Pizzo Scalino per il ghiacciaio e discesa dal passo degli Ometti
near Franscia, Lombardia (Italia)
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Trail photos
Itinerary description
Percorso ad anello da Franscia passando per:
- Rifugio Cristina
- Cornetto (m2800)
- Ghiacciaio dello Scalino
- Pizzo Scalino (m3323)
- discesa dal Passo degli Ometti
- Rifugio Cristina
Tempi dalla partenza:
- Alpe Prabello/rifugio Cristina: 45min
- Cornetto: 2h
30 minuti di spuntino e preparazione cordata
- attacco del ghiacciaio: 3h
10 minuti ramponi e nodi a palla
- fine ghiacciaio e inizio tratto attezzato: 4h
15 minuti per smontare assetto ghiacciaio
- vetta: 5h
30 minuti di pranzo al sacco
- passo degli ometti: 7h
- rifugio Cristina: 8h15
- auto:9h
Siamo partiti un po' tardi, alle 8.40 da Frenscia in Valmalenco, visto che eravamo con un gruppo di amici che non facevano invece il ghiacciaio. Zaino carico di corda e tutto il materiale, arriviamo rapidamente all'Alpe Prabello e prendiamo per il Cornetto (m2800) mentre scambiamo quattro chiacchiere con due signore che faranno un altro percorso e due che invece ci precederanno sul ghiacciaio. Fino al Cornetto il sentiero è bello e via via più ripido man mano che ci si avvicina alla cresta. Qui sostiamo su un grosso masso, facciamo uno spuntino e ci attrezziamo di tutto punto. Prima di arrivare al ghiacciaio si sale su un ghiaione e lo si traversa verso sinistra, un po' scomodo perchè qualcosina frana sotto i piedi, poi finalmente siamo sul ghiaccio solcato già da qualche ruscelletto.
Indossiamo i ramponi, facciamo i nodi a palla alla corda e ci distanziamo, si parte!
Proseguiamo dritti verso sinistra e poi giunti alle prime rocce deviamo verso destra. Troviamo qualche traccia di chi ci ha preceduto, vediamo qualche stretto crepaccio facilmente superabile. In alcuni punti la neve sfonda un pochino per cui il chilometro su ghiacciaio risulta abbastanza faticoso, ma in un'oretta terminiamo l'attraversamento.
Prima di partire sul tratto attrezzato ci togliamo tutta l'attrezzatura, saliamo usando le catene e arriviamo all'ultima cresta.
L'ultimo tratto è bello ripido e la croce si fa sudare, ma finalmente arriviamo ed è una grande soddisfazione!
La vista dalla vetta è davvero splendida, la giornata è tersa e faccio dozzine di foto. Ci concediamo anche una bella e lunga pausa festeggiando con gli altri che hanno raggiunto la vetta.
Quando iniziamo la discesa dopo il primo tratto comune all'andata dobbiamo affrontare con estrema cautela un brutto canale franoso che scarica facilmente pietre. Facciamo poi un tratto a mezza costa che ci porta al passo degli ometti dove ci concediamo un'altra sosta. Qui arriva il pezzo per me più fastidioso, ovvero un lungo tratto su una frana davvero interminabile, che riporta poi ai bellissimi prati fioriti che portano all'alpe Prabello e al rifugio Cristina.
Una bella radler, qualche acquisto di formaggi, un ringraziamento alla rifugista Vania Negrini a cui avevo chiesto consiglio prima di venire sulle condizioni del ghiacciaio, e poi con calma ripartiamo per tornare all'auto.
Gran bella escursione molto soddisfacente., entrambi i percorsi non sono banali, potendo scegliere non farei più la discesa dagli ometti, soprattutto il ghiaione finale è un supplizio.
- Rifugio Cristina
- Cornetto (m2800)
- Ghiacciaio dello Scalino
- Pizzo Scalino (m3323)
- discesa dal Passo degli Ometti
- Rifugio Cristina
Tempi dalla partenza:
- Alpe Prabello/rifugio Cristina: 45min
- Cornetto: 2h
30 minuti di spuntino e preparazione cordata
- attacco del ghiacciaio: 3h
10 minuti ramponi e nodi a palla
- fine ghiacciaio e inizio tratto attezzato: 4h
15 minuti per smontare assetto ghiacciaio
- vetta: 5h
30 minuti di pranzo al sacco
- passo degli ometti: 7h
- rifugio Cristina: 8h15
- auto:9h
Siamo partiti un po' tardi, alle 8.40 da Frenscia in Valmalenco, visto che eravamo con un gruppo di amici che non facevano invece il ghiacciaio. Zaino carico di corda e tutto il materiale, arriviamo rapidamente all'Alpe Prabello e prendiamo per il Cornetto (m2800) mentre scambiamo quattro chiacchiere con due signore che faranno un altro percorso e due che invece ci precederanno sul ghiacciaio. Fino al Cornetto il sentiero è bello e via via più ripido man mano che ci si avvicina alla cresta. Qui sostiamo su un grosso masso, facciamo uno spuntino e ci attrezziamo di tutto punto. Prima di arrivare al ghiacciaio si sale su un ghiaione e lo si traversa verso sinistra, un po' scomodo perchè qualcosina frana sotto i piedi, poi finalmente siamo sul ghiaccio solcato già da qualche ruscelletto.
Indossiamo i ramponi, facciamo i nodi a palla alla corda e ci distanziamo, si parte!
Proseguiamo dritti verso sinistra e poi giunti alle prime rocce deviamo verso destra. Troviamo qualche traccia di chi ci ha preceduto, vediamo qualche stretto crepaccio facilmente superabile. In alcuni punti la neve sfonda un pochino per cui il chilometro su ghiacciaio risulta abbastanza faticoso, ma in un'oretta terminiamo l'attraversamento.
Prima di partire sul tratto attrezzato ci togliamo tutta l'attrezzatura, saliamo usando le catene e arriviamo all'ultima cresta.
L'ultimo tratto è bello ripido e la croce si fa sudare, ma finalmente arriviamo ed è una grande soddisfazione!
La vista dalla vetta è davvero splendida, la giornata è tersa e faccio dozzine di foto. Ci concediamo anche una bella e lunga pausa festeggiando con gli altri che hanno raggiunto la vetta.
Quando iniziamo la discesa dopo il primo tratto comune all'andata dobbiamo affrontare con estrema cautela un brutto canale franoso che scarica facilmente pietre. Facciamo poi un tratto a mezza costa che ci porta al passo degli ometti dove ci concediamo un'altra sosta. Qui arriva il pezzo per me più fastidioso, ovvero un lungo tratto su una frana davvero interminabile, che riporta poi ai bellissimi prati fioriti che portano all'alpe Prabello e al rifugio Cristina.
Una bella radler, qualche acquisto di formaggi, un ringraziamento alla rifugista Vania Negrini a cui avevo chiesto consiglio prima di venire sulle condizioni del ghiacciaio, e poi con calma ripartiamo per tornare all'auto.
Gran bella escursione molto soddisfacente., entrambi i percorsi non sono banali, potendo scegliere non farei più la discesa dagli ometti, soprattutto il ghiaione finale è un supplizio.
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