Rifugio citelli - grotta serracozzo - Monti sartorius - monte baracca - monte conca
near Contrada Zappino, Sicilia (Italia)
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Trail photos
Itinerary description
partiti dal rifugio citelli, seguendo il sentiero 723 (ben segnato) si arriva alla grotta serracozzo. unica difficoltà è legata alla presenza di ghiaccio nei canaloni lavici che possono rendere difficoltoso l'attraversamento in questo periodo. per il resto dopo una breve salita si giunge a un sentiero pianeggiante e quindi alla grotta. l'ingresso è basso, e si giunge subito senza difficoltà alla camera che è molto alta e spettacolare. La grotta di Serracozzo è un tunnel di scorrimento lavico prodotto dall'eruzione del 1971. E' una grotta nata quindi meno di 50 anni fa e non ha ancora subito fenomeni di crollo o erosione. E' un lungo tubo in discesa (350 m), completamente buio, ad eccezione dell'imponente zona iniziale, illuminata da un paio di bocche nella volta. Discesi dallo stesso sentiero si va verso i monti sartorius. per evitare di camminare sulla strada asfaltata, si taglia su una zona molto bella con betulle. non c'è un vero e proprio sentiero segnato, ma il percorso non presenta difficoltà. dopo i sartorius si procede agevolmente con il sentiero 51 verso monte conca, con stupendi affacci sui crateri sommitali e altrettanto belli pini e betulle dell'Etna.
da unescoparco dell'etna
L’imbocco del sentiero è ubicato sulla destra appena 100 metri prima di giungere al Rifugio Citelli ed evidenziato dall’apposita segnaletica che ne indica l’inizio. Dopo una decina di minuti di cammino, si incontra un piccolo ovile superato il quale si punta sulla sinistra. Esso offre all’escursionista un iniziale viaggio tra le betulle dell’Etna, che insieme a tre/quattro canali costituiti da grandi spessori di colate laviche levigate dallo scorrimento fluviale, testimoniano oggi il clima freddo e il grande apporto di acqua avuto in passato a seguito dello scioglimento dei ghiacciai avvenuto post-glaciazione. Superata la fascia boschiva, dopo circa venti minuti di cammino, il sentiero si apre ad una valletta in cui si osserva un interessante fenomeno di ingrottamento lavico nota come Grotta di Serracozzo, formatasi a seguito dell’eruzione del 1971 avvenuta lungo una frattura. L’entrata di tale grotta si trova a monte delle bocche ed è costituita da un piccolo ingresso che richiede di fare molta attenzione e di abbassarsi, ed è percorribile all’interno per circa una cinquantina di metri solo da persone dotate di caschi di protezione e torce. Di fronte le bocche, il percorso riprende poi quota con una salita piuttosto ripida, raggiungendo un affaccio panoramico sulla Valle del Bove a quota 2095 m s.l.m., all’interno della quale è possibile osservare una serie di dicchi magmatici che al tempo stesso fungono protezione dall’erosione della valle stessa, lungo una cresta conosciuta come Serracozzo, seguendo una traccia abbastanza evidente. Il ritorno può essere fatto più agevolmente percorrendo la cresta fino a 2150 m s.l.m., per iniziare a scendere lungo un’ampia distesa sabbiosa costituente la variante 723A che attraversa le bocche eruttiva del 1928, fino a ricongiungersi al percorso principale fatto all’andata a quota 1865 m s.l.m. in prossimità dell’ovile. In alternativa, da quota 2150 m s.l.m., si può proseguire fino a Rocca della Valle leggermente sulla destra deviando un sabbione a quota 2738 m s.l.m. percorrendo un tratto di circa 1610 metri, oppure Pizzi Deneri a quota 2847 m s.l.m., percorrendo ulteriori 740 metri. Lungo questo tratto, è possibile osservare esempi della cosiddetta lava cicirara, ovvero rocce basaltiche ricche di grossi cristalli di plagioclasio biancastri. In corrispondenza di Rocca della Valle, il percorso si articola tra rocce con una pendenza media prossima al 50 %, che lo rende particolarmente impegnativo.
Waypoints
Grotta serracozzo
Questa grotta, nel tratto a monte, é contenuta nella fessura eruttiva ed ha una sezione a forma di serratura con una altezza di parecchi metri e non piú larga di 3 m. Sulla volta si osservano delle aperture. Il tratto a valle é invece una galleria di scorrimento, in forte pendenza, lunga 350 m, larga da 2 a 3 metri con il pavimento costituito da lava scoriacea. Nel primo tratto le pareti sono opache ma piú avanti conservano ancora un aspetto vetroso. Proseguendo lungo il sentiero per Serra delle Concazze si arriva sul ciglio della Valle del Bove. (da etnanatura.it)
Sartorius
colata lavica del 1865, che ha dato origine ai Monti Sartorius (in onore e a memoria dello studioso Sartorius von Walterhausen, che fu tra i primi a riportare cartograficamente le più importanti eruzioni dell'Etna), caratterizzati dal tipico allineamento "a bottoniera" dei conetti eruttivi.
Panorama
E’ già abbastanza raro per un bosco di betulle trovarsi in Sicilia, essendo questa specie arborea caratteristica di alte latitudini (Scandinavia). Se poi si aggiunge una location particolare come quella di un vulcano dove il colore che fa da sfondo alla maggior parte dei panorami è il nero della lava, allora si è proprio di fronte a un paesaggio unico. La betulla aetnensis è una pianta arborea endemica della Sicilia presente in forma spontanea solo nel territorio etneo, sui versanti nord, nord-est e nord-ovest del vulcano, a quote comprese tra 1450 e 2000 metri. La sua presenza sull’isola è da ricondurre agli effetti che l’ultima glaciazione (Wurm – 70.000/10.000 anni fa) ha prodotto sugli habitat siciliani. Trovandosi in condizioni di temperature estremamente basse, la betulla poté allargare il proprio areale di distribuzione “scendendo” dalle alte latitudini del Nord Europa, a latitudini inferiori e arrivando anche in diverse zone della Sicilia. Al termine della glaciazione, circa 10.000 anni fa, l’innalzamento della temperatura confinò la betulla nella sola zona dell’Etna, non essendoci in altre aree siciliane le condizioni climatiche favorevoli. Con il passare del tempo la betulla si è adattata al clima e al terreno vulcanico e si è evoluta fino a diventare endemica e simbolo di un intero territorio. Una zona di particolare interesse per l’osservazione di questa singolare specie arborea è quella attorno ai Monti Sartorius, un complesso di crateri “a bottoniera” nella zona nordorientale del vulcano. )da myetnamap.it)
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