Activity

Rifugio Bosconero

Download

Trail photos

Photo ofRifugio Bosconero Photo ofRifugio Bosconero Photo ofRifugio Bosconero

Author

Trail stats

Distance
6.17 mi
Elevation gain
2,631 ft
Technical difficulty
Moderate
Elevation loss
2,631 ft
Max elevation
4,707 ft
TrailRank 
50
Min elevation
2,710 ft
Trail type
Loop
Time
4 hours 15 minutes
Coordinates
2513
Uploaded
June 23, 2020
Recorded
June 2020
Share

near Pieve, Veneto (Italia)

Viewed 1441 times, downloaded 46 times

Trail photos

Photo ofRifugio Bosconero Photo ofRifugio Bosconero Photo ofRifugio Bosconero

Itinerary description

Pontesei - sentiero 490 - sentiero 485 - Pian de le Manze - Casera dei Zot - sentiero 485 - Rifugio Casera Bosconero - sentiero 490 - Casera del Mugon - sentiero 490 - Pian del Mugon - Pontesei

Da Longarone si risale la SP251 fino alla località Pontesei (4 km prima di Forno di Zoldo). Comodo e ampio parcheggio sulla sx, poco a monte del bacino artificiale. Attraversata la provinciale, si imbocca il sentiero 490 con evidente cartellonistica. Il sentiero inizia a salire con moderate serpentine all’interno del fitto bosco di faggi. Dopo 10-15 minuti di cammino si raggiunge la diramazione tra il sentiero 485 ed il sentiero 490, entrambi diretti al Rifugio Bosconero. Il sentiero 485 (più lungo, articolato e a tratti esposto) raggiunge Casera dei Zot dal Susinère intersecando più volte i greti dei torrenti. Il sentiero 490 (più facile e costante) risale comodamente la Val de Bosconero alla base del Col de la Roa. Optiamo per proseguire a dx su sentiero 485, meno frequentato. Con modesti saliscendi (su esile traccia esposta che costeggia il vecchio acquedotto) si scende in prossimità del corso d’acqua. Attraversato il Pont de la Capotola si risale un breve salto di roccia agevolati da scale in legno e catene. Proseguendo nel bosco, in moderata salita, si raggiunge il Pian de le Manze. Invertita la rotta il sentiero raggiunge nuovamente una bella cengia erbosa che corre fino ad abbassarsi su uno dei torrenti laterali e raggiungere la cascata nei pressi di Casera dei Zot. Dalla casera si ignora la confluenza con il sentiero che giunge da Casera del Mugon (congiungendosi poi al 490 per il ritorno a Pontesèi) e si inizia a percorrere la dorsale boscosa con numerosi zigzag. Il sentiero sale ripidamente senza tregua fino a quota 1400 m, in prossimità del bivio con Colaz. L’ultimo tratto di sali scendi permette di recuperare fiato prima di giungere al Rifugio Bosconero. La struttura è composta da 3 edifici separati in pietra e legno (nucleo centrale, camerate, sala didattica) collocati su una bella radura circondata dalla Rocchetta Alta, dal Sasso di Bosconero, dal Sasso di Toanella e dagli Sfornioi. Dal 2006 è luogo di ricerca dell'Università di Padova, con un importante studio di gestione integrata ecosostenibile dei rifiuti solidi urbani e delle acque reflue. Per il rientro ad anello si torna sui propri passi imboccando il bivio con sentiero 490 superato in precedenza. Svoltando a dx il sentiero scende ripido per i primi 500 m. Superato il tratto di ghiaione che scende da Pala Anziana la discesa diventa più agevole. A quota 1000 m confluisce da sx la traccia che giunge dalla Casera dei Zot (sentiero non numerato, marchiato con tratteggio su Carta Tabacco). Di li a poco si incontra la deviazione che porta alla vicina Casera del Mugon e al sentiero 491. La deviazione per la casera è facoltativa; la struttura, mal tenuta, ha una fontana esterna con ottima acqua di fonte (in caso di necessità). Dopo Pian del Mugon il sentiero si restringe e scende velocemente nel fitto bosco per ricongiungersi al bivio iniziale. Da li in breve fino alla provinciale. L’itinerario al Rifugio Bosconero, sebbene molto frequentato, non è per niente banale, specie se affrontato sul 485. Il percorso è particolarmente corto in relazione al dislivello da superare, con alcuni tratti ripidi e scoscesi. L’intera zona, completamente immersa nel fitto bosco, non regala particolari scorci panoramici, ma angoli selvaggi e piacevoli digressioni.

NOTE: la diga di Pontesei, costruita tra il 1955 ed il 1957, è un piccolo bacino idroelettrico ricavato bloccando il corso del torrente Maè. Il 22 marzo 1959 una frana, con un volume stimato di circa 3 milioni di metri cubi, si staccò dalle falde del monte Castellin e dello Spiz, colmando parzialmente il lago in un paio di minuti e provocando un’onda di piena che travolse Arcangelo Tiziani, un operaio impegnato nella sorveglianza del cantiere. Questo incidente fu l’anticipazione di quello ben più grande che avvenne di lì a poco nelle diga del Vajont.

Comments

    You can or this trail