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Sesta tappa cammino di San Vili: Madonna di Campiglio - Coredo

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Trail stats

Distance
9.88 mi
Elevation gain
348 ft
Technical difficulty
Moderate
Elevation loss
3,179 ft
Max elevation
5,431 ft
TrailRank 
52
Min elevation
2,415 ft
Trail type
One Way
Moving time
3 hours 31 minutes
Time
3 hours 52 minutes
Coordinates
2790
Uploaded
June 20, 2022
Recorded
June 2022
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near Madonna di Campiglio, Trentino-Alto Adige (Italia)

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Itinerary description

Sesta tappa Lunedì 20 giugno 2022 Madonna di Campiglio – Coredo Km.24,00 Dislivello 650 mt.
Oggi dovrebbe essere una giornata più tranquilla: ci attende Dimaro, in festa per l’arrivo del Napoli
calcio, san Romedio, con il suo santuario sulla roccia, e……Teresa Desiderio. Stamani lasciano il gruppo
Monica e Marco ai quali va il nostro ringraziamento per la loro gradita compagnia con l’impegno che il
prossimo cammino lo organizzeremo a misura “umana”. Pensa un po’ come dovremmo definire i precedenti
cammini? Si aggiungerà al gruppo, nel pomeriggio presso Sanzeno, l’amico Domenico, presidente
associazione Avis. Si parte dall’albergo ancora con gli strascichi della sera precedente a causa delle zecche,
continuiamo a lanciare sguardi sul nostro corpo. Ci fermiamo per la colazione ad un centinaio di metri
presso un bar all’interno della monumentale struttura degli impianti di risalita. Durante la stagione invernale
questi luoghi saranno il paradiso per gli amanti della montagna e della neve.
Lasciamo il bar e, attraversando il pianoro Carlo Magno, ci dirigiamo, in discesa, verso Dimaro. Prima
di addentrarci nel bosco, scrutati dalle Dolomiti del Brenta, maestose alla nostra destra, incrociamo, presso
la malga Mondifrà, un asinello che ci “invita” a visitare la malga. Sarebbe stato interessante dare uno
sguardo alle attività di produzione casearia ma il gruppo è già sfilacciato e risulta, al momento, difficile
ricomporlo. Sarà per la prossima volta.
La discesa continua in un fitto bosco costeggiando il torrente Pison che scende alla nostra destra.
Attraversiamo un ponte in legno che scavalca il torrente nel punto in cui questo sprofonda in una forra. Un
passaggio nella roccia e poi via su una buona sterrata verso Dimaro. In questo cammino un forte plauso va a
Rosa, Giulia e Lina, le ragazze che hanno dato dimostrazione di forza, di sopportazione delle fatiche e di
capacità nell’ alleviare le sofferenze. Stoica Lina che con le dita del piede fasciate e dolenti fin dalle prime
tappe resiste senza dar alcun segnale di rinuncia.
Siccome la preparazione della cena a Villa Santi, presso il passo di Daone, aveva comportato un
grosso impegno per i compagni che avevano dato la propria disponibilità si era deciso che a Coredo, dove
avremmo soggiornato in una casa di accoglienza della parrocchia, la cena doveva consistere in una pizza
acquistata nella vicina pizzeria. La soluzione non era delle migliori ma non si poteva chiedere un ulteriore
sacrificio. Durante la giornata l’amico Vincenzo Liparulo, condividendo la perplessità per la decisione della
pizza, mi dice di essere disponibile a cucinare uno “spaghetto aglio e oglio” a patto che qualcuno
collaborasse. Do subito la mia disponibilità e, comunicata la decisione al presidente, iniziamo la discussione
sui preparativi. Si associa da subito Raffaele o’marinar ed è “subito festa”.
Breve sosta per uno spuntino in uno spiazzo antistante una piccola centrale idroelettrica e poi di
corsa verso Dimaro. La tappa intermedia odierna è stato motivo di discussione nel corso di preparazione e
studio del cammino. Dimaro è un piccolo borghetto della val di Sole famoso, dalle nostre parti, in quanto
sede di ritiro del Napoli calcio. Questa sosta è un omaggio a tutti i tifosi del Napoli presenti nel nostro gruppo
e, principalmente, un dovere nei confronti del nostro presidente. In fase di preparazione aveva affermato:
“O Dimaro o non si parte!. Sigh sigh sigh!
Giunti in paese notiamo immediatamente i colori del Napoli ed i messaggi di benvenuto alla squadra
in ogni angolo del paese. In rigorosa processione religiosa, guidata sempre dal presidente, visitiamo il campo
di calcio dove il Napoli si allena: “momento di raccoglimento”. Ritornati in centro sostiamo in una piazzetta
e, mentre alcuni si recano in salumeria per comperare i panini, io mi dirigo verso la stazione ferroviaria per
dare uno sguardo agli orari dei treni. Consumati i panini, i dolci e le……birre ed in attesa dell’orario di arrivo
del treno ci rechiamo, per un ulteriore “momento di raccoglimento”, presso l’albergo dove alloggerà il
Napoli. Molti commentano che era molto meglio l’albergo dove avevamo soggiornato noi a Madonna di
Campiglio. Il nostro presidente ci cura meglio di come A. de Laurentis cura il Napoli!
Il sole picchia forte e, pertanto, ci avviamo verso la stazione ferroviaria dove godiamo di un minimo
di frescura in attesa del treno. Il viaggio diventa un momento di pennichella, tutti dolcemente appisolati.
Arrivati alla stazione di Cles si intravede il lago di santa Giustina che mostra le sue ampie spiagge emerse a
causa della siccità e, alle spalle del lago, il canyon che indica l’inizio del sentiero di san Romedio.
Scendiamo alla stazione di Dermulo e, confortati dalle informazioni di Alfonso, attendiamo l’arrivo
del bus per Sanzeno, punto di partenza del sentiero. La puntualità dei trasporti in Trentino non viene
smentita! In perfetto orario giungiamo a Sanzeno dove avevamo appuntamento con Domenico che ci
raggiunge con un’auto presa a nolo a Trento. Si decide di cogliere l’occasione caricando gli zaini nell’auto di
Domenico in modo da affrontare “in leggerezza” il sentiero di san Romedio. Sapevamo della particolarità di
questo percorso ma non ci aspettavamo un simile spettacolo. Liberati dagli zaini abbiamo potuto godere in
pieno il tratto del sentiero scavato nella roccia. La presenza degli zaini ci avrebbe creato grossi problemi
lungo questo percorso angusto.
Dopo aver lambito alcuni vigneti si apre davanti a noi un passaggio, scavato nella roccia, che per
2.550 metri si snoda sul fianco di una parete rocciosa all’interno di un canyon. Il sentiero, forse un tempo un
canale di irrigazione, è spettacolare e di grande suggestione. Lo percorriamo elettrizzati in sicurezza
essendoci sicuri steccati in legno a protezione dello strapiombo alla nostra destra. Giungiamo su una strada
che, dopo poco metri, in salita, ci conduce ai piedi di uno sperone roccioso con sulla cima, ad una altezza di
circa 70 metri, una costruzione di stile medioevale che da al luogo un aspetto fiabesco. Attraverso una
scalinata laterale raggiungiamo l’ingresso del santuario di san Romedio. Questo è formato da cinque piccole
chiesette sovrapposte e unite tra loro da una lunga scalinata di 131 gradini. Il Santuario custodisce i resti
mortali di san Romedio esposti nel sacello dal 1120. San Romedio, è stato un eremita del IV secolo, venerato
come santo dalla chiesa cattolica. Nato da famiglia nobile nei pressi di Innsbruck compì vari pellegrinaggi
durante i quali conobbe san Vigilio. Stabilì la sua dimora sulla roccia che poi prese il suo nome. Qui trascorse
gli ultimi anni di vita, nella venerazione di Gesù. Morì nel 405 e fu sepolto in cima alla roccia, in un sepolcro
scavato da monaci eremiti.
Dopo aver colto l’occasione per partecipare alla santa Messa e visitato lo spettacolare belvedere
posto in cima allo sperone, ci concediamo un momento di relax al punto di ristoro del santuario gustandoci
un gelida birra. Teresa chiama. Ho conosciuto telefonicamente Teresa “la sacrestana”, una salernitana
trasferitasi con la famiglia a Coredo per lavoro, grazie ai padri francescani della Basilica dei Santi Martiri
Anauniesi di Sanzeno che, dispiaciuti di non poterci accogliere, ci indicavano la casa di accoglienza della
parrocchia di Coredo gestita da Teresa Desiderio. Teresa chiama per chiederci quando saremmo arrivati visto
che si faceva sera. Le chiedo cortesemente se può procurarci l’occorrente per una spaghettata. Con il suo
perentorio e simpatico “cinguettio” ci rimprovera per il ritardo ma si adopera immediatamente per
procurarci l’occorrente. Mancano all’arrivo ancora 4 chilometri e 130 metri di dislivello.
La giornata è ancora lunga. Si riparte in salita nel bosco e la salita ci appare, dopo il momento di
riposo, ancora più dura. Dopo circa un chilometro usciamo dal bosco e ci immettiamo su un piano dove ci da
il benvenuto il lago di Tavon. Il paesaggio è riposante e, consapevoli che le salite per oggi sono finite, ci
godiamo il paesaggio camminando piacevolmente lungo lo specchio d’acqua. Al lago di Tavon segue il lago di
Coredo che ci accompagna all’ingresso della città. Alla parrocchia ci attende Teresa che in modo sbrigativo ci
accompagna alla struttura di accoglienza. Ci mostra le camere e con grande disponibilità ci concede di
accomodarci come meglio crediamo. Ci portiamo in cucina per iniziare la preparazione della cena e ci
rendiamo conto che il piano cottura non funziona. Grazie alla indicazioni di Teresa e alle capacità tecniche di
Enzo Iazzetta stasera si cena! Teresa, borbottando ma sempre simpaticamente disponibile, mentre gli amici
preparano la cena, mi accompagna in giro alla ricerca del pane, del peperoncino, e di tutto ciò che ci serve.
Grazie a Lei prenotiamo telefonicamente la colazione al bar Centrale che al momento è chiuso. La serata,
davanti ad un fumante piatto di spaghetti “aglio e oglio” cucinato da Vincenzo Liparulo e Raffaele o’marinar ,
diventa piacevole, viva e divertente.
Il presidente e Domenico, intanto, attraversano tutta la val di Non alla ricerca di un dolce. E’ gradito
ma non entusiasma. Il rhum di Rosario completa la cena. Sicuramente una cena con pizza sarebbe stata una
tristezza: un bravo a Vincenzo Liparulo e a Raffaele o marinar.
A fine serata il briefing. Domani il cielo promette pioggia nel primo pomeriggio. Il percorso sarà di 20
chilometro con 10 chilometri di salita per un dislivello superiore ai mille metri. Il tratto in salita si svolge nel
bosco su un sentiero poco praticato, in caso di pioggia potremmo incontrare grosse difficoltà. Giunti al passo
della Mendola prenderemo la funicolare per Caldaro ed il bus per raggiungere Bolzano. Non possiamo
partire prima delle 8.00 in quanto dovremo attendere l’apertura del supermercato dove abbiamo ordinato i
panini. Si decide di portarci alle 7.00 al bar per la colazione per poi essere pronti alle 8.00 per la partenza.
Appena a letto, si scatena un breve temporale…… di buon auspicio per domani.

Waypoints

PictographPhoto Altitude 5,429 ft
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PictographPhoto Altitude 5,310 ft
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PictographPhoto Altitude 5,310 ft
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PictographFauna Altitude 5,349 ft
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Fauna

PictographIntersection Altitude 5,352 ft
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Intersezione

PictographPhoto Altitude 4,935 ft
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Foto

PictographIntersection Altitude 5,010 ft
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Intersezione

PictographIntersection Altitude 3,928 ft
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Intersezione

PictographRiver Altitude 3,791 ft
Photo ofFiume

Fiume

PictographRiver Altitude 3,792 ft
Photo ofFiume

Fiume

PictographPhoto Altitude 3,760 ft
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Foto

PictographPicnic Altitude 3,684 ft
Photo ofPicnic

Picnic

PictographIntersection Altitude 3,499 ft
Photo ofIntersezione

Intersezione

PictographWaterfall Altitude 3,246 ft
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Cascata

PictographRiver Altitude 2,920 ft
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Fiume

PictographBridge Altitude 2,815 ft
Photo ofPonte

Ponte

PictographPhoto Altitude 2,689 ft
Photo ofFoto

Foto

PictographReligious site Altitude 2,480 ft
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Sito religioso

PictographIntersection Altitude 2,503 ft
Photo ofIntersezione

Intersezione

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