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Ragusa Ibla

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Trail stats

Distance
3.53 mi
Elevation gain
915 ft
Technical difficulty
Easy
Elevation loss
213 ft
Max elevation
1,710 ft
TrailRank 
37
Min elevation
1,287 ft
Trail type
One Way
Coordinates
1018
Uploaded
February 17, 2013
Recorded
May 2011
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near Ragusa Ibla, Sicilia (Italia)

Viewed 2722 times, downloaded 26 times

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Itinerary description

http://it.wikipedia.org/wiki/Ragusa_Ibla

« Bisogna essere intelligenti per venire a Ibla, una certa qualità d'animo, il gusto per i tufi silenziosi e ardenti, i vicoli ciechi, le giravolte inutili, le persiane sigillate su uno sguardo nero che spia. »(Gesualdo Bufalino)
Ragusa Ibla (in siciliano Iusu, ovvero "che giace sotto") oggi quartiere della città di Ragusa è il fulcro da cui la città di Ragusa si è sviluppata. È situato nella parte orientale della città, sopra una collina che va dai 385 ai 440 m s.l.m..
Dopo il terremoto del 1693, il quartiere fu ricostruito attuando cantieri che produssero opere, edifici e monumenti di gusto tardo barocco. All'inizio di una lunga scalinata, si trova la chiesa barocca delle S. Anime del Purgatorio. Invece il Duomo di San Giorgio è stato costruito tra il 1744 e il 1775, secondo i progetti del famoso architetto Rosario Gagliardi.
Il quartiere contiene oltre cinquanta chiese e numerosi palazzi in stile barocco. Nella parte più orientale, si trova il Giardino Ibleo e sono inoltre presenti gli scavi della città antica, chiamata Hybla
http://it.wikipedia.org/wiki/Duomo_di_San_Giorgio
L'Insigne collegiata di San Giorgio (conosciuta impropriamente come Duomo di San Giorgio[1]) è il principale luogo di culto cattolico di Ragusa Ibla, uno dei monumenti più importanti della città di Ragusa.
ntica chiesa madre della città prima del 1693, sorgeva all’estremità est dell'abitato, nei pressi dell'attuale Giardino ibleo, dove si trova ancora il grande portale quattrocentesco, di stile gotico-catalano, unica vestigia rimasta dell'antico tempio.
La chiesa fu gravemente danneggiata dal terremoto e restarono in piedi parte della facciata, alcune cappelle e parte della Cappella maggiore, per cui venne costruito un ampio locale adiacente alla navata sinistra del vecchio tempio, in cui poter svolgere le funzioni.
Nel secondo quarto del XVIII secolo, si decise di trasferire la chiesa nel sito della vecchia di San Nicola, che fino al XVI secolo era stata la parrocchia dei fedeli di rito greco e successivamente, passata al rito latino, era divenuta chiesa sacramentale di San Giorgio. Del progetto venne incaricato nel 1738 Rosario Gagliardi, architetto di Noto, uno dei protagonisti della ricostruzione barocca, di cui questo edificio è forse l'opera migliore: infatti per costruirla l'artista ideò un superbo gioco di prospettiva; orientò la Chiesa un po' più a sinistra della piazza antistante (lo si può ben notare) così che la futura cupola fosse visibile dietro l'imponente facciata a campanile, caratteristica peculiare delle chiese del Gagliardi.
La prima pietra fu posta il 28 giugno del 1739, come ricorda una lapide murata sul lato destro della scalinata, e tuttavia, come ricorda l'enigmatica iscrizione posta sul lato opposto, i lavori poterono cominciare solo nel 1744. Il 5 ottobre 1775, con la salita delle campane, si conclusero i lavori della facciata. Secondo tradizione la cupola sarebbe stata progettata e realizzata nel 1820 dal capomastro ragusano Carmelo Cultraro, su modello di quella del Pantheon di Parigi, ma recenti studi e riscontri archivistici ne assegnano la paternità all'architetto Stefano Ittar.
Al Vescovo venne intitolato l'altare del transetto destro che probabilmente è posto nel luogo in cui sorgeva l'altare maggiore dell'antica chiesa.[senza fonte] L'ultima modifica del complesso risale al 1890, quando venne realizzata l'inferriata che cinge la scalinata. In questo duomo è stato girato la seconda serie di L'onore e il rispetto. Nell'attiguo museo del Duomo sono conservate le vestigia dell'antica San Giorgio, compreso un magnifico altare cinquecentesco del Gagini.
progetto di Rosario Gagliardi, di cui si conservano le tavole originali, è caratterizzato dalla monumentale facciata a torre che ingloba il campanile nel prospetto e termina con una cuspide a bulbo, richiamando i tabernacoli lignei, seicenteschi, delle chiese cappuccine.
La collocazione della chiesa al termine di un'alta scalinata e la posizione obliqua rispetto alla piazza sottostante accentuano l'imponenza e gli effetti plastici, creati da una lieve convessità del partito centrale e dalla presenza delle colonne libere. Due coppie di volute fanno da raccordo tra i diversi livelli ospitando, rispettivamente, le statue di San Giorgio e San Giacomo in basso, e quelle di San Pietro e San Paolo in alto.
Sulla cuspide, sotto la croce, si legge la data 1775, che indica la conclusione dei lavori della facciata.
Nel primo ordine del partito centrale si apre un grande portale con cornice mistilinea, ricca di fregi e rilievi a motivi vegetali, mentre le porte lignee hanno una preziosa decorazione scultorea, in sei riquadri, con la raffigurazione di episodi del martirio di San Giorgio, opera dell'intagliatore palermitano Vincenzo Fiorello, che li realizzò nel 1793.
Interno
L'interno, a croce latina, con le braccia chiuse da absidi semicircolari, è sereno ed equilibrato e viene diviso in tre navate da dieci robusti pilastri in pietra, con un'ampia zoccolatura in pece. Gli intagli che decorano il cornicione e i capitelli dei pilastri furono realizzati tra il 1779 ed il 1781 dagli scultori Giambattista Muccio e Giorgio Nobile di Ragusa.
Nell'incrocio del transetto con la navata centrale si eleva la cupola di gusto neoclassico, a doppia calotta, poggiante su due file di colonne: in precedenza libere, oggi lo spazio tra di esse è occupato da vetri che donano alla cupola il caratteristico colore blu che forma un panorama inimitabile con il complesso di Ragusa Ibla.
Questa chiesa trova corrispondenza non tanto nell'architettura italiana, ma è molto più simile ai modelli dell'Europa del nord, come le chiese londinesi di Hawksmoor e quelle di Neumann in Franconia che sviluppano in facciata il tema del partito centrale a torre.[senza fonte]
Nelle cappelle delle navate laterali si trovano tele di alcuni dei più celebri artisti del settecento siciliano: Vito D'Anna, Antonio Manno, Giuseppe Tresca.
Sopra le porte laterali sono conservati i due simulacri che vengono portati in processione per le strade, durante la festa patronale di San Giorgio: la statua del Santo a cavallo opera dello scultore palermitano Girolamo Bagnasco, che la realizzò nel 1874, e la grande cassa-reliquiario in lamina d'argento sbalzata, opera del 1818 dell'argentiere palermitano Domenico La Villa.
Nell'adiacente sacrestia si conserva un resto della monumentale ancona in pietra calcarea che lo scultore Antonello Gagini aveva scolpito per la vecchia chiesa di San Giorgio tra il 1573 e il 1576. Dalle rovine della chiesa furono recuperate tre nicchie e quattro statue che, pur assemblate in modo alquanto scorretto, danno tuttavia una idea della magnificenza dell'opera originaria.

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