Sentiero Geologico del Torrente Gavon

Marmolada – sentiero 9 – Cascate delle Barezze - Ponte delle Barezze - sentiero 631 – Pian de la Foca - Malga Bosch Brusà - Pian de la Foca - sentiero 631 - Ponte delle Barezze - Meneghina - Sappade - Marmolada

Il Sentiero Geologico del Torrente Gavon (Gaon in ladino) rappresenta uno spettacolare tuffo nel passato geologico delle Dolomiti. L’inizio del percorso è rappresentato dalla tabella descrittiva (1 di 15) che si trova nei pressi del tornante che da Marmolada, borgata di Falcade, sale verso Tabiàdon di Val e Sappade. Limitate disponibilità di parcheggio lungo la strada. Il sentiero, che si inoltra nel bosco, segue inizialmente il conoide alluvionale del torrente Gavon, sulla sua sinistra orografica. Ben preso si incontrano le prime formazioni geologiche, Arenarie di Val Gardena, formate prevalentemente da quarzo, a cui si sovrappongono frammenti di rocce diverse: calcari marnosi, porfidi e dolomia. Dopo circa 600 m dalla partenza, si abbandona la vecchia traccia che porta a Sappade e si tiene la sinistra in direzione Valt, attraversando bellissimi prati interessati dalla fioritura del giglio di San Giovanni. Superata la carrabile asfaltata (Via Meneghina) si avanza nuovamente nel bosco agevolati da corti picchetti in legno giallorossi che indicano la giusta direzione. Avvicinandosi alle Cascate delle Barezze il sentiero si eleva sulla forra, protetto da parapetti in acciaio. Sotto di noi il torrente Gavon scorre in un ripido letto scavato nei porfidi quarziferi. In breve si giunge ad un punto panoramico sulla cascata principale, un salto di circa dieci metri scavato tra suggestive lastre di color rossastro. Si tratta di uno dei punti più belli del percorso. Giunti sulla mulattiera, si oltrepassa il Ponte delle Barezze, dove una rapida discesa porta alla base della cascata. Da qui in poi la salita si farà sempre più erta, diramandosi lungo uno stretto dosso tra le incisioni del Gavon e del Marmoladella, al cui alveo è possibile accedere con una breve deviazione dallo Stop 9. Estremamente suggestiva la vista offerta dalla tappa successiva, quella sui Marmoi (stop 10), spettacolare formazione rocciosa a calanchi alla base del Sas de la Palaza, caratterizzata da una fitta sequenza stratificata di gessi biancastri, marne e calcari grigi. Superato il culmine del crinale, si giunge ad una baracca nei pressi di Pian de la Foca, dove improvvise finestre panoramiche si aprono sulle Marmolade, uno dei più ampi e interessanti bacini erosivi delle Dolomiti, e sul versante occidentale del Col Becher con la sua esplosione di colori. Ampi e ripidi zig zap portano infine a rimontare il fondo della frana di Bosch Brusà, oltrepassando il cancello in legno che delimita l'area di pascolo: da qui, in direzione sud, la vista si apre sul Focobon, il Cimon della Stia e l’altopiano delle Comelle per poi proseguire verso il monte Tamer, l’Agner, Cima Pape e le Pale di S. Lucano. Gli ultimi metri portano ai prati di Malga Bosch Brusà, a quota 1867 m.s.l.m. (1h 30 min dalla partenza), di proprietà del Comune di Falcade e monticata nel periodo estivo. Rientro per il medesimo itinerario fino al Ponte delle Barezze, salvo proseguire dritti in direzione Sappade passando tra i bei tabià della località Meneghina. Da Sappade si scende su Via Pians e, alla diramazione stradale per Tabiadon di Val, si imbocca il vecchio sentiero che collega a Marmolada.