PNALM. Monte Pietra Gentile - Coppo dell'Orso - Colle Macerone - Colle dell'Orso - Colle Macchia di Rose - Il Codone
near Valle Chiara, Abruzzo (Italia)
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Trail photos
Itinerary description
Anello meraviglioso ed a tratti impegnativo in un angolo quest'oggi solitario e deserto.
Giornata estremamente ventosa ma priva di nubi. Dalla Sp17 per Bisegna, ha inizio il classico sentiero Z1 che conduce al Rifugio di Terraegna. Quest'oggi non vi è anima viva in giro e si prospetta un'escursione intima e concentrata essendo alcuni tratti fuori sentiero.
Dopo qualche centinaio di metri sul pianoro ai piedi del Monte Atessa, si arriva alla sbarra del Parco che indica come zona B di assegnazione nella Riserva.
Il sentiero prosegue sulla destra iniziando a salire lentamente fin quando sulla sinistra si stacca già ripido il V1.
Seguendo il Vallone Bruciato su di un irto tracciolino ci si ritrova immersi nella meravigliosa faggeta che anche quest'oggi è l'obbiettivo dell'escursione..
Si sale e duramente, molto spesso a testa bassa. Il V1 si separa sulla destra ammorbidendo il dislivello ma per raggiungere il Monte di Pietra Gentile occorre continuare dritti sulla dura salita.
Si cammina su di una vecchia mulattiera utilizzata da boscaioli e carbonai, qua e la vecchi segni del CAI alcuni dei quali recentemente cancellati. La direzione è obbligata e si sale cercando il pendio meno ripido e pulito mentre il forte vento scuote le fronde degli alti faggi che lasciano cadere ogni tanto rami e fogliame.
Dall'imbocco del V1 al Coppo dell'Orso si sale per 2,4km circa per un dislivello positivo di oltre 400m.
Imponenti faggi circondano il Coppo dell'Orso e una fitta giovane faggeta obbliga a farsi largo per raggiungere l'ampia radura. Solo il vento scompone l'immutabile silenzio di questi spazi, sui tronchi degli alberi vecchi e recentissimi segni del passaggio degli orsi. Anche i cuccioli come appare chiaro si affilano le unghie da queste parti.
Si sale sulla sinistra del pianoro tra antichissimi alberi tra i quali, numerosi esemplari ormai privi di vita danno corpo ad un paesaggio preistorico!
Salire alla cima al Monte Pietra Gentile appare da subito complicato. Non vi sono segni o quant'altro. Si scavalcano enormi tronchi e via via ripide rocce scivolose e ricoperte di muschio, l'umidità e il fogliame rendono tutto più difficile.
Dopo aver speso molta fatica arrivo finalmente in cima al Monte 1979m che come appare anche dalle immagini satellitari è immerso nella boscaglia e non lascia spazio a nessuna veduta. Il forte vento e il pericolo di ricevere un ramo in testa mi spinge ad una veloce e concentrata discesa.
Di novo al Coppo dell'Orso per risalire tra il groviglio di giovani faggi il Colle Macerone 1924m.
Nessun panorama neanche qui ma poco male, il bosco regala scorci meravigliosi e selvaggi tanto da apparire inquietante in alcuni frangenti.
Finalmente tutto torna a vista, la luce inizia a penetrare tra le fronde colorate in un bosco meno fitto, il dislivello si appiana arrivando allo scoperto dove morbida mi aspetta la cresta tra il Colle dell'Orso e la Cima di Macchia di Rose.
Il vento ora sibila forte ma le montagne appaiono tutte e ben visibili. L'immensa e brulla cresta della Montagna Grande è spezzata solamente dalle bianche rocce delle Marmitte dei Giganti, a Nord compare la Piana del Fucino e il profilo nitido del Sirente, ancora una volta la fortuna vuole che si veda tutto il Gran Sasso libero da nubi.
Tutta la cresta è un altipiano con poco dislivello, brulli pascoli si perdono a vista d'occhio fin sotto il Marsicano, mentre il Monte Palombo nasconde la piana di Pescasseroli.
Si scende da Macchia di Rose per salire poi sul Codone dove riprendendo il sentiero V1 mi rimetto in linea per arrivare ad un deserto Rifugio di Terraegna.
Dal Codone alla piana di Terraegna si attraversa un breve tratto di faggeta vetusta che nella sua conformazione ha un aspetto scenografico impagabile in questa stagione.
Breve sosta nel portico del Rifugio, anche se il sole è caldo a mantenere stabile la temperatura c'è il forte vento che sta portando con se nubi minacciose dal Tirreno.
Seguo ora il sentiero A1 lasciandolo per raggiungere la Fonte del Corpo Forestale datata 1954 e che butta un'acqua fresca e potabile.
Lascio l'A1 alle mie spalle e sempre fuori sentiero seguo le mulattiere che passano poco sopra il Vallone Filarello. Lo Z1 si trova sulla sponda opposta del Vallone e lo intercetterò più a valle.
Immerso di nuovo tra i faggi colorati non li lascerò più fino all'ultimo tratto del sentiero che mi riporta alla macchina.
Lo Z1 si incrocia durante il suo snodarsi nel bosco con lo Z2 che riporta anch'esso sulla SP17 e con lo Z4 che ha lo stesso finale. Nell'ultimo tratto il sentiero lascia spazio ad una comoda carrareccia che scorre accanto al Fosso della Mandrella.
L'escursione si conclude sotto un caldo sole pomeridiano con il vento che via via è andato scemando lasciando il campo a lontani addensamenti nuvolosi pronti a scaricare forti piogge nella notte.
Giornata estremamente ventosa ma priva di nubi. Dalla Sp17 per Bisegna, ha inizio il classico sentiero Z1 che conduce al Rifugio di Terraegna. Quest'oggi non vi è anima viva in giro e si prospetta un'escursione intima e concentrata essendo alcuni tratti fuori sentiero.
Dopo qualche centinaio di metri sul pianoro ai piedi del Monte Atessa, si arriva alla sbarra del Parco che indica come zona B di assegnazione nella Riserva.
Il sentiero prosegue sulla destra iniziando a salire lentamente fin quando sulla sinistra si stacca già ripido il V1.
Seguendo il Vallone Bruciato su di un irto tracciolino ci si ritrova immersi nella meravigliosa faggeta che anche quest'oggi è l'obbiettivo dell'escursione..
Si sale e duramente, molto spesso a testa bassa. Il V1 si separa sulla destra ammorbidendo il dislivello ma per raggiungere il Monte di Pietra Gentile occorre continuare dritti sulla dura salita.
Si cammina su di una vecchia mulattiera utilizzata da boscaioli e carbonai, qua e la vecchi segni del CAI alcuni dei quali recentemente cancellati. La direzione è obbligata e si sale cercando il pendio meno ripido e pulito mentre il forte vento scuote le fronde degli alti faggi che lasciano cadere ogni tanto rami e fogliame.
Dall'imbocco del V1 al Coppo dell'Orso si sale per 2,4km circa per un dislivello positivo di oltre 400m.
Imponenti faggi circondano il Coppo dell'Orso e una fitta giovane faggeta obbliga a farsi largo per raggiungere l'ampia radura. Solo il vento scompone l'immutabile silenzio di questi spazi, sui tronchi degli alberi vecchi e recentissimi segni del passaggio degli orsi. Anche i cuccioli come appare chiaro si affilano le unghie da queste parti.
Si sale sulla sinistra del pianoro tra antichissimi alberi tra i quali, numerosi esemplari ormai privi di vita danno corpo ad un paesaggio preistorico!
Salire alla cima al Monte Pietra Gentile appare da subito complicato. Non vi sono segni o quant'altro. Si scavalcano enormi tronchi e via via ripide rocce scivolose e ricoperte di muschio, l'umidità e il fogliame rendono tutto più difficile.
Dopo aver speso molta fatica arrivo finalmente in cima al Monte 1979m che come appare anche dalle immagini satellitari è immerso nella boscaglia e non lascia spazio a nessuna veduta. Il forte vento e il pericolo di ricevere un ramo in testa mi spinge ad una veloce e concentrata discesa.
Di novo al Coppo dell'Orso per risalire tra il groviglio di giovani faggi il Colle Macerone 1924m.
Nessun panorama neanche qui ma poco male, il bosco regala scorci meravigliosi e selvaggi tanto da apparire inquietante in alcuni frangenti.
Finalmente tutto torna a vista, la luce inizia a penetrare tra le fronde colorate in un bosco meno fitto, il dislivello si appiana arrivando allo scoperto dove morbida mi aspetta la cresta tra il Colle dell'Orso e la Cima di Macchia di Rose.
Il vento ora sibila forte ma le montagne appaiono tutte e ben visibili. L'immensa e brulla cresta della Montagna Grande è spezzata solamente dalle bianche rocce delle Marmitte dei Giganti, a Nord compare la Piana del Fucino e il profilo nitido del Sirente, ancora una volta la fortuna vuole che si veda tutto il Gran Sasso libero da nubi.
Tutta la cresta è un altipiano con poco dislivello, brulli pascoli si perdono a vista d'occhio fin sotto il Marsicano, mentre il Monte Palombo nasconde la piana di Pescasseroli.
Si scende da Macchia di Rose per salire poi sul Codone dove riprendendo il sentiero V1 mi rimetto in linea per arrivare ad un deserto Rifugio di Terraegna.
Dal Codone alla piana di Terraegna si attraversa un breve tratto di faggeta vetusta che nella sua conformazione ha un aspetto scenografico impagabile in questa stagione.
Breve sosta nel portico del Rifugio, anche se il sole è caldo a mantenere stabile la temperatura c'è il forte vento che sta portando con se nubi minacciose dal Tirreno.
Seguo ora il sentiero A1 lasciandolo per raggiungere la Fonte del Corpo Forestale datata 1954 e che butta un'acqua fresca e potabile.
Lascio l'A1 alle mie spalle e sempre fuori sentiero seguo le mulattiere che passano poco sopra il Vallone Filarello. Lo Z1 si trova sulla sponda opposta del Vallone e lo intercetterò più a valle.
Immerso di nuovo tra i faggi colorati non li lascerò più fino all'ultimo tratto del sentiero che mi riporta alla macchina.
Lo Z1 si incrocia durante il suo snodarsi nel bosco con lo Z2 che riporta anch'esso sulla SP17 e con lo Z4 che ha lo stesso finale. Nell'ultimo tratto il sentiero lascia spazio ad una comoda carrareccia che scorre accanto al Fosso della Mandrella.
L'escursione si conclude sotto un caldo sole pomeridiano con il vento che via via è andato scemando lasciando il campo a lontani addensamenti nuvolosi pronti a scaricare forti piogge nella notte.
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