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Sentiero del Partigiano e della Resistenza, PARTE PRIMA

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Trail stats

Distance
8.54 mi
Elevation gain
2,562 ft
Technical difficulty
Easy
Elevation loss
2,159 ft
Max elevation
3,348 ft
TrailRank 
52
Min elevation
981 ft
Trail type
One Way
Time
7 hours 30 minutes
Coordinates
1357
Uploaded
November 10, 2012
Recorded
November 2012
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near Recoaro Terme, Veneto (Italia)

Viewed 13179 times, downloaded 50 times

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Itinerary description

CAMMINARE NELLA STORIA
Il sentiero si svolge nell'ambiente delle Piccole Dolomiti. L'itinerario è di enorme interesse storico, perché costituiva un percorso logistico importante per gli uomini e le donne della Resistenza che si è sviluppata nell'alta valle dell'Agno a partire dall'8 settembre del 1943. IL TEMPO DI PERCORRENZA DI OLTRE 7 ORE E' DOVUTO AL FATTO CHE SI TRATTAVA DI UN'USCITA DIDATTICA CON LE CLASSI TERZE MEDIE DELL'ISTITUTO COMPRENSIVO DI RECOARO TERME
All'attacco del sentiero si arriva attraversando un contesto urbano dalle spiccate caratteristiche industriali ed artigianali tipiche del Nord-Est d'Italia che ne hanno costituito il motore economico fin dagli anni settanta. L'espansione economica ed urbanistica ha creato il bisogno di natura, di aria pulita e di svago che è divetato ormai una necessità sociale.
Il sentiero DEL PARTIGIANO E DELLA RESISTENZA risponde pienamente a questa esigenza ed è adatto agli appassionati di storia ed agli escursionisti, ma anche alle famiglie in passeggiata e ai turisti che ogni weekend affluiscono numerosi sulle Piccole Dolomiti.
Lungo tutto il percorso sono dislocate 6 bacheche descrittive della storia del Movimento Partigiano, con tutte le informazioni per collocare sull'asse storico l'itinerario.
SI CONSIGLIA DI MUNIRSI DI UNA TORCIA ELETTRICA PER OSSERVARE IL RIFUGIO DELLA MISSIONE DARDO NEI PRESSI DELLA CONTRADA CAILE. Il rifugio contiene l'effige del comandante Dardo ed un radiotelefono in scala 1:1 ed è particolarmente significativo: è l'unica ricostruzione-restauro di "un buso" dei partigiani presente nel territorio italiano. La ricostruzione storica è stata inaugurata il 3 agosto 2014
Il SENTIERO DEL PARTIGIANO E DELLA RESISTENZA è stato realizzato in collaborazione con l'Amministrazione Comunale di Recoaro Terme, con la Sezione " G. Soldà "del Club Alpino Italiano e l'A.N.P.I Sez. di Recoaro Terme
Contesto storico dell’itinerario

Questo sentiero era usato dagli uomini della Resistenza armata e civile per raggiungere i
monti di Recoaro sui quali si insediò ai primi di gennaio 1944 il GRUPPO DI MALGA
CAMPETTO, fulcro originario delle formazioni garibaldine “Garemi”, che portarono poi la
Guerra di Liberazione dal Lago di Garda al Brenta, toccando l'Alto Veronese, l'Alto e il Basso
Vicentino, il Trentino, le zone ovest e sud-est dell'Altopiano di Asiago.
1ª Tappa – Fonte Abelina
Qui c'era una fermata del trenino che saliva da Vicenza a Recoaro. Qui c'era
l'abitazione di Giuseppe d'Ambros “Marco”, costruttore, insieme con Pietro Tovo
“Piero Stella”, del movimento partigiano dell'alta valle dell'Agno.
Fonte Abelina costituiva quindi un punto di raccordo essenziale per i dirigenti della
Resistenza, per i partigiani della montagna, per le staffette e per i rifornimenti
logistici (cibo, vestiario, equipaggiamento, armi, munizioni).
La casa di “Marco”, che fu sicuro riferimento per i comandanti e le prime pattuglie
del Gruppo di Malga Campetto, continuò ad essere una solida base del movimento
partigiano fino al 13 dicembre 1944, quando fu bruciata, insieme alla segheria, dai
nazifascisti per rappresaglia.
“Marco” ebbe come collaboratori fidati Pietro Benetti “Pompeo”, Primo Benetti
“Ceo”, Rino Cavion “Armando”, Narciso Comerlati “Nerone”, Nebrilio Asnicar,
Emilio Gorlin, Giovanni Caneva, Giovanni Pozza “Trenker”, Daniele Bruni, Albino
Cailotto, Abramo Caneva “Ivan”, Augusto Sandri e altri.
2ª Tappa – Contrada Caile
La contrada Caile rappresentava per i partigiani un luogo di passaggio, di sosta e di
permanenza sicuro per la sua collocazione nel gruppo montuoso del Peserico e
soprattutto per l'ospitalità della popolazione, che condivideva con loro gli ideali
antifascisti. Uguale simpatia e solidarietà per i combattenti della libertà dimostravano
le contrade Benetti, Marchi, Muschi e Consolana.
In contrada Caile fu accolto, dopo il primo scontro vittorioso di Malga Campetto
contro le truppe nazifasciste (17 febbraio 1944), un numeroso gruppo di partigiani
guidato da Clemente Lampioni “Pino”.
In questa contrada fu posto per un lungo periodo il Comando della brigata “Garemi”.
In contrada Caile il giorno 8 agosto 1944, in una importante riunione dei comandanti,
fu fondato il “Gruppo Brigate Garemi”, composto dalle brigate “Stella” e
“Pasubiana” e dai battaglioni “Avesani” e “Ubaldo”.
In contrada Caile il battaglione “Romeo” comandato da Benvenuto Volpato
“Armonica” ospitò la Missione inglese “Dardo”, che aveva tra i suoi compiti quello di controllare il Comando generale tedesco in Italia del Feldmaresciallo Kesselring
insediato nelle vicine Fonti di Recoaro, di tenere i collegamenti tra gli Alleati e i
partigiani e di procurare loro preziosi lanci di armi e di rifornimenti.
In queste contrade indispensabile fu il contributo di tante donne, che sostennero la
Resistenza a costo di grandi sacrifici e sofferenze: Maria Benetti, detta la “mamma
dei partigiani”, Wilma Marchi, Velia Marchi, Rina Marchi in Cristoforo, Cesira
Benetti, Maria Benetti, Liliana Benetti, Rosetta Benetti, Lidia Marchi e Rina Marchi.
3ª Tappa – Malga Giochele
Da questo luogo chiamato “il Giochele”, transitavano le varie pattuglie partigiane sia
per raggiungere le posizioni più alte (Malga Campetto, Malga Campodavanti, Valle
del Chiampo, monti del Veronese), sia per scendere a valle per colpire obiettivi
militari e contrastare l'azione dei tedeschi e dei fascisti.
La Malga Giochele, chiamata anche “tèsa della Etta”, costituiva altresì una base
riparata e tranquilla per incontri e riunioni.
Si fermarono qui, tra gli altri, Raimondo Zanella “Giani” e Romeo Zanella
“Germano”, rispettivamente comandante e commissario del Gruppo di Malga
Campetto.
In questa zona Benvenuto Volpato “Armonica” e Leonardo Facchin “Lupo”,
condussero da Selva di Trissino e da Piana molti uomini, che evitarono così di
incappare nel sanguinoso rastrellamento del 9 settembre 1944.
Nel Giochele il 9 dicembre 1944 ebbe luogo un aviolancio alleato procurato dalla
Missione inglese “Dardo”. Fu il primo di otto lanci alla brigata “Stella” che servirono
a superare il duro inverno 1944/45 e ad armare i dieci battaglioni in vista
dell'insurrezione e dello scontro finale con i nazifascisti.
4ª Tappa – Località Pré
Il sentiero che attraversa questa conca, chiamata “Pré”, era per i partigiani alternativo
a quello del Giochele e veniva utilizzato per disorientare il nemico e per sfuggire ad
improvvisi rastrellamenti o puntate.
Anche qui la gente del posto era ospitale nei riguardi delle forze della Resistenza,
sempre pronta ad offrire sostegno morale e a condividere il poco e povero cibo a
disposizione.
In quel tragico periodo forse non c'era lo stato d'animo per cogliere la bellezza di
questi luoghi. Oggi invece osservando lo spettacolo della natura possiamo anche
andare con il pensiero a quei giovani coraggiosi, che ebbero la forza di ribellarsi e di
impegnare la loro vita per conquistare la libertà, la pace, la democrazia e per
realizzare una società più giusta per tutti.
Le conquiste di oggi sono il frutto dell'impegno e del sacrificio, spesso estremo, di
tanti donne e uomini, chiamati allora “ribelli”. 5ª Tappa – Malga Pizzegoro
Malga Pizzegoro era per i partigiani che salivano dal territorio recoarese una tappa
obbligata lungo il percorso che li portava a Malga Campetto. Lassù, a 1600 metri di
altitudine, stabilì la sua base il Gruppo di Malga Campetto, composto da antifascisti
esperti giunti da Padova e da altre località, inviati dalla Delegazione Triveneta
Garibaldi (Zanella Raimondo “Giani” - comandante del Gruppo - , Zanella Romeo
“Germano” - primo commissario - , Gordiano Pacquola “Oreste” - commissario -,
Brenno Guastalla “Carlo”, Norberto Unziani “Boby”, Clemente Lampioni “Pino”,
Luigi Pierobon “Dante” e altri). Ad essi si unirono una forte pattuglia di Schio
guidata da Giovanni Garbin “Marte”, una pattuglia di vicentini diretta da Bruno
Bazzacco “Giorgio” e giovani recoaresi e valdagnesi inviati da “Marco” e da “Piero
Stella”.
Formati da uomini che avevano sopportato carcere e confino per le loro idee, i
partigiani di Malga Campetto cominciarono a percorrere le contrade e i piccoli centri
di montagna dell'Agno e del Chiampo per farsi conoscere, per riscuotere la simpatia
delle popolazioni e per coinvolgere altri coetanei nella Resistenza.
Questi fatti non passarono inosservati e il 17 febbraio 1944 tedeschi e fascisti
lanciarono un poderoso attacco da Fongara e da Campodalbero contro il Gruppo.
Preavvertiti da “Pompeo” la sera prima, i partigiani si organizzarono e, suddivisi in
cinque pattuglie, respinsero l'attacco senza danno, infliggendo al nemico forti perdite.
L'azione clamorosa conquistò fiducia e simpatia nei confronti del movimento
partigiano e portò molti altri giovani alla causa della Resistenza, cosicché il Gruppo
estese le sue basi a Marana, Durlo e contrade alte di Recoaro.
6ª Tappa – Malga Campetto
vedere la descrizione sulla locandina
7ª Tappa – Malga Campodavanti
Dopo la battaglia di Malga Campetto (17 febbraio 1944), le pattuglie partigiane
divennero più numerose e furono inviate in varie località verso l'alta Lessinia, le alte
Valli del Progno, dell'Illasi e del Chiampo, la Valle dell'Agno, l'alta Val Leogra,
Posina, l'Altopiano di Tretti e lungo la dorsale Torreselle-Monteviale.
Gli scioperi del marzo 1944, le azioni delle 10 pattuglie partigiane nei mesi di aprile e
maggio, la confluenza in aprile del forte gruppo partigiano di Selva di Trissino,
guidato da Alfredo Rigodanzo “Ermenegildo-Catone”, l'arrivo di nuovi dirigenti che
rafforzano il comando (Nello Boscagli “Alberto”, Attilio Andreetto “Sergio”,
Armando Pagnotti “Jura”, Orfeo Vangelista “Aramin”, Romano Marchi “Miro”,
Benvenuto Volpato “Armonica”, Giulio Vencato “Giro” e altri), hanno reso il Gruppo
forte di centinaia di combattenti per la libertà.
Fu necessario perciò dare a tutta la formazione partigiana una organizzazione militare efficiente e adeguata.
Il 17 maggio 1944, a Malga Campodavanti di Sotto, alla presenza di centinaia di
partigiani e di decine di capipattuglia, fu tenuta la cerimonia del giuramento della
XXX Brigata d'Assalto “Ateo Garemi”.

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