Parco Nazionale Appennino Lucano - Val d'Agri - Lagonegrese: Monte Volturino e Monte Calvelluzzo da Sorgente Copone
near Marsicovetere, Basilicata (Italia)
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Itinerary description
Ampio, vario e interessante anello sul Monte Volturino con uno «schema base» che combina i sentieri CAI 501 (Sentiero del Ventennale) e 502 (Sorgente Copone / Rifugio Romanelli / I Tre Confini / Volturino).
Allo «schema base» abbiamo aggiunto una deviazione con salita dal Passo I Tre Confini al Monte Calvelluzzo su tracciato segnato CAI, con successiva discesa diretta in “fuoripista” sul versante sud-est.
Facile e tranquilla la salita al Volturino per chi ha 900 metri di dislivello nelle gambe, poi serve più impegno per seguire le varie tracce.
Ho indicato un livello di difficoltà “medio” senza considerare il fuoripista di discesa dal Monte Calvelluzzo che è l’unico tratto non su tracciati CAI.
Se si trova il fondo “ammorbidito” come oggi non è difficile anche se abbastanza pendente, ma se si affronta in un periodo di gelo o dopo piogge abbondanti può diventare problematico.
******************************
Salita al Monte Volturino da Sorgente Copone per il Sentiero del Ventennale CAI 501
Questa è la parte meglio segnalata di tutto il giro.
Dopo il primo tratto di stradetta-mulattiera si entra in rado bosco con tracciato contorto ma con molti segnavia ravvicinati dove bisogna avere un po’ di “visione laterale” per starci dietro.
Si prosegue fino a un pianoro in campo aperto dove, accanto a una piccola costruzione ENI, ci si immette in una strada sterrata che si segue per poco più di 400 metri.
Poi si esce su un pendio prativo in bassa pendenza fino a infilarsi in una bella faggeta.
Sempre dentro il bosco si passa accanto a una curva con parcheggio della strada asfaltata, e attraversando qualche tratto libero si arriva alla gran spianata del Santuario Madonna Assunta Regina del Monte Volturino.
Ancora un breve tratto sotto dei bellissimi faggi e si esce su una dorsale che si risale sotto a destra della “schiena”, si rientra ancora nel bosco e si arriva su una sella che dà accesso alla cresta-dorsale finale per la vetta del Monte Volturino.
Qui abbiamo fatto una breve deviazione per una panoramica elevazione secondaria quotata 1763 nelle cartine IGM.
Infine risalita della cresta-dorsale finale con grandi viste sulla Val d’Agri di lato, Monti del Cilento un po’ in avanti, varie vette della Basilicata un po’ all’indietro e … tutto il resto dalla vetta.
Dal Monte Volturino al Monte Calvelluzzo
Anche questo tratto è tutto segnato CAI.
Dalla vetta del Monte Volturino si scende per i prati in direzione nord, si passa in mezzo a un largo corridoio prativo che taglia il primo tratto di bosco, si attraversa ancora un prato in bassa pendenza e infine bisogna individuare uno sbiadito segno CAI che indica il punto esatto di ingresso nel grande bosco di discesa al Passo I Tre Confini.
All’ingresso nel bosco ci sono camminamenti multipli paralleli per qualche decina di metri, ma poi si individua senza problemi la buona traccia di continuazione con i segnavia CAI.
Si incontrano un paio di tornanti dove abbiamo visto dei nastrini da cantiere che “consigliano” un taglio più diretto sul pendio, ma abbiamo sempre seguito i segnavia CAI.
Si arriva al Passo I Tre Confini dopo aver attraversato una grande spianata boschiva e qui si può scegliere se proseguire diritti per il Monte Calvelluzzo o svoltare a sinistra in discesa per un rientro più veloce.
Noi siamo saliti al Monte Calvelluzzo iniziando a seguire i molti segnavia della prima parte.
Nella parte alta i segnavia diminuiscono rimanendo sufficienti, e abbiamo trovato diversi nastrini da cantiere.
Tuttavia i nastrini a volte affiancavano semplicemente i segni CAI, mentre in certi tratti “suggerivano” linee leggermente diverse e più dirette.
Comunque non si può dire che sia difficile capire come salire il “gran panettone” del Calvelluzzo, è solo faticoso il breve finale in campo aperto.
Rientro a Sorgente Copone dal Monte Calvelluzzo
Per la discesa dal Monte Calvelluzzo abbiamo scelto di non rientrare al Passo I Tre Confini ma di provare una discesa diretta verso sud-est per andare ad intercettare un “possibile sentiero” tratteggiato nelle cartine IGM.
Ho scritto “possibile” perché non tutti i tratteggi delle cartine IGM esistono ancora nella realtà o magari non si trovano esattamente dove sono disegnati su carta (in questo caso avevo rasterizzato e georeferenziato la cartina per averla visibile sul terminale GPS).
Quindi, dopo un primo tratto in discesa fuoripista quasi parallelo al sentiero CAI di salita siamo arrivati dove inizia dall’alto il tratteggio sulla cartina.
In effetti abbiamo trovato una labile ma identificabile traccia che … svanisce dopo qualche decina di metri di discesa diagonale.
Abbiamo così continuato per il ripido ma sufficientemente gradinato pendio mantenendo la stessa direzione fino ad entrare nel bosco.
Il bosco oggi presentava un fondo abbastanza ammorbidito ricoperto di foglie, e non è stato difficile scenderlo fino al ricongiungimento con il sentiero CAI 502.
Qui il CAI 502 è una stradetta che prosegue fino al bivio con svolta a sinistra per il Rifugio Romanelli.
Poco dopo la Caserma Forestale del Rifugio Romanelli la stradetta finisce alla Sorgente Romanelli: ottimo punto di rifornimento acqua.
Ora inizia l’unico vero tratto dell’escursione complicato da seguire.
Si inizia attraversando un prato con ginestre ed altri arbusti fino all’attraversamento di un marcato fossato con portata d’acqua.
Poi c’è uno strappo in salita di circa 25 metri di dislivello che porta ancora in un’area parzialmente prativa con arbusti e alberelli (qui pochi segnavia ma ci sono).
Si arriva dopo più di 200 metri lineari all’immissione in una larga sterrata pianeggiante da cui si esce a sinistra (dopo circa 130 metri) quando questa inizia a scendere.
Non abbiamo visto alcun segnavia al punto di uscita, anche se non possiamo escludere che ce ne siano.
Abbiamo individuato un labile segno rosso e un “resto di nastrino” già alcuni metri dentro la labilissima traccia di uscita.
Nei primi metri ci sono vari camminamenti di animali che confondono, ma con pazienza si trova il “camminamento umano” che oggi era reso quasi invisibile all’inizio dal tappeto di foglie.
Poi l’evidenza migliora ma bisogna guardare sempre bene per terra per non perdere la linea.
Dalla svolta si percorrono più di 300 metri nel bosco in questa modalità, e poi si esce in campo aperto punteggiato di radi arbusti dove la traccia a terra diventa subito evidente e ben battuta.
Ora si prosegue con segnavia distanziati e regolari incontrando qualche punto con arbusti ricresciuti che costringono allo spostamento di qualche ramo.
Si arriva in un punto dove il sentierino è chiuso per alcuni metri da una barriera di rovi insuperabile.
Dopo un facile aggiramento sul pendio poco inclinato, il sentierino si trasforma quasi subito in larga mulattiera che si segue molto facilmente e molto a lungo fino a uno slargo dove una comoda traccia sulla destra porterebbe all’immissione su strada asfaltata per un rientro più veloce a Sorgente Copone.
Noi abbiamo continuato sul CAI 502 e dopo qualche decina di metri arriva da sinistra un sentiero diretto di discesa dalla vetta del Monte Volturino.
Poi c’è un tratto in tendenza salita che porta all’aggiramento di un largo costone arrotondato che immette nella discesa finale.
Si ritrova una stradetta che presenta vari saliscendi prima di svoltare dentro il vallone finale con discesa continua.
La stradetta continua fino a una costruzione e poi, con restringimenti e riallargamenti, si va avanti per altri 350-400 metri circa dove una evidente freccia rossa dipinta su un roccione indica di uscire a sinistra dalla dorsale che si sta seguendo.
Segue un breve tratto di discesa su stretta traccia molto contorta ma con segnavia ravvicinati.
Qui abbiamo trovato un paio di brevi punti con “rovi infestanti” che hanno richiesto cautela per “preservare l’abbigliamento”.
Infine ultimo tratto di stradetta fino ai 400 metri finali su asfalto per il rientro al parcheggio della Sorgente Copone.
******************************
Il dislivello reale di questa versione dell’escursione – seppur difficile da conoscere con esattezza visti i molti saliscendi – dovrebbe essere circa 150 metri in più di quanto indicato nei dati di riepilogo Wikiloc.
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Allo «schema base» abbiamo aggiunto una deviazione con salita dal Passo I Tre Confini al Monte Calvelluzzo su tracciato segnato CAI, con successiva discesa diretta in “fuoripista” sul versante sud-est.
Facile e tranquilla la salita al Volturino per chi ha 900 metri di dislivello nelle gambe, poi serve più impegno per seguire le varie tracce.
Ho indicato un livello di difficoltà “medio” senza considerare il fuoripista di discesa dal Monte Calvelluzzo che è l’unico tratto non su tracciati CAI.
Se si trova il fondo “ammorbidito” come oggi non è difficile anche se abbastanza pendente, ma se si affronta in un periodo di gelo o dopo piogge abbondanti può diventare problematico.
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Salita al Monte Volturino da Sorgente Copone per il Sentiero del Ventennale CAI 501
Questa è la parte meglio segnalata di tutto il giro.
Dopo il primo tratto di stradetta-mulattiera si entra in rado bosco con tracciato contorto ma con molti segnavia ravvicinati dove bisogna avere un po’ di “visione laterale” per starci dietro.
Si prosegue fino a un pianoro in campo aperto dove, accanto a una piccola costruzione ENI, ci si immette in una strada sterrata che si segue per poco più di 400 metri.
Poi si esce su un pendio prativo in bassa pendenza fino a infilarsi in una bella faggeta.
Sempre dentro il bosco si passa accanto a una curva con parcheggio della strada asfaltata, e attraversando qualche tratto libero si arriva alla gran spianata del Santuario Madonna Assunta Regina del Monte Volturino.
Ancora un breve tratto sotto dei bellissimi faggi e si esce su una dorsale che si risale sotto a destra della “schiena”, si rientra ancora nel bosco e si arriva su una sella che dà accesso alla cresta-dorsale finale per la vetta del Monte Volturino.
Qui abbiamo fatto una breve deviazione per una panoramica elevazione secondaria quotata 1763 nelle cartine IGM.
Infine risalita della cresta-dorsale finale con grandi viste sulla Val d’Agri di lato, Monti del Cilento un po’ in avanti, varie vette della Basilicata un po’ all’indietro e … tutto il resto dalla vetta.
Dal Monte Volturino al Monte Calvelluzzo
Anche questo tratto è tutto segnato CAI.
Dalla vetta del Monte Volturino si scende per i prati in direzione nord, si passa in mezzo a un largo corridoio prativo che taglia il primo tratto di bosco, si attraversa ancora un prato in bassa pendenza e infine bisogna individuare uno sbiadito segno CAI che indica il punto esatto di ingresso nel grande bosco di discesa al Passo I Tre Confini.
All’ingresso nel bosco ci sono camminamenti multipli paralleli per qualche decina di metri, ma poi si individua senza problemi la buona traccia di continuazione con i segnavia CAI.
Si incontrano un paio di tornanti dove abbiamo visto dei nastrini da cantiere che “consigliano” un taglio più diretto sul pendio, ma abbiamo sempre seguito i segnavia CAI.
Si arriva al Passo I Tre Confini dopo aver attraversato una grande spianata boschiva e qui si può scegliere se proseguire diritti per il Monte Calvelluzzo o svoltare a sinistra in discesa per un rientro più veloce.
Noi siamo saliti al Monte Calvelluzzo iniziando a seguire i molti segnavia della prima parte.
Nella parte alta i segnavia diminuiscono rimanendo sufficienti, e abbiamo trovato diversi nastrini da cantiere.
Tuttavia i nastrini a volte affiancavano semplicemente i segni CAI, mentre in certi tratti “suggerivano” linee leggermente diverse e più dirette.
Comunque non si può dire che sia difficile capire come salire il “gran panettone” del Calvelluzzo, è solo faticoso il breve finale in campo aperto.
Rientro a Sorgente Copone dal Monte Calvelluzzo
Per la discesa dal Monte Calvelluzzo abbiamo scelto di non rientrare al Passo I Tre Confini ma di provare una discesa diretta verso sud-est per andare ad intercettare un “possibile sentiero” tratteggiato nelle cartine IGM.
Ho scritto “possibile” perché non tutti i tratteggi delle cartine IGM esistono ancora nella realtà o magari non si trovano esattamente dove sono disegnati su carta (in questo caso avevo rasterizzato e georeferenziato la cartina per averla visibile sul terminale GPS).
Quindi, dopo un primo tratto in discesa fuoripista quasi parallelo al sentiero CAI di salita siamo arrivati dove inizia dall’alto il tratteggio sulla cartina.
In effetti abbiamo trovato una labile ma identificabile traccia che … svanisce dopo qualche decina di metri di discesa diagonale.
Abbiamo così continuato per il ripido ma sufficientemente gradinato pendio mantenendo la stessa direzione fino ad entrare nel bosco.
Il bosco oggi presentava un fondo abbastanza ammorbidito ricoperto di foglie, e non è stato difficile scenderlo fino al ricongiungimento con il sentiero CAI 502.
Qui il CAI 502 è una stradetta che prosegue fino al bivio con svolta a sinistra per il Rifugio Romanelli.
Poco dopo la Caserma Forestale del Rifugio Romanelli la stradetta finisce alla Sorgente Romanelli: ottimo punto di rifornimento acqua.
Ora inizia l’unico vero tratto dell’escursione complicato da seguire.
Si inizia attraversando un prato con ginestre ed altri arbusti fino all’attraversamento di un marcato fossato con portata d’acqua.
Poi c’è uno strappo in salita di circa 25 metri di dislivello che porta ancora in un’area parzialmente prativa con arbusti e alberelli (qui pochi segnavia ma ci sono).
Si arriva dopo più di 200 metri lineari all’immissione in una larga sterrata pianeggiante da cui si esce a sinistra (dopo circa 130 metri) quando questa inizia a scendere.
Non abbiamo visto alcun segnavia al punto di uscita, anche se non possiamo escludere che ce ne siano.
Abbiamo individuato un labile segno rosso e un “resto di nastrino” già alcuni metri dentro la labilissima traccia di uscita.
Nei primi metri ci sono vari camminamenti di animali che confondono, ma con pazienza si trova il “camminamento umano” che oggi era reso quasi invisibile all’inizio dal tappeto di foglie.
Poi l’evidenza migliora ma bisogna guardare sempre bene per terra per non perdere la linea.
Dalla svolta si percorrono più di 300 metri nel bosco in questa modalità, e poi si esce in campo aperto punteggiato di radi arbusti dove la traccia a terra diventa subito evidente e ben battuta.
Ora si prosegue con segnavia distanziati e regolari incontrando qualche punto con arbusti ricresciuti che costringono allo spostamento di qualche ramo.
Si arriva in un punto dove il sentierino è chiuso per alcuni metri da una barriera di rovi insuperabile.
Dopo un facile aggiramento sul pendio poco inclinato, il sentierino si trasforma quasi subito in larga mulattiera che si segue molto facilmente e molto a lungo fino a uno slargo dove una comoda traccia sulla destra porterebbe all’immissione su strada asfaltata per un rientro più veloce a Sorgente Copone.
Noi abbiamo continuato sul CAI 502 e dopo qualche decina di metri arriva da sinistra un sentiero diretto di discesa dalla vetta del Monte Volturino.
Poi c’è un tratto in tendenza salita che porta all’aggiramento di un largo costone arrotondato che immette nella discesa finale.
Si ritrova una stradetta che presenta vari saliscendi prima di svoltare dentro il vallone finale con discesa continua.
La stradetta continua fino a una costruzione e poi, con restringimenti e riallargamenti, si va avanti per altri 350-400 metri circa dove una evidente freccia rossa dipinta su un roccione indica di uscire a sinistra dalla dorsale che si sta seguendo.
Segue un breve tratto di discesa su stretta traccia molto contorta ma con segnavia ravvicinati.
Qui abbiamo trovato un paio di brevi punti con “rovi infestanti” che hanno richiesto cautela per “preservare l’abbigliamento”.
Infine ultimo tratto di stradetta fino ai 400 metri finali su asfalto per il rientro al parcheggio della Sorgente Copone.
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Il dislivello reale di questa versione dell’escursione – seppur difficile da conoscere con esattezza visti i molti saliscendi – dovrebbe essere circa 150 metri in più di quanto indicato nei dati di riepilogo Wikiloc.
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Waypoints
Waypoint
3,125 ft
01 - Parcheggio Sorgente del Copone
Waypoint
5,767 ft
11 - Elevazione di quota 1763 a lato della variante CAI 501A Sentiero del Ventennale
Waypoint
4,919 ft
15 - Foto nella spianata boschiva che anticipa in discesa il «Passo I Tre Confini»
Waypoint
4,826 ft
16 - «Passo I Tre Confini» e inizio salita al Monte Calvelluzzo
Waypoint
4,590 ft
23 - Immissione nel CAI 502 dopo discesa diretta sul versante sud-est del Monte Calvelluzzo
Waypoint
4,103 ft
24 - Bivio con svolta a sinistra e tabella «Rifugio Romanelli 1250 m»
Waypoint
4,199 ft
28 - Immissione in un breve tratto di strada sterrata lungo il CAI 502
Waypoint
4,171 ft
29 - Uscita da strada sterrata per traccia poco evidente nel bosco lungo il CAI 502
Waypoint
3,718 ft
32 - Bivio con possibile uscita anticipata dal CAI 502 con discesa verso strada asfaltata
Waypoint
3,440 ft
39 - Uscita da stradetta-tratturo per temporaneo tratto di sentierino in discesa lungo il CAI 502
Waypoint
3,216 ft
40 - Immissione su strada asfaltata per i 400 metri finali verso il parcheggio Sorgente del Copone
Comments (4)
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Certo che riesci a spaziare con disinvoltura tra un sacco di montagne :) posso chiederti se di solito sono sentieri tracciati bene o possono risultare angusti se fatti senza conoscerli adeguatamente? Grazie
Ciao Antonio,
effettivamente mi piace cambiare scenari e programmare escursioni diverse tra loro come organizzazione e “svolgimento tecnico”.
Quindi a volte scelgo itinerari dove – dalle info che ho – mi aspetto sentieri tracciati bene; altre volte scelgo itinerari “assai selvaggi” dove le info sono poche e parto già con più piani tra cui scegliere e adattarsi durante la giornata per riuscire a fare comunque qualcosa di senso compiuto.
Poi non sempre va tutto secondo i piani (anche se spendo molto tempo in fase di pianificazione) e mi ritrovo in situazioni (come hai definito tu) di “conoscenza non adeguata”.
In questi casi valuto se ho abbastanza capacità tecniche per procedere comunque in sicurezza, oppure rinuncio per poi ritornare quando ho acquisito maggiori conoscenze di quel territorio, magari con qualche uscita mirata di ricognizione.
Per le uscite di ricognizione – se così facendo non emergono problemi di sicurezza – utilizzo le giornate con meteo non adeguato ad un’uscita completa.
Buon cammino! 😉
Ciao, è adatta per un'uscita in solitaria?
Ciao DonPeppe,
non ci sono controindicazioni a un’uscita in solitaria nel senso che non ci sono passaggi dove serve un compagno che ti aiuti facendo sicura.
Un escursionista di media esperienza non ha problemi, deve solo essere abituato – per un tratto – ad orientarsi in fuoripista tra due tratti di sentieri CAI.
Il fuoripista – descritto nella relazione – non è obbligatorio: con una percorrenza di poco più lunga si può stare sempre su tracciati CAI.
Serve attenzione solo nei brevi tratti dove i camminamenti CAI sono un po’ «evanescenti», e qui la registrazione GPS può essere di aiuto integrandola con l’osservazione sul campo.
Buone escursioni! 😉