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Premilcuore, Case Seccheto, M.Rotondo, La Villa, Castellare, Torre di Montalto, M.Tiravento

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Trail stats

Distance
10.42 mi
Elevation gain
3,468 ft
Technical difficulty
Moderate
Elevation loss
3,468 ft
Max elevation
3,378 ft
TrailRank 
37
Min elevation
1,498 ft
Trail type
Loop
Time
7 hours 40 minutes
Coordinates
1528
Uploaded
May 26, 2020
Recorded
May 2020
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near Premilcuore, Emilia-Romagna (Italia)

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Itinerary description

Lungo anello in gran parte svolto sui crinali che dipartono da Premilcuore e da Montalto. Si parte da Premilcuore salendo per le scalette e la mulattiera che si imboccano a fianco del palazzo del Comune, si percorre il brevissimo tratto della via Val d'Abete e superato un cancello al bivio, con il sentiero 313 che sale alla Rocchetta e per M.Arsiccio, si tiene a sx prendendo il sentiero Cai 325 per Bessicara che costeggia il fosso Cornetto. Più avanti attraversato il fosso, si sale mediante alcuni tornanti fino a giungere ad una radura scorrendo sopra una scarpata per portarsi poi, segnalata da alcuni cipressi, ai ruderi di Seccheto (quota 720 m.). Da qui si prosegue stando a sx per immettersi in un valloncello in cui si rinvengono numerose ceppaie di castagni e sempre salendo ci si porta fuori dal bosco dove quello che si percorre è diventato uno stretto sentierino per raggiungere il costone che delimita la valle su cui era tracciato l'altro sentiero da tempo abbandonato (probabili frane) che aveva il numero cai 327 e che proveniva da P.zza Garibaldi. Si continua da qui a salire mantenendosi sul costone con alternanza di salite e tratti pianeggianti fra rimboschimenti di pini e zone accidentate con bosco più rado; superato un lungo tratto cosparso da muretti di sassi, il sentiero, ridotto nelle sue dimensioni, abbandona il costone piegando a dx in mezzo ai pini ritornando largo ed evidente. Dopo pochissimo però occorre abbandonare questo sentiero quando notiamo che sullo stesso da sx vi confluisce un altro sentiero che dobbiamo prendere compiendo sostanzialmente una inversione ad U per poterci portare con questa traccia all'inizio del crinale che disposto in modo parallelo alla valle del Rabbi comprende la cima del Monte Rotondo e degrada verso Montalto. Seguiamo questa traccia quindi che nella prima parte rimane nel rimboschimento di pini per poi aprirsi alla tipica rada vegetazione di crinale. Si prosegue in direzione nord quasi in falsopiano evitando i cimotti, passando talvolta a dx e a volte a sx di essi, notiamo nel pendio di sx ruderi di case, la valle del Rabbi più sotto e il M.Gemelli con il suo noto profilo a seno femminile sopra il tutto all’orizzonte. Proseguendo dapprima si scende sul crinale da cui si possono notare in basso a dx i ruderi di Cà la Casa, per poi risalire ad una sella e proseguire tenendosi sulla dx in mezzo a ginepri su traccia del sentiero vicino agli alberi fino ad arrivare ad un punto ove troviamo un palo con cartello che indica a sx la salita per M.Rotondo. Il cartello testualmente riporta <>. Piuttosto che interrogarsi se la “m” possa significare metri o minuti (?), conviene abbandonare la traccia che prosegue diritta per andare a sx alla cima del Monte Rotondo e verificare direttamente. L’abbiamo fatto è abbiamo constatato che in termini di tempo sono meno di 5 minuti e come distanza 40/50 metri. Tralasciando l’incongruenza del cartello, la cima del M.Rotondo (quota 923 m.) merita senz’altro la visita non solo per il panorama che si gode da questa radura sommitale ricavata in mezzo agli alberi, ma anche per vedere la croce ivi posta, la targa di dedicazione posta alla base che riporta in caratteri in bronzo il nome di “Gabriella Restignoli” e il mini altarino in legno posto di fronte alla croce. Per non eventualmente confliggere con la volontà di riservatezza di coloro che hanno posto la targa in memoria, non offriamo ulteriori note a riguardo della persona menzionata rimandando coloro che lo vorranno fare, quando si troveranno in questo luogo, ad una riflessione più “alta” cui la croce induce. Ritornati sulla traccia ovvero al cartello indicatore che abbiamo citato prima, ci teniamo sulla dx in discesa lungo il pendio scosceso del M.Rotondo. Alla vista ci tiene “compagnia”, seguendoci parallelo e poco lontano il crinale di Torre Montalto. Proseguiamo sempre perdendo quota fino ad arrivare ad una sella spoglia dove, in assenza di alberi, occorre prestare attenzione (omini di pietra) per intravedere una traccia che scendendo devia a dx verso la valle di Montalto. Questo è uno dei classici “tagli” che come Senior siamo soliti fare. Infatti con questa deviazione lasciamo la linea di crinale che sfocia sulla strada asfaltata e obbligherebbe in pratica a percorrere due lati di un triangolo, per fare un solo lato che conduce prima a fianco dell’agriturismo L’Antico Frutto e poi alla Trattoria il Cervo di Montalto. La traccia di questo taglio è sufficientemente evidente seppure piuttosto invasa e occultata dalla vegetazione (ginestre, ginepri e alberi vari). Tralasciamo una descrizione dettagliata di questo taglio (anche per ragioni di invogliare gli interessati a fare il percorso insieme ai Senior) e semplicemente indichiamo che la traccia in sostanza percorre in discesa il costone del crinale che si è lasciato per cui occorre “puntare” la vista sul fabbricato dell’agriturismo Antico Frutto e procedere nella sua direzione non curandosi di deviazioni che a sx portano a case Montaletto e a dx ai ruderi de Il Poggiolo. Non curarsi nemmeno di piccoli cartelli in legno che talvolta si trovano che indicano “sentiero degli asinelli” e quindi attraversato un bosco rado si giunge sui pascoli che sovrastano i ruderi di Casa Castagnolo al cui fianco passa lo stradello che proviene da La Villa e conduce a Il Poggiolo Case Vasumini. A questo punto percorriamo lo stradello verso sx cioè in direzione di La Villa – Agriturismo Antico Frutto e, oltrepassatolo, arriviamo alla Trattoria Il Cervo dove alcuni cani dei gestori ben nutriti e tenuti ti fanno festa. Qui si può approfittare, in aggiunta alla sosta “banana-time” che normalmente si fa in cima al M.Rotondo, di prendere un caffè in compagnia e rifornirsi di acqua dalla pubblica fonte davanti alla trattoria. Passiamo quindi di fianco alla trattoria per fare un altro piccolo taglio rispetto alla percorrenza classica che prosegue sullo stradello per arrivare alla chiesa di S.Agata in Montalto e da qui proseguire fino al bivio con il sentiero 331 che percorre il crinale della Torre di Montalto. In pratica tagliando di fianco alla trattoria si scende per pascoli costeggiando un recinto di cavalli (noi abbiamo accarezzato una giovane cavalla mansueta e civettuola) per giungere al fondo della valletta dove scorre un fosse che si attraversa e subito a sx si incrocia il sentiero CAI 331 che proviene dalla chiesa. Siccome il fosso attraversato rappresenta il punto più basso di quota (siamo a 555 m.) di questa seconda parte dell’itinerario di ritorno, dobbiamo ben prepararci a compiere una lunga e costante ascesa per riportarci prima alla Torre di Montalto a 809 m. e poi al M.Tiravento a 1025 m. Lo possiamo fare prendendo tutto il fiato e le energie che servono nello spiazzo radurale del rifugio/bivacco Cà di Rossi (normalmente chiuso) che troviamo quasi subito. Da qui seguiamo la mulattiera e i ben visibili segni bianco-rossi (sent. CAI 331) posti lungo la stessa. Questo tratto del nostro itinerario, dovete sapere, ripercorre il tratto dell’antica strada medievale che giunge alla Torre di Montalto posta sul crinale che domina gran parte della valle di Fantella. Prosegue poi per crinale fino a giungere al M.Tiravento, punto dove noi la lasciamo per ridiscendere verso Premilcuore, ma che in realtà la mulattiera proseguiva ancora per crinali fino a giungere su quello che divide la valle del Bidente da quella del Rabbi. Oltrepassato il fosso dopo il bivacco Cà di Rossi, con un tornante, si risale il pendio in decisa salita; dopo poche curve ci appare in alto la notevole sagoma di Castellare (forse poteva essere l’antico borgo esistente a ridosso del castello) e ad un bivio pieghiamo a sx aggirando un campo coltivato. Ad un successivo bivio si lascia la stradella di sx che porta a Valbona e, in corrispondenza di un grosso sorbo, imbocchiamo il sentierino che porta a Castellare. Ora da qui saliamo lungo l’antica via che porta ai resti della Torre di Montalto. Per arrivarci dal sentiero di crinale bisogna inerpicarsi prendendo la traccia evidente sulla dx e dopo poco giungiamo all’unico bastione rimasto in piedi del castello che vi era. In questo luogo, cui si giunge dopo oltre 4 ore di marcia, ci si può fermare per la sosta pranzo al sacco. Ridiscesi dalla altura ove è posta la Torre, riprendiamo il sentiero di crinale e proseguendo sullo stesso entriamo in un tratto boschivo per salire ripidamente lasciando una deviazione a sx, pressochè invisibile, che raccoglieva il sentiero proveniente da Cortina Vecchia (nel vallone sottostante) e, dopo un’altra a dx, raggiungiamo finalmente il M.Tiravento all’innesto nel sentiero 313 che verso dx porta a Premilcuore e a sx porta al Rifugio Fratta sul crinale divisorio con la valle del Bidente oppure ripiegando ai fianchi del M.Moggio a Cà Petriccio nuovamente lungo il Rabbi.
Prendiamo quindi il s.CAI 313 in direzione Premilcuore seguendolo dapprima nell’ampia conformazione a V che ne caratterizza la parte aggirante la cima e in ambiente boschivo di rimboschimento a base di abetina. Arrivati al bivio con il sent. 325 per Seccheto (per intenderci quello che abbiamo percorso inizialmente seppure non fino a questo bivio), prendiamo a sx per fare il secondo pezzo della cosiddetta “V” passando a fianco dei ruderi di Casa Tiravento e poi, continuando sempre in discesa, il sentiero ci porta sul crinale che conduce a Monte Arsiccio, dove appena superati i ruderi della casa M.Arsiccio non senza invitarvi a guardare l’incisione sul traverso di una porta dell’anno 1828, dove al successivo bivio abbiamo due possibilità: la prima, ovvero la più breve che è quella che abbiamo scelto noi in questo itinerario descritto, consiste nello scendere al centro del paese per il Monte Rocchetta (sentiero 313); la seconda invece, prendendo a sx, permette di passare dalla Ridolla ed è identificata come sentiero Cai 315 per poi raggiungere il centro del paese tramite il sentiero 317 che in questo caso ricalca quella che era l’antica “via fiorentina”.

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