Roccamonfina - Fontanafredda - Valogno
near Roccamonfina, Campania (Italia)
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Itinerary description
Waypoints
Partenza da Piazza Nicola Amore
La piazza ha conservato l'impianto originario, la sua valorizzazione risale al periodo dell'egemonia angioina (1266-1442), quando la città acquista il privilegio di un mercato settimanale e di una fiera annuale, per intervento di Goffredo Marzano Signore di Roccamonfina, Grande Ammiraglio e fedele consigliere della Corona. La piazza venne intitolata a Nicola Amore alla fine del 1800, avvocato e politico nato a Roccamonfina e senatore del Regno d'Italia.
Chiesa Collegiata di Santa Maria Maggiore
Chiesa collegiata di Santa Maria Maggiore, sita nella centrale Piazza Nicola Amore, il cui attuale stato si deve ad un rifacimento del 1715. Presenta un grande protiro ad arco sulla facciata ed è fiancheggiata da un campanile con decorazione a maioliche del 1775. L'interno è a tre navate. Alla chiesa è annesso un "Museo parrocchiale", che ne raccoglie gli arredi sacri.
Santuario di Maria Santissima dei Lattani
Il santuario fu fondato nel 1430 da san Bernardino da Siena e san Giacomo della Marca, che vi erano giunti in seguito alla notizia del ritrovamento di una statua della Vergine nello stesso anno o in quello precedente. Venne edificata una prima cappella rurale, quindi una prima chiesa, allargata poco dopo nelle forme attuali tra il 1448 e il 1507. Nel 1446 papa Eugenio IV affidò il convento, sorto nel frattempo, ai Francescani. Nel marzo 1970 il santuario fu elevato da papa Paolo VI alla dignità di basilica minore. Gli edifici del santuario si aprono su un ampio cortile interno, aperto sul panorama. Vi si affacciano la chiesa, il convento e un edificio costruito al momento della fondazione, detto "Protoconventino" o "romitaggio di San Bernardino", recentemente restaurato nelle forme originali. La facciata della chiesa, preceduta da un grande protiro con arco a tutto sesto, conserva l'originale porta lignea del 1507. L'interno, ad unica navata, divisa in campate da pilastri che sostengono la volta a crociera a sesto acuto ribassato, conserva affreschi quattrocenteschi e settecenteschi e finestre gotiche con vetrate policrome. Sulla sinistra si apre la cappella dedicata alla Vergine dei Lattani, con cupola affrescata, che ospita una statua di Madonna con Bambino in pietra basaltica, ricoperta da pittura policroma, forse attribuibile al IX secolo. Il convento presenta una facciata con porticato ad archi e all'interno un chiostro rettangolare con archi ogivali sorretti da colonnine, di varia forma, su due piani. Si conservano affreschi seicenteschi eseguiti dal padre Tommaso di Nola. Sul chiostro si apre il refettorio. Il cosiddetto edificio del "Protoconventino" si affaccia sul cortile interno con un loggiato su due piani, aperto verso la valle con finestre, quella inferiore decorata da un rosone. Nel cortile si trovano anche una fontana in pietra e sul lato verso il monte una fontana quattrocentesca decorata nel 1961 da una raffigurazione in ceramica policroma.
Chiesa e convento di San Domenico
Chiesa e convento di San Domenico, siti nella frazione omonima ed eretti nel XVII secolo per donazione testamentaria di Gian Nicola Fusco. La chiesa ha tre navate e conserva un coro ligneo. Chiesa di San Michele Arcangelo, in loc. Gallo con fonte battesimale marmoreo seicentesco
Valogno - Murales
Può la fantasia salvare il mondo. Forse no, il mondo ha bisogno di coraggio, di speranza, di realtà. Ma la fantasia può salvare un paese. Questa è la storia di Valogno, piccolo borgo nel parco regionale” Roccamonfina-Foce del Garigliano”, a quattro chilometri da Sessa Aurunca, in provincia di Caserta. Valogno è il paese dei murales e della fantasia. Valogno era uno dei tanti paesini destinato a scomparire. I giovani sono emigrati tutti tra gli anni ’60 e gli anni ’90 e in paese sono rimaste tante case vuote e pochi anziani. Il paese si è ripiegato su se stesso, si è spento. Non c’è un alimentari, non c’è un bar. Non c’è nulla. Valogno è diventato un paese fantasma. Il paese diventa grigio. Come tanti piccoli borghi italiani. Ma un giorno, ormai di dieci anni fa, Giovanni Casale e sua moglie Dora Mesolella emigrati a Roma per cercare lavoro (psicologo lui e impiegata Telecom lei) decidono di premere il tasto “pause” alle loro vite, decidono che per andare avanti bisogna tornare indietro. Chiudono la loro casa di Roma e tornano in provincia di Caserta, nel paesino sperduto tra le montagne dai ritmi lenti, dove sono nati. L’ingresso a Valogno è spettacolare con un murales gigante di Frida Kahlo. Dove parcheggiamo la macchina invece c’è una scena dell’Unità di Italia. Non c’è una continuità, un racconto comune tra i vari disegni, forse l’unico filo rosso è il colore che ti accompagna a entrare in un regno incantato. C’è un silenzio quieto, odore di caminetti accesi e aria frizzante. Accanto ai murales di Benvenuto a Valogno e Frida, c’è una piccola bottega, la collaboratrice di Viaggiapiccoli Campania , Anna Rita Mautone, con il piccolo Manuel ci racconta: “Siamo entrati incuriositi dai quadri appesi e sparsi un po’ ovunque e dietro ad un banchetto sul quale c’erano piccoli quadretti in tela dipinti, incontriamo Dora. Inizialmente non avevo capito chi fosse, poi è proprio lei ad accoglierci e a spiegarci tutto il progetto che c’è dietro il borgo di Valogno. La verità è ben più grigia del semplice ritorno al proprio paese di origine”. La storia che Dona racconta ad Anna Rita la lascia senza parole: “Il voler colorare “il grigio dell’anima” nasce da una storia di dolore personale dovuta alla malattia del figlio, diagnosticatagli quando aveva appena 4 anni. Da qui la scelta di tornare a vivere in un luogo tranquillo , che permettesse a tutta la famiglia di trovare quella serenità perduta.” È cosi che nasce il progetto “I colori del grigio”: inondare di colori le stradine del borgo, ormai quasi disabitato, è stato un modo per restituire vita e gioia e speranza ad un luogo destinato a decadere. Un percorso difficile che ha però aiutato la famiglia e , con uno sguardo più ampio, tutti gli abitanti del borgo a uscire da una situazione triste e grigia. La rinascita di Valogno è quindi il simbolo della rinascita non solo di questa straordinaria famiglia ma anche di tutta la popolazione, che oggi accoglie sorridendo i visitatori che camminano per le vie del borgo. Noi abbiamo incontrate tante persone anziane che ci salutavano e ci indicavano dove andare a vedere i murales più belli.
Valogno - Murales
Può la fantasia salvare il mondo. Forse no, il mondo ha bisogno di coraggio, di speranza, di realtà. Ma la fantasia può salvare un paese. Questa è la storia di Valogno, piccolo borgo nel parco regionale” Roccamonfina-Foce del Garigliano”, a quattro chilometri da Sessa Aurunca, in provincia di Caserta. Valogno è il paese dei murales e della fantasia. Valogno era uno dei tanti paesini destinato a scomparire. I giovani sono emigrati tutti tra gli anni ’60 e gli anni ’90 e in paese sono rimaste tante case vuote e pochi anziani. Il paese si è ripiegato su se stesso, si è spento. Non c’è un alimentari, non c’è un bar. Non c’è nulla. Valogno è diventato un paese fantasma. Il paese diventa grigio. Come tanti piccoli borghi italiani. Ma un giorno, ormai di dieci anni fa, Giovanni Casale e sua moglie Dora Mesolella emigrati a Roma per cercare lavoro (psicologo lui e impiegata Telecom lei) decidono di premere il tasto “pause” alle loro vite, decidono che per andare avanti bisogna tornare indietro. Chiudono la loro casa di Roma e tornano in provincia di Caserta, nel paesino sperduto tra le montagne dai ritmi lenti, dove sono nati. L’ingresso a Valogno è spettacolare con un murales gigante di Frida Kahlo. Dove parcheggiamo la macchina invece c’è una scena dell’Unità di Italia. Non c’è una continuità, un racconto comune tra i vari disegni, forse l’unico filo rosso è il colore che ti accompagna a entrare in un regno incantato. C’è un silenzio quieto, odore di caminetti accesi e aria frizzante. Accanto ai murales di Benvenuto a Valogno e Frida, c’è una piccola bottega, la collaboratrice di Viaggiapiccoli Campania , Anna Rita Mautone, con il piccolo Manuel ci racconta: “Siamo entrati incuriositi dai quadri appesi e sparsi un po’ ovunque e dietro ad un banchetto sul quale c’erano piccoli quadretti in tela dipinti, incontriamo Dora. Inizialmente non avevo capito chi fosse, poi è proprio lei ad accoglierci e a spiegarci tutto il progetto che c’è dietro il borgo di Valogno. La verità è ben più grigia del semplice ritorno al proprio paese di origine”. La storia che Dona racconta ad Anna Rita la lascia senza parole: “Il voler colorare “il grigio dell’anima” nasce da una storia di dolore personale dovuta alla malattia del figlio, diagnosticatagli quando aveva appena 4 anni. Da qui la scelta di tornare a vivere in un luogo tranquillo , che permettesse a tutta la famiglia di trovare quella serenità perduta.” È cosi che nasce il progetto “I colori del grigio”: inondare di colori le stradine del borgo, ormai quasi disabitato, è stato un modo per restituire vita e gioia e speranza ad un luogo destinato a decadere. Un percorso difficile che ha però aiutato la famiglia e , con uno sguardo più ampio, tutti gli abitanti del borgo a uscire da una situazione triste e grigia. La rinascita di Valogno è quindi il simbolo della rinascita non solo di questa straordinaria famiglia ma anche di tutta la popolazione, che oggi accoglie sorridendo i visitatori che camminano per le vie del borgo. Noi abbiamo incontrate tante persone anziane che ci salutavano e ci indicavano dove andare a vedere i murales più belli.
Vrollaro - Roccamonfina
La padella forata più grande del mondo sarà la nostra – assicura il sindaco Carlo Montefusco – e ne siamo per questo orgogliosi“. La cittadina matesina famosa in tutto il mondo per le castagne tenta il primato assoluto: quello della costruzione e cottura del prelibato frutto nel vrollaro più grande del mondo, tanto da entrare nel guiness dei primati. Per superare il severissimo giudizio della commissione internazionale, che sarà in città il prossimo 28 ottobre, ed entrare di diritto nel Guiness World Record (il libro del Guiness dei primati) però, i sapienti artigiani del posto dovranno superare il record attualmente detenuto già da diversi anni dal Portogallo. Nelle intenzioni c’è quello di costruire un vrollaro in ferro battuto del diametro di circa 6 metri, un peso complessivo di 650 kg ed una capacità di cuocere 1.100 kg di castagne alla volta. La castanicoltura per il territorio di Roccamonfina e di tutta l’area del Monte Santa Croce ha sempre rappresentato un’importante risorsa forestale per la conservazione e salvaguardia del territorio, nonché alimentare, zootecnica ed economica, gestita secondo i buoni usi e la saggia cultura del passato.
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