Rif. S, Fermo- Rif. Laeng.
near Borno, Lombardia (Italia)
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Trail photos
Itinerary description
Parcheggiata l’auto il località Navertino, risaliamo la strada forestale recentemente riqualificata e dopo 45 minuti circa di cammino, ci troviamo alla prima biforcazione; a destra in un minuto si va al Lago di Lova, proseguendo dritti (Cai 82) in altri 10 minuti si giunge al secondo bivio. Qua decido il da farsi, e dopo una breve consultazione con Piero il Cinghiale, sì oggi c’è anche lui, raggiungiamo un’ accordo; io parto spedito per il mio giro e lui, con tutta calma va al rifugio S. Fermo a godersi il sole che stamattina brucia la pelle. Ci ritroveremo al lago.
Dopo una “sparata” a velocità a me inusuale giungo al S. Fermo dove faccio una breve sosta, un sorso di tè bello zuccherato e via per il lungo traverso (Cai 82) che mi porterà al Rif. Laeng. Nonostante la bella giornata, oggi il sentiero è praticamente e incredibilmente deserto, solo il fischio delle Marmotte interrompe ogni tanto un silenzio surreale… è una sensazione bella, di quelle che prima la sogni e poi la realizzi, questo giro ora lo sento più “mio”.
Dopo un’ora buona di cammino giungo in prossimità del passo che sovrasta il Laeng, mi prendo un po’ di tempo e ammiro tutto quello spettacolo della Natura che mi si para davanti agli occhi; Il Pazzo Camino, la Concarena, Il Pizzo Badile Camuno… tutto bello! Raccolgo le mie emozioni e riparto in direzione del rifugio.
Quattro passi nella poca neve che rinfresca un rado bosco di Larici, ed eccomi nelle vicinanze del rudere ex rifugio, e oltrepassati due graziosi laghetti, ecco la sagoma della mia seconda meta. Anche qua zero persone e un’ assordante silenzio a prova di rutto fantozziano. Sono le 11,40 e la fame morde lo stomaco, sistemo lo zaino su uno dei comodi tavoli e via… ma Olmo? Lui è in giro nella speranza di ruspare qualche avanzo lasciato dagli umani, ed infatti lo ritrovo accanto a resti di vecchi barbecue! Stiamo bene oggi io e il mio fido, mangiamo la nostra razione e giochiamo 5 minuti rincorrendoci intorno al rifugio, ci sdraiamo e ci fissiamo come due pirla; io gli parlo come se lui capisse tutte le mie parole, sperando magari che le ripetesse (roba da LSD), mentre lui mi abbaia forse pensando il contrario. Visto che lui non parla, comincio ad abbaiare io e lo faccio vincere a tavolino! Pochi cazzi, devo ripartire… si, ma per dove? Incredibilmente lo smartphone ha un paio di tacche, compongo il numero di Piero e gli dico; vecio io ci provo, cerco di salire al M. Mignone… accordo raggiunto con appuntamento al Lago per le ore 14,00-14,30.
Adesso qua io vado a muzzo. Parto in direzione Lago e fatti pochi passi, noto una palina e una scritta su un sasso: Malga Onder 0,45 sentiero Cai 136… ottimo mi dico, guardando la cartina il sentiero ha questa numerazione. Scendo spedito per un vallone dove trovo vecchi muri buoni per il ricovero degli animali, oltrepasso l’ormai ex Malga Varicla, e dopo qualche tentennamento continuo per l’unico sentiero che vedo nei paraggi, perdo quota un po’ preoccupato ( mi sembra di perderne troppa), e dopo 10 minuti arrivo nei pressi della Malga Onder ( lo scoprirò dopo). Facendo affidamento al mio senso di orientamento, prendo la bella carrareccia che sale in discreta pendenza verso Est, guadagno meno di 100 mt di quota ed eccomi al vino Colle Mignone.
Qua è tutto ben segnalato, il “mazzo di carte” è davanti ai miei occhi e sta a me scegliere la carta… due brevi respiri, alzo la testa verso alcune nuvole minacciose e via, fanculo alla mia sopportabile stanchezza, io salgo al Mignone! Un breve ripido pendio erboso anticipa un rado bosco solcato da un sentiero malconcio, risalgo la mia meta in discreta pendenza ed ecco l’ultimo strappo, altro orgoglioso respiro e via, ormai sono vicino alla meta e nemmeno una mina antiuomo mi può fermare… puff puff, eccomiiiii!
E un posto semplice, senza fronzoli, quattro sassi e la scritta 1743 mt… un dosso… ma che vista! Bello.
Mi godo il mio attimo e faccio qualche foto, io e Olmo festeggiamo con della sana acqua e si riparte, ancora una volta affidandomi al mio scalcagnato senso dell’orientamento. Quando ero sul traverso vedevo il Mignone e me lo sono studiato un po’ cercando una via per la discesa, ora vediamo. Puntando secco verso sud, ho camminato per qualche minuto sui prati, poco oltre a delle piante ho visto un roccolo e mi sono detto: se c’è un roccolo ci sarà pure una strada per arrivarci! E sticazz? Arrivato al roccolo ho seguito una flebile traccia che scendeva ulteriormente, dopo poco ho incrociato una sterrata che è parte integrante del periplo del Mignone, a sinistra no, niente cazzate… a destra la strada prosegue per il Colle Mignone e poi giù verso il Lago. Meglio di no… astuto come una Faina, mi sono inoltrato in un fitto e selvaggio bosco, oltreché ripido, e dopo un buon 15 minuti di ravano stile Orzowei sono sbucato nel mai tanto desiderato Lago di Lova (oggi un po’ secchino), l’ho costeggiato sfiorando anche i bei prati in fiore, ed ecco Piero davanti al posto di ristoro dove sta girando senza senso… mi domando, avrà mica perso la bussola nel Rio Merda! No, stavolta c’è ed è bello in grinta… un saluto a piena dentatura, e giù per la sterrata sino al ristorante Navertino dove abbiamo l’auto. Ora ci aspetta una buona Coca fresca!
Dopo una “sparata” a velocità a me inusuale giungo al S. Fermo dove faccio una breve sosta, un sorso di tè bello zuccherato e via per il lungo traverso (Cai 82) che mi porterà al Rif. Laeng. Nonostante la bella giornata, oggi il sentiero è praticamente e incredibilmente deserto, solo il fischio delle Marmotte interrompe ogni tanto un silenzio surreale… è una sensazione bella, di quelle che prima la sogni e poi la realizzi, questo giro ora lo sento più “mio”.
Dopo un’ora buona di cammino giungo in prossimità del passo che sovrasta il Laeng, mi prendo un po’ di tempo e ammiro tutto quello spettacolo della Natura che mi si para davanti agli occhi; Il Pazzo Camino, la Concarena, Il Pizzo Badile Camuno… tutto bello! Raccolgo le mie emozioni e riparto in direzione del rifugio.
Quattro passi nella poca neve che rinfresca un rado bosco di Larici, ed eccomi nelle vicinanze del rudere ex rifugio, e oltrepassati due graziosi laghetti, ecco la sagoma della mia seconda meta. Anche qua zero persone e un’ assordante silenzio a prova di rutto fantozziano. Sono le 11,40 e la fame morde lo stomaco, sistemo lo zaino su uno dei comodi tavoli e via… ma Olmo? Lui è in giro nella speranza di ruspare qualche avanzo lasciato dagli umani, ed infatti lo ritrovo accanto a resti di vecchi barbecue! Stiamo bene oggi io e il mio fido, mangiamo la nostra razione e giochiamo 5 minuti rincorrendoci intorno al rifugio, ci sdraiamo e ci fissiamo come due pirla; io gli parlo come se lui capisse tutte le mie parole, sperando magari che le ripetesse (roba da LSD), mentre lui mi abbaia forse pensando il contrario. Visto che lui non parla, comincio ad abbaiare io e lo faccio vincere a tavolino! Pochi cazzi, devo ripartire… si, ma per dove? Incredibilmente lo smartphone ha un paio di tacche, compongo il numero di Piero e gli dico; vecio io ci provo, cerco di salire al M. Mignone… accordo raggiunto con appuntamento al Lago per le ore 14,00-14,30.
Adesso qua io vado a muzzo. Parto in direzione Lago e fatti pochi passi, noto una palina e una scritta su un sasso: Malga Onder 0,45 sentiero Cai 136… ottimo mi dico, guardando la cartina il sentiero ha questa numerazione. Scendo spedito per un vallone dove trovo vecchi muri buoni per il ricovero degli animali, oltrepasso l’ormai ex Malga Varicla, e dopo qualche tentennamento continuo per l’unico sentiero che vedo nei paraggi, perdo quota un po’ preoccupato ( mi sembra di perderne troppa), e dopo 10 minuti arrivo nei pressi della Malga Onder ( lo scoprirò dopo). Facendo affidamento al mio senso di orientamento, prendo la bella carrareccia che sale in discreta pendenza verso Est, guadagno meno di 100 mt di quota ed eccomi al vino Colle Mignone.
Qua è tutto ben segnalato, il “mazzo di carte” è davanti ai miei occhi e sta a me scegliere la carta… due brevi respiri, alzo la testa verso alcune nuvole minacciose e via, fanculo alla mia sopportabile stanchezza, io salgo al Mignone! Un breve ripido pendio erboso anticipa un rado bosco solcato da un sentiero malconcio, risalgo la mia meta in discreta pendenza ed ecco l’ultimo strappo, altro orgoglioso respiro e via, ormai sono vicino alla meta e nemmeno una mina antiuomo mi può fermare… puff puff, eccomiiiii!
E un posto semplice, senza fronzoli, quattro sassi e la scritta 1743 mt… un dosso… ma che vista! Bello.
Mi godo il mio attimo e faccio qualche foto, io e Olmo festeggiamo con della sana acqua e si riparte, ancora una volta affidandomi al mio scalcagnato senso dell’orientamento. Quando ero sul traverso vedevo il Mignone e me lo sono studiato un po’ cercando una via per la discesa, ora vediamo. Puntando secco verso sud, ho camminato per qualche minuto sui prati, poco oltre a delle piante ho visto un roccolo e mi sono detto: se c’è un roccolo ci sarà pure una strada per arrivarci! E sticazz? Arrivato al roccolo ho seguito una flebile traccia che scendeva ulteriormente, dopo poco ho incrociato una sterrata che è parte integrante del periplo del Mignone, a sinistra no, niente cazzate… a destra la strada prosegue per il Colle Mignone e poi giù verso il Lago. Meglio di no… astuto come una Faina, mi sono inoltrato in un fitto e selvaggio bosco, oltreché ripido, e dopo un buon 15 minuti di ravano stile Orzowei sono sbucato nel mai tanto desiderato Lago di Lova (oggi un po’ secchino), l’ho costeggiato sfiorando anche i bei prati in fiore, ed ecco Piero davanti al posto di ristoro dove sta girando senza senso… mi domando, avrà mica perso la bussola nel Rio Merda! No, stavolta c’è ed è bello in grinta… un saluto a piena dentatura, e giù per la sterrata sino al ristorante Navertino dove abbiamo l’auto. Ora ci aspetta una buona Coca fresca!
Waypoints
Waypoint
3,357 ft
Navertino
Religious site
3,799 ft
Chiesetta
Waypoint
4,358 ft
Cambisí
Intersection
4,874 ft
Bivio
Waypoint
4,886 ft
Pendici Monte Arano
Waypoint
6,011 ft
Croce di S. Fermo
Ruins
5,989 ft
Ex rifugio
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