e, un tempo, malariche (in estate). Durante la lunga marcia, il bestiame transumante si cibava dell'erba che cresceva sul tratturo stesso. Per capire perchè è chiamato Regio bisogna risalire al 1155 epoca in cui il re normanno Guglielmo I, detto il Malo, aggiunse nella sua Costituzione norme volte a disciplinare l'uso dei pascoli per regolamentarne i canoni d'affitto. Dichiarò inoltre proprietà del Regio Demanio l'area del Tavoliere delle Puglie ed altre zone circostanti, e decretò che vaste superfici delle regioni Abruzzo, Puglia e Basilicata fossero adibite a pascolo. Di questo Tratturello si percorreranno gli ultimi due chilometri per poi arrivare nuovamente al punto di inizio. I tratturi erano larghi 60 passi napoletani (111 metri) mentre i tratturelli erano strade secondarie e di smistamento della larghezza 37, 27 e 18 metri.
Il percorso è intervallato da aree coltivate e dalla presenza del canale dell’Acquedotto Pugliese, che qui, per la presenza di diverse lame, si arricchisce di ponti in pietra di particolare fascino e di jazzi facilmente visitabili ed alcuni (come quello denominato del "demonio") ricchi di legende. L'origine del nome jazzo potrebbe derivare dal latino "iaceo", che significa giacere. L'etimologia deriverebbe dal fatto che queste strutture costituivano delle stazioni idonee a tutte le attività connesse alle soste dei pastori e delle greggi durante la transumanza. Costruiti in pendenza per favorire la ventilazione e il deflusso delle acque e dei liquami è sempre esposto a sud per garantire il riparo dai freddi venti settentrionali, considerando anche che i pascoli pugliesi venissero maggiormente utilizzati nella stagione fredda.
La struttura è costituita da un muro principale di recinzione più alto e robusto e da muretti minori che suddividono l'area interna in vari scomparti. La cistruzione è in pietra a secco, ricavata sul posto dallo spietramento del suolo. Sui recinti è possibile scorgere pietre in aggetto, chiamate para-lupi, utilizzate per difendere le greggi da questo predatore.
Il primo che si incontrerà, deviando il pecorso principale di un centinaio di metri, è lo Jazzo del Termite. Proseguendo lungo il percorso si arriverà all'imponente ponte dell'Acquedotto Pugliese (AQP) datato 1914. Ponti e canali furono costruiti per portare l’acqua del Sele dalla Campania in Puglia al fine di superare picchi rocciosi e gole profonde. La tecnica utilizzata ormai collaudata che s’ispirava direttamente agli antichi romani. Oggi a distanza di un secolo, i ponti-canale sono ancora lì che svolgono il loro compito e consentono all'acqua di arrivare in tutte le nostre case.
Il ponte sovrasta la Lama detta Scoparella nelle cui vicinanze sorge lo Jazzo Scoparella o del "Demonio" a cui si arriverà verso la fine del percorso (se si vuole anticipare è possibile prendere la deviazione prima di arrivare al ponte. Intersezione A). Le lame sono solchi erosivi poco profondi, tipici del paesaggio pugliese, che convogliano le acque meteoriche dall'altopiano carsico delle Murge verso il punto di chiusura del bacino idrografico cui appartengono. Le lame vengono solitamente confuse con dei generici corsi d'acqua. La differenza tra lama e corso d'acqua è sostanziale, dal momento che nelle lame, a causa dell'elevata porosità del terreno, la circolazione superficiale è di piccola entità, mentre risulta prevalente nel sottosuolo. Inoltre, le lame trasportano acqua solo in corrispondenza di eventi di pioggia, raccogliendo le acque del bacino idrografico cui appartengono, mentre sono sostanzialmente asciutte in periodi normali.
Alla fine del ponte è possibile visitare la Grave della Scoparella o del Demonio (PU 431) una cavità carsica profonda 37m e posta in sicurezza attraverso un recinto in cemento armato. Siamo ora nel Bosco denominato "Scoparella" (è possibile trovare scritto anche Scoparello) in passato chiamato anche Jatta, cognome di una nobile famiglia dell'800 di Ruvo famosa per aver intuito l'importanza di custodire i vasi che solitamente i contadini trovavano nelle tombe ipoegee presenti nei propri terreni. Questi li frantumavano perchè interessati all'oro in essi presente. Tra le tombe ipogee più famose c'è quella delle nove danzatrici di Ruvo, il cui affresco fu staccato dalle pareti e venduto al Real Museo Borbonico di Napoli oggi Museo Archeologico Nazionale di Napoli. La loro collezione è diventata oggi un Museo denominato Museo Archeologico Nazionale Jatta di Ruvo. Questo complesso forestale regionale ricade all'interno del Parco Nazionale dell'Alta Murgia ad una quota topografica che va dai 350 ai 400m sul livello del mare. Il nome "Scoparella" deriva dalla presenza nell'area di un elevato numero di piante di Ginestra (Cytisus scoparium L.) utilizzate in passato per fare scope. Proseguendo il percorso e deviando a sinistra si arriverà all'imponente Masseria Scoparella, purtroppo abbandonata e pericolante. Ritornando sul percorso dopo qualche centinaio di metri sarà possibile visitare su prenotazione il Piccolo Museo dell'Acquedotto. Continuando il percorso si alterneranno ponti, zone boschive e colture arboree, si arriverà all'imponente Jazzo Cortigigli che sebbene diroccato mantiene inalterata la struttura architettonica che contraddistingue queste architetture della Murgia. Seguendo la traccia si arriverà al famoso Jazzo Scoparella o del "Demonio" che sorge nella lama omonima famosa anche per la presenza della secolare quercia. Ma qual è la legenza alla base di questo strano toponimo?
La leggenda narra che:
"In una notte di inverno del 1870, dove non mancavano gli ululati del vento imetuoso, due pastori con il loro gregge si trovarono a sostare nello jazzo. Mentre si scaldavano attorno ad un fuoco, i cani corsi ed i mastini presero ad abbaiare, almeno per mezz'ora, dopodichè si chetarono, l'uno dopo l'altro, e nello stesso momento anche il vento smise di sibilire ed ululare tutt'attorno.
I due uomini si ritrovarono quindi avvolti da un silenzio surreale, rotto unicamente dal bussare alla porta di qualcuno: la cosa li fece trasalire, anche perché nella loro mente scorrevano i ricordi e le immagini fantasiose di storie maledette e leggende. Si fecero coraggio e domandarono chi fosse a bussare. Per tutta risposta, udirono le parole di un povero malandante rauco, che non trovava più il cammino.
Lo ospitarono e lo fecero accomodare attorno al fuoco, ma, improvvisamente i due si accorsero che l'uomo aveva degli zoccoli pelosi.
| due pastori capirono immediatamente di chi si trattasse e andarono a rifugiarsi sotto un crocifisso di ferro, mentre, il demonio denudatosi degli stracci, li guardò e sparì lasciando dietro di sé l'odore tipico
dello zolfo. Dopo aver trascorso una notte tra timori e paura, la mattina seguente, i due pastori si recarono dal gregge e dai cani che, stranamente, erano sopravvissuti a quell'incontro. Di lì nacque la leggenda che i cani dei pastori, oltre a essere feroci, fossero addirittura in grado di affrontare perfino il demonio. Nacque così la leggenda che avvolge lo jazzo del Demonio”.
Superato lo Jazzo del Demonio è possibile recarsi proprio sotto il ponte dell'Acquedotto a ridosso della lama omonima. Tornando indietro e seguendo la traccia ci si ricongiungerà al Tratturello Regio N° 19 Canosa - Ruvo da cui questo percorso ha avuto inizio.
Waypoints
Punto informativo (inizio del percorso)
Tratturello Regio N°19 Canosa - Ruvo. Ciclovia contrassegnata con indicativo: C01AM.
A - Svincolo (e Panorama)
Da questo punto è possibile, svoltando a sinistra, arrivare allo Jazzo Scoparella o del "Demonio".
Cancello (chiuso)
Attenzione il cancello, come tutti gli altri, sono stati trovati chiusi. Fare attenzione nello scavalcarlo.
Cancello (chiuso)
Attenzione il cancello, come tutti gli altri, sono stati trovati chiusi. Fare attenzione nello scavalcarlo.
Bosco Scoparella
Siamo ora nel Bosco denominato "Scoparella" (è possibile trovare scritto anche Scoparello). Questo complesso forestale regionale ricade all'interno del Parco Nazionale dell'Alta Murgia ad uno quota topografica che va dai 350 ai 400m sul livello del mare. Il nome "Scoparella" deriva dalla presenza nell'area di un elevato numero di piante di Ginestra (Cytisus scoparium L.) utilizzate in passato per fare scope.
Bosco Jatta
Comments (7)
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Easy to follow
Scenery
Easy
Bel percorso. Facile da seguire e ben segnalato. Molto frequentato anche da appassionati di mtb
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Scenery
Easy
Good trip, very well documented.
Many thanks 🌈
Bello. E' percorribile in moto?
È zona vincolata dal Parco dell'Alta Murgia. Andare in moto non è permesso.
ok, Grazie.
Sembra un bel percorso ma vedo diversi cancelli chiusi? Si può passare lo stesso? Ci sarebbe un cane con noi