Rodì Milici La Cupola Rosata
near Rodì, Sicilia (Italia)
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Itinerary description
Notizie Storiche:
La Cupola Rosata è una chiesa sormontata da una Cupola a sesto ribassato che le dà il nome. Non presenta alcun altare all’interno ed è orientata verso nord, dove si trova la porta di accesso. La caratteristica che distingue la struttura è la buona conservazione del colore rosato dell’intonaco della cupola, realizzato con una base di calce alla quale si aggiungeva polvere di laterizio chiamata “cocciopesto” che conferiva all’impasto delle caratteristiche idrauliche ottimali. Si tratta di una tecnica già utilizzata dai Romani per rivestire le pareti di cisterne, acquedotti. Per la tecnica della malta utilizzata nella muratura, la struttura è databile in età paleocristiana.
Per gli storici locali la Chiesa è la testimonianza dell’esistenza di un abitato proprio sulla sponda ds. del Torrente Patrì . Essa è stata riportata alla luce con una campagna di scavo nel 1989 ed è stat identificata con l’antica Chiesa di San Bartolomeo, sommersa dalle acque del Torrente durante l’alluvione del 1582. La struttura forse apparteneva ad un insediamento monastico posto su una direttrice viaria di notevole importanza, che da Francavilla di Sicilia giungeva a Novara di Sicilia per raggiungere …….. La direttrice, che possiamo identificare con una delle Vie Francigene di Sicilia, passando da Rodì Milici, attraverso l’attuale Via Coppola, raggiungeva Castroreale, prevedendo l’attraversamento del Torrente Patrì proprio nelle adiacenze della Cupola Rosata. Superato il Torrente, si giungeva in Contrada Porticato e da lì, attraverso la trazzera conosciuta come “a strada di iattareddi” (per via dei pescatori che dalla Marina di Marchesana, risalendo il Torrente con ceste in spalla portavano, fino agli anni cinquanta, il pesce, cibo ambito dai gatti!, a Castroreale), passando da Crizzina, si arrivava a Castroreale. Questa via potrebbe coincidere con il “Dromum” citato in un privilegio del 1105. Proprio con quest’asse viario sarebbero da mettere in relazione il Monastero di San Salvatore La Placa e San Giacomo di Calò in territorio novarese, Santa Venera e Santa Maria di Gala, un tempo appartenenti al territorio di Castroreale, oggi invece al Comune di Barcellona Pozzo di Gotto. Sulla base dell’osservazione del paesaggio e delle risorse ambientali dell’area, è stata ipotizzata lungo il torrente Patrì l’esistenza di una viabilità più antica, ma non meno importante, che permetteva le comunicazioni dal Tirreno allo Ionio e viceversa, forse fin dalla Preistoria. A tal proposito, risulta interessante lo studio della Prof.ssa Caterina Ingoglia dell’Università di Messina svolto nell’ambito di un progetto finalizzato alla ricostruzione dell’antica topografia di tutto il territorio attraversato dal torrente Patrì.
Scheda redatta da Carmelo Ceraolo
La Cupola Rosata è una chiesa sormontata da una Cupola a sesto ribassato che le dà il nome. Non presenta alcun altare all’interno ed è orientata verso nord, dove si trova la porta di accesso. La caratteristica che distingue la struttura è la buona conservazione del colore rosato dell’intonaco della cupola, realizzato con una base di calce alla quale si aggiungeva polvere di laterizio chiamata “cocciopesto” che conferiva all’impasto delle caratteristiche idrauliche ottimali. Si tratta di una tecnica già utilizzata dai Romani per rivestire le pareti di cisterne, acquedotti. Per la tecnica della malta utilizzata nella muratura, la struttura è databile in età paleocristiana.
Per gli storici locali la Chiesa è la testimonianza dell’esistenza di un abitato proprio sulla sponda ds. del Torrente Patrì . Essa è stata riportata alla luce con una campagna di scavo nel 1989 ed è stat identificata con l’antica Chiesa di San Bartolomeo, sommersa dalle acque del Torrente durante l’alluvione del 1582. La struttura forse apparteneva ad un insediamento monastico posto su una direttrice viaria di notevole importanza, che da Francavilla di Sicilia giungeva a Novara di Sicilia per raggiungere …….. La direttrice, che possiamo identificare con una delle Vie Francigene di Sicilia, passando da Rodì Milici, attraverso l’attuale Via Coppola, raggiungeva Castroreale, prevedendo l’attraversamento del Torrente Patrì proprio nelle adiacenze della Cupola Rosata. Superato il Torrente, si giungeva in Contrada Porticato e da lì, attraverso la trazzera conosciuta come “a strada di iattareddi” (per via dei pescatori che dalla Marina di Marchesana, risalendo il Torrente con ceste in spalla portavano, fino agli anni cinquanta, il pesce, cibo ambito dai gatti!, a Castroreale), passando da Crizzina, si arrivava a Castroreale. Questa via potrebbe coincidere con il “Dromum” citato in un privilegio del 1105. Proprio con quest’asse viario sarebbero da mettere in relazione il Monastero di San Salvatore La Placa e San Giacomo di Calò in territorio novarese, Santa Venera e Santa Maria di Gala, un tempo appartenenti al territorio di Castroreale, oggi invece al Comune di Barcellona Pozzo di Gotto. Sulla base dell’osservazione del paesaggio e delle risorse ambientali dell’area, è stata ipotizzata lungo il torrente Patrì l’esistenza di una viabilità più antica, ma non meno importante, che permetteva le comunicazioni dal Tirreno allo Ionio e viceversa, forse fin dalla Preistoria. A tal proposito, risulta interessante lo studio della Prof.ssa Caterina Ingoglia dell’Università di Messina svolto nell’ambito di un progetto finalizzato alla ricostruzione dell’antica topografia di tutto il territorio attraversato dal torrente Patrì.
Scheda redatta da Carmelo Ceraolo
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