Passo Cavuto, Capraro, Petrosello e Petroso da Civitella Alfedena

Tracciato che raccorda in un percorso relativamente breve quattro cime "proibite" in quanto ubicate nella riserva integrale del Parco nazionale di Abruzzo, Lazio e Molise (PNALM). Nonostante la sua "illegalità", questo anello rimane un classico dell'escursionismo appenninico, e lo testimonia il fatto che il sentiero di cresta - sebbene assente dalle mappe e dalla segnaletica - è assai battuto e, in alcuni punti, persino tracciato con sbaffi di vernice rossa "clandestina"...

Partenza dalla parte più alta del bel borgo di Civitella Alfedena, a quota 1.160 mt: si sale con il sentiero I1 del Parco per circa 3,2 km nella splendida faggeta della Val di Rose, sempre con pendenza morbida e gradevole. Si esce dal bosco intorno a quota 1.700 mt e si prosegue in direzione sud-ovest lungo la testata superiore della valle Boccanera, sotto l'omonimo monte. A destra, con la sua caratteristica forma inclinata, abbiamo il monte Sterpi d'Alto, un duemila "mancato".

Salendo lungo i tornanti ghiaiosi dell'anfiteatro roccioso è facile incontrare camosci al pascolo, lungo il nostro stesso sentiero o sulle rocce circostanti.
A quota 1.980 mt si raggiunge il Passo Cavuto, dove inizia il tratto "illegale" dell'escursione. La prima vetta che si raggiunge, con soli 300 metri di percorso sulle roccette della cresta, è la Cima di Passo Cavuto (2.002 mt).
Tornati al Passo, si abbandona dopo pochi passi il sentiero, che prosegue verso Forca Resuni, e si attacca subito il versante orientale del monte Capraro, con una traiettoria che evita una scomodissima macchia di pini mughi.
Occorrono circa 800 metri, dal Passo, per arrivare ai 2.100 mt della vetta del Capraro, dalla quale si gode un magnifico panorama sulla catena dei monti della Meta, nonché sul vicino ma ostico Balzo della Chiesa.

Dal Capraro si scende ripidamente e senza via obbligata al rifugio di Forca Resuni (1.952), lo si supera e si prende subito a salire verso il Petrosello, la cui vetta si raggiunge a quota 2.174 mt (800 metri dal rifugio) dopo avere superato senza difficoltà le rocce dell'edificio sommitale. Ancora più breve (600 metri) e privo di asperità è il percorso per la vetta del monte Petroso (2.249 mt),
Dalla cima - la più alta dell'intera catena della Meta - la vista spazia sui monti della Meta (di fronte, a sud), sulle cime di Serra Matarazzo, Bellaveduta e Rocca Altiera (a destra, ovest) e, ben più lontani, sui gruppi della Majella e del Gran Sasso.

La discesa per Forca Resuni è piuttosto ripida, ma si può bypassare alla sua sinistra il Petrosello, evitando una superflua disarrampicata. Dal rifugio si torna in zona lecita, prendendo il sentiero di destra (K6 del Parco) che attraversa l'enorme faggeta della valle Jannanghera. La pendenza quasi impercettibile aiuta a godersi in pienezza lo spettacolo meraviglioso offerto dal bosco e dai suoi faggi plurisecolari dalle forme più bizzarre, ricoperti di muschio e licheni.
Dopo poco meno di 5 km di marcia, si lascia il K6 (che prosegue a est verso la fonte del Sambuco, e si prende il sentiero I4 (a sinistra, verso nord) che in meno di 3 km, quasi pianeggianti e sempre con vista sul lago di Barrea, riporta al punto di partenza.