Riserva Naturale del Monte Catillo. Monte Catillo - Fonte Bologna - Saracinisco vecchio - Cisterna Romana - Arco Carsico.
near Tivoli, Lazio (Italia)
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Trail photos
Itinerary description
La Riserva Naturale del Monte Catillo nasce nel 1997 con lo scopo di proteggere il patrimonio ambientale preappenninico laziale. Oltre ad essere un eccellente punto panoramico sull'antica città di Tivoli e sulla valle dell'Aniene, offre un bel colpo d'occhio anche sulla vasta area urbana della capitale con l'orizzonte segnato dal Mar Tirreno e i Monti della Tolfa.
Si lascia l'auto lungo via G.Mazzini nei pressi della stazione ferroviaria di Tivoli. I parcheggi gratuiti sono fruibili nei giorni festivi mentre sarà molto difficoltoso trovare posto nel resto della settimana.
Si sale lungo via Quintilio Varo per prendere poi la via Catillo fino all'innesto con il sentiero VL (via dei Lupi) per immergerci nella Riserva.
Dopo un breve tratto fuori sentiero si arriva alla croce del Monte Catillo 350m dalla quale si può apprezzare appieno il panorama.
Si prosegue sul sentiero fino al campo di calcetto abbandonato per poi ritrovare la segnaletica del CAI. Il sentiero 330 conduce attraverso la bellissima sughereta di Sirividola passando accanto a preziosi esemplari centenari.
Lungo la cresta scoperta che va dal Monte Giorgio al Monte Rampino si può osservare la valle Gelata dove scorre sinuoso l'Aniene accanto all'antica via consolare Tiburtina Valeria. Qui termina la propaggine sud dei Monti Lucretili incontrando quella nord dei Caprini e Simbruini con all'orizzonte il profilo vulcanico dei Castelli Romani.
Si passa lentamente dalle querce ai faggi scendendo in direzione della Fonte Bologna. Dopo aver superato il ripido canalone si sale sul pianoro che ospita la fonte e il Rifugio omonimo. Lasciandoci alle spalle il rifugio si segue la segnaletica CAI per il Castellaccio sul 331b. In meno di mezz'ora si arriva ai ruderi della vecchia fortificazione saracena posta sull'arcigno monte che domina San Polo dei Cavalieri ad est e la pianura romana con all'orizzonte Montecelio.
Il Castellaccio, detto anche Saracinisco Vecchio, venne realizzato dai saraceni che scampati alla strage della battaglia del 915 contro le truppe papali di Giovanni X chiesero clemenza e pace ottenendo il permesso di costruire un castello dove vivere tranquillamente. Il castello crebbe e passò nelle mani del Cardinale Boccamazza e in seguito al Comune di Tivoli, contava diverse strutture difensive e fu abitato sino al 1391 anno in cui il Comune di Tivoli lo vendette alla famiglia Cocconari di Tivoli. I suoi abitanti decisero gradualmente di abbandonarlo per spostarsi al di là dell'Aniene per edificare un nuovo castello posto al di sopra della Tiburtina Valeria, ovvero nell'attuale Saracinisco.
Nel 1429 agli atti risultava considerato come "castrum diritum" ovvero abbandonato e malridotto.
Tornado e superando la Fonte Bologna si sale lungo il sentiero SC ( sentiero Coleman pittore romano che ritrasse in più riprese questi luoghi) fino all'intersezione che ci conduce a visitare i resti di un'antica cisterna romana che serviva ad immagazzinare acqua piovana per l'approvvigionamento di una villa.
Sempre lungo il sentiero Coleman si passa su di una strada cementata che si dirige verso la Fontana Vecchia. Lungo questo tratto è possibile incontrare una depressione carsica detta "il Grottone" che ha formato un ambiente surreale nel quale si accede attraverso un arco naturale.
Poco oltre e si arriva alla Fontana Vecchia dove in un piccolo ranch sono allevati buoi maremmani. Aggirando fango, sterco e bovini si torna a percorrere la carrareccia fino al bivio tra il SC e il 332. Seguendo il 332 in direzione Tivoli Marcellina si passa in un paesaggio carsico tipico di questi monti. Vegetazione bassa, intricata e colpita sovente da incendi. Il sentiero è ben segnato e contraddistinto da ottimi punti di osservazione sulla Campagna Romana con alle spalle il Monte Sterparo, in un paio di punti si incontreranno dei vecchi stazzi pastorali che hanno caratteri di vecchie fortificazioni.
Più si scende e più appaiono i danni dei vecchi incendi. In coincidenza con l'apparizione dei pini marittimi si inizia a sentire il lontano scrosciare delle cascate di Villa Gregoriana. In un paio di occasioni Tivoli e le cascate dell'Aniene appariranno in tutta la loro odierna e deturpata bellezza, niente a che vedere con il paesaggio dipinto dagli artisti romantici.
Il sentiero termina in coincidenza con delle prestigiose dimore sopra la via Quirico Varo.
Si deve ora per forza percorrere un chilometro di asfalto passando accanto alla ferrovia Roma-Pescara su di un tratto con un battistrada molto limitato.
L'escursione si conclude con lo spettacolare affaccio sulla cascata di Villa Gregoriana che non necessita di ulteriori descrizioni.
Si lascia l'auto lungo via G.Mazzini nei pressi della stazione ferroviaria di Tivoli. I parcheggi gratuiti sono fruibili nei giorni festivi mentre sarà molto difficoltoso trovare posto nel resto della settimana.
Si sale lungo via Quintilio Varo per prendere poi la via Catillo fino all'innesto con il sentiero VL (via dei Lupi) per immergerci nella Riserva.
Dopo un breve tratto fuori sentiero si arriva alla croce del Monte Catillo 350m dalla quale si può apprezzare appieno il panorama.
Si prosegue sul sentiero fino al campo di calcetto abbandonato per poi ritrovare la segnaletica del CAI. Il sentiero 330 conduce attraverso la bellissima sughereta di Sirividola passando accanto a preziosi esemplari centenari.
Lungo la cresta scoperta che va dal Monte Giorgio al Monte Rampino si può osservare la valle Gelata dove scorre sinuoso l'Aniene accanto all'antica via consolare Tiburtina Valeria. Qui termina la propaggine sud dei Monti Lucretili incontrando quella nord dei Caprini e Simbruini con all'orizzonte il profilo vulcanico dei Castelli Romani.
Si passa lentamente dalle querce ai faggi scendendo in direzione della Fonte Bologna. Dopo aver superato il ripido canalone si sale sul pianoro che ospita la fonte e il Rifugio omonimo. Lasciandoci alle spalle il rifugio si segue la segnaletica CAI per il Castellaccio sul 331b. In meno di mezz'ora si arriva ai ruderi della vecchia fortificazione saracena posta sull'arcigno monte che domina San Polo dei Cavalieri ad est e la pianura romana con all'orizzonte Montecelio.
Il Castellaccio, detto anche Saracinisco Vecchio, venne realizzato dai saraceni che scampati alla strage della battaglia del 915 contro le truppe papali di Giovanni X chiesero clemenza e pace ottenendo il permesso di costruire un castello dove vivere tranquillamente. Il castello crebbe e passò nelle mani del Cardinale Boccamazza e in seguito al Comune di Tivoli, contava diverse strutture difensive e fu abitato sino al 1391 anno in cui il Comune di Tivoli lo vendette alla famiglia Cocconari di Tivoli. I suoi abitanti decisero gradualmente di abbandonarlo per spostarsi al di là dell'Aniene per edificare un nuovo castello posto al di sopra della Tiburtina Valeria, ovvero nell'attuale Saracinisco.
Nel 1429 agli atti risultava considerato come "castrum diritum" ovvero abbandonato e malridotto.
Tornado e superando la Fonte Bologna si sale lungo il sentiero SC ( sentiero Coleman pittore romano che ritrasse in più riprese questi luoghi) fino all'intersezione che ci conduce a visitare i resti di un'antica cisterna romana che serviva ad immagazzinare acqua piovana per l'approvvigionamento di una villa.
Sempre lungo il sentiero Coleman si passa su di una strada cementata che si dirige verso la Fontana Vecchia. Lungo questo tratto è possibile incontrare una depressione carsica detta "il Grottone" che ha formato un ambiente surreale nel quale si accede attraverso un arco naturale.
Poco oltre e si arriva alla Fontana Vecchia dove in un piccolo ranch sono allevati buoi maremmani. Aggirando fango, sterco e bovini si torna a percorrere la carrareccia fino al bivio tra il SC e il 332. Seguendo il 332 in direzione Tivoli Marcellina si passa in un paesaggio carsico tipico di questi monti. Vegetazione bassa, intricata e colpita sovente da incendi. Il sentiero è ben segnato e contraddistinto da ottimi punti di osservazione sulla Campagna Romana con alle spalle il Monte Sterparo, in un paio di punti si incontreranno dei vecchi stazzi pastorali che hanno caratteri di vecchie fortificazioni.
Più si scende e più appaiono i danni dei vecchi incendi. In coincidenza con l'apparizione dei pini marittimi si inizia a sentire il lontano scrosciare delle cascate di Villa Gregoriana. In un paio di occasioni Tivoli e le cascate dell'Aniene appariranno in tutta la loro odierna e deturpata bellezza, niente a che vedere con il paesaggio dipinto dagli artisti romantici.
Il sentiero termina in coincidenza con delle prestigiose dimore sopra la via Quirico Varo.
Si deve ora per forza percorrere un chilometro di asfalto passando accanto alla ferrovia Roma-Pescara su di un tratto con un battistrada molto limitato.
L'escursione si conclude con lo spettacolare affaccio sulla cascata di Villa Gregoriana che non necessita di ulteriori descrizioni.
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