San Nicola - Cima Zappi
near Piedimonte, Lazio (Italia)
Viewed 662 times, downloaded 12 times
Trail photos
![Photo ofSan Nicola - Cima Zappi](https://s0.wklcdn.com/image_40/1227041/15592266/9720084.400x300.jpg)
![Photo ofSan Nicola - Cima Zappi](https://s1.wklcdn.com/image_40/1227041/15592267/9720085.400x300.jpg)
![Photo ofSan Nicola - Cima Zappi](https://s2.wklcdn.com/image_40/1227041/15592268/9720086.400x300.jpg)
Itinerary description
Escursione facile all'interno del Parco naturale Regionale dei Monti Lucretili.
Percorrendo una stradina di campagna, che parte dalla prima stazione della vecchia funivia lungo la Via Maremmana poco fuori Palombara Sabina, si arriva dopo circa 2 km in località San Nicola(498 m s.l.m.), nei pressi dell'antico monastero ormai in rovina. Il sentiero inizia proprio dalla piazzola dove si può parcheggiare ed è di facile individuazione e ben segnato.
Ci si addentra nel bosco dopo il primo strappo di una cinquantina di metri, ripido e sconnesso; il sentiero si snoda attraverso Valle Scoperta e dopo 26 tornanti termina ai 1036 m s.l.m. di Sella La Torretta. Da qui si può procedere verso la torretta percorrendo una strada sterrata comoda che in meno di 10 minuti porta a destinazione. Dal punto panoramico ai piedi dell'edificio in pietra a 1052 m s.l.m (Monte Morrone della Croce) la vista spazia su gran parte della provincia di Roma, Viterbo e Rieti: nelle giornate limpide si distingue benissimo Roma, il Tirreno, i Castelli Romani, tutti i comuni della zona est della provincia romana. Verso nord il monte Soratte e i monti del reatino, sui quali svetta il Terminillo.
Lasciata la torretta torniamo indietro verso la sella ma proseguiamo lungo la strada sterrata che si inoltra nel bosco, prima in leggera salita, per poi fasi sempre più ripida. Camminando per circa 20 minuti si raggiunge la zona recintata del vecchio albergo: il sentiero continua per poco ancora dentro in bosco e da quota 1200 m s.l.m. questo si dirada per lasciare spazio ad una brulla pietraia dove svettano solo pochi alberi. Manca ormai poco alla vetta ma siamo nel tratto più "difficile" del percorso: il terreno è sconnesso, molte rocce affiorano dal terreno e si procede a tratti a vista dato che il sentiero si perde; basta solo continuare a salire tra le rocce finché non appare il basamento di cemento con sopra la croce di vetta: siamo su Cima Zappi (1271 m s.l.m.).
Da qui la visuale spazia a 360 gradi e sono visibili verso est il Pratone con la chiesetta ormai abbandonata, il paese di Monteflavio e le creste del Pellecchia, sullo sfondo i Monti Simbruini con Roviano e Cervara di Roma ben individuabili, fino alle catene più imponenti dei Monti della Duchessa, del Velino-Sirente e perfino il Gran Sasso. Verso sud si staglia il profilo calcareo del Monte Guadagnolo, pressoché alla stessa quota della Cima Zappi, i monti Prenestini e gli Ernici.
Volendo si può riscendere seguendo lo stesso percorso fatto per salire, altrimenti si può continuare fino al Pratone e scendere poi verso San Polo dei Cavalieri o Marcellina, mentre per raggiungere Monteflavio la strada è abbastanza lunga.
Consigli: non ci sono fontanili o corsi d'acqua e d'estate quassù può fare molto caldo, quindi meglio munirsi di borracce; nei mesi più fr
eddi invece consiglio bevande calde zuccherate perché, sia per l'altitudine che per il vento, si può sentire molto freddo dal momento che non ci sono ripari ma si è del tutto esposti alle intemperie.
Percorrendo una stradina di campagna, che parte dalla prima stazione della vecchia funivia lungo la Via Maremmana poco fuori Palombara Sabina, si arriva dopo circa 2 km in località San Nicola(498 m s.l.m.), nei pressi dell'antico monastero ormai in rovina. Il sentiero inizia proprio dalla piazzola dove si può parcheggiare ed è di facile individuazione e ben segnato.
Ci si addentra nel bosco dopo il primo strappo di una cinquantina di metri, ripido e sconnesso; il sentiero si snoda attraverso Valle Scoperta e dopo 26 tornanti termina ai 1036 m s.l.m. di Sella La Torretta. Da qui si può procedere verso la torretta percorrendo una strada sterrata comoda che in meno di 10 minuti porta a destinazione. Dal punto panoramico ai piedi dell'edificio in pietra a 1052 m s.l.m (Monte Morrone della Croce) la vista spazia su gran parte della provincia di Roma, Viterbo e Rieti: nelle giornate limpide si distingue benissimo Roma, il Tirreno, i Castelli Romani, tutti i comuni della zona est della provincia romana. Verso nord il monte Soratte e i monti del reatino, sui quali svetta il Terminillo.
Lasciata la torretta torniamo indietro verso la sella ma proseguiamo lungo la strada sterrata che si inoltra nel bosco, prima in leggera salita, per poi fasi sempre più ripida. Camminando per circa 20 minuti si raggiunge la zona recintata del vecchio albergo: il sentiero continua per poco ancora dentro in bosco e da quota 1200 m s.l.m. questo si dirada per lasciare spazio ad una brulla pietraia dove svettano solo pochi alberi. Manca ormai poco alla vetta ma siamo nel tratto più "difficile" del percorso: il terreno è sconnesso, molte rocce affiorano dal terreno e si procede a tratti a vista dato che il sentiero si perde; basta solo continuare a salire tra le rocce finché non appare il basamento di cemento con sopra la croce di vetta: siamo su Cima Zappi (1271 m s.l.m.).
Da qui la visuale spazia a 360 gradi e sono visibili verso est il Pratone con la chiesetta ormai abbandonata, il paese di Monteflavio e le creste del Pellecchia, sullo sfondo i Monti Simbruini con Roviano e Cervara di Roma ben individuabili, fino alle catene più imponenti dei Monti della Duchessa, del Velino-Sirente e perfino il Gran Sasso. Verso sud si staglia il profilo calcareo del Monte Guadagnolo, pressoché alla stessa quota della Cima Zappi, i monti Prenestini e gli Ernici.
Volendo si può riscendere seguendo lo stesso percorso fatto per salire, altrimenti si può continuare fino al Pratone e scendere poi verso San Polo dei Cavalieri o Marcellina, mentre per raggiungere Monteflavio la strada è abbastanza lunga.
Consigli: non ci sono fontanili o corsi d'acqua e d'estate quassù può fare molto caldo, quindi meglio munirsi di borracce; nei mesi più fr
eddi invece consiglio bevande calde zuccherate perché, sia per l'altitudine che per il vento, si può sentire molto freddo dal momento che non ci sono ripari ma si è del tutto esposti alle intemperie.
Waypoints
You can add a comment or review this trail
Comments