San Vito Perlo Pra Fontane Pianar San Gervasio
near Valdobbiadene, Veneto (Italia)
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Trail photos
Itinerary description
Da San Vito siamo saliti a Sanguarda per il sentiero 1012 che ad un certo punto si immette nella strada forestale. Da Sanguarda sempre seguendo la strada abbiamo raggiunto il monte Perlo e da qui l’Erta.dove la pendenza si impenna. La abbiamo salita in parte per la comoda strada forestale per poi riprendere il sentiero 1012 che ci ha portato in quota ad incrociare la strada cavalla che prosegue verso oriente nel bosco di faggi e carpini. Incrociata la Via altana che scende a Ron la abbiamo seguita per un pezzo fino al tornante dove abbiamo preso un sentiero molto ripido che ci ha riportato sul Perlo. Scesi per la strada siamo arrivati ai Pianar un pianoro erboso dominato dalla casa dell’avv Dalla Favera (eccentrico personaggio del secolo scorso - basti dire che si diceva dormisse in una bara di legno per abituarsi al sonno eterno) Alla fine del prato c’è un boschetto di alberi piantati a cerchi concentrici. È quanto resta di un Roccolo: un sistema di reti e richiami per catturare gli uccelli migratori di passaggio. Mi ricordo bambino che la serva dell’avvocato veniva giù in paese (non c’era ancora la strada) con l’asino carico di centinaia e centinaia di uccelli morti. Non valutate questi fatti con l’etica attuale: 60 anni fa in una Italia da poco uscita dalla guerra la caccia forniva una integrazione di proteine per la povera gente...
Lasciati i Pianar si scende per la dorsale dove sono collocati alcuni ripetitori fino a raggiungere la chiesetta dei Santi Gervasio e Protasio. Il luogo di culto è costruito sopra una piccola caverna dove la tradizione diceva avessero vissuto i due eremiti. Distrutta durante la prima guerra mondiale ricostruita nel primo dopoguerra era andata in rovina negli anni 70 e 80 del secolo scorso. Una quindicina di anni fa gli alpini di Segusino la hanno restaurata: pregevole l’affresco stile icona realizzato da un pittore locale.
Dalla chiesetta siamo saliti alla cima del colle che cade quasi a picco sul sottostante Piave e dove vi sono i testi di una postazione austroungarica. Attenzione a salire e soprattutto a scendere perché vi sono dei passaggi non agevoli, e attenzione in cima a non sporgersi troppo.
Seguito a ritroso il sentiero fino si ruderi di una casa abbiamo preso il sentiero che scende a valle lungo la Val de Tera. In primo tratto è difficoltoso perché ripido e con fondo argilloso e quindi scivoloso. Poi si addolcisce e scende fino a raggiungere la strada asfaltata all’altezza delle vecchie fornaci.
L’idea iniziale era di proseguire sul greto del Piave per poi salire a San Vito all’altezza di San Luca. Ma una certa stanchezza ci ha consigliato di tornare in paese seguendo la strada.
Bellissima giornata autunnale, bellissimi i colori dell’autunno, funghi chiodini dappertutto (che non abbiamo raccolto dati i tempi stretti)
Lasciati i Pianar si scende per la dorsale dove sono collocati alcuni ripetitori fino a raggiungere la chiesetta dei Santi Gervasio e Protasio. Il luogo di culto è costruito sopra una piccola caverna dove la tradizione diceva avessero vissuto i due eremiti. Distrutta durante la prima guerra mondiale ricostruita nel primo dopoguerra era andata in rovina negli anni 70 e 80 del secolo scorso. Una quindicina di anni fa gli alpini di Segusino la hanno restaurata: pregevole l’affresco stile icona realizzato da un pittore locale.
Dalla chiesetta siamo saliti alla cima del colle che cade quasi a picco sul sottostante Piave e dove vi sono i testi di una postazione austroungarica. Attenzione a salire e soprattutto a scendere perché vi sono dei passaggi non agevoli, e attenzione in cima a non sporgersi troppo.
Seguito a ritroso il sentiero fino si ruderi di una casa abbiamo preso il sentiero che scende a valle lungo la Val de Tera. In primo tratto è difficoltoso perché ripido e con fondo argilloso e quindi scivoloso. Poi si addolcisce e scende fino a raggiungere la strada asfaltata all’altezza delle vecchie fornaci.
L’idea iniziale era di proseguire sul greto del Piave per poi salire a San Vito all’altezza di San Luca. Ma una certa stanchezza ci ha consigliato di tornare in paese seguendo la strada.
Bellissima giornata autunnale, bellissimi i colori dell’autunno, funghi chiodini dappertutto (che non abbiamo raccolto dati i tempi stretti)
Waypoints
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Information
Easy to follow
Scenery
Moderate
Percorso facile da seguire e senza difficoltà nel percorso (ma piuttosto lungo!). Anzi è quasi tutto su strada sterrata e cementata. Il finale l'ho fatto più breve per evitare di camminare sulla statale. Adatto a tutte le stagioni.