Grotta di San Michele, Faicchio, sentiero 183a
near San Pasquale, Campania (Italia)
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Itinerary description
Grotta di San Michele, Faicchio.
Sentiero 183a
Con Annamaria De Iuliis, Gianfranco Cennamo, Kate e William.
Io poi ci ripenso, alla bellezza, anche quando pur vivendola, in certi momenti, non mi sento pienamente in accordo con essa.
Un paio di settimane fa nonostante un sole che non dava scampo volgemmo verso l'alto beneventano per il brevissimo sentiero che porta alla grotta di San Michele. Il desiderio di rivedere un paio di amici mi acciuffò nelle tenebre dove mi ero rinchiuso, spodestando via da me l'indolenza alla calura e armandomi del coraggio necessario a principiare l'impresa.
Solita colazione vietrese e poi via verso Faicchio. All'ingresso del sentiero un cartello abbandonato indica la messa in opera di lavori di riqualificazione, data 2013, se ricordo bene. Una piccola casetta in legno avrebbe forse dovuto essere il riparo di qualche volontario da preporre alle informazioni, la porta era aperta, sbirciammo.
Sembrava una stalla.
Ce ne sono diverse. Chiudemmo i battenti sperando di presevarle dalla rovina, forse tutte collegate da canaline elettriche e tubi dell'acqua, quantomeno sui rami principali. Un tesoro turistico interessante anche per i giovani del dintorni.
La salita è ammantata di pietre e fogliame che in cospirazione con la pendenza, rendono in alcuni tratti, piuttosto scivoloso il cammino. La scalinatura realizzata con i lavori sembrava peggiorare la situazione. Le nuvole accresciute con l'umidità e il calore, copersero il sole che smise di aggredire le nostre nuche, schiacciando però tutta l'aria intorno sotto il peso dell'afa, il che complicò non poco la nostra piccola avventura. La grotta è edificata, al piano terra c'è un pozzo di cui dicono l'acqua sia potabile, salendo le scale si giunge alla sala dell'altare, dipinta con bellissimi affreschi. Sulla sinistra invece c'è un accesso alla fascinosa conformazione naturale delle rocce scolpite dalle acque, così vellutatamente madide che spaventa e incute disagio pensare di sfiorarle, per non sciuparne la bellezza. C'è un tavolo fuori, un altro più in basso, diroccato, e un rifugio del XVIII secolo perfettamente conservato e ben attrezzato. Sulla via del ritorno due faine e uno scoiattolo esploravano il loro giardino.
Sentiero 183a
Con Annamaria De Iuliis, Gianfranco Cennamo, Kate e William.
Io poi ci ripenso, alla bellezza, anche quando pur vivendola, in certi momenti, non mi sento pienamente in accordo con essa.
Un paio di settimane fa nonostante un sole che non dava scampo volgemmo verso l'alto beneventano per il brevissimo sentiero che porta alla grotta di San Michele. Il desiderio di rivedere un paio di amici mi acciuffò nelle tenebre dove mi ero rinchiuso, spodestando via da me l'indolenza alla calura e armandomi del coraggio necessario a principiare l'impresa.
Solita colazione vietrese e poi via verso Faicchio. All'ingresso del sentiero un cartello abbandonato indica la messa in opera di lavori di riqualificazione, data 2013, se ricordo bene. Una piccola casetta in legno avrebbe forse dovuto essere il riparo di qualche volontario da preporre alle informazioni, la porta era aperta, sbirciammo.
Sembrava una stalla.
Ce ne sono diverse. Chiudemmo i battenti sperando di presevarle dalla rovina, forse tutte collegate da canaline elettriche e tubi dell'acqua, quantomeno sui rami principali. Un tesoro turistico interessante anche per i giovani del dintorni.
La salita è ammantata di pietre e fogliame che in cospirazione con la pendenza, rendono in alcuni tratti, piuttosto scivoloso il cammino. La scalinatura realizzata con i lavori sembrava peggiorare la situazione. Le nuvole accresciute con l'umidità e il calore, copersero il sole che smise di aggredire le nostre nuche, schiacciando però tutta l'aria intorno sotto il peso dell'afa, il che complicò non poco la nostra piccola avventura. La grotta è edificata, al piano terra c'è un pozzo di cui dicono l'acqua sia potabile, salendo le scale si giunge alla sala dell'altare, dipinta con bellissimi affreschi. Sulla sinistra invece c'è un accesso alla fascinosa conformazione naturale delle rocce scolpite dalle acque, così vellutatamente madide che spaventa e incute disagio pensare di sfiorarle, per non sciuparne la bellezza. C'è un tavolo fuori, un altro più in basso, diroccato, e un rifugio del XVIII secolo perfettamente conservato e ben attrezzato. Sulla via del ritorno due faine e uno scoiattolo esploravano il loro giardino.
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