Ricovero forestale Le Mandre, Val Imperina. Anello.
near Torner-La Muda I, Veneto (Italia)
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Trail photos
Itinerary description
Obbiettivo del giorno è raggiungere il bivacco ricovero forestale Le Mandre, sulla sponda dx del Cordevole, sulla verticale del villaggio minerario alle porte di Agordo.
La strada/sentiero che ci porta al bivacco è un manufatto militare, con 42 tornanti e quasi 1000mt di dislivello.
Si parte dalla Muda, sulla strada per Agordo. Lasciamo l'auto prima della galleria, sulla sx, sulla vecchia strada rotabile ora chiusa al traffico.
Si percorre circa un chilometro prima di trovare l'innesto della militare, che va oggi sotto il numero 874
Si sale sempre tenendo la larga traccia principale. Si superano due lunghe gallerie (evitabili per cengia esterna). Su fino a raggiungere il bel bivacco, dopo circa 7 chilometri.
Durante il tragitto belle vedute dul gruppo dello Schiara, sull'Agner, Moiazza, sullo sfondo il Pelmo e il s. Sebastiano/Tamer.
Bella terrazza panoramica anche dal bivacco, dove dietro abbiamo il Piz di Mezzodì e i Feruch. Siamo nei monti del Sole.
Per la discesa, dopo aver superato qualche perplessità, ci incamminiamo (neve a iosa, ma abbastanza dura da non sprofondare) verso Agordo, per traccia percorsa solo da due persone e con bollini sbiaditi e radi. La pendenza è notevole e, dopo qualche deviazione (i bollini sono stati pitturati per la salita, non immediato vederli a scendere), siamo arrivati sulla silvo/pastorale che penetra la valle Imperina dal centro minerario (restaurato di recente, ma in evidente stato di abbandono).
Dal centro si va a destra fino ad incontrare l'inizio del sentiero tematico "la via degli ospizi". Si prende e si supera un salto di circa 30mt, quindi prima in piano e poi in leggera discesa, si va verso la Muda. Tratto caratterizzato dalla totale devastazione di Vaia. Davvero impressionante il danno. Comunque il sentiero è stato liberato dagli schianti. Incontriamo anche una linea elettrica completamente distrutta (cavi a terra, probabilmente sarà abbandonata). Ad un certo punto si incontra un bivio. Abbiamo tenuto il ramo di sx, approfittando di un guado temporaneo realizzato per lavori di pulizia boschiva. Il corretto percorso (obbligatorio quando smonteranno il guado) sale sulla destra, leggermente, per aggirare un torrione e innestarsi sulla via di salita. In questo caso, abbiamo superato il fiume e siamo risaliti sulla vecchia strada, proprio all'imbocco nord della galleria della Muda. Abbiamo percorso tutto il tratto fino ad incontrare un ponte che ci riporta sul versante dx. Invece di fare il ponte, in questo caso, siamo rimasti sulla sinistra e abbiamo percorso l'antica strada che portava in Agordo, prima della costruzione della galleria, ma anche prima della costruzione del tratto a dx, ora non utilizzato. La si percorre tutta, incontrando delle gallerie e alcuni tratti alluvionati. La sorpresa finale è un cancello che sbarra l'ingresso sud del tunnel. Cancello superato con scavalco. Quindi si è immediatamente al punto di partenza. Per ovvie ragioni, si sconsiglia di percorrere questo ultimo tratto. Bisogna attraversare il ponte della vecchia statale e ci si porta sulla sponda dx, per chiudere dopo un chilometro circa l'anello.
Davvero un bel giro, difficile in inverno, con la neve, non tanto per la salita, ma per la discesa, impegnativa come orientamento e da non sottovalutare come pendenza. In assenza di neve presumo che la sede del sentiero sia ben visibile.
La strada/sentiero che ci porta al bivacco è un manufatto militare, con 42 tornanti e quasi 1000mt di dislivello.
Si parte dalla Muda, sulla strada per Agordo. Lasciamo l'auto prima della galleria, sulla sx, sulla vecchia strada rotabile ora chiusa al traffico.
Si percorre circa un chilometro prima di trovare l'innesto della militare, che va oggi sotto il numero 874
Si sale sempre tenendo la larga traccia principale. Si superano due lunghe gallerie (evitabili per cengia esterna). Su fino a raggiungere il bel bivacco, dopo circa 7 chilometri.
Durante il tragitto belle vedute dul gruppo dello Schiara, sull'Agner, Moiazza, sullo sfondo il Pelmo e il s. Sebastiano/Tamer.
Bella terrazza panoramica anche dal bivacco, dove dietro abbiamo il Piz di Mezzodì e i Feruch. Siamo nei monti del Sole.
Per la discesa, dopo aver superato qualche perplessità, ci incamminiamo (neve a iosa, ma abbastanza dura da non sprofondare) verso Agordo, per traccia percorsa solo da due persone e con bollini sbiaditi e radi. La pendenza è notevole e, dopo qualche deviazione (i bollini sono stati pitturati per la salita, non immediato vederli a scendere), siamo arrivati sulla silvo/pastorale che penetra la valle Imperina dal centro minerario (restaurato di recente, ma in evidente stato di abbandono).
Dal centro si va a destra fino ad incontrare l'inizio del sentiero tematico "la via degli ospizi". Si prende e si supera un salto di circa 30mt, quindi prima in piano e poi in leggera discesa, si va verso la Muda. Tratto caratterizzato dalla totale devastazione di Vaia. Davvero impressionante il danno. Comunque il sentiero è stato liberato dagli schianti. Incontriamo anche una linea elettrica completamente distrutta (cavi a terra, probabilmente sarà abbandonata). Ad un certo punto si incontra un bivio. Abbiamo tenuto il ramo di sx, approfittando di un guado temporaneo realizzato per lavori di pulizia boschiva. Il corretto percorso (obbligatorio quando smonteranno il guado) sale sulla destra, leggermente, per aggirare un torrione e innestarsi sulla via di salita. In questo caso, abbiamo superato il fiume e siamo risaliti sulla vecchia strada, proprio all'imbocco nord della galleria della Muda. Abbiamo percorso tutto il tratto fino ad incontrare un ponte che ci riporta sul versante dx. Invece di fare il ponte, in questo caso, siamo rimasti sulla sinistra e abbiamo percorso l'antica strada che portava in Agordo, prima della costruzione della galleria, ma anche prima della costruzione del tratto a dx, ora non utilizzato. La si percorre tutta, incontrando delle gallerie e alcuni tratti alluvionati. La sorpresa finale è un cancello che sbarra l'ingresso sud del tunnel. Cancello superato con scavalco. Quindi si è immediatamente al punto di partenza. Per ovvie ragioni, si sconsiglia di percorrere questo ultimo tratto. Bisogna attraversare il ponte della vecchia statale e ci si porta sulla sponda dx, per chiudere dopo un chilometro circa l'anello.
Davvero un bel giro, difficile in inverno, con la neve, non tanto per la salita, ma per la discesa, impegnativa come orientamento e da non sottovalutare come pendenza. In assenza di neve presumo che la sede del sentiero sia ben visibile.
Waypoints
Intersection
1,853 ft
A sx passare il Cordevole e salire sulla vecchia strada (vedi nota)
Att.ne, se non trovate più il guado, salire a dx per la traccia che porta all'innesto sulla via di salita
Intersection
1,852 ft
A sx (leggi nota)
Si sconsiglia di seguire per l'ultimo tratto la presente traccia. Attraversate il ponte e ricongiungetevi al punto di partenza tramite la vecchia statale. Se siete uomini e donne d'avventura, beh, potete anche seguirci, ma questo non è un invito a farlo.
Waypoint
1,713 ft
Si esce da qui (leggi nota)
Ribadisco che non è un invito a percorrere l'ultimo tratto.
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