Respampani: Eremo, Solfatara, Rocca Vecchia, Mulino e Diga, Ponte Fra Cirillo, Rocca Respampani, Porcareccia, Capanna Sasso
near La Rocca, Lazio (Italia)
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Trail photos
Itinerary description
Sicuramente questo è uno dei giri più completi che si possa progettare in questa zona. Molto bello e lungo, conviene partire la mattina molto presto e alcuni sentieri sono appena accennati. Portarsi torce e frontali per le cavità, delle cesoie (che però visto il periodo non mi sono servite) e prestare attenzione ai pozzi presenti nella Rocca Vecchia di Respampani.
Si inizia in località Quarticciolo, si passa attraverso la necropoli del Quarticciolo dove un antico casale è stato costruito sopra di essa, si transita per il bel eremo del Quarticciolo (o Eremo di Grotta Bandita). A due piani, ricorda l’Eremo di San Famiano a Faleria, anche se strutturalmente molto più semplice.
Si traversano due campi e si procede per la sinistra orografica del fiume Marta fino ad arrivare alla solfatara (sicuramente la riconoscerete dall’odore) dove nel fiume stesso e nella riva dall’altra sponda vi sono delle polle di zolfo. Per andarci sopra, se volete, potete (facoltativo) guadare il Marta facendo attenzione alle piene e alla corrente.
Proseguendo, si arriva per un sentierino ripidino alla suggestiva medievale Rocca Vecchia di Respampani dove bisogna prestare molta attenzione a dove si mettono i piedi, sono presenti cavità e cisterne sotterranee e cumuli di macerie. Si traversano delle rovine di abitazioni (che ricordano quelle di Galeria) fino ad arrivare a una suggestiva porta dove vi sono delle feritoie per armi da fuoco. Si torna indietro e si sale sulla sommità dove emerge le suggestive rovine di un campanile e cercate ad ogni costo di arrivare al Waypoint panorama360, vi aspetta un panorama strepitoso dove il campanile spunta in mezzo a boschi che si perdono a vista d’occhio; infatti l’abitato fortificato doveva essere stato edificato a nido d’aquila in un punto nevralgico.
Una volta usciti dalla Rocca Vecchia (vedrete una lapide commemorativa del 1587) andate verso valle nel fosso Catenaccio sono presenti un suggestivo mulino con ancora le mole e lo stemma del portale riporta l’anno 1666 e più avanti una diga con doppio salto di cascata.
Si torna indietro si svalica l’altopiano della Rocca Vecchia e si ridiscende subito verso il Fosso Traponzo, si passa sotto una curiosa formazione geologica (Ignimbrite tefritico-leucitica) e si devia verso il Ponte di Fra Cirillo a schiena d’asino, che la leggenda vuole costruito in una sola notte, nel 1661, al termine della sfida fra il Demonio e un frate: probabilmente però il ponte ha origini anteriori al XVII secolo.
Si torna indietro e si sale ripidamente arrivando alla meravigliosa Rocca (nuova) di Respampani, Nel 1608 lo stato di grave decadenza della vecchia Rocca convinse Ottavio Tassoni d’Este, Precettore dell’Archiospedale di Santo Spirito in Sassia, a costruire un nuovo castello non molto distante dal primo ma in punto più agevole e sicuro, che è quello dove ci troviamo ora.
Si prosegue e tra mangiatoie, campi e suggestive radure si arriva a una sterrata che ci porterà alle Grotte di Porcareccia, Sono 6 cavità molto profonde alcune quasi 50 metri con camini o lucernai, alcune di esse hanno la caratteristica di riportare nelle pareti numeri etruschi e non latini/arabi che probabilmente designavano l’animale ingabbiato o legato, presumibilmente maiali, anche se non è esclusa una designazione diversa.
Si prosegue, si traversa un ponticello di legno pericolante (attenzione) un campo e si risale arrivando alla Capanna di Sasso che ricorda molto da vicino un trullo pugliese ma costruito interamente di tufo. L’affioramento roccioso è stato probabilmente scavato in epoca etrusca per ricavarne una tomba di famiglia. Sulla base rocciosa preesistente è stata poi costruita, presumibilmente in epoca moderna, una capanna con cupola a tronco di cono, utilizzando blocchi di tufo e un legante. L’esistenza di finestre, di un foro di sfogo dei fumi e di un camino fanno ipotizzare l’utilizzo come caseificio a servizio di un ovile.
si prosegue per la sterrata che a breve diventa asfaltata e ci riporta sulla Sp11 Vetrallese e si va a sinistra in direzione Tuscania per 700 mt e si svolta a sinistra (cartelli Consorzio Doganella e Loc. Quarticciolo) e poi al successivo incrocio si va di nuovo a sinistra e in breve si è alla macchina parcheggiata dalla mattina.
(Alla fine del giro segnalo che c'è la possibilità di accorciare per una scorciatoia in un campo e ho messo appositi waypoints, ma per correttezza ho riportato la traccia integrale allungandola su strada per evitare noie e rendere accessibile il giro a tutti)
Si inizia in località Quarticciolo, si passa attraverso la necropoli del Quarticciolo dove un antico casale è stato costruito sopra di essa, si transita per il bel eremo del Quarticciolo (o Eremo di Grotta Bandita). A due piani, ricorda l’Eremo di San Famiano a Faleria, anche se strutturalmente molto più semplice.
Si traversano due campi e si procede per la sinistra orografica del fiume Marta fino ad arrivare alla solfatara (sicuramente la riconoscerete dall’odore) dove nel fiume stesso e nella riva dall’altra sponda vi sono delle polle di zolfo. Per andarci sopra, se volete, potete (facoltativo) guadare il Marta facendo attenzione alle piene e alla corrente.
Proseguendo, si arriva per un sentierino ripidino alla suggestiva medievale Rocca Vecchia di Respampani dove bisogna prestare molta attenzione a dove si mettono i piedi, sono presenti cavità e cisterne sotterranee e cumuli di macerie. Si traversano delle rovine di abitazioni (che ricordano quelle di Galeria) fino ad arrivare a una suggestiva porta dove vi sono delle feritoie per armi da fuoco. Si torna indietro e si sale sulla sommità dove emerge le suggestive rovine di un campanile e cercate ad ogni costo di arrivare al Waypoint panorama360, vi aspetta un panorama strepitoso dove il campanile spunta in mezzo a boschi che si perdono a vista d’occhio; infatti l’abitato fortificato doveva essere stato edificato a nido d’aquila in un punto nevralgico.
Una volta usciti dalla Rocca Vecchia (vedrete una lapide commemorativa del 1587) andate verso valle nel fosso Catenaccio sono presenti un suggestivo mulino con ancora le mole e lo stemma del portale riporta l’anno 1666 e più avanti una diga con doppio salto di cascata.
Si torna indietro si svalica l’altopiano della Rocca Vecchia e si ridiscende subito verso il Fosso Traponzo, si passa sotto una curiosa formazione geologica (Ignimbrite tefritico-leucitica) e si devia verso il Ponte di Fra Cirillo a schiena d’asino, che la leggenda vuole costruito in una sola notte, nel 1661, al termine della sfida fra il Demonio e un frate: probabilmente però il ponte ha origini anteriori al XVII secolo.
Si torna indietro e si sale ripidamente arrivando alla meravigliosa Rocca (nuova) di Respampani, Nel 1608 lo stato di grave decadenza della vecchia Rocca convinse Ottavio Tassoni d’Este, Precettore dell’Archiospedale di Santo Spirito in Sassia, a costruire un nuovo castello non molto distante dal primo ma in punto più agevole e sicuro, che è quello dove ci troviamo ora.
Si prosegue e tra mangiatoie, campi e suggestive radure si arriva a una sterrata che ci porterà alle Grotte di Porcareccia, Sono 6 cavità molto profonde alcune quasi 50 metri con camini o lucernai, alcune di esse hanno la caratteristica di riportare nelle pareti numeri etruschi e non latini/arabi che probabilmente designavano l’animale ingabbiato o legato, presumibilmente maiali, anche se non è esclusa una designazione diversa.
Si prosegue, si traversa un ponticello di legno pericolante (attenzione) un campo e si risale arrivando alla Capanna di Sasso che ricorda molto da vicino un trullo pugliese ma costruito interamente di tufo. L’affioramento roccioso è stato probabilmente scavato in epoca etrusca per ricavarne una tomba di famiglia. Sulla base rocciosa preesistente è stata poi costruita, presumibilmente in epoca moderna, una capanna con cupola a tronco di cono, utilizzando blocchi di tufo e un legante. L’esistenza di finestre, di un foro di sfogo dei fumi e di un camino fanno ipotizzare l’utilizzo come caseificio a servizio di un ovile.
si prosegue per la sterrata che a breve diventa asfaltata e ci riporta sulla Sp11 Vetrallese e si va a sinistra in direzione Tuscania per 700 mt e si svolta a sinistra (cartelli Consorzio Doganella e Loc. Quarticciolo) e poi al successivo incrocio si va di nuovo a sinistra e in breve si è alla macchina parcheggiata dalla mattina.
(Alla fine del giro segnalo che c'è la possibilità di accorciare per una scorciatoia in un campo e ho messo appositi waypoints, ma per correttezza ho riportato la traccia integrale allungandola su strada per evitare noie e rendere accessibile il giro a tutti)
Waypoints
Waypoint
524 ft
scavalcare sbarra recinzione
Waypoint
490 ft
passare sotto recinzione
Waypoint
288 ft
Solfatara di Tuscania
Waypoint
323 ft
a Dx lasciare Sterrata
Waypoint
452 ft
Piccola Tagliata
Waypoint
434 ft
IPOGEI
Waypoint
510 ft
a dx
Waypoint
530 ft
ventola
Waypoint
378 ft
Salita verso la Rocca Vecchia
Waypoint
-32,805 ft
Parcheggio
Waypoint
-32,805 ft
Cercare sentierino a sx in salita
Waypoint
-32,805 ft
a sx SP11 Vetrallese
SP11
Waypoint
-32,805 ft
a SX strada Quarticciolo Doganella
Waypoint
-32,805 ft
a sx
Waypoint
-32,805 ft
possibile scorciatoia campo?
Waypoint
-32,805 ft
scorciatoia
Waypoint
-32,805 ft
scorciatoia 2
Waypoint
-32,805 ft
innesto scorciatoia
Comments (17)
You can add a comment or review this trail
Nell attraversare campi o arrivare presso la nuova Rocca servono autorizzazioni? Grazie
No, non c'è stato alcun bisogno, i terreni e i campi della Rocca sono di proprietà della Regione Lazio, quindi "nostri".
All' inizio prima di arrivare all'eremo si costeggia molto brevemente un campo (comunque isolato e non abitato) e solo alla fine eventualmente se vuoi evitare un breve tratto di provinciale, tagliando per una scorciatoia (waypoints) si puo' attraversare un altro campo privato di solito incolto ma, come ho scritto sopra, questa variante è facoltativa.
Grazie 🤗
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Information
Easy to follow
Scenery
Moderate
Bel percorso, ci sta di tutto - dalla zolfatara alle rovine, grotte e borghi. Ho visto anche 3 volpi, una lepre e un fagiano. Unica cosa che voglio aggiungere è che il ponticello di legna non c’è più - si è spaccato in due, quindi tocca attraversare sui pezzi rimasti dal ponte, con massima attenzione.
Itinerario molto bello e interessante. Quanto è fuori percorso? intendo si seguono sempre stradine o ci sono molto tratti fuori traccia?
Grazie
Tratto fuori sentiero per salire alle rovine della Rocca Vecchia. Per il resto sterrate, sentieri e sentierini non segnati
L'importante è che ci sia la traccia anche non segnata, perché districarsi in quella vegetazione e difficile. Lo consigli anche in primavera o meglio in inverno/tardo autunno quando è tutto più pulito?
Inverno sicuramente c'è meno vegetazione ma anche meno ore di luce e bisogna evitare la caccia al cinghiale; che significa andarci dal 1 febbraio in poi!!
Sono tornato da quelle parti a maggio 2022 scorso per fare la Clodia.
La vegetazione è intricata per salire alle rovine e in prossimità alle grotte di Porcareccia e come diceva Cristina il ponte potrebbe anche essere crollato.
Non mi assumo nessuna responsabilità (siamo tutti diversi) se se non ti fa paura la vegetazione (bastano pantaloni e maniche lunghe e machete o cesoie da giardiniere) e tanto spirito di avventura potresti provare ad andare già adesso, penso che a primavera inoltrata, inizio estate sia ancora peggio!
Ovviamente i tratti con più vegetazione sono brevi rispetto all'intera percorrenza che è agevole.
Un saluto e fai sapere come è andata!!
No, nessuna paura, sono abituato. Lo so che in inverno c'è la caccia, non è la prima volta che evito i fucili! Però conosco un poco quelle zone e so che quando comincia a fare caldo e la vegetazione è fitta e un bel casino...aprile maggio forse è il momento migliore...
Grazie!
Se sei abituato in quelle zone non avrai nessun problema allora! Non è peggio di tanti altri luoghi dove sei già stato!
Ottimo!
Buongiorno il percorso si può fare in mtb. Grazie
Ciao Ranger la traccia di questo giro è poco pedalabile e niente affatto scorrevole, considerando che anche il ponticello in legno è crollato. Però modificando completamente il percorso unendo le tracce di altri percorsi in zona riuscirai a toccare quasi tutti i siti direttamentecon la bici. Ovviamente per l'eremo e la rocca vecchia dovrai lasciare la bici e fare dei pezzetti a piedi
Ho fatto oggi questo percorso; ci sono una serie di cose che dovreste sapere (Gen 2023).
Dal luogo di partenza fino al primo waypoint è ok; direi di evitare però di scavalcare la recinzione perché è proprietà privata; c'è piuttosto una strada che costeggia la strada che dovete fare fino a che le due non si intersecano.
Casale e Necropoli del Quarticciolo sono totalmente abbandonate e non mantenute; non c'è molto da vedere.
Il waypoint "passare sotto recinzione" prima di trovare l'Antico sentiero scavato nella roccia è in una proprietà privata: l'eremo è pericolante (c'è scritto sui cartelli) quindi lo fate a vostro rischio e pericolo
Il primo e il secondo guado non sono assolutamente "facili"; se siete in un periodo autunnale/invernale e con equipaggiamento non adatto (senza anfibi ad esempio), non sarete in grado di guadare senza bagnarvi. Se esistono delle zone dove guadare bene, non sono quelle riportate sulla mappa. Se erano li, non sono state mantenute.
Il sentiero fino alla solfatara è abbastanza pulito; ci sono delle strisce bianche appese ai rami ogni tanto per indicarvi dove girare.
Per waypoint "a Dx lasciare Sterrata" bisogna prima salire lungo una sterrata e poi girare a destra. Non prendete la strada che va verso il fiume altrimenti non giungerete alla Rocca vecchia.
Dalla Rocca Respampani fino al successivo waypoint "a dx" entrate in una proprietà privata ma soprattutto vi potrete imbattere nel bestiame. Consiglio di fare un giro più lungo per arrivare fino al waypoint "a dx".
Per concludere, il ponticello di legno è completamente distrutto. Non potete proseguire se non facendo un terzo guado.
Il percorso richiede molto tempo, sicuramente più di 7 ore.