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RNO Oasi WWF di Capo Rama

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Trail stats

Distance
2.46 mi
Elevation gain
118 ft
Technical difficulty
Moderate
Elevation loss
118 ft
Max elevation
122 ft
TrailRank 
49
Min elevation
122 ft
Trail type
Loop
Coordinates
1002
Uploaded
October 27, 2020
Recorded
October 2020
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near Agliandroni-Paternella, Sicilia (Italia)

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Itinerary description

RNO Oasi WWF di Capo Rama

Itinerario Anello
Partenza Parcheggio N 38°08'12" - E 13°02'20”
Lunghezza km 3,95
Guadagno/perdita mt 154/-154
Pendenza media 6,5%/-6,5%
Elevazione min/max mt 14/35
Tipo di suolo strada 7,6%, sentiero agevole 85%, sentiero impegnativo 7,4% (da km 6,9 a km 7,7)
Difficoltà livello Facile

Il percorso è facile e si sviluppa, tranne un breve tratto iniziale, su sentiero agevole. Solo due brevi tratti del sentiero richiedono attenzione, una parte del sentiero n. 2 ed un breve tratto del sentiero n.3 (km 1,8 - 1,9).
Il primo tratto del percorso porta dal parcheggio, punto di partenza, verso la Torre di Capo Rama.
Al km 0,2 deviazione a sinistra sul sentiero geologico n. 2 dove si possono ammirare sulla roccia diversi fossili marini, facilmente identificabili attraverso piccoli cartelli informativi.
Ritornati sul percorso principale, si attraversa la caratteristica gariga di palma nana e si raggiunge la Torre di avvistamento di Capo Rama.
Il percorso prosegue sul sentiero n. 1 che collega la Torre di Capo Rama con la spettacolare Cala Porro (km 1,4), tra la tipica vegetazione di palma nana, limonio e fico d’india (Opuntia Stricta).
Si continua sul sentiero n. 3 che collega Cala Porro (1) a Punta Catalana (km 2,2) e Cala Rossa (2) (km 2.4).
Si ritorna al punto di partenza sugli stessi sentieri.

L'area di Capo Rama è stata oggetto di tutela fin dal 1968 da parte del Comune di Terrasini come “Biotopo di inestimabile valore". In attuazione del Piano Regionale dei Parchi e delle Riserve della Regione Siciliana (L.R. n. 14/88), l'Assessorato Regionale Territorio e Ambiente, "al fine di salvaguardare il territorio di ragguardevole interesse scientifico (geologico, floristico e faunistico), distinto dal territorio circostante fortemente degradato, per la presenza di macchia a Sparzio e Olivastro, nonché di interessante vegetazione rupestre lungo la costa rocciosa", con Decreto Assessoriale n° 274/44 del 23 Giugno 2000, ha istituito la Riserva Naturale Orientata Capo Rama affidandone la gestione al WWF Italia onlus. Oltre al promontorio di Capo Rama, il vincolo di Riserva Naturale si estende anche sulle aree costiere limitrofe, per un'estensione complessiva di 57 ettari di superficie protetta distinti in zona A e zona B. La Riserva ricade integralmente all'interno del più ampio Sito di Importanza Comunitaria (S.I.C.), denominato "Cala Rossa e Capo Rama".

La Riserva Capo Rama sorge su una piattaforma di abrasione sommitale che si è formata a seguito dell’azione di erosione legata alle variazioni del livello del mare, che si sono verificate durante il quaternario. Nell’area affiorano rocce calcaree di età mesozoica, risalenti a circa 200 milioni di anni fa, che si sono depositate sul fondo del mare, in un ambiente di piattaforma e di laguna, e sono successivamente emerse a seguito delle spinte orogeniche che hanno portato alla formazione della Sicilia. Le rocce sono ricche di fossili, fra i quali prevalgono i gusci di Megalodonti, Lamellibranchi di grandi dimensioni, oltre a resti di gasteropodi marini, di coralli e di altri organismi incrostanti che popolavano i fondali marini. In queste rocce è stata individuata una ciclica successione stratigrafica, in cui si sono alternati periodi di emersione e di immersione e vari ambienti di deposizione. La spianata è interessata da morfologie carsiche dovute ai processi di dissoluzione del carbonato di calcio operati da acque arricchite di anidride carbonica. Tali processi carsici hanno dato origine ai campi solcati e ai depositi di terre rosse che caratterizzano la superfice topografica in cui si sono cementati resti di molluschi terrestri, denti e frammenti di ossa appartenuti a grandi animali.
La costa è alta e rocciosa (falesia); in essa si aprono alcune grotte dovute alla concomitante azione dell’erosione marina e della dissoluzione carsica.
Il promontorio di Capo Rama è stato inserito nell’esclusivo elenco dei “Geositi” italiani. I “geositi” sono località di rilevante interesse geologico di alto valore naturalistico ed importanti testimoni della storia della terra. Essi rendono peculiari i luoghi e le aree territoriali in cui sono inseriti per i loro specifici fattori fisici, morfologici, climatici e strutturali. Il geosito Capo Rama è stato dichiarato, dall’Istituto Superiore per la protezione e la Ricerca Ambientale del Ministero dell’Ambiente, meritevole di tale riconoscimento per la presenza di una importante facies geologica utile per la ricostruzione della geologia della Sicilia di circa 200 milioni di anni fa.

La Riserva è caratterizzata da una vegetazione naturale, arbustiva ed erbacea, costituita da specie adattate a condizioni di insolazione, aridità, vento costante e aerosol marino tipiche di questa piattaforma carbonatica. La scogliera è colonizzata da associazioni vegetali alofile tra cui predominano alcune specie di Limonio (Limonium sp. pl.), Salicornia fruticosa (Arthrocnemum fruticosum), Finocchio di mare (Crithmum maritimum), Papavero cornuto (Glaucium flavum). Sul pianoro che si sviluppa a ridosso della linea di costa domina la macchia a Palma nana (Chamaerops humilis), unica palma autoctona d'Europa. Questa pianta è legata alle tradizioni popolari per l'uso che le comunità costiere del Mediterraneo facevano di alcune sue parti: intrecciando le foglie mature, ben asciutte, si ottenevano scope, da cui deriva l'appellativo dialettale di "scupazzu", mentre con le foglie più giovani si realizzavano cesti, cappelli, ventagli, borse e altri manufatti artigianali. La macchia è formata anche da esemplari di Olivastro (Olea europea var. sylvetris), Lentisco (Pistacia lentiscus), Camedrio femmina (Teucrium fruticans), Tè siciliano (Prasium majus), Asparago pungente (Asparagus acutifolius), varie specie di Asparagi (Asparagus sp. pl.), Asparago bianco (Asparagus albus), llatro (Phillyrea latifolia). Nelle zone più interne prevale l'associazione a Olivastro (Olea europea var. sylvestris), Euforbia fruticosa (Euphorbia dendroides), Palma nana (Chamaerops humilis), Efedra (Ephedra fragilis), Asparago selvatico (Asparagus stipularis), Quercia spinosa (Quercus calliprinos); di quest'ultima specie, divenuta rara in Sicilia, all'interno della Riserva è presente un solo esemplare.
Molti spazi della riserva sono stati colonizzati da specie esotiche: una varietà di fico d'india (Opuntia stricta) ed il tappezzante Carpobrotus.

A Capo Rama si ritrovano vestigia che attestano la presenza dell'uomo e l'utilizzo che nei secoli è stato fatto di questo promontorio: muretti a secco che tracciano geometrie tra la vegetazione arbustiva, resti di vetusti ripari che dimostrano un'antica frequentazione del sito, i segni più recenti di una cava di pietra, di una probabile calcara, della presenza di pagliericci, di attività agricole e pastorali. Un fortino militare e una casetta in pietra e malta risalenti al secondo grande conflitto tramandano la memoria di un triste passato. Il manufatto più vistoso, divenuto il simbolo della Riserva, è rappresentato dalla torre di avvistamento che si innalza all'estremità di Capo Rama. La torre, che dal promontorio ha ereditato la denominazione, è stata una delle prime a sorgere sul litorale siciliano e rappresenta il manufatto più antico esistente nel territorio comunale di Terrasini. Fu Martino il Giovane nel 1405 a prevederne la costruzione in questo luogo che lo stesso Re di Sicilia individuò per la valenza strategica. La pianta circolare, le dimensioni modeste della struttura e la semplicità delle forme sono, infatti, caratteristiche architettoniche in uso nel XV secolo. La torre venne costruita per avvistare le imbarcazioni pirata e segnalarne la presenza attraverso i fani e risulta inserita in tutti gli elenchi ufficiali delle torri che costituivano il complesso e articolato sistema di avvistamento costiero. La torre di Capo Rama faceva parte delle 11 torri controllate dal Senato della Città di Palermo, di cui rappresentava anche la più occidentale.
La torre di Capo Rama è rimasta attiva per quattro secoli durante i quali ha svolto la funzione di avvistamento e segnalazione dei pericoli che giungevano dal mare. Dalle Opere degli storici apprendiamo che questa torre non è mai stata attrezzata con pezzi di artiglieria perché le caratteristiche fisiche della struttura non erano adatte a sostenere il peso e le sollecitazioni dinamiche degli strumenti da fuoco allora in usa. Il tetto era coperto con volta a botte (dammuso) in conci di tufo sagomati e intonacati. La torre si eleva per due piani dal suolo e si articola i su tre livelli: la base con la cisterna, il primo piano con un locale a pianta circolare e la terrazza (astracu) da dove partivano le segnalazioni visive di fumo o di fuoco (fani). L’edificio aveva due aperture all’altezza del primo livello rivolte una verso mare e l’altra verso terra; quest’ultima fungeva pure da porta d’accesso a cui si giungeva attraverso una scala retrattile.
Al suo interno prestavano servizio due guardiani o torrari, ma in alcuni periodi vi erano tre uomini, che si avvicendavano nella vigilanza. Anche se parzialmente diroccata, la torre conserva intatto il suo fascino e il suo valore storico e architettonico.
La Torre è stata oggetto di due interventi di consolidamento, i cui progetti sono stati realizzati dalla Soprintendenza ai Beni Culturali ed Ambientali di Palermo: il primo nel 2005 al fine di mettere in sicurezza il manufatto, il secondo, iniziato nel 2007 e terminato nel 2008, ha reso possibile il recupero della volta e di tutta la struttura.

(1)
Cala Porro
La morfologia del territorio è caratterizzata dalla presenza di una falesia attiva, ossia di una costa rocciosa, a strapiombo sul mare, alta all’incirca 35 metri, che la lenta e costante azione erosiva del moto ondoso tende a fare arretrare. Cala Porro, chiamata così per la presenza delle piante di cipollaccio, è una delle insenature formate dell’effetto erosivo del mare come il solco del battente alla base della falesia e le numerose grotte di origine marina e carsica.
La grotta di Cala Porro, al centro dell’omonima caletta, è una cavità profonda circa 25 m e alta fino a circa 2 mt.
Dalla volta pendono piccole cannule originate dall’acqua percolante. Alcuni scavi eseguiti negli anni ’70 del secolo scorso hanno portato alla luce testimonianze che attestano un’antica frequentazione della cavità come riparo e luogo di abitazione in età preistorica, post paleolitica.
Alla base della falesia è presente un’importante struttura conosciuta con il nome di trottoir (dal francese ‘marciapiede’) a Vermetidi.
Si tratta di una formazione biologica esclusiva della zona intermareale, costituita da molluschi Vermetidi e alghe calcaree. In presenza di scogli affioranti il marciapiede può estendersi per alcuni metri in larghezza, mentre a Capo Rama, dove le pareti delle falesie digradano ripidamente verso il fondale marino, assume l’aspetto di un cornicione che borda ininterrottamente tutta la scogliera all’altezza del solco del battente.

(2)
La falesia di Cala Rossa
Lungo questo tratto di costa, il paesaggio che si può ammirare e davvero incantevole. Di fronte si staglia la falesia bianca e rossa di Cala Rossa che geologicamente è caratterizzata da “scaglia” (composta in parti uguali da calcare e marna). La regolarità della successione degli strati rocciosi è interrotta da una serie di pieghe di varia grandezza rese possibili , dalla plasticità della roccia. L’habitat tipico di questa, parete rocciosa esposta a est è particolarmente severo ed inospitale per la vita delle piante vascolari. Infatti, all’estrema povertà di un vero e proprio suolo, fa riscontro una carenza di acqua e di sostanze nutritive, oltre a vari altri fattori ostativi, quali il vento e la radiazione solare.

Waypoints

PictographCar park Altitude 112 ft

P/A

Parcheggio N 38°08'12" - E 13°02'20”

PictographIntersection Altitude 101 ft

Sentiero 2

Dal sentiero che conduce dall'area di parcheggio verso a Torre di Capo Rama, la prima derivazione a sinistra è il sentiero n. 2 o sentiero geologico conduce in una zona ricca di concrezioni fossili, ben documentate.

PictographWaypoint Altitude 51 ft
Photo ofFossili marini Photo ofFossili marini Photo ofFossili marini

Fossili marini

La Geologia La Riserva Capo Rama sorge su una piattaforma di abrasione sommitale che si è formata a seguito dell'azione di erosione legata alle variazioni del livello del mare che si sono verificate durante il Quaternario. Nell'area affiorano rocce calcaree di età mesozoica (Trias sup. - Lias inf.), risalenti a circa 200 milioni di anni fa che si sono depositate sul fondo del mare, in un ambiente di piattaforma carbonatica e di laguna, e sono successivamente emerse a seguito delle spinte orogenetiche che hanno portato alla formazione della Sicilia. Le rocce sono ricche di fossili, fra i quali prevalgono i gusci dei Megalodonti, Lamellibranchi di grandi dimensioni e tipici fossili guida del Triassico, oltre a resti di gasteropodi marini, di coralli e di altri organismi incrostanti che popolavano i fondali marini. In queste rocce è stata individuata una ciclica successione stratigrafica, in cui si sono alternati periodi di emersione e di immersione e vari ambienti di deposizione. La spianata è interessata da morfologie carsiche dovute ai processi di dissoluzione del carbonato di calcio operati dalle acque arricchite di anidride carbonica. Tali processi carsici hanno dato origine ai campi solcati e ai depositi di terre rosse che caratterizzano la superficie topografica e in cui sono cementati resti di molluschi terrestri, denti e frammenti di ossa appartenuti a grandi animali. La costa è alta e rocciosa (falesia); in essa si aprono alcune grotte dovute alla concomitante azione dell'erosione marina e della dissoluzione carsica. Il promontorio di Capo Rama è stato inserito nell'esclusivo elenco dei "Geositi" italiani. I "geositi" sono località di rilevante interesse geologico di alto valore naturalistico ed importanti testimoni della storia della Terra. Essi rendono "peculiari" i luoghi e le aree territoriali in cui sono inseriti per i loro specifici fattori fisici, morfologici, climatici e strutturali. Il geosito Capo Rama è stato dichiarato, dall'Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ex APAT) del Ministero dell'Ambiente, meritevole di tale riconoscimento per la presenza di un'importante facies geologica utile alla ricostruzione della geologia della Sicilia di circa 200 milioni di anni fa.

PictographWaypoint Altitude 53 ft

Capo Rama

Il Capo Rama chiude a NE il Golfo di Castellamare, con altra estremità a NW San Vito Lo Capo. L'Area Marina Protetta di Capo Rama è delimitata dalla linea che congiunge Punta Catalana con Capo Rama e la costa.

PictographMonument Altitude 61 ft
Photo ofTorre di avvistamento Photo ofTorre di avvistamento

Torre di avvistamento

I manufatti storici A Capo Rama si ritrovano vestigia che attestano la presenza dell'uomo e l'utilizzo che nei secoli è stato fatto di questo promontorio: muretti a secco che tracciano geometrie tra la vegetazione arbustiva, resti di vetusti ripari che dimostrano un'antica frequentazione del sito, i segni più recenti di una cava di pietra, di una probabile calcara, della presenza di pagliericci, di attività agricole e pastorali. Un fortino militare e una casetta in pietra e malta risalenti al secondo grande conflitto tramandano la memoria di un triste passato. Il manufatto più vistoso, divenuto il simbolo della Riserva, è rappresentato dalla torre di avvistamento che si innalza all'estremità di Capo Rama. La torre, che dal promontorio ha ereditato la denominazione, è stata una delle prime a sorgere sul litorale siciliano e rappresenta il manufatto più antico esistente nel territorio comunale di Terrasini. Fu Martino il Giovane nel 1405 a prevederne la costruzione in questo luogo che lo stesso Re di Sicilia individuò per la valenza strategica. La pianta circolare, le dimensioni modeste della struttura e la semplicità delle forme sono, infatti, caratteristiche architettoniche in uso nel XV secolo. La torre venne costruita per avvistare le imbarcazioni pirata e segnalarne la presenza attraverso i fani e risulta inserita in tutti gli elenchi ufficiali delle torri che costituivano il complesso e articolato sistema di avvistamento costiero. La torre di Capo Rama faceva parte delle 11 torri controllate dal Senato della Città di Palermo, di cui rappresentava anche la più occidentale. La torre di Capo Rama è rimasta attiva per quattro secoli durante i quali ha svolto la funzione di avvistamento e segnalazione dei pericoli che giungevano dal mare. Dalle Opere degli storici apprendiamo che questa torre non è mai stata attrezzata con pezzi di artiglieria perché le caratteristiche fisiche della struttura non erano adatte a sostenere il peso e le sollecitazioni dinamiche degli strumenti da fuoco allora in usa. Il tetto era coperto con volta a botte (dammuso) in conci di tufo sagomati e intonacati. La torre si eleva per due piani dal suolo e si articola i su tre livelli: la base con la cisterna, il primo piano con un locale a pianta circolare e la terrazza (astracu) da dove partivano le segnalazioni visive di fumo o di fuoco (fani). L’edificio aveva due aperture all’altezza del primo livello rivolte una verso mare e l’altra verso terra; quest’ultima fungeva pure da porta d’accesso a cui si giungeva attraverso una scala retrattile. Al suo interno prestavano servizio due guardiani o torrari, ma in alcuni periodi vi erano tre uomini, che si avvicendavano nella vigilanza. Anche se parzialmente diroccata, la torre conserva intatto il suo fascino e il suo valore storico e architettonico. La Torre è stata oggetto di due interventi di consolidamento, i cui progetti sono stati realizzati dalla Soprintendenza ai Beni Culturali ed Ambientali di Palermo: il primo nel 2005 al fine di mettere in sicurezza il manufatto, il secondo, iniziato nel 2007 e terminato nel 2008, ha reso possibile il recupero della volta e di tutta la struttura. Sulla costa, in prossimità del promontorio Capo Rama, esiste un posto di osservazione costiera (POC) costruito durante la II Guerra Mondiale. E' una postazione circolare monoarma con caratteristiche più di controllo e sorveglianza che di prima linea di difesa, così come le altre simili presenti lungo il versante tirrenico dell'isola. Questa postazione, per la sua tipologia costruttiva, era atta a fronteggiare eventuali sbarchi ma non a fermarli per lungo tempo in attesa delle unità mobili di rinforzo; non è, infatti, idonea strutturalmente alla prova di grossi calibri, né idonea a sostenere strenue resistenze a oltranza (A. Albergoni, 2006. Architetture militari fortificate nel territorio di Palermo 1940-1943).

PictographTree Altitude 94 ft
Photo ofGariga Palma nana

Gariga Palma nana

La Flora La Riserva è caratterizzata da una vegetazione naturale, arbustiva ed erbacea, costituita da specie adattate a condizioni di insolazione, aridità, vento costante e aerosol marino tipiche di questa piattaforma carbonatica. La scogliera è colonizzata da associazioni vegetali alofile tra cui predominano alcune specie di Limonio (Limonium sp. pl.), Salicornia fruticosa (Arthrocnemum fruticosum), Finocchio di mare (Crithmum maritimum), Papavero cornuto (Glaucium flavum). Sul pianoro che si sviluppa a ridosso della linea di costa domina la macchia a Palma nana (Chamaerops humilis), unica palma autoctona d'Europa. Questa pianta è legata alle tradizioni popolari per l'uso che le comunità costiere del Mediterraneo facevano di alcune sue parti: intrecciando le foglie mature, ben asciutte, si ottenevano scope, da cui deriva l'appellativo dialettale di "scupazzu", mentre con le foglie più giovani si realizzavano cesti, cappelli, ventagli, borse e altri manufatti artigianali. La macchia è formata anche da esemplari di Olivastro (Olea europea var. sylvetris), Lentisco (Pistacia lentiscus), Camedrio femmina (Teucrium fruticans), Tè siciliano (Prasium majus), Asparago pungente (Asparagus acutifolius), varie specie di Asparagi (Asparagus sp. pl.), Asparago bianco (Asparagus albus), llatro (Phillyrea latifolia). Nelle zone più interne prevale l'associazione a Olivastro (Olea europea var. sylvestris), Euforbia fruticosa (Euphorbia dendroides), Palma nana (Chamaerops humilis), Efedra (Ephedra fragilis), Asparago selvatico (Asparagus stipularis), Quercia spinosa (Quercus calliprinos); di quest'ultima specie, divenuta rara in Sicilia, all'interno della Riserva è presente un solo esemplare. Molti spazi della riserva sono stati colonizzati da specie esotiche: una varietà di fico d'india (Opuntia stricta) ed il tappezzante Carpobrotus.

PictographWaypoint Altitude 102 ft
Photo ofSentiero 1

Sentiero 1

Collega Cala Porro alla Torre di avvistamento di Capo Rama.

PictographWaypoint Altitude 90 ft
Photo ofLimonio di Boccone

Limonio di Boccone

La Flora La Riserva è caratterizzata da una vegetazione naturale, arbustiva ed erbacea, costituita da specie adattate a condizioni di insolazione, aridità, vento costante e aerosol marino tipiche di questa piattaforma carbonatica. La scogliera è colonizzata da associazioni vegetali alofile tra cui predominano alcune specie di Limonio (Limonium sp. pl.), Salicornia fruticosa (Arthrocnemum fruticosum), Finocchio di mare (Crithmum maritimum), Papavero cornuto (Glaucium flavum). Sul pianoro che si sviluppa a ridosso della linea di costa domina la macchia a Palma nana (Chamaerops humilis), unica palma autoctona d'Europa. Questa pianta è legata alle tradizioni popolari per l'uso che le comunità costiere del Mediterraneo facevano di alcune sue parti: intrecciando le foglie mature, ben asciutte, si ottenevano scope, da cui deriva l'appellativo dialettale di "scupazzu", mentre con le foglie più giovani si realizzavano cesti, cappelli, ventagli, borse e altri manufatti artigianali. La macchia è formata anche da esemplari di Olivastro (Olea europea var. sylvetris), Lentisco (Pistacia lentiscus), Camedrio femmina (Teucrium fruticans), Tè siciliano (Prasium majus), Asparago pungente (Asparagus acutifolius), varie specie di Asparagi (Asparagus sp. pl.), Asparago bianco (Asparagus albus), llatro (Phillyrea latifolia). Nelle zone più interne prevale l'associazione a Olivastro (Olea europea var. sylvestris), Euforbia fruticosa (Euphorbia dendroides), Palma nana (Chamaerops humilis), Efedra (Ephedra fragilis), Asparago selvatico (Asparagus stipularis), Quercia spinosa (Quercus calliprinos); di quest'ultima specie, divenuta rara in Sicilia, all'interno della Riserva è presente un solo esemplare. Molti spazi della riserva sono stati colonizzati da specie esotiche: una varietà di fico d'india (Opuntia stricta) ed il tappezzante Carpobrotus.

PictographCave Altitude 76 ft
Photo ofCala Porro Photo ofCala Porro Photo ofCala Porro

Cala Porro

Cala Porro La morfologia del territorio è caratterizzata dalla presenza di una falesia attiva, ossia di una costa rocciosa, a strapiombo sul mare, alta all’incirca 35 metri, che la lenta e costante azione erosiva del moto ondoso tende a fare arretrare. Cala Porro, chiamata così per la presenza delle piante di cipollaccio, è una delle insenature formate dell’effetto erosivo del mare come il solco del battente alla base della falesia e le numerose grotte di origine marina e carsica. La grotta di Cala Porro, al centro dell’omonima caletta, è una cavità profonda circa 25 m e alta fino a circa 2 mt. Dalla volta pendono piccole cannule originate dall’acqua percolante. Alcuni scavi eseguiti negli anni ’70 del secolo scorso hanno portato alla luce testimonianze che attestano un’antica frequentazione della cavità come riparo e luogo di abitazione in età preistorica, post paleolitica. Alla base della falesia è presente un’importante struttura conosciuta con il nome di trottoir (dal francese ‘marciapiede’) a Vermetidi. Si tratta di una formazione biologica esclusiva della zona intermareale, costituita da molluschi Vermetidi e alghe calcaree. In presenza di scogli affioranti il marciapiede può estendersi per alcuni metri in larghezza, mentre a Capo Rama, dove le pareti delle falesie digradano ripidamente verso il fondale marino, assume l’aspetto di un cornicione che borda ininterrottamente tutta la scogliera all’altezza del solco del battente.

PictographWaypoint Altitude 81 ft
Photo ofSentiero 3

Sentiero 3

Collega Cala Porro a Cala Rossa

PictographWaypoint Altitude 101 ft
Photo ofOpuntia Stricta

Opuntia Stricta

La Flora La Riserva è caratterizzata da una vegetazione naturale, arbustiva ed erbacea, costituita da specie adattate a condizioni di insolazione, aridità, vento costante e aerosol marino tipiche di questa piattaforma carbonatica. La scogliera è colonizzata da associazioni vegetali alofile tra cui predominano alcune specie di Limonio (Limonium sp. pl.), Salicornia fruticosa (Arthrocnemum fruticosum), Finocchio di mare (Crithmum maritimum), Papavero cornuto (Glaucium flavum). Sul pianoro che si sviluppa a ridosso della linea di costa domina la macchia a Palma nana (Chamaerops humilis), unica palma autoctona d'Europa. Questa pianta è legata alle tradizioni popolari per l'uso che le comunità costiere del Mediterraneo facevano di alcune sue parti: intrecciando le foglie mature, ben asciutte, si ottenevano scope, da cui deriva l'appellativo dialettale di "scupazzu", mentre con le foglie più giovani si realizzavano cesti, cappelli, ventagli, borse e altri manufatti artigianali. La macchia è formata anche da esemplari di Olivastro (Olea europea var. sylvetris), Lentisco (Pistacia lentiscus), Camedrio femmina (Teucrium fruticans), Tè siciliano (Prasium majus), Asparago pungente (Asparagus acutifolius), varie specie di Asparagi (Asparagus sp. pl.), Asparago bianco (Asparagus albus), llatro (Phillyrea latifolia). Nelle zone più interne prevale l'associazione a Olivastro (Olea europea var. sylvestris), Euforbia fruticosa (Euphorbia dendroides), Palma nana (Chamaerops humilis), Efedra (Ephedra fragilis), Asparago selvatico (Asparagus stipularis), Quercia spinosa (Quercus calliprinos); di quest'ultima specie, divenuta rara in Sicilia, all'interno della Riserva è presente un solo esemplare. Molti spazi della riserva sono stati colonizzati da specie esotiche: una varietà di fico d'india (Opuntia stricta) ed il tappezzante Carpobrotus.

PictographWaypoint Altitude 85 ft

Carpobrotus

La Flora La Riserva è caratterizzata da una vegetazione naturale, arbustiva ed erbacea, costituita da specie adattate a condizioni di insolazione, aridità, vento costante e aerosol marino tipiche di questa piattaforma carbonatica. La scogliera è colonizzata da associazioni vegetali alofile tra cui predominano alcune specie di Limonio (Limonium sp. pl.), Salicornia fruticosa (Arthrocnemum fruticosum), Finocchio di mare (Crithmum maritimum), Papavero cornuto (Glaucium flavum). Sul pianoro che si sviluppa a ridosso della linea di costa domina la macchia a Palma nana (Chamaerops humilis), unica palma autoctona d'Europa. Questa pianta è legata alle tradizioni popolari per l'uso che le comunità costiere del Mediterraneo facevano di alcune sue parti: intrecciando le foglie mature, ben asciutte, si ottenevano scope, da cui deriva l'appellativo dialettale di "scupazzu", mentre con le foglie più giovani si realizzavano cesti, cappelli, ventagli, borse e altri manufatti artigianali. La macchia è formata anche da esemplari di Olivastro (Olea europea var. sylvetris), Lentisco (Pistacia lentiscus), Camedrio femmina (Teucrium fruticans), Tè siciliano (Prasium majus), Asparago pungente (Asparagus acutifolius), varie specie di Asparagi (Asparagus sp. pl.), Asparago bianco (Asparagus albus), llatro (Phillyrea latifolia). Nelle zone più interne prevale l'associazione a Olivastro (Olea europea var. sylvestris), Euforbia fruticosa (Euphorbia dendroides), Palma nana (Chamaerops humilis), Efedra (Ephedra fragilis), Asparago selvatico (Asparagus stipularis), Quercia spinosa (Quercus calliprinos); di quest'ultima specie, divenuta rara in Sicilia, all'interno della Riserva è presente un solo esemplare. Molti spazi della riserva sono stati colonizzati da specie esotiche: una varietà di fico d'india (Opuntia stricta) ed il tappezzante Carpobrotus.

PictographWaypoint Altitude 25 ft
Photo ofPunta Catalana Photo ofPunta Catalana Photo ofPunta Catalana

Punta Catalana

L'Area Marina Protetta di Capo Rama è delimitata dalla linea che congiunge Punta Catalana con Capo Rama e la costa.

PictographPanorama Altitude 122 ft
Photo ofPanorama Photo ofPanorama Photo ofPanorama

Panorama

La falesia di Cala Rossa Lungo questo tratto di costa, il paesaggio che si può ammirare e davvero incantevole. Di fronte si staglia la falesia bianca e rossa di Cala Rossa che geologicamente è caratterizzata da “scaglia” (composta in parti uguali da calcare e marna). La regolarità della successione degli strati rocciosi è interrotta da una serie di pieghe di varia grandezza rese possibili , dalla plasticità della roccia. L’habitat tipico di questa, parete rocciosa esposta a est è particolarmente severo ed inospitale per la vita delle piante vascolari. Infatti, all’estrema povertà di un vero e proprio suolo, fa riscontro una carenza di acqua e di sostanze nutritive, oltre a vari altri fattori ostativi, quali il vento e la radiazione solare.

PictographWaypoint Altitude 0 ft

Cala Rossa

La falesia di Cala Rossa Lungo questo tratto di costa, il paesaggio che si può ammirare e davvero incantevole. Di fronte si staglia la falesia bianca e rossa di Cala Rossa che geologicamente è caratterizzata da “scaglia” (composta in parti uguali da calcare e marna). La regolarità della successione degli strati rocciosi è interrotta da una serie di pieghe di varia grandezza rese possibili , dalla plasticità della roccia. L’habitat tipico di questa, parete rocciosa esposta a est è particolarmente severo ed inospitale per la vita delle piante vascolari. Infatti, all’estrema povertà di un vero e proprio suolo, fa riscontro una carenza di acqua e di sostanze nutritive, oltre a vari altri fattori ostativi, quali il vento e la radiazione solare.

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