Pescina - Sentiero Ignazio Silone - Nei luoghi di Fontamara
near Pescina, Abruzzo (Italia)
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Trail photos
Itinerary description
Escursione di grande valore storico culturale e paesaggistico, il tema è immergersi nella terra cara ad Ignazio Silone (al secolo Secondino Tranquilli) alla ricerca delle ambientazioni del romanzo Fontamara del 1933.
La partenza è dal paese di Pescina, ho scelto di parcheggiare lungo la strada che ospita la casa dove Silone trascorse l'infanzia e la fontana di Fontamara che si trova difronte.
Il paese semideserto lascia una profonda tristezza sin dai primi passi.
Le prime tappe sono nel vecchio paese (raso al suolo nel terremoto del 1915) che ospita i ruderi della Chiesa di S.Bernardo ai piedi della quale Ignazio Silone si auspicava di essere sepolto. Poco più in alto su un sentiero invaso da erbacce e rovi si giunge ai resti della Torre Piccolomini che domina tutta la valle del Fucino.
Ci siamo arrampicati dietro la torre per raggiungere poco più in alto un altro punto panoramico che corrisponde al monumento dedicato agli alpini.
Sulla carrareccia a destra si scende per proseguire sul sentiero Silone che ci condurrà tra campi e colli incolti sino alla vetta del Monte Faito 1459m. La visuale su tutto il tracciato è costantemente meravigliosa, alle spalle vi sarà sempre la verde piana del Fucino, sul suo perimetro i colossi del Velino Sirente da un lato, il parco delle pale eoliche che incornicia il Monte Prena ed il Camicia in lontananza , l'enorme muraglione della Majella con il mare Adriatico che fa capolino, e dall'altra parte le vette del PNALM, gli Ernici e il Viglio. Che dire?
Il tracciato è semplice, segnato e sale bello arzillo. Dalla vetta del Faito, scendendo, il sentiero e i bolli del CAI si smarriscono, complice il fatto che il tracciato non è molto battuto e le piante hanno ricoperto i segna via. Quindi in qualche tratto vi è qualche ripensamento.
Ritrovati gli omini di pietra e i bolli si scende in direzione della valle del Giovenco. Si raggiunge in primis la Sella delle Capre e scendendo la Contrada dei Serpari dove un cartello indica tutti i punti del Sentiero Silone.
Immediatamente a destra il tracciolino si butta giù veloce sino a raggiungere la carcassa di una vecchia ruspa, alle sue spalle, nella selva Martino, il resto del sentiero che però si fà eccessivamente ripido tanto da costringerci a deviare nella boscaglia per aggirare la difficile discesa.
Si raggiunge così il sentierino che costeggia il fiume Giovenco, le sue acque chiare e veloci ci conducono rapidamente ai resti del ponte e al vecchio mulino. Poco più avanti, salendo sul tracciolino panoramico e leggermente esposto si ha un gran colpo d'occhio sulle campate dell'autostrada (costruita in diverse fasi tra il '69 e il '78) e su quelle della ferrovia (costruita tra il 1880 e il 1888), sotto l'invaso creato dallo sbarramento della centrale elettrica costruita durante il ventennio.
Il sentiero termina nella piazza antistante la Basilica di Santa Maria delle Grazie passando però prima per la casa natale dello scrittore e tra le rovine dell'antico borgo.
Concludendo, l'escursione è affascinante, non particolarmente complessa ma con difficoltà dovute allo stato un pò accidentato del sentiero. La consiglio soprattutto dopo avere letto il romanzo di Ignazio Silone e approfondendo i caratteri storici del bacino del Fucino e quelli relativi al terremoto di Avezzano.
La partenza è dal paese di Pescina, ho scelto di parcheggiare lungo la strada che ospita la casa dove Silone trascorse l'infanzia e la fontana di Fontamara che si trova difronte.
Il paese semideserto lascia una profonda tristezza sin dai primi passi.
Le prime tappe sono nel vecchio paese (raso al suolo nel terremoto del 1915) che ospita i ruderi della Chiesa di S.Bernardo ai piedi della quale Ignazio Silone si auspicava di essere sepolto. Poco più in alto su un sentiero invaso da erbacce e rovi si giunge ai resti della Torre Piccolomini che domina tutta la valle del Fucino.
Ci siamo arrampicati dietro la torre per raggiungere poco più in alto un altro punto panoramico che corrisponde al monumento dedicato agli alpini.
Sulla carrareccia a destra si scende per proseguire sul sentiero Silone che ci condurrà tra campi e colli incolti sino alla vetta del Monte Faito 1459m. La visuale su tutto il tracciato è costantemente meravigliosa, alle spalle vi sarà sempre la verde piana del Fucino, sul suo perimetro i colossi del Velino Sirente da un lato, il parco delle pale eoliche che incornicia il Monte Prena ed il Camicia in lontananza , l'enorme muraglione della Majella con il mare Adriatico che fa capolino, e dall'altra parte le vette del PNALM, gli Ernici e il Viglio. Che dire?
Il tracciato è semplice, segnato e sale bello arzillo. Dalla vetta del Faito, scendendo, il sentiero e i bolli del CAI si smarriscono, complice il fatto che il tracciato non è molto battuto e le piante hanno ricoperto i segna via. Quindi in qualche tratto vi è qualche ripensamento.
Ritrovati gli omini di pietra e i bolli si scende in direzione della valle del Giovenco. Si raggiunge in primis la Sella delle Capre e scendendo la Contrada dei Serpari dove un cartello indica tutti i punti del Sentiero Silone.
Immediatamente a destra il tracciolino si butta giù veloce sino a raggiungere la carcassa di una vecchia ruspa, alle sue spalle, nella selva Martino, il resto del sentiero che però si fà eccessivamente ripido tanto da costringerci a deviare nella boscaglia per aggirare la difficile discesa.
Si raggiunge così il sentierino che costeggia il fiume Giovenco, le sue acque chiare e veloci ci conducono rapidamente ai resti del ponte e al vecchio mulino. Poco più avanti, salendo sul tracciolino panoramico e leggermente esposto si ha un gran colpo d'occhio sulle campate dell'autostrada (costruita in diverse fasi tra il '69 e il '78) e su quelle della ferrovia (costruita tra il 1880 e il 1888), sotto l'invaso creato dallo sbarramento della centrale elettrica costruita durante il ventennio.
Il sentiero termina nella piazza antistante la Basilica di Santa Maria delle Grazie passando però prima per la casa natale dello scrittore e tra le rovine dell'antico borgo.
Concludendo, l'escursione è affascinante, non particolarmente complessa ma con difficoltà dovute allo stato un pò accidentato del sentiero. La consiglio soprattutto dopo avere letto il romanzo di Ignazio Silone e approfondendo i caratteri storici del bacino del Fucino e quelli relativi al terremoto di Avezzano.
Waypoints
Comments (3)
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"Fontamara " e non fonteamara
I have followed this trail verified View more
Information
Easy to follow
Scenery
Moderate
Ho fatto questo percorso. Molto bello
Grazie 😉