Sala del Monaco (Cima delle Mandrelle) - anticima Acquaviva Ovest - Monte Acquaviva - Monte Pizzone da Fara San Martino
near Fara San Martino, Abruzzo (Italia)
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Trail photos
Itinerary description
Escursione difficile per chilometraggio, dislivello, praticabilità di alcuni tratti dei sentieri e per il caldo torrido. Raccomandazioni banali ma fondamentali: traccia gps alla mano, ottima preparazione fisica, equipaggiamento comprensivo di caschetto e tanta forza di volontà.
Con i compagni di avventura Massimo e Roberto si decide dopo lunghi preparativi di affrontare questa dura prova partendo da una traccia di stefano074 presa al contrario che avrebbe toccato la Cima delle Mandrelle e quella del Pizzone, ma dopo una lunga riflessione si è deciso sulla Cima delle Mandrelle di scendere sul Pizzone dalla Cima dell'Acquaviva anzichè risalirlo dal difficile versante della valle delle Mandrelle. Allungheremo di 5km e sommeremo un maggiore dislivello al percorso ma eviteremo rischi su passaggi complicati.
Partenza dalle Gole di Fara San Martino 440 m.s.l.m. dal sentiero H1 ore 17:00. Attraversato questo magnifico paesaggio con il suo affascinante Eremo (visitabile solo con guida), ci inoltriamo lungo il sentiero lasciandoci alle spalle i numerosi turisti della domenica. Il primo tratto del sentiero è ricco di fonti d'acqua, ben tre e con ottimo flusso.
Dopo 1,5km dall'ultima fonte, si arriva alla Bocca dei Valloni che separa l'H1 con il G6, prendiamo a sinistra seguendo l'H1 e proseguiamo per 2,5km sino alla Fonte Milazzo quando ormai si è fatto buio. Proseguendo avremmo dovuto incontrare la Grotta dei Porci ma per via dell'oscurità e di una non poco chiara dislocazione sulla mappa non la troviamo e decidiamo di tornare indietro per accamparci alla Grotta del Milazzo che si trova poco più in alto della fonte. La grotta è uno stazzo mal ridotto dove vi entra una sola persona su una branda arruginita, quindi Massimo e Roberto si accamperanno fuori sotto una cengia in una notte calda e stellata.
Alle 5:00 si riprende il cammino, salendo troviamo la Grotta dei Porci, ben tenuta! e poco più avanti la Fonte Gelata. Saliamo tranquillamente sino al Piano della Casa dove avremo modo di vedere un'alba magnifica sull'Adriatico e dove faremo l'incontro con una cagnetta che ci accompagnerà per tutta l'escursione.
Saliti sulla croce del Piano della Casa ci dirigiamo sulla cima della Sala del Monaco. Io ho deviato a destra credendo si potesse aggirare senza complessità su un tracciolino molto evidente, ma se potete salite dritti, vi è il sentiero ufficiale.
Dalla Cima Sala del Monaco 2214m prendiamo la decisione di non scendere per la Valle delle Mandrelle per risalire fuori sentiero sul Pizzone, ci sembra molto rischioso per i lunghi traversi su pendii scoscesi, ghiaioni e pini mughi da evitare. Saliremo per la parte alta del Vallone delle Mandrelle sino ad intercettare il G8 sull'anticima dell'Acquaviva Ovest. Saranno 4km con poco più di 500D+ con pendenza graduale su tracciato sempre segnato da omini tra i bastioni del Monte Sant'Angelo sulla sinistra, quello del Pomilio e Focalone di fronte e dell'Acquaviva sulla destra.
Salendo sulla dura spalla dell'Acquaviva incontriamo numerosi branchi di camosci sino a raggiungere la desolante vetta lunare dell'anticima Ovest 2727m. Break per ricompattarci e via verso la Cima dell'Acquaviva 2737m dove faremo un secondo consulto per come scendere sull'impegnativo fuori sentiero del Pizzone.
La discesa al Pizzone ha numerose complessità. Prima fra tutte non esiste un sentiero, si scende su ghiaia e sfasciume, si aggira un salto di roccia sulla sinistra si torna su di un punto meno ripido e per evitare il secondo salto di roccia si passa sulla destra incontrando una cengia a forma di onda, si arriva poi sulla prima sella del Pizzone e si comincia a cercare un varco tra i pini mughi. Ci terremo sempre sulla sinistra, sotto avremo sempre la Valle dell'Acquaviva, si incontrano omini in pietra, a volte fiocchi di plastica sui pini mughi e tracciolini evidenti. Morale dopo un bel po di tentativi arriviamo all'ultima sella, quella dalla quale scenderemo. Qui lasciamo gli zaini e andiamo in cerca del Pizzone 2214m che troveremo su un piccolo spiazzo tra i mughi.
Torniamo indietro, breack e consulto per capire quale sia la via per riprendere il G8.
Scendiamo seguendo un tracciolino con qualche omino quà e là sino ad un fosso e terminato questo ci troviamo tra i resti di uno stazzo e le grandi grotte all'inizio della Valle dell'Acquaviva, davanti a noi il G8.
Intercettato il G8 ha inizio il calvario. Il sentiero è lunghissimo, la traccia ricoperta di erba, scivolosa e sempre esposta al sole. Non si incontreranno fonti sino a quella del Peschio a 4km di distanza (l'ultima fonte sarà quella incontrata accanto alla Grotta dei Porci, occhio al razionamento dell'acqua).
Dai ruderi dello stazzo sul G8 sino all'incrocio con il G6 all'altezza della Grotta dei Callarelli ci vorranno 1,5km circa di sentierino infame. Sul G6 il sentiero inizia a scendere con maggior dislivello grazie ai numerosi zig zag e fortunatamente quasi tutto nel bosco al riparo dal sole. La Fonte del Peschio anche se con scarsa acqua sarà di vitale importanza avendo esaurito tutte le scorte (le abbiamo impiegate anche per dar da bere alla cagnetta).
Si scende su un sentierino lungo e panoramico sulle Gole sottostanti (attenzione ai passaggi esposti) superando ostacoli rappresentati da alberi caduti raggiungiamo il bivio alla Bocca dei Valloni. Da lì il sentiero H1 sarà quello dell'andata, oramai con lo spessore delle cartilagini assottiglato, le braccia e i volti bruciati e le spalle compromesse dai pesanti zaini. Arrivo alla macchina alle ore 19:00, a casa per le 22.30!
Con i compagni di avventura Massimo e Roberto si decide dopo lunghi preparativi di affrontare questa dura prova partendo da una traccia di stefano074 presa al contrario che avrebbe toccato la Cima delle Mandrelle e quella del Pizzone, ma dopo una lunga riflessione si è deciso sulla Cima delle Mandrelle di scendere sul Pizzone dalla Cima dell'Acquaviva anzichè risalirlo dal difficile versante della valle delle Mandrelle. Allungheremo di 5km e sommeremo un maggiore dislivello al percorso ma eviteremo rischi su passaggi complicati.
Partenza dalle Gole di Fara San Martino 440 m.s.l.m. dal sentiero H1 ore 17:00. Attraversato questo magnifico paesaggio con il suo affascinante Eremo (visitabile solo con guida), ci inoltriamo lungo il sentiero lasciandoci alle spalle i numerosi turisti della domenica. Il primo tratto del sentiero è ricco di fonti d'acqua, ben tre e con ottimo flusso.
Dopo 1,5km dall'ultima fonte, si arriva alla Bocca dei Valloni che separa l'H1 con il G6, prendiamo a sinistra seguendo l'H1 e proseguiamo per 2,5km sino alla Fonte Milazzo quando ormai si è fatto buio. Proseguendo avremmo dovuto incontrare la Grotta dei Porci ma per via dell'oscurità e di una non poco chiara dislocazione sulla mappa non la troviamo e decidiamo di tornare indietro per accamparci alla Grotta del Milazzo che si trova poco più in alto della fonte. La grotta è uno stazzo mal ridotto dove vi entra una sola persona su una branda arruginita, quindi Massimo e Roberto si accamperanno fuori sotto una cengia in una notte calda e stellata.
Alle 5:00 si riprende il cammino, salendo troviamo la Grotta dei Porci, ben tenuta! e poco più avanti la Fonte Gelata. Saliamo tranquillamente sino al Piano della Casa dove avremo modo di vedere un'alba magnifica sull'Adriatico e dove faremo l'incontro con una cagnetta che ci accompagnerà per tutta l'escursione.
Saliti sulla croce del Piano della Casa ci dirigiamo sulla cima della Sala del Monaco. Io ho deviato a destra credendo si potesse aggirare senza complessità su un tracciolino molto evidente, ma se potete salite dritti, vi è il sentiero ufficiale.
Dalla Cima Sala del Monaco 2214m prendiamo la decisione di non scendere per la Valle delle Mandrelle per risalire fuori sentiero sul Pizzone, ci sembra molto rischioso per i lunghi traversi su pendii scoscesi, ghiaioni e pini mughi da evitare. Saliremo per la parte alta del Vallone delle Mandrelle sino ad intercettare il G8 sull'anticima dell'Acquaviva Ovest. Saranno 4km con poco più di 500D+ con pendenza graduale su tracciato sempre segnato da omini tra i bastioni del Monte Sant'Angelo sulla sinistra, quello del Pomilio e Focalone di fronte e dell'Acquaviva sulla destra.
Salendo sulla dura spalla dell'Acquaviva incontriamo numerosi branchi di camosci sino a raggiungere la desolante vetta lunare dell'anticima Ovest 2727m. Break per ricompattarci e via verso la Cima dell'Acquaviva 2737m dove faremo un secondo consulto per come scendere sull'impegnativo fuori sentiero del Pizzone.
La discesa al Pizzone ha numerose complessità. Prima fra tutte non esiste un sentiero, si scende su ghiaia e sfasciume, si aggira un salto di roccia sulla sinistra si torna su di un punto meno ripido e per evitare il secondo salto di roccia si passa sulla destra incontrando una cengia a forma di onda, si arriva poi sulla prima sella del Pizzone e si comincia a cercare un varco tra i pini mughi. Ci terremo sempre sulla sinistra, sotto avremo sempre la Valle dell'Acquaviva, si incontrano omini in pietra, a volte fiocchi di plastica sui pini mughi e tracciolini evidenti. Morale dopo un bel po di tentativi arriviamo all'ultima sella, quella dalla quale scenderemo. Qui lasciamo gli zaini e andiamo in cerca del Pizzone 2214m che troveremo su un piccolo spiazzo tra i mughi.
Torniamo indietro, breack e consulto per capire quale sia la via per riprendere il G8.
Scendiamo seguendo un tracciolino con qualche omino quà e là sino ad un fosso e terminato questo ci troviamo tra i resti di uno stazzo e le grandi grotte all'inizio della Valle dell'Acquaviva, davanti a noi il G8.
Intercettato il G8 ha inizio il calvario. Il sentiero è lunghissimo, la traccia ricoperta di erba, scivolosa e sempre esposta al sole. Non si incontreranno fonti sino a quella del Peschio a 4km di distanza (l'ultima fonte sarà quella incontrata accanto alla Grotta dei Porci, occhio al razionamento dell'acqua).
Dai ruderi dello stazzo sul G8 sino all'incrocio con il G6 all'altezza della Grotta dei Callarelli ci vorranno 1,5km circa di sentierino infame. Sul G6 il sentiero inizia a scendere con maggior dislivello grazie ai numerosi zig zag e fortunatamente quasi tutto nel bosco al riparo dal sole. La Fonte del Peschio anche se con scarsa acqua sarà di vitale importanza avendo esaurito tutte le scorte (le abbiamo impiegate anche per dar da bere alla cagnetta).
Si scende su un sentierino lungo e panoramico sulle Gole sottostanti (attenzione ai passaggi esposti) superando ostacoli rappresentati da alberi caduti raggiungiamo il bivio alla Bocca dei Valloni. Da lì il sentiero H1 sarà quello dell'andata, oramai con lo spessore delle cartilagini assottiglato, le braccia e i volti bruciati e le spalle compromesse dai pesanti zaini. Arrivo alla macchina alle ore 19:00, a casa per le 22.30!
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Comments (2)
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Giro straordinario, complimenti!
Grazie Giuseppe, bel giro è vero ma molto impegnativo, non credo che lo replicherò più in futuro.