Pian de Cerri - La Sughera - Mulinaccio - Fiume Pesa - San Michele a Torri - Tonfo del Diavolo - Laghetto Nifee
near Pian de' Cerri, Toscana (Italia)
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Trail photos
Itinerary description
Camminando lungo le sponde si raggiunge il Castellare per iniziare la risalita verso San Michele a Torri. Da qui si scende nel borro di Leona alla ricerca del Tonfo del Diavolo e se ne risale il corso dell'acqua fino al Laghetto delle Nifee e località Baggiolino, dove fra i vigneti in direzione Spazzavento torneremo al punto di partenza, con Via dell'Arrigo.
Waypoints
Pian de Cerri - Ex Taverna Del Diavolo
Il punto di partenza si trova a Pian de Cerri dove è possibile lasciare auto presso incrocio località Taverna del Diavolo davanti al casolare sotto l'albero. Qui il cartello segnavia vi indica il sentiero 730 che dovrete seguire iniziando il cammino in direzione La Sughera - La Rachetta. Quindi prendete al bivio la strada asfalta via di Marciola e girate poco dopo a sinistra risalendo il sentiero nuovamente indicato da un altro cartello segnavia. LA TAVERNA DEL DIAVOLO Nell'edificio presente a questo incrocio c'era un ristorante pizzeria trattoria. Presentava al suo interno degli affreschi raffiguranti schiere di diavoli, ma il dato significativo era il fatto che fosse divenuta una sorta di “base operativa” per gli indiani, cioè per i guardoni di Scandicci e dintorni che andavano nottetempo a spiare le coppiette in atteggiamento intimo nelle loro autovetture. Il luogo diventa attuale dopo il delitto di Mosciano del 6 giugno 1981 in quanto Enzo Spalletti e Fosco Fabbri si incontrarono in questo luogo, come molte altre volte, prima di darsi alla “caccia” di coppiette da spiare.
La Sughera - Base La Racchetta
Arrivati in cima a La sughera troverete il Centro Operativo BASE MARCIOLA, antincendio boschivi e protezione civile "La Racchetta". Seguite il sentiero lungo la recinzione fino al cancello nell'area con le panchine. Qui davanti al cancello prendete il viottolo indicato dal cartello di legno con scritto SUGHERA e scendetelo lasciando quindi il sentiero 730.
Panorama Val di Pesa
Prendendo il viottolo dalla base "La Racchetta" si arriva ad uno spiazzo appena più sotto con un serbatoio di acqua dove un grande indicatore esterno indica il Vuoto/Pieno. Da qui potremo ammirare il panorama sulla val di Pesa e poi iniziare la discesa più ripida attraverso grandi massi e pietroni. Ammirate gli scorci tra gli alberi anche durante la discesa, ma fate molta attenzione a gli scalini naturali e i vari punti con pietruzze e ghiaino più scivolosi. Se si vuole evitare questa discesa, è possibile scegliere di scendere più dolcemente dalla strada che passa da Santa Maria a Marciola davanti alla sua chiesa. La chiesa è Risalente al XIV secolo, ha un aspetto determinato dagli interventi di gusto neoromanico, a cui si riconducono anche varie decorazioni robbiane. All'interno si conserva un'interessante "Assunzione", grande tela di Piero Dandini (XVII secolo), caratterizzata dall'iconografia singolare e dalla composizione figurativa ricca di significati. Le figure sono infatti disposte in un movimento ascensionale, sottolineato dagli sguardi, che vede alla sommità le tre persone della Trinità; in basso, invece, è raffigurato il mondo, con l'Italia in primo piano, per il quale la Vergine intercede. Tale dipinto era custodito nella chiesetta della ex-città di Torri. Verso fine anni '50, inizio anni '60, in questa chiesa veniva celebrata la S.Messa almeno una volta al mese dal parroco della chiesa di S.Maria a Marciola. Più volte questo parroco fece presente lo stato di abbandono della chiesetta di Torri alle autorità religiose competenti, al che ne fu autorizzato il trasferimento nella chiesa di Marciola. Tutto questo fu fatto onde evitarne il furto che probabilmente non fu risparmiato al coro ligneo che si trovava ai lati della porta d'ingresso della chiesetta di Torri.
Intersezione sentiero 732
Scendere il sentiero da La Sughera, facendo attenzione ai grandi massi e scalini naturali, superata l'oliveto e prendete il sentiero CAI 732 verso destra seguendone i segnali bianco e rossi sui tronchi d'albero
Intersezione via dell'Oratorio
All'incrocio con via dell'Oratorio andate a sinistra e poi tutto dritto. In fondo la boscaglia si apre arrivando ad un grande spiazzo con un vecchio e grande tavolo da picnic in legno e panche annesse, che troverete subito a destra, e più avanti tra vari alberi di pini, un pò solitaria, una panchina in ferro che si affaccia sul panorama. Li intorno trovate anche delle pietre usate per un focolare, un pannello in legno e una zona probabilmente di tiro con figure di animali.
Sagome animali
Qui trovate questo spiazzo che probabilmente è una zona di tiro con sagome di figure animali in materiale morbido e un fondale di protezione co sacchi e reti.
Panchina e pini solitari
Qui nello spiazzo la panchina solitaria si affaccia sul panorama sotto vari pini sparsi qua e la. Uno di questi è stato trafitto (torturato) nel tronco con dei pioli di ferro a formare una scala per raggiungerne la cima. Si consiglia comunque di non usufruire di questo, che non se ne conosce neanche la sicurezza e stabilità. Da questo spiazzo prendiamo il sentiero che scende a destra lasciando via dell'oratorio.
Scendendo a podere Villamagna
Il sentiero si apre in alcuni campi tra vigne e oliveti nel podere Villamagna. Continuate sulla strada agricola e nel viottolo che rientra nella boscaglia e supera il casolare.
Resti autocisterna
Nella boscaglia nei pressi del casolare del podere Villamagna si trova incredibilmente i resti di un autocisterna invasa dalla vegetazione. Superate questa continuando il sentiero e risalite sulla strada bianca che da una parte porta all'ingresso dell'abitazione e dall'altra scende verso il borro della Casaccia
incrocio al borro della Casaccia
Arrivati a questo incrocio passate il borro della Casaccia e prendete la strada agricola a destra tra i campi del podere Prato Vecchio, seguendo il corso del borro del lago, che vi porterà fino ai resti del ponte del Mulinacio.
il borro dentro al Mulinaccio
Arrivati al Mulinaccio possiamo andare a vedere dentro l'apertura il borro che entra dentro e forma un vasca. Da li l'acqua scende sotto formando la cascata. Per raggiungere l'altro lato, camminiamo lungo il borro fino alla strada superiore che salirebbe sul ponte e scendiamo il sentiero che porta sotto.
Sopra il ponte del Mulinaccio
La strada che porta sopra il ponte del Mulinaccio è transennata e si consiglia di fare attenzione e non passarci sopra, ma di scendere il sentiero segnato e andare sotto. Troveremo già anche alcuni pannelli con storia, illustrazioni e foto.
Nel Mulinaccio
Un sentiero senza protezioni permette di accedere nel secondo piano del Mulinaccio sotto gli archi, ma fate la massima attenzione camminando con cautela, perché si tratta di zone pericolanti e sono presenti alcuni luci e punti pericolosi. Se volete raggiungere questa zona per qualche foto nel caso non sporgetevi e non toccate assolutamente niente.
il Mulinaccio e la cascata
Giunti giù, potremo vedere tutta la struttura dello sbarramento che il ponte del Mulinaccio costituiva e possedeva tre macine. Una quarta macina si trovava nel secondo sbarramento più sotto che formava il bacino d'acqua. Possiamo da qui vedere bene la cascata d'acqua che esce dall'apertura sulla parete, proveniente dalla vasca superiore che abbiamo visto entrando prima nel lato opposto.
Pannelli informativi del Mulinaccio
Nello spiazzo davanti al Mulinaccio dove prima si formava il bacino d'acqua trovate alcuni pannelli informativi con illustrazioni e foto, sulle origini, sul funzionamento, il declino e la situazione attuale con le nuove ricerche e studi di oggi. IL FUNZIONAMENTO: Il 24 aprile 1648 i Galli ottennero il permesso di addossare alla diga un mulino, anche in questo caso con grandi rimostranze dei vicini a causa del passaggio continuo di persone e bestiame che avrebbero danneggiato le coltivazioni. Si disse pure che la realizzazione del lago aveva cambiato il clima della zona "stante l'acqua che mette gran freddo". Nel 1653 il mulino è già in funzione. Si tratta di un complesso molitorio costituito da tre macine all'interno della costruzione addossata alla diga e da una piccola costruzione più a valle con una macina: Le tre macine nella costruzione a ridosso della diga sono poste in modo tale che, nel caso di un abbassamento del livello del lago, una macina avrebbe continuato a funzionare ugualmente. L'acqua che fuoriesce viene poi riutilizzata, attraverso un altro piccolo sbarramento, per far andare la macina più a valle. L'impianto consta poi di un "acquidoccio" in grado di raccogliere l'aqua che scende dai campi sovrastanti quando piove, per non intorbidare il lago, da un monumentale scolmatore, da un canale che porta l'acqua fuoriuscita dalla diga oltre il secondo sbarramento. Tutto questo - diga, strada, impianto molitorio fa del Mulinaccio un edificio unico nel suo genere. Le sue caratteristiche costruttive, la sua imponenza, il suo aspetto severo e vetusto, la sua posizione nell'angusta ed ombrosa valle, sono gli ingredienti della suggestione che ogni visitatore prova quando si trova davanti a questo edificio. LE ORIGINI: "Accrescendosi ogni giorno in tutti noi l'affetto e l'inclinazione verso la nostra villa dei Lami, in riguardo forse della libertà che ne mostra il paese e la bontà dell'aria, cascando una volta pensiero al nostro Agnolo che nella valle (...) vi si potesse ridurre una buona quantità d'acque, la congragazione delle quali potesse servire a noi medesimi e a' nostri posteri per occasione maggiore di passar tempo et impiegarlo honoratamente (...) si risolvette di metter (...) all'opera, dando principio ad, un gran muro (...) il quale doveva (...) serrando fra due poggi quella valletta, per sostenere l'acqua...". La storia del Mulinaccio inizia così. Ce la racconta Alessando fratello di Agnolo, entrambi proprietari della villa dei Lami, c... sovrasta col suo candore la piccola valle nei pressi di Torri. Alessando inizia narrando la costruzione della diga che, sbarrando il borro - oggi Borro del Lago - nel punto più stretto della valle, doveva formare un specchio d'acqua per lo svago e la delizia dei proprietari: "Fatto questo e ridotte queste acque nel lago in buon numero et havendoci messo buone quantità di pesce e riducendosi nell'inverno delli uccelli da acqua e particolarmente com'esservi restato nel mezzo dell'acqua un olmo(...), sopra al quale nell'inverno è alloggio di tanta quantità di cutrettole che se ricordo una sera tre archibusi in un istesso tempo ammazzorno di esse più di 280, senza, contare quelle che per otto giorni continui se ne trovorno morte...". Una feroce disputa con i confinanti Da Cepparello, sfociata persino in un sfida a duello presto ritirata, è probabilmente la ragione di questa memoria, ricchissima di documentazione, redatta da Alessando e che ci consente di datare la costruzione della diga al 1634. La diga fu resa ...bile per non interrompere l'antico passaggio della strada pubblica ...i due versanti della valle, la cui presenza è documentata nella ....centesca Pianta del Popolo di San Martino a Torri e da cui passava ....Sacramento per gli ammalati". IL DECLINO: L'unicità del suo genere e l'arditezza di certe soluzioni tecniche, che rendono il Mulinaccio, un edificio a dir poco curioso, furono anche la causa della sua prematura fine. Ancor prima che venisse meno la necessità di macinare grano e biade in loco e ancor prima che l'agricoltura subisse un notevole ridimensionamento a causa dell'abbandono delle campagne, il nostro Mulinaccio era già in disuso. Già nel 1697, cioè a circa 15 anni dalla sua costruzione, un documento ufficiale attestava che una macina non era più in funzione "per la melletta", cioè per il fango che si accumulava contro i meccanismi che facevano girare le macine. Durante i primi del Settecento il mulino funzionò a fasi alterne fino al 1734, anno della definitiva chiusura. alterne fino al 1734, anno della definitiva chiusura. La storia del Mulinaccio è dunque una storia piuttosto travagliata e sfortunata, soprattuto se confrontata con quella dei suoi vicini parenti molto più longevi, come i mulini sulla Greve. Le vicissitudini del Mulinaccio dettero origine a leggende locali, come quella che riprende la diceria che i Galli si fossero addirittura impoveriti per la costruzione ed il mantenimento del mulino, o la credenza secondo cui "essendo la spesa per fare questo lago ascesa ad esorbitante somma, il magnate Galli, che aveva condotto al suo termine questa costruzione, bruciasse le carte che annotavano tale spesa sostenuta per il medesimo". Da questo momento il Mulinaccio diventò, come attestano le molte foto d'epoca, un luogo di scampagnate, allietate dalla presenza del lago. Ma la sfortuna che incombeva sul mulino ebbe il suo apice nel 1833, quando due fratelli perirono tragicamente nelle acque melmose del lago. Fu così che si decise di prosciugarlo, probabilmente facendo defluire le sue acque attraverso la breccia oggi visibile nel mulino e nella diga.
Scolmatore del Mulinaccio e altri pannelli
Qui potete vedere lo scolmatore del Mulinaccio e leggere altri pannelli sulla situazione attuale e gli studi e nuove ricerche di oggi. Li vicino seguendo il canale di scolo potete notare anche il secondo sbarramento che era presente a formare il lago e che nell'edificio sotto aveva una quarta macina. IL MULINACCIO OGGI, Nuove ricerche_STUDI E RICERCHE: Con lo scopo di conseguire un livello di conoscenza più approfondito dell'intero complesso del Mulinaccio, nel corso del 2010 il Consorzio di Bonifica della Toscana Centrale, con la collaborazione del Dipartimento di Costruzioni e Restauro dell'Universita di Firenze, ha promosso un progetto di ricerca articolato in varie fasi. La prima fase ha riguardato il reperimento di documenti storici e d'archivio per integrare informazioni già acquisite grazie a studi precedenti. La fase succesiva è stata quella del rilievo architettonico condotto con moderne tecnologie di laser scanning al fine di ottenere informazioni geometriche e materiche precise ed aggiornate. Alcuni dei risultati ottenuti con questa campagna di rilevo vengono qui riportati in forma di immagini e disegni. è attualmente in corso la fase di modellazione strutturale dell'organismo edilizio, con software specifici per muratura, che permetterà un'adeguata conoscenza dello stato di salute del Mulinaccio. Sulla base delle nuove conoscenze acquisite verrà infine redatto il progetto di restauro e consolidamento dell'antica fabbrica con l'intento di preservarla da ulteriore degrado riconsegnandola alla collettività quale importante segno storico sul territorio. IL MULINACCIO OGGI, Nuove ricerche_IL RILIEVO: Il rilievo del complesso del Mulinaccio è stato effettuato tramite scansioni tridimensionali eseguite con laser scanner. Acquisita la cosidetta "nuvola di punti" dell'intero complesso sono stati definiti opportuni piani di riferimento per estrarre dal modello globale i profili di sezione e le viste ortogonali. In contemporanea sono state eseguite riprese fotografiche con ottiche tarate per associare il dato geometrico del modello a quello materico delle foto.
Sentiero che risale dal Mulinaccio
Vicino al secondo sbarramento che formava il bacino d'acqua trovate il sentiero segnato che risale a sinistra con il telato verde e recinzione in corda, che vi riporterò sopra.
intersezione e sbarra sul via del lago
Salendo dal Mulinaccio si arriva alla sbarra all'incrocio con via del lago. Prendiamola a sinistra dirigendosi al prossimo incrocio dove troveremo il cartello segnavia.
Intersezione Via del Poggio/Via del Lago
Arrivati al cartello segnavia seguite verso il Poggio la via omonima sul sentiero 731 dritto tra i campi fino ai casolari
il Poggio
Entrate tra questi casali de il Poggio con la vista a 360° su campi e seguendo la strada che scende con viale alberato a sinistra
scendendo Via del Poggio verso Formicuzzo
Passate le case de il Poggio, noterete il vecchio macchinario agricolo arrugginito sulla destra e a sinistra, scendo lungo tutto il viale alberato fino a Formicuzzo, noterete sicuramente risplendere al sole le acque del lago di Certane fra un cipresso e l'altro.
Formicuzzo
Giunti al casolare di Formicuzzo avrete tutta la vista a sinistra sul lago delle Certane fra i campi oltre le grandi piante di agave sulla strada davanti all'edificio.
Intersezione con via Empolese
Arrivati in fondo alla rotonda di via Empolese andate a sinistra verso la pensilina e passate sulle strisce pedonali verso i campi e lungo il sentiero 731 come indica il cartello del CAI e raggiungete il fiume Pesa oltre la sbarra.
Fiume Pesa
Raggiunto il fiume pesa percorrete la strada a sinistra in direzione opposta al corso dell'acqua che noterete trasparente e luccicante al sole tra i canneti. Altra cosa che noterete sicuramente al di sopra dei canneti sono gli alti pioppi neri, bellissime specie arboree di grandi dimensioni, che possono raggiungere fino ai 30 metri. Come tutti i pioppi questa specie cresce esclusivamente in altezza, producendo numerosi rami che puntano verso il cielo.
Ciclovia della pesa
Il sentiero 731 percorre la ciclovia della pesa tutto lungo il fiume sotto gli alti pioppi. Questa ciclovia arriva fino al paese di Cerbaia in Val di Pesa. Lungo la strada noterete in questo punto una madonnin,a come una specie di edicola votiva adibita su un ceppo d'albero con statuetta, pietre, piantine e finte coccinelle.
sbarramento e cascate sulla pesa
Qui il sentiero esegue una curva nei pressi di uno sbarramento con cascate sul fiume. Seguite ancora la strada che curvando sale sulla sinistra con la ringhiere in legno fino a raggiungere la sbarra pochi metri più avanti.
Sbarra svoltando a Castellare
Raggiunta la sbarra, dove vedrete segnato sul paletto il sentiero 731, svoltate e continuate in direzione delle ville di Castellare che vedete tra i rami oltre i campi, lasciando alle vostre spalle i palo con le piante aggrovigliate e il cassotto in muratura con tubi e valvole idrauliche al suo interno.
Dai campi presso Castellare
Seguendo la strada erbosa dal fiume Pesa a Castellare, potrete vedere dai campi le ville di Castellare nella sua totalità con i vari alberi e cipressi del viale. Raggiungete queste ville sulla statale Empolese e seguite i cartelli segnavia direzione San Michele a Torri.
Castellare
Usciti dai campi potete attraversare subito la strada provinciale 12 per vedere il viale di cipressi che sale alle ville di Castellare e il pratino alla sua destra con le panche e tavoli di legno sotto l'albero con altalena. Poi seguite la statale Empolese affiancando le ville e raggiungere via di San Michele all'incrocio verso destra.
Intersezione via di S. Michele
Prendete via di San Michele, seguendo il sentiero 7382. Girandovi in alto a destra noterete subito svettare la grande e bella quercia sulla villa di Castellare.
Ponte su via di S. Michele
Lasciate alle vostre spalle Castellare e passate il ponte sulla sinistra verso fattoria di Montgnana e girate subito dopo a destra per salire fino San Michele a Torri
Mezzocolle
Salendo via di S. Michele a torri passerete accanto a questa edicola votiva in località Mezzocolle, con dietro la vista panoramica su campi e vigneti. Procedete ancora avanti oltre l'abitato per raggiungere le abitazioni in località Poggetto, L'Orto e La Fabbrica in San Michele a Torri.
San Michele a Torri
Passato il paese raggiungete la chiesa di San Michele a Torri e poi iniziate la discesa verso Villa Lazzeri e fattoria di San Michele a Torri. La chiesa è stata danneggiata dall'ultima guerra mondiale, che ne ha disperso parte del patrimonio artistico; il restauro che ne è seguito ha cercato di mantenere la redazione degli inizi del XIX secolo. La facciata intonacata con unico portale si accorda con la semplicità dell'aula interna, in cui la zona presbiterale è introdotta da un arco impostato su colonne tuscaniche e coperta a vela. Una grande tela di buon livello del XVII secolo raffigura la Madonna del Rosario tra i Santi Giuseppe, Domenico e Caterina.
scendendo a Villa Lazzeri
Scendendo verso villa Lazzeri e Castellonchio, possiamo osservare a sinistra il panorama e passare la fattoria di San Michele a Torri, che vedrete alla vostra destra con la sua lunga parete bianca. Sempre a destra dopo la fattoria quasi giunti all'incrocio troverete un memoriale ai soliti neozelandesi che su queste colline sacrificarono la vita per liberare le nostre città ed il nostro paese dal nazifascismo, aiutandoci a riconquistare la pace e la libertà. San Michele a Torri è un piccolo borgo a sud-ovest di Firenze sulle colline della Val di Pesa. La sua Prioria fu costruita probabilmente ai primi del 1400 dopo la distruzione del castello di Torri da parte di Castruccio Castracani. Restaurata nel 1822, fu nuovamente distrutta durante l’ultima guerra e quindi ricostruita. Su queste colline punteggiate di vigneti ed oliveti, grazie all’habitat favorevole per queste coltivazioni, opera da moltissimo tempo la Fattoria di S. Michele a Torri: si sono trovate tracce della sua presenza in documenti del 1700 ed è certo che era già un centro produttivo di una certa importanza fin dal 1800.La Fattoria di San Michele a Torri si è sviluppata nel corso dei secoli da una struttura medioevale; le cantine con le loro volte a crociera in mattoni, la cappella settecentesca, il pozzo neogotico testimoniano, in un susseguirsi di stili e ampliamenti, la presenza ed il lavoro dell’uomo in un paesaggio circostante di olivi, vigne e boschi, rimasto pressoché immutato nei secoli. La villa-fattoria è stata fatta restaurare recentemente con grande attenzione ed equilibrio. Paolo Nocentini, che è l’attuale proprietario della Fattoria San Michele a Torri, ha dato nuovo impulso e sviluppo all’attività agricola tradizionale rinnovando ed ampliando le coltivazioni ed indirizzandole ad una produzione biologica.
Incrocio su Via Canto alle Gracchie
All'incrocio troverete i cartelli segnavia del sentiero 738 per scendere verso l'oliveta, una croce e un fontanella di acqua potabile.
Strada verso Buonriposo-Molinaccio CAI 739
Sempre nei pressi del incrocio su Via Canto alle Gracchie, oltre il cartellone pubblicitario della fattoria di San Michele a Torri trovate il cartello segnavia sotto il filare di cipress, che vi indica invece il sentiero 739 verso Buonriposo e intersezione 731 - Molinaccio. Noi però continuano sul 738 scendendo e girando a sinistra nell'oliveta seguendo i segnali bianco e rossi verso Belvedere
lasciando il sentiero 738 sotto la Palazzina
Dal sentiero in località belvedere che passa nell'oliveta, lasciamo i segnali CAI per dirigerci a destra sulla strada che scende sotto Palazzina e verso il Borro di Leona
Scendendo al Borro di Leona
Scendendo possiamo vedere lontano a destra la torre lontana di San Michele a Torri e sempre tenendo la destra entriamo nel viottolo tra gli olivi e giù nella boscaglia per raggiungere il borro di Leona e trovare la cascata nominata Tonfo del Diavolo
Tonfo del Diavolo
Fate super attenzione perché per raggiungere questa cascata dall'alto salto occorre scendere nella boscaglia nel sentiero non segnato e scivoloso, a tratti molto ripido a seconda di dove si passa. Non esiste un vero tracciato da seguire ma arrivate sicuramente giù fino al cumulo di sassi messo come riferimento e poi scendete ancora a destra seguendo il suono dello scroscio d'acqua. Arriverete così dipanandovi tra vari tronchi e piante, sotto questa alta parete di sassi e potrete godere di una docci gratuita e rinfrescante in mezzo alla natura. Ovviamente in estate è molto possibile che l'acqua non sia presente quindi valutate se scendere o meno fino qui.
Sotto Palazzina, seguendo il corso del Borro di Loena
Dalla cascata si risale sulla strada bianca sotto località palazzina attraverso altre olivete e si percorre scendendo nuovamente fino a borro di Loena sul tornante. Qui andare a sinistra nella boscaglia guadando il borro e iniziando a salire pian piano per raggiungere il laghetto delle Ninfee.
Intersezione 738 732a tagliando verso il laghetto
Arrivati nuovamente sul sentiero 738 fate attenzione a non sbagliare per trovare la giusta direzione per il laghetto. Dovete guadare il borro a sinistra verso il sentiero 732a e tenere subito la destra lungo il borro per poi risalire e tagliare la boscaglia fuori sentiero su un vecchio percorso per raggiungere così il laghetto delle Ninfee
tagliando la boscaglia verso il laghetto
Fate attenzione percorrendo questo vecchio sentiero non segnato. Qui in questo punto dovete salire a destra per raggiungere il laghetto e non andate dritto. Non si nota bene ma ancor si vede il percorso.
Accedendo al laghetto
Arrivati in cima al vecchio sentiero che taglia la boscaglia raggiungerete il laghetto passando da quella che sembra una vecchia recinzione in filo spinato ormi inutile e intrecciata su se stessa, ma fatte attenzione.
Laghetto delle Ninfee
Giunti a questo specchio d'acqua possiamo farne il giro per raggiungere il lato opposto in direzione dell'edificio, che al suo interno ha tubi e meccanismi elettrico-idraulici, quindi procedere ancora lungo il perimetro opposto per tornare sul sentiero segnato CAI 732
Perimetro opposto del laghetto
Dall'edificio con i meccanismi elettrico-idraulici percorriamo il perimetro del laghetto lungo palizzata tornando sul sentiero CAI segnato 732
Sul sentiero 732 lasciando il laghetto salendo e scendendo
Percorriamo il sentiero 732 verso Baggiolino salendo inizialmente per poi riscendere al Borro di Leona, guadandolo e risalire dal lato opposto
Guadando il borro di Leona sul 732
Guadiamo il borro di Leona scendendo ed eseguendo il tornate sul sentiero 732, quindi risaliamo dall'altro lato
Intersezione 732-733 salendo a Baggiolino
Lasciamo il sentiero 732 per prendere il 733 direzione Spazzavento. Riguaderemo il borro di Leona e saliamo in località Baggiolino.
Da Baggiolino tra i campi di Spazzavento
Dalla boscaglia di Baggiolino il sentiero 733 arriva nelle vigne di Spazzavento incontrando il 730 in Via dell'Arrigo che prendendo direzione Lastra a Signa porta a Pian de Cerri dove abbiamo lasciato il nostro mezzo.
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Easy to follow
Scenery
Moderate
Molto bello
Grazie
Grazie! Buona Strada!
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Scenery
Moderate
Un must di queste zone. Diverso e sempre interessante.
Percorso molto carino! Il Mulinaccio e il Tonfo del diavolo non li conoscevo e ne sono rimasta affascinata. Grazie!
Grazie a te e buona strada!
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Easy to follow
Scenery
Moderate
Grazie per aver condiviso questo bel percorso; io l'ho fatto a Marzo 2023 con GPS; nel mio profilo c'e' lo stesso appena aggiornato di circa 15 km. Grazie ancora .
Percorso fatto oggi e facile da seguire grazie ai tuoi consigli 👍🏻
Grazie, percorso fatto oggi: bellissimo e i tuoi consigli davvero preziosi!