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Sentiero della Voltetta (dal Monte Pizzoch a Nove)

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Trail stats

Distance
4.81 mi
Elevation gain
2,936 ft
Technical difficulty
Moderate
Elevation loss
2,936 ft
Max elevation
3,970 ft
TrailRank 
26
Min elevation
1,234 ft
Trail type
Loop
Time
3 hours 28 minutes
Coordinates
771
Uploaded
May 25, 2015
Recorded
May 2015
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near Maren, Veneto (Italia)

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Sentiero recentemente ripristinato. Un tempo veniva utilizzato dai boscaioli e - mi è stato riferito - essendo fuori mano e molto impervio, anche dai partigiani durante l’ultima guerra, quale congiungimento fra la Val Lapisina e il Pizzoch/Cansiglio. Non sapendone il punto di arrivo, l’ho inevitabilmente fatto in discesa partendo dall’unica segnalazione probabilmente esistente, in prossimità dei prati dell’Agnellezza, a quota 1200, sul sentiero che sale da Valscura o dalle Briglie che porta in Pizzoch. Quindi, per il solo avvicinamento, si devono fare 600 mt di dislivello. Per facilitare il ritorno (ritenendo improbabile rifarlo per lo stesso percorso di andata), è preferibile partire da Valscura. Giunti quindi nella zona costiera del prati dell’Agnellezza (dalla quale si gode un panorama a oltre 300° che comprende i monti dell’Alpago, quelli Zoldani, il Visentin, la vallata di Revine, i colli Vittoriesi, il Montello, la Laguna veneziana,ecc) nei pressi di casera diroccata (sulla destra) si trovano a sinistra un cippo a terra oltre ad un cartello che indica “Sentiero della Voltetta – Nove”. La traccia del sentiero, dal prato iniziale e così per tutto il percorso, è molto labile e spesso confusa con quella degli animali; per fortuna la segnalazione con la vernice rossa è abbastanza evidente, salvo in qualche tratto ove inspiegabilmente manca, per cui bisogna orientarsi a naso, senza perdere l’ultima traccia certa. Nel periodo primaverile/estivo la folta vegetazione complica le cose, coprendo i sassi per cui bisogna affidarsi quasi esclusivamente alle tracce poste sugli alberi. Non ci sono tratti particolarmente impegnativi (solo uno all’inizio) tuttavia il sentiero lascia poco respiro ed è in continua pendenza. Un buon aiuto viene offerto dalle piante, alle quali ci si può aggrappare praticamente lungo tutto il percorso. Si giunge quindi sul bordo delle ex cave dell’Italcementi in località Nove, dove, in presenza di un cartello di pericolo (risalente all’epoca in cui le cave erano attive) si interrompe qualsiasi segnalazione. Buttando l’occhio un centinaio di metri più in basso, alla fine della strada che i camion percorrevano per caricare il materiale, si intravede sopra una sbarra qualche segnale arancione, che bisogna raggiungere scendendo, a caso, lungo il bordo della cava. Ritengo pertanto che il sentiero, per chi volesse salire (anzi per chi riuscisse a trovarlo), parta da qui. Non c’è nessun’altra indicazione. Si percorre quindi la strada in debole discesa che porterebbe fino al Borgo Collesei, da cui per mezzo del sentiero 1047b si arriva a Maren, per poi tornare in Valscura, oppure, dopo circa 1,5 Km, al secondo tornante, si oltrepassa una sbarra a sinistra fino a trovare le indicazioni per Valscura (su un masso a terra + bollini su roccia). Anche questo è un sentiero tracciato lo scorso anno, sicuramente poco battuto e, in questo momento dell’anno, pieno di fronde ed erbacce che coprono in parte i sia pur buoni segnali. Ma, anche qui, in qualche tratto cruciale, inspiegabilmente mancano e più volte bisogna perdere del tempo nella loro ricerca. Anch’io ho perso il “sentiero” un paio di volte (vedi tracce GPS sovrapposte), pur avendolo già fatto in senso contrario qualche mese fa (mia recensione di febbraio). Nell’ultima parte comunque il percorso è più evidente; vanno evitate, quasi in prossimità di Valscura, un paio di deviazioni a sinistra che riporterebbero su un panoramico ma brutto sentiero di costa, all’Agnellezza.

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