Soave
near Soave, Veneto (Italia)
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Vedresti , in un istante, l'immobile muoversi e l'invisibile apparire per ciò che costituisce l'ordine
del mondo ed il mondo dell'ordine.
Se tu vuoi contemplare il Creatore anche nelle cose mortali , in ciò che è sulla terra o negli abissi
, ripensa, o figlio mio, alla generazione dell'uomo nell'utero di sua madre: esamina con attenzione
l'arte dell'artefice e impara quindi a conoscere l'autore di questa bella e divina immagine. Chi ha
fatto rotondi gli occhi ? Chi ha forato le narici e le orecchie ? Chi ha aperto la bocca? Chi ha tesi
ed intrecciati i nervi ? Chi ha formato i canali delle vene? Chi ha fatto dure le ossa? Chi ha
ricoperto la carne di pelle? Chi ha separato le dita e le membra? Chi ha formato la base dei piedi
? Chi ha forato i pori ? Chi ha steso la milza? Chi ha dato al cuore la forma di piramide? Chi ha
dilatato i fianchi ? Chi ha allargato il fegato? Chi ha formato le caverne dei polmoni , la cavità del
ventre? Chi ha messo in mostra le parti oneste e nascoste le altre?
Vedi quant'arte su di una sola materia, che lavoro su di una sola opera, dappertutto bellezza,
proporzione, varietà.
Chi ha fatto tutte queste cose? Quale madre, qual padre se non l'unico e invisibile Iddio che ha
tutto creato con la sua volontà?
Nessuno pretende che una statua o un quadro possano esistere senza uno scultore o un pittore,
e questa creazione non avrebbe dunque un creatore?
O cecità, empietà, ignoranza ! Ma tu, o figlio Tat, guàrdati bene dal credere l'opera priva
dell'artefice: dà piuttosto a Dio il nome che più gli conviene, chiamalo padre di tutte le cose
perché egli è l'unico e la sua funzione è quella di esser padre; e se vuoi che io adoperi
un'espressione ardita , ti dirò che la sua essenza è quella di esser gravido e di creare. E siccome
nulla può esistere senza creatore, così egli stesso non esisterebbe se non creasse
continuamente, nell'aria, sulla terra, negli abissi e in ogni parte dell'universo e in ciò che non
esiste. Poiché nulla c'è nel mondo che non sia lui: egli è quello che esiste e quello che non
esiste: quello che esiste lo ha manifestato, quello che non esiste lo tiene in sé stesso.
Tale è il Dio superiore al suo nome, invisibile e visibilissimo; che si rivela allo spirito, che si rivela
agli occhi , che non ha corpo ed ha molti corpi , p meglio, tutti i corpi poiché non v'è cosa che non
sia lui e tutto è lui solo. Ed ha tutti i nomi perché è il padre unico e non ha alcun nome perché è il
padre di tutto. Che si può dire di te, che si può dire a te? Dove poserò i miei sguardi per benedirti
: in alto, in basso, di dentro, di fuori ? Non c'è via, non c'è posto che sia intorno a te; non esistono
altri esseri : tutto è in te, tutto viene da te; tu dài tutto e non ricevi nulla poiché tu possiedi tutto e
non v'è cosa che non ti appartenga .
Quando ti loderò, o padre mio?
Giacché non si può comprendere né il tuo tempo né la tua ora. E per che cosa ti loderò? Per
quello che hai creato o per quello che non hai creato? Per ciò che riveli o per ciò che nascondi ?
E perché ti loderò? Come se tu m'appartenessi ed io avessi qualche parte di te o come se fossi
un altro?
Perché tu sei tutto quello che io posso essere, tu sei tutto quello che io posso fare, tu sei tutto
quello che io posso dire, poiché tu sei tutto e nulla c'è che tu non sia ! Tu sei quello che è nato e
quello che non è nato, l'intelligenza pensante, il Padre creatore, il Dio agente, il bene e l'autore di
ogni cosa. La parte più sottile della materia è l'aria, dell'aria l'anima, dell'anima l'intelligenza,
dell'intelligenza Dio.
IL BENE E' SOLO IN DIO E NON ALTROVE
Il bene, o Asclepio, non è in nessun'altra aprte fuorché in Dio o, piuttosto, il Bene è sempre lo
stesso Dio. Se è così , deve essere un'essenza immutabile, increata, presente dapertutto, avente
in sé un'attivtà stabile perfetta, compiuta e inesauribile. L'unità è il principio di tutto il bene, è la
sorgente di tutto. Quando dico << bene >> intendo ciò che è interamente e sempre buono. Ora
questo bene perfetto non si trova che in Dio poiché non v'è nulla che a lui manchi e il desiderio
non può renderlo cattivo; non v'è nulla che egli possa perdere e non può quindi affliggerlo la
perdita; il dolore è una parte del male. Non v'è cosa più forte di lui e che possa vincerlo; non v'è
cosa eguale a lui che possa nuocergli o inspirargli un desiderio. Nulla c'è che possa,
disobbedendogli , eccitare la sua collera, e nulla di più saggio che egli possa invidiare.
Essendo tutto ciò estraneo alla sua essenza, che colpa resterà a lui se non il solo bene?
E siccome in questa essenza non c'è nulla di cattivo, il bene non può trovarsi in nessun altro. La
diversità esiste in tutti gli esseri particolari , piccoli o grandi , ed anche tra il più grande e il più
forte di tutti gli esseri viventi .
PDF created with FinePrint pdfFactory Pro trial version http://www.fineprint.com
Gli esseri generati sono pieni di passioni e la nascita stessa è una passione.
Ora dove c'è passione non esiste il bene e là dove è il bene non c'è passione, allo stesso modo
che il giorno non è la notte e la notte non è il giorno. Il bene non può dunque esistere nella
creazione, ma soltanto nell'increato. E come tutte le cose partecipano della materia, così pure
partecipano del bene: in questo senso il mondo è buono perché produce degli esseri possibili .
Nell'uomo, quando si tratta del bene, si fa per comparazione col male; quaggiù tutto quello che
non è cattivo, è buono, e il bene è una particella del male. Ma il bene non può essere
interamente privo del male quaggiù; si altera per la mescolanza con esso, e allora cessa di
essere il bene e diventa il male.
Il bene esiste dunque in Dio soltanto, ossia Dio è il bene. Tra gli uomini , o Asclepio, il bene non
esiste che di nome, ma non di fatto perché sarebbe impossibile. Il bene è incompatibile con un
corpo materiale circondato d'ogni parte dal male, dal dolore, dai desideri , dagli errori , dalle false
opinioni . Ma il peggio di tutto, o Asclepio, è che si ritenga quaggiù come bene ciascuno dei mali
che bisognerebbe evitare, ed il massimo: gli eccessi del ventre, l'errore che si trascina dietro tutti
i mali e che ci allontana dal bene.
In quanto a me, io ringrazio Iddio perché ha messo nel mio intelletto la conoscenza del bene,
poiché il bene di per sé stesso non può esistere nel mondo essendo questo pieno d'ogni male.
Iddio invece è la plenitudine del bene o il bene è la plenitudine di Dio. L'eccellenza del bello
sfolgora attorno a questa essenza ed è forse là che appare nella sua forma più trasparente e più
pura e quasi essenza del bene. Non temiamo di dirlo, o Asclepio; l'essenza di Dio - se Dio ha
un'essenza - è la bellezza. E il bello è anche buono. Il bene poi non può trovarsi nel mondo: tutti
gli oggetti visibili non sono che immagini e ombre. Il bene e il bello bisogna cercarli oltre a ciò che
cade sotto i nostri sensi , e l'occhio non può vederli perché non può scorgere Iddio: essi sono le
parti integranti di Dio, i caratteri propri , inseparabili ed assai desiderabili che egli ama e dai quali
è amato.
Se tu puoi comprendere Iddio, tu comprenderai il bene e il bello, il fulgidissimo saggio divino,
l'incomparabile bellezza, il bene senza pari , come Dio stesso. Quando tu comprendi Iddio,
comprendi pure il bello e il bene: essi non sono comunicabili agli altri animali perché non
possono separarsi da Dio.
Quando tu cerchi Iddio, cerchi la bellezza. Una sola è la via che vi ci conduce: la pietà unita alla
Gnosi . Gli ignoranti , quelli che non vanno per la via della pietà, osano chiamar l'uomo bello e
buono; lui che non ha visto neppure in sogno ciò che sia il bene e che è circondato da tutte le
parti del male e che ritiene il male come bene e se ne nutre senza mai saziarsi , ne teme la
perdita e si sforza non solo di conservarlo, ma di accrescerlo. Queste cose, che gli uomini
trovano buone e belle, o Asclepio , noi non possiamo né evitare né odiare, poiché quello che c'è
di più duro è che noi ne abbiamo bisogno e che non potremmo vivere senza di esse.
IL PIU' GRAN MALE PER GLI UOMINI
E' LA IGNORANZA DI DIO
Dove correte, o uomini ubriachi , voi che avete bevuto il vino dell'ignoranza e non potete
sopportarlo e già lo rigettate?
Diventate sobri e aprite gli occhi del vostro cuore, se non tutti voi , almeno quelli che possono.
Giacché il flagello dell'ignoranza inonda tutta la terra, corrompe l'anima rinchiusa nel corpo e le
impedisce di entrare nel porto della salvezza. Non vi lasciate trascinare dalla grande corrente:
tornate, se potete, al porto della salvezza ! Cercate un pilota che vi conduca verso le porte della
Gnosi dove brilla la sfolgorante luce, pura di tenebre, dove nessuno s'inebria, dove tutti son sobrii
e girano gli occhi del cuore verso colui che vuol essere contemplato, il non-udibile, l'ineffabile,
l'invisibile agli occhi , ma visibile all'intelligenza e al cuore.
Prima di tutto, bisogna che tu abbandoni questo vestimento che porti , tessuto d'ignoranza,
sostegno di malvagità, catena di corruzione, viluppo tenebroso, morte vivente, cadavere
sensibile, tomba che tu porti con te, ladro domestico, nemico nell'amore, geloso nell'odio. Tale è
il vestimento nemico che ti ricopre: ti attira in basso per timore che la visione della verità e del
bene non ti faccia odiare la sua malvagità, scoprire le sue insidie che ti tende, rendendo oscuro
per te quel che è chiaro, tuffandoti nella materia, ubriacandoti d'infami voluttà, affinché tu non
possa intendere quel che devi intendere né vedere quello che devi vedere.
NULLA MUORE, MA I CAMBIAMENTI
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del mondo ed il mondo dell'ordine.
Se tu vuoi contemplare il Creatore anche nelle cose mortali , in ciò che è sulla terra o negli abissi
, ripensa, o figlio mio, alla generazione dell'uomo nell'utero di sua madre: esamina con attenzione
l'arte dell'artefice e impara quindi a conoscere l'autore di questa bella e divina immagine. Chi ha
fatto rotondi gli occhi ? Chi ha forato le narici e le orecchie ? Chi ha aperto la bocca? Chi ha tesi
ed intrecciati i nervi ? Chi ha formato i canali delle vene? Chi ha fatto dure le ossa? Chi ha
ricoperto la carne di pelle? Chi ha separato le dita e le membra? Chi ha formato la base dei piedi
? Chi ha forato i pori ? Chi ha steso la milza? Chi ha dato al cuore la forma di piramide? Chi ha
dilatato i fianchi ? Chi ha allargato il fegato? Chi ha formato le caverne dei polmoni , la cavità del
ventre? Chi ha messo in mostra le parti oneste e nascoste le altre?
Vedi quant'arte su di una sola materia, che lavoro su di una sola opera, dappertutto bellezza,
proporzione, varietà.
Chi ha fatto tutte queste cose? Quale madre, qual padre se non l'unico e invisibile Iddio che ha
tutto creato con la sua volontà?
Nessuno pretende che una statua o un quadro possano esistere senza uno scultore o un pittore,
e questa creazione non avrebbe dunque un creatore?
O cecità, empietà, ignoranza ! Ma tu, o figlio Tat, guàrdati bene dal credere l'opera priva
dell'artefice: dà piuttosto a Dio il nome che più gli conviene, chiamalo padre di tutte le cose
perché egli è l'unico e la sua funzione è quella di esser padre; e se vuoi che io adoperi
un'espressione ardita , ti dirò che la sua essenza è quella di esser gravido e di creare. E siccome
nulla può esistere senza creatore, così egli stesso non esisterebbe se non creasse
continuamente, nell'aria, sulla terra, negli abissi e in ogni parte dell'universo e in ciò che non
esiste. Poiché nulla c'è nel mondo che non sia lui: egli è quello che esiste e quello che non
esiste: quello che esiste lo ha manifestato, quello che non esiste lo tiene in sé stesso.
Tale è il Dio superiore al suo nome, invisibile e visibilissimo; che si rivela allo spirito, che si rivela
agli occhi , che non ha corpo ed ha molti corpi , p meglio, tutti i corpi poiché non v'è cosa che non
sia lui e tutto è lui solo. Ed ha tutti i nomi perché è il padre unico e non ha alcun nome perché è il
padre di tutto. Che si può dire di te, che si può dire a te? Dove poserò i miei sguardi per benedirti
: in alto, in basso, di dentro, di fuori ? Non c'è via, non c'è posto che sia intorno a te; non esistono
altri esseri : tutto è in te, tutto viene da te; tu dài tutto e non ricevi nulla poiché tu possiedi tutto e
non v'è cosa che non ti appartenga .
Quando ti loderò, o padre mio?
Giacché non si può comprendere né il tuo tempo né la tua ora. E per che cosa ti loderò? Per
quello che hai creato o per quello che non hai creato? Per ciò che riveli o per ciò che nascondi ?
E perché ti loderò? Come se tu m'appartenessi ed io avessi qualche parte di te o come se fossi
un altro?
Perché tu sei tutto quello che io posso essere, tu sei tutto quello che io posso fare, tu sei tutto
quello che io posso dire, poiché tu sei tutto e nulla c'è che tu non sia ! Tu sei quello che è nato e
quello che non è nato, l'intelligenza pensante, il Padre creatore, il Dio agente, il bene e l'autore di
ogni cosa. La parte più sottile della materia è l'aria, dell'aria l'anima, dell'anima l'intelligenza,
dell'intelligenza Dio.
IL BENE E' SOLO IN DIO E NON ALTROVE
Il bene, o Asclepio, non è in nessun'altra aprte fuorché in Dio o, piuttosto, il Bene è sempre lo
stesso Dio. Se è così , deve essere un'essenza immutabile, increata, presente dapertutto, avente
in sé un'attivtà stabile perfetta, compiuta e inesauribile. L'unità è il principio di tutto il bene, è la
sorgente di tutto. Quando dico << bene >> intendo ciò che è interamente e sempre buono. Ora
questo bene perfetto non si trova che in Dio poiché non v'è nulla che a lui manchi e il desiderio
non può renderlo cattivo; non v'è nulla che egli possa perdere e non può quindi affliggerlo la
perdita; il dolore è una parte del male. Non v'è cosa più forte di lui e che possa vincerlo; non v'è
cosa eguale a lui che possa nuocergli o inspirargli un desiderio. Nulla c'è che possa,
disobbedendogli , eccitare la sua collera, e nulla di più saggio che egli possa invidiare.
Essendo tutto ciò estraneo alla sua essenza, che colpa resterà a lui se non il solo bene?
E siccome in questa essenza non c'è nulla di cattivo, il bene non può trovarsi in nessun altro. La
diversità esiste in tutti gli esseri particolari , piccoli o grandi , ed anche tra il più grande e il più
forte di tutti gli esseri viventi .
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Gli esseri generati sono pieni di passioni e la nascita stessa è una passione.
Ora dove c'è passione non esiste il bene e là dove è il bene non c'è passione, allo stesso modo
che il giorno non è la notte e la notte non è il giorno. Il bene non può dunque esistere nella
creazione, ma soltanto nell'increato. E come tutte le cose partecipano della materia, così pure
partecipano del bene: in questo senso il mondo è buono perché produce degli esseri possibili .
Nell'uomo, quando si tratta del bene, si fa per comparazione col male; quaggiù tutto quello che
non è cattivo, è buono, e il bene è una particella del male. Ma il bene non può essere
interamente privo del male quaggiù; si altera per la mescolanza con esso, e allora cessa di
essere il bene e diventa il male.
Il bene esiste dunque in Dio soltanto, ossia Dio è il bene. Tra gli uomini , o Asclepio, il bene non
esiste che di nome, ma non di fatto perché sarebbe impossibile. Il bene è incompatibile con un
corpo materiale circondato d'ogni parte dal male, dal dolore, dai desideri , dagli errori , dalle false
opinioni . Ma il peggio di tutto, o Asclepio, è che si ritenga quaggiù come bene ciascuno dei mali
che bisognerebbe evitare, ed il massimo: gli eccessi del ventre, l'errore che si trascina dietro tutti
i mali e che ci allontana dal bene.
In quanto a me, io ringrazio Iddio perché ha messo nel mio intelletto la conoscenza del bene,
poiché il bene di per sé stesso non può esistere nel mondo essendo questo pieno d'ogni male.
Iddio invece è la plenitudine del bene o il bene è la plenitudine di Dio. L'eccellenza del bello
sfolgora attorno a questa essenza ed è forse là che appare nella sua forma più trasparente e più
pura e quasi essenza del bene. Non temiamo di dirlo, o Asclepio; l'essenza di Dio - se Dio ha
un'essenza - è la bellezza. E il bello è anche buono. Il bene poi non può trovarsi nel mondo: tutti
gli oggetti visibili non sono che immagini e ombre. Il bene e il bello bisogna cercarli oltre a ciò che
cade sotto i nostri sensi , e l'occhio non può vederli perché non può scorgere Iddio: essi sono le
parti integranti di Dio, i caratteri propri , inseparabili ed assai desiderabili che egli ama e dai quali
è amato.
Se tu puoi comprendere Iddio, tu comprenderai il bene e il bello, il fulgidissimo saggio divino,
l'incomparabile bellezza, il bene senza pari , come Dio stesso. Quando tu comprendi Iddio,
comprendi pure il bello e il bene: essi non sono comunicabili agli altri animali perché non
possono separarsi da Dio.
Quando tu cerchi Iddio, cerchi la bellezza. Una sola è la via che vi ci conduce: la pietà unita alla
Gnosi . Gli ignoranti , quelli che non vanno per la via della pietà, osano chiamar l'uomo bello e
buono; lui che non ha visto neppure in sogno ciò che sia il bene e che è circondato da tutte le
parti del male e che ritiene il male come bene e se ne nutre senza mai saziarsi , ne teme la
perdita e si sforza non solo di conservarlo, ma di accrescerlo. Queste cose, che gli uomini
trovano buone e belle, o Asclepio , noi non possiamo né evitare né odiare, poiché quello che c'è
di più duro è che noi ne abbiamo bisogno e che non potremmo vivere senza di esse.
IL PIU' GRAN MALE PER GLI UOMINI
E' LA IGNORANZA DI DIO
Dove correte, o uomini ubriachi , voi che avete bevuto il vino dell'ignoranza e non potete
sopportarlo e già lo rigettate?
Diventate sobri e aprite gli occhi del vostro cuore, se non tutti voi , almeno quelli che possono.
Giacché il flagello dell'ignoranza inonda tutta la terra, corrompe l'anima rinchiusa nel corpo e le
impedisce di entrare nel porto della salvezza. Non vi lasciate trascinare dalla grande corrente:
tornate, se potete, al porto della salvezza ! Cercate un pilota che vi conduca verso le porte della
Gnosi dove brilla la sfolgorante luce, pura di tenebre, dove nessuno s'inebria, dove tutti son sobrii
e girano gli occhi del cuore verso colui che vuol essere contemplato, il non-udibile, l'ineffabile,
l'invisibile agli occhi , ma visibile all'intelligenza e al cuore.
Prima di tutto, bisogna che tu abbandoni questo vestimento che porti , tessuto d'ignoranza,
sostegno di malvagità, catena di corruzione, viluppo tenebroso, morte vivente, cadavere
sensibile, tomba che tu porti con te, ladro domestico, nemico nell'amore, geloso nell'odio. Tale è
il vestimento nemico che ti ricopre: ti attira in basso per timore che la visione della verità e del
bene non ti faccia odiare la sua malvagità, scoprire le sue insidie che ti tende, rendendo oscuro
per te quel che è chiaro, tuffandoti nella materia, ubriacandoti d'infami voluttà, affinché tu non
possa intendere quel che devi intendere né vedere quello che devi vedere.
NULLA MUORE, MA I CAMBIAMENTI
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