San Bartolomeo in Legio , anello dalla Val Giumentina per i campi di farro delle Scalelle
near Pagliari, Abruzzo (Italia)
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Itinerary description
Se c'e' un luogo dove coniugare paesaggio , misticita' e bio-diversita' , questo si chiama Majella o Montagna Madre . La presenza di numerosi eremi , retaggio di eremitaggi passati importanti e' unica nel panorama Appenninico e non solo . Dopo aver attraversato il paese di Roccamorice , siamo saliti in auto in Val Giumentina , ove si parcheggia l'auto , poco dopo la Fonte Cugnoli . Un'edicola con la Madonna degli scout primeggia nell'area ben segnalata da numerosi cartelli . Prendiamo la sterrata che porta come direzione ai Tholos che dopo pochi minuti di cammino subito raggiungiamo , incrociando il sentiero proveniente da Decontra . L'area con queste splendide murature , ricostruite , e' chiusa purtroppo ma ne vediamo l'insieme di strutture in pietra massiccia che i pastori di una volta utilizzavano per la vita quotidiana in montagna e cmnq in zona sono stati ritrovati manufatti di era paleolitica . Camminando si possono ammirare resti di altri Tholos che primeggiano sullo sfondo dei Monti del Morrone , mentre costantemente ammassi di pietre sottolineano quanto la montagna fosse vissuta nel passato , avendo strappato faticosamente terra a pietre . All'altezza di un segnavia verticale troviamo l'indicazione per l'Eremo di San Bartolomeo , abbastanza vicino . Ci troviamo in vista del Vallone di S.Bartolomeo o Santo Spirito e si deve scendere nell'alveo del torrente per poi risalire sull'Eremo . La discesa non e' affatto banale , ripida , e bisogna fare molta attenzione specie con terreno (come oggi) viscido . Mano a mano che si scende l'Eremo appare sempre piu' evidente nella sua splendida caratteristica incastonata , come altri Eremi nella Majella , tra le rocce . Non mancano alla vista anche altre grotte naturali , sicuramente usate da eremiti o pastori per l'adiaccio . Per attraversare il torrente , non ricchissimo di acque , si passa con prudenza sopra un enorme masso che forma il ponte del miracolo . Leggenda vuole che data la particolare formazione e posa , sia stato posato da S.Bartolomeo . Ci siamo risaliti per il sentiero saliamo per la scala santa , che da accesso ad un ampio corridoio , scavato tra le rocce , formando un incavo di rara bellezza . Sopra il portone alcuni affreschi , mentre un muretto di protezione presenta numerosi incisioni , frammiste a quelle di scellerati turisti . Per entrare si apre il chiavistello del portone che da accesso alla cappelletta con la statua di San Bartolomeo . Piu' avanti c'e' la stanzetta ove Celestino V (il Papa del gran rifiuto) sostava in preghiera nei 2-3 anni in cui ha vissuto nell'eremo . Avanti un affaccio aperto in pietra sulla Valle e ove si puo' scendere sulla seconda scala santa . E' umido e abbiamo preferito non scendere . Attraversando il corridoio di uscita si trova una pozza naturale piena di acque che leggenda vuole siano miracolose all'ablazione . Incassato tra le rocce un passaggio che da accesso alla risalita nel sentiero , ove poco piu' in alto campeggia una crocetta votiva . Da li si prosegue con unlungo traverso che da spazio alla visione dello splendido vallone sottostante . Si incrocia un segnavia che indica le Macchie di Coco (altro punto di accesso per l'Eremo) , mentre noi si prosegue in direzione C1 per le Scalelle di Abbateggio , ancora molto lontane . La Majella con le cime piu' prospicenti del Pescofalcone e Blockhaus si para sempre nel nostro cammino , unitamente a quelle del Morrone e , piu' lontane , del Gran Sasso . Dopo aver attraversato un querceto , ci si immette in una sterrata , sempre segnata come C1 , che puo' portare anche all'Eremo di Santo Spirito , che ci risulta purtroppo chiuso . Scendendo ci si imbate in nuove case rurali che piu' avanti compongono la frazione dei Pagliari e li , dopo averne attraversato un breve pezzo in asfalto , scendiamo nuovamente nel Rio Lavino , secco , mentre un suo affluente e' ricco d'acqua . Lo attraversiamo per iniziare in querceti numerosi saliscendi che danno alla vista dei Pagliari e di numerose case pastorali abbandonate , arroccate in posti improbabili . In uscita del bosco inizia la parte forse meno interessante del percorso , che percorre un asfalto costante tra campi di farro e che compongono in lunga sequenza le Scalelle di Abbateggio . Anche qui si sale e si scende e la rampa finale e' un lungo serpentone che sembra non finire mai , ma l'attraversamento improvviso , che riusciamo a filmare , di un nutrito branco di cerve , attenua la fatica . Alla fine della strada la nostra auto .
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