Percorso ad anello sulla Vena del Gesso romagnola da Tossignano
near Tossignano, Emilia-Romagna (Italia)
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Trail photos
Itinerary description
Questo bel percorso ad anello permette di percorrere un tratto della Vena del Gesso romagnola partendo e ritornando a Tossignano.
Dalla valle del Sillaro sino a Brisighella, nella valle del Lamone, le colline romagnole sono solcate da una spettacolare dorsale grigio argentea ben riconoscibile a prima vista, che interrompe bruscamente i dolci profili collinari conferendo un aspetto unico al paesaggio. L'affioramento, che è il più lungo e imponente rilievo gessoso in Italia, si sviluppa per 25 km e ha una larghezza media di un chilometro e mezzo. La migliore prospettiva sulla sequenza di maestose pareti rocciose si ha provenendo dalla pianura, mentre il versante settentrionale della dorsale si innalza scosceso ma in gran parte rivestito dalla vegetazione. Come nel non lontano Parco Regionale dei Gessi Bolognesi e Calanchi dell'Abbadessa, l'area è caratterizzata da peculiari morfologie carsiche, che comprendono doline, valli cieche e numerosissime grotte, tra le quali spiccano molti "abissi" (cavità verticali che nella zona raggiungono profondità record). La denominazione di "Vena", attribuita dai topografi dell'Istituto Geografico Militare, privilegia l'utilizzo minerario del corpo roccioso, da sempre sfruttato per l'estrazione del gesso. In molte zone sono ben visibili i segni delle passate attività estrattive, ma impressionante è soprattutto la gigantesca lacerazione di monte Tondo, dove una cava è tuttora attiva e le moderne tecnologie utilizzate producono rapide progressioni dei fronti e delle gallerie di cava a scapito del paesaggio, delle grotte e dei delicati ambienti gessosi (https://ambiente.regione.emilia-romagna.it/it/parchi-natura2000/aree-protette/parchi/vege/carta-identita).
La vena del gesso romagnola dal 19 settembre 2023 è riconosciuta Patrimonio dell'umanità dall'Unesco come parte del sito "Carsismo nelle evaporiti e grotte dell'Appennino settentrionale".
Si percorre il CAI 705 per tutta la durata del tragitto anche se si incrociano più cammini: l’alta via dei parchi, la via dei gessi e dei calanchi e il cammino di San Antonio.
Si parte dal centro di Tossignano dove nel parcheggio del paese si può comodamente lasciare la macchina. Si prosegue sulla statale in direzione di Borgo Tossignano (quasi come se uno volesse tornare indietro) e poi si sale a dx salendo su una ripida salita con direzione dei ruderi del castello di Tossignano.
Superati i ruderi il percorso scende rapidamente nel bosco seguendo il CAI 705 direzione Passo della Prè. Dopo la discesa segue una estenuante salita fino al Passo della Prè che segna l’inizio del lungo percorso di andata lungo il crinale con panorami mozzafiato sulle vallate circostanti e molti punti esposti con fondo sdrucciolevole dove è richiesto un passo fermo e deciso. Fondamentali scarponcini da trekking e bastoncini telescopici.
Si sale via via raggiungendo diversi punti di interesse: Monte del Casino (474 m), il rifugio speleologico Ca Budrio (attualmente in ristrutturazione), Monte Moccia (462 m), e il piccolo insediamento abbandonato di Sasso Letroso con la chiesa di San Benedetto (307 m). La chiesa e l’insediamento segnano il giro di boa per il percorso di ritorno. Anche se non fornito di panche o tavoli si presta come luogo di sosta per il pranzo al sacco o per snack e acqua.
Il percorso di ritorno abbandona il crinale e si addentra più nel bosco, seguendo tratti più dolci e che si alternano tra strade bianche e tratti sterrati larghi e comodi a veri e propri canaloni stretti. Nulla a che vedere comunque rispetto al percorso di andata, segnato come CAI EE, e quindi decisamente più impegnativo.
Non ci sono aree di picnic né luoghi di rifornimento di acqua lungo il percorso percui conviene avere tutto con se e rifornirsi alla fontana in paese al ritorno. Comodo il bar in centro per un caffè di andata e di ritorno.
Dalla valle del Sillaro sino a Brisighella, nella valle del Lamone, le colline romagnole sono solcate da una spettacolare dorsale grigio argentea ben riconoscibile a prima vista, che interrompe bruscamente i dolci profili collinari conferendo un aspetto unico al paesaggio. L'affioramento, che è il più lungo e imponente rilievo gessoso in Italia, si sviluppa per 25 km e ha una larghezza media di un chilometro e mezzo. La migliore prospettiva sulla sequenza di maestose pareti rocciose si ha provenendo dalla pianura, mentre il versante settentrionale della dorsale si innalza scosceso ma in gran parte rivestito dalla vegetazione. Come nel non lontano Parco Regionale dei Gessi Bolognesi e Calanchi dell'Abbadessa, l'area è caratterizzata da peculiari morfologie carsiche, che comprendono doline, valli cieche e numerosissime grotte, tra le quali spiccano molti "abissi" (cavità verticali che nella zona raggiungono profondità record). La denominazione di "Vena", attribuita dai topografi dell'Istituto Geografico Militare, privilegia l'utilizzo minerario del corpo roccioso, da sempre sfruttato per l'estrazione del gesso. In molte zone sono ben visibili i segni delle passate attività estrattive, ma impressionante è soprattutto la gigantesca lacerazione di monte Tondo, dove una cava è tuttora attiva e le moderne tecnologie utilizzate producono rapide progressioni dei fronti e delle gallerie di cava a scapito del paesaggio, delle grotte e dei delicati ambienti gessosi (https://ambiente.regione.emilia-romagna.it/it/parchi-natura2000/aree-protette/parchi/vege/carta-identita).
La vena del gesso romagnola dal 19 settembre 2023 è riconosciuta Patrimonio dell'umanità dall'Unesco come parte del sito "Carsismo nelle evaporiti e grotte dell'Appennino settentrionale".
Si percorre il CAI 705 per tutta la durata del tragitto anche se si incrociano più cammini: l’alta via dei parchi, la via dei gessi e dei calanchi e il cammino di San Antonio.
Si parte dal centro di Tossignano dove nel parcheggio del paese si può comodamente lasciare la macchina. Si prosegue sulla statale in direzione di Borgo Tossignano (quasi come se uno volesse tornare indietro) e poi si sale a dx salendo su una ripida salita con direzione dei ruderi del castello di Tossignano.
Superati i ruderi il percorso scende rapidamente nel bosco seguendo il CAI 705 direzione Passo della Prè. Dopo la discesa segue una estenuante salita fino al Passo della Prè che segna l’inizio del lungo percorso di andata lungo il crinale con panorami mozzafiato sulle vallate circostanti e molti punti esposti con fondo sdrucciolevole dove è richiesto un passo fermo e deciso. Fondamentali scarponcini da trekking e bastoncini telescopici.
Si sale via via raggiungendo diversi punti di interesse: Monte del Casino (474 m), il rifugio speleologico Ca Budrio (attualmente in ristrutturazione), Monte Moccia (462 m), e il piccolo insediamento abbandonato di Sasso Letroso con la chiesa di San Benedetto (307 m). La chiesa e l’insediamento segnano il giro di boa per il percorso di ritorno. Anche se non fornito di panche o tavoli si presta come luogo di sosta per il pranzo al sacco o per snack e acqua.
Il percorso di ritorno abbandona il crinale e si addentra più nel bosco, seguendo tratti più dolci e che si alternano tra strade bianche e tratti sterrati larghi e comodi a veri e propri canaloni stretti. Nulla a che vedere comunque rispetto al percorso di andata, segnato come CAI EE, e quindi decisamente più impegnativo.
Non ci sono aree di picnic né luoghi di rifornimento di acqua lungo il percorso percui conviene avere tutto con se e rifornirsi alla fontana in paese al ritorno. Comodo il bar in centro per un caffè di andata e di ritorno.
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