PNALM. Monte Rotondo - Grotta della Capriola - Il Matusalemme

Escursione conclusiva di una tre giorni tra Abruzzo e Molise, quest'oggi si chiude con un escursione breve ma intensa, sia per il dislivello che per i numerosi punti d'interesse lungo il percorso.
Si parte dal classico parcheggio di fronte alla Locanda del Forestiero poco sotto Barrea, da sottolineare che i posti auto sono limitati e occorre partire molto presto per non perdere tempo nella ricerca di un buco dove lasciare la macchina.
Di fianco la Locanda parte il sentiero J8 che inizia a salire subito dopo aver superato un cancello per le bestie. Sulla selciata che sale sinuosa di fianco a vecchi muretti a secco si può osservare da più angolazioni sia il Lago di Barrea che il paese stesso, sotto la collina invece si intravede la scoscesa gola creata dal fiume Sangro.

Nel bel mezzo della Valle Janara si incontrano cavalli e vacche al pascolo, qualche serpe e piccoli ruscelli che invadono il sentiero e di conseguenza molto fango.
Lungo questa valle un tempo coltivata si svolta a sinistra per lasciare il J8 in favore del J6 che conduce in forte pendenza attraverso il valico della Capriola.
La gola formata dalle alte pareti rocciose del Rotondo e del Chiarano offre numerosi spunti d'interesse quali faggi secolari, grotte più o meno grandi e nel mio caso lunghi tratti innevati.
La prima grotta che s'incontra è quella più famosa, la Grotta della Capriola. Nelle due Grotte della Capriola, una di grandi dimensioni, l'altra più modesta, è possibile osservare resti di muretti a secco segno del passaggio e dell'utilizzo pastorale durante i periodi della transumanza quando queste zone erano frequentate da numerosi pastori con migliaia di capi di bestiame al seguito.
Poco oltre si attraversa una faggeta secolare e sul sentiero ghiaioso e scivoloso ecco apparire altre grotte sulle pareti del Rotondo, dal lato opposto l'enorme sgrottamento sotto la falesia del Chiarano cattura la mia attenzione e dopo una breve e dura salita sul pietrisco ho modo di osservare uno sgrottamento che in altre occasioni mi ero ripromesso di visitare. Punto molto pericoloso da raggiungere, 10 minuti dopo averlo lasciato una scarica di massi di importanti dimensioni è venuta giù improvvisamente.

Raggiunto il valico del Chiarano si sale sulla destra per raggiungere le colline che anticipano l'altipiano del Rotondo. Nel punto panoramico a N/E del Rotondo si ha modo di osservare le numerose colline che si alternano fino al Balcone delle Gravare.
Lasciato il sentiero che corre sotto il Monte Rotondo si procede per cresta con l'intento di non abbandonare mai il panorama sulla gola del Chiarano, fortuna vuole che l'unica escursionista incontrata in questo punto quest'oggi mi indichi un lupo solitario alle mie spalle che sentitosi osservato si blocca e fugge precipitoso.

Dalla cima del Monte Rotondo 1823m il panorama è superbo. Il Lago di Barrea, quello della Montagna Spaccata, le Mainarde e le cime aguzze fino al Monte Petroso per chiudere con l'Amaro. Alfedena e Scontrone sbucano tra le colline dell'acropoli sannitica e giù verso sud il Miletto innevato. A S/E la lunga cresta che dal Colle della Monna conduce all'Arazecca delimita il confine della Linea Gustav che prosegue sulle guglie dei Monti Pizzi.

Si scende sull'altipiano, poco distante cavalli allo stato brado pascolano accanto ad un laghetto. Si percorre ora il J7 che scende veloce e scivoloso verso la Valle Janara. In fondo alla valle, ben discosti dalle vacche numerosi cervi brucano indisturbati.
Raggiunta la valle e visti fuggire i cervi è ora di far visita al faggio secolare detto "Il Matusalemme". Censito tra gli alberi monumentali d'Italia questo faggio ha dimensioni notevoli e suscita commozione nell'osservarlo, è li da chissà quanto tempo, ha superato numerosi periodi storici, è sopravvissuto agli eventi atmosferici e continuerà a vivere anche dopo la nostra dipartita.

Lasciato il faggio secolare si continua a scendere tra enormi massi erratici, Barrea e il suo lago si fano sempre più vicini così come i fastidiosi rumori delle moto. Non rimane che intercettare il sentiero J6, riprendere il J8 e concludere l'escursione con il caldo delle ore 13:00 segno del prepotente ingresso della primavera dopo l'ultimo colpo di coda dell'inverno.