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Rocca dei vescovi a BRENDOLA (VI)

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Trail stats

Distance
7.32 mi
Elevation gain
1,207 ft
Technical difficulty
Easy
Elevation loss
1,424 ft
Max elevation
1,284 ft
TrailRank 
32
Min elevation
313 ft
Trail type
One Way
Time
5 hours 22 minutes
Coordinates
1983
Uploaded
February 20, 2023
Recorded
February 2023
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near Marzari, Veneto (Italia)

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Itinerary description

Tranquilla passeggiata fino alla rocca.
Parcheggiato al palazzetto dello sport.
Se risultasse pieno, di fianco c'è un altro parcheggio.
Al suo fianco destro si inizia il sentiero (la traccia ha fatto capricci).
Il sentiero è facile su tratti di bosco e strade bianche.
La Rocca è sempre stata luogo di riparo per i Vescovi di Vicenza e sembra fosse fortificata fin da prima del X secolo.
Un primo documento attesta la concessione imperiale di Ottone III del castello, probabilmente fino ad allora un semplice torrione squadrato, al Vescovo di Vicenza.
Altri documenti che testimoniano con certezza il possedimento risalgono al XII secolo.
Brendola - Monti BericiNella sua compiutezza doveva essere un edificio piuttosto imponente adatto a far fronte a lunghi, e non rari per quei tempi bui e pericolosi, periodi di permanenza del Vescovo.
E' facile intuire, anche se non vi sono testimonianze, che il maniero sia stato più volte assediato ed incendiato.
Atti notarili riferiscono che il vescovo Bartolomeo da Breganze cede, nel XIII secolo, l'uso e la manutenzione del castello alla chiesa e alla comunità locale di Brendola, con l'obbligo di offrire riparo al vescovo in caso di necessità.
Successivamente il paese, ed il suo castello, subiscono gli avvenimenti delle signorie dominanti nel Veneto.
Nel 1337 viene ceduto ai Carraresi, nel 1353 se ne impossessa Cangrande della Scala che successivamente lo dona ai Vicentini.
Nel 1404 Vicenza, e tutto il suo territorio, si dona alla Serenissima Repubblica di Venezia e ne seguirà le sorti.

Lo splendore e le glorie della rocca terminano nel XVI secolo, quando le truppe di Bartolomeo d'Alviano, comandante militare della Serenissima, incendiano e distruggono i punti vitali del maniero, allo scopo di impedirne l'utilizzo alle incalzanti truppe della Lega di Cambrai, calate in Veneto per conquistare Venezia.

Da quel momento quei ruderi diventano muti testimoni del tempo che passa e delle tumultuose vicissitudini dei nostri secoli.
E, dopo cinquecento anni, il tempo ce li restituisce in gravissimo stato di abbandono e precarietà.
Nei dintorni altri due castelli dove si rifugiava il Vescovo, il castello (ora chiesa parrocchiale) di Grancona e il castello di Zovencedo.
Il castello faceva parte della cintura fortificata tra il territorio vicentino ed il veronese, comprendente ( da "Magico Veneto")

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