Pradonego, malga Montesèl, colonei di Caprino e di Pesina, creste di Naole, malga Valfredda, malga Ime, malga Salve Regina
near Coliel, Veneto (Italia)
Viewed 155 times, downloaded 1 times
Trail photos
Itinerary description
ATTENZIONE non seguire la mia traccia, nella parte iniziale da Pradonego, dopo poco il vecchio sentiero sparisce e quindi è molto difficile passare tra rovi e alberi caduti. Molto meglio ritornare all'incrocio e prendere la strada a sx in salita verso malga Ime e al primo bivio seguire il segnavia a sx per malga Montesèl. Dopo la malga c'è comunque un cancello che ho trovato chiuso.
Non ho fatto per intero il percorso 3 trovato sull'opuscolo LE VIE DEL LATTE.
Le “Montagne” di Caprino
Percorso: Pradonego (911), Montesèl (1231), Colonèi di Caprino (1372), Colonèi di Pesina (1366), Naole (1632), Valfredda Crocetta (1321), Ime (1132), Pradonego.
Difficoltà: E.
Punti di appoggio: malga Ime.
Avvertenze: itinerario lungo che in un tratto percorre una strada silvo-pastorale non contrassegnata Cai (portare una cartina), richiede buon allenamento.
Aspetti prevalenti: paesaggistico, storico, botanico, faunistico.
Stagioni consigliate: primavera, estate, autunno.
Pradonego è l’insediamento antico più alto del versante orientale, risale almeno al 1400 e si è mantenuto abbastanza integro nelle
sue peculiarità architettoniche. Era punto di sosta delle greggi, ci sono enormi stalle dietro gli archi dei porticati, tappe per la tran-
sumanza dal Veronese al Trentino. Il percorso si snoda, tra prati e boschi per la Val Brutta, passando dal baito di Montesèl, fino ai Colonèi di Caprino e di Pesina (dove il toponimo non è militare
ma sta per “possedimenti”). Sulla strada dell’acquedotto si va in saliscendi a contornare il crinale fino, ad incontrare quella che sale per il forte di Naole.
Scorgiamo poco dopo il forte. È italiano, del 1913-14, imponente anche se incassato nel monte, ha sparato due colpi verso l’Imperial Regio territorio dell’Austria Ungheria il 24 maggio 1915, poi basta:
era fuori tiro dal fronte. Discoste e sottostanti, si trovavano le caserme, la polveriera, l’ospedale. Tutti ruderali come, purtroppo, il
vecchio baito di Naole, del 1500, uno dei più antichi della catena, ora crollato. Per il sentiero intitolato a Lino Ottaviani (un alpinista veronese, guida alpina, forestale, morto giovanissimo), si lasciano le creste e si cala a malga Valfredda Crocetta, pure restaurata, costruita in muratura nel 1878.
Qui ho tagliato il percorso originale e sono sceso direttamente a malga Ime, dove la storia s’intreccia con la bellezza. Ne ricordiamo uno degli ultimi proprietari, il Cencio Fagioli, un “mecenate” locale molto attento alla cultura. Da Roma vi veniva a passare l’estate e, infastidito dai continui furti di mobili dalla sua villa quattrocentesca, a Cengia di San Pietro in Cariano, li trasportava ad Ime tramite un paio di camion all’inizio della bella stagione, per poi rispostarli in autunno. Ime, con aspetti da montagna svizzera per la foresta d’abeti rossi e un passato legato ad una specifica razza di cavalli, è con Pradonego uno dei siti storici del Baldo atesino il cui studio andrebbe approfondito. Di qui, per una magica faggeta, si torna su di una sterrata a Pradonego, passando per l’incantevole baito di malga Salve Regina, con indubbi influssi trecenteschi lombardi nell’architettura.
Non ho fatto per intero il percorso 3 trovato sull'opuscolo LE VIE DEL LATTE.
Le “Montagne” di Caprino
Percorso: Pradonego (911), Montesèl (1231), Colonèi di Caprino (1372), Colonèi di Pesina (1366), Naole (1632), Valfredda Crocetta (1321), Ime (1132), Pradonego.
Difficoltà: E.
Punti di appoggio: malga Ime.
Avvertenze: itinerario lungo che in un tratto percorre una strada silvo-pastorale non contrassegnata Cai (portare una cartina), richiede buon allenamento.
Aspetti prevalenti: paesaggistico, storico, botanico, faunistico.
Stagioni consigliate: primavera, estate, autunno.
Pradonego è l’insediamento antico più alto del versante orientale, risale almeno al 1400 e si è mantenuto abbastanza integro nelle
sue peculiarità architettoniche. Era punto di sosta delle greggi, ci sono enormi stalle dietro gli archi dei porticati, tappe per la tran-
sumanza dal Veronese al Trentino. Il percorso si snoda, tra prati e boschi per la Val Brutta, passando dal baito di Montesèl, fino ai Colonèi di Caprino e di Pesina (dove il toponimo non è militare
ma sta per “possedimenti”). Sulla strada dell’acquedotto si va in saliscendi a contornare il crinale fino, ad incontrare quella che sale per il forte di Naole.
Scorgiamo poco dopo il forte. È italiano, del 1913-14, imponente anche se incassato nel monte, ha sparato due colpi verso l’Imperial Regio territorio dell’Austria Ungheria il 24 maggio 1915, poi basta:
era fuori tiro dal fronte. Discoste e sottostanti, si trovavano le caserme, la polveriera, l’ospedale. Tutti ruderali come, purtroppo, il
vecchio baito di Naole, del 1500, uno dei più antichi della catena, ora crollato. Per il sentiero intitolato a Lino Ottaviani (un alpinista veronese, guida alpina, forestale, morto giovanissimo), si lasciano le creste e si cala a malga Valfredda Crocetta, pure restaurata, costruita in muratura nel 1878.
Qui ho tagliato il percorso originale e sono sceso direttamente a malga Ime, dove la storia s’intreccia con la bellezza. Ne ricordiamo uno degli ultimi proprietari, il Cencio Fagioli, un “mecenate” locale molto attento alla cultura. Da Roma vi veniva a passare l’estate e, infastidito dai continui furti di mobili dalla sua villa quattrocentesca, a Cengia di San Pietro in Cariano, li trasportava ad Ime tramite un paio di camion all’inizio della bella stagione, per poi rispostarli in autunno. Ime, con aspetti da montagna svizzera per la foresta d’abeti rossi e un passato legato ad una specifica razza di cavalli, è con Pradonego uno dei siti storici del Baldo atesino il cui studio andrebbe approfondito. Di qui, per una magica faggeta, si torna su di una sterrata a Pradonego, passando per l’incantevole baito di malga Salve Regina, con indubbi influssi trecenteschi lombardi nell’architettura.
Waypoints
Risk
3,072 ft
Sentiero chiuso
Risk
3,085 ft
Non seguire la mia traccia, il vecchio sentiero è ostruito da rovi
You can add a comment or review this trail
Comments