Parco naturale del Monte San Bartolo: Prato Pascolo - Monte Brisighella - Monte Castellaro - Punta degli Schiavi

Ennesima variante di itinerario già svolto decine di volte e che trovate sul mio profilo.

Quest'oggi, essendo in zona, ho avuto la curiosità di tornare sui sentieri del Parco San Bartolo dopo parecchio che mancavo. Mi sono concentrato in particolare sulla parte meno frequentata (se considerassimo idealmente Fiorenzuola di Focara come metà del Parco, inteso nella sua dimensione longilinea), quella che dai pressi della Fattoria Mancini si sviluppa in direzione Pesaro.

Questo itinerario prevede di toccare tre punti panoramici, ma - come vedremo - ciò non è stato del tutto possibile.
Intanto va detto, per chi non fosse avvezzo alla zona, che il territorio del Parco può essere percorso tendenzialmente nella sua interezza, da nord (Gabicce monte) a Sud (Pesaro) seguendo il sentiero che ne costituisce la spina dorsale, ossia il CAI 151. Un aspetto da considerare è che tuttavia, a causa della compresenza di aree private, il sentiero CAI non passa da alcune zone di particolare interesse, ma le aggira facendo seguire la strada asfaltata. Purtroppo la situazione muta anche abbastanza di frequente, in base allo sviluppo del territorio ed altri fattori, e dunque è importante rimanere aggiornati sullo stato dell'arte al momento del passaggio. PERTANTO non mi assumo alcuna responsabilità di nessun tipo in merito alla scelta arbitraria di chiunque altro volesse seguire questa traccia. (qui trovate la cartina https://www.parcosanbartolo.it/wp-content/uploads/2019/06/Carta-sentieri-2015-per-sentieristica.jpg)

La direzione dell'itinerario da me proposto è piuttosto semplice e ben indicata: parcheggiando a Prato pascolo, si aggira il grazioso maneggio Jillaroo (in estate vedrete transitare diversi cavalli in quest'area). *Qui c'è anche l'unica fontana attiva della zona e si prende velocemente "quota". Di grande impatto la vista, tra i campi di grano, il primo entroterra pesarese e il porto di Pesaro poco lontano. Si scende altrettanto rapidamente - fare attenzione a non cadere - per tornare sulla strada asfaltata. Qui la percorriamo fino a incontrare, sulla sx, l'ingresso ad un campo. Il proprietario ha evidentemente manifestato la propria contrarietà al passaggio posizionando una sorta di transenna, comunque sia si passa e le tracce ai lati del campo sono talmente ben evidenti e prive di conseguenze nocive (se attenti a rimanervi) da poter consentire il transito, sempre con le dovute e massime attenzioni.

Saliamo fino alla "cima" di questo rilievo, non meglio identificato ma molto importante per l'avifauna che passa da qui, essendo ritenuta l'unica area di sosta per le migrazioni da nord a sud lungo la costa. Si scende nuovamente sull'altro versante, dove percorrendo alcuni sentieri in mezzo alla vegetazione (qui hanno transennato davvero un'area probabilmente per la pericolosità dell'affaccio sul mare) si ritorna ancora sulla strada asfaltata.

Anche qui si percorre un breve tratto di asfalto attenti a non farsi...asfaltare, quindi la si lascia per seguire la traccia che si stacca in mezzo alla vegetazione, sulla nostra sinistra. Da qui man mano il sentiero stretto si apre fino ad arrivare ad una grande radura poco distante da un'altra attività privata con cavalli ed altri animali. Anche qui vale il discorso precedente ma se vogliamo l'effetto è ancora peggiore...infatti da qui partiva un sentiero tranquillo che portava alla bella Croce su Monte Castellaro. Non si capisce perché (o meglio, lo si capisce, anche se ho qualche perplessità circa il fatto che l'area sia interamente privata), il proprietario dell'attività di cui sopra ha posizionato delle staccionate e del filo spinato per interdire sia l'accesso a "nord", sia quello a "sud", impedendo pertanto a chiunque di poter raggiungere la vetta del Monte Castellaro. Tutto ciò mi lascia molto perplesso, in quanto al netto della condivisibile necessità di evitare che i propri animali vengano disturbati dal passaggio di escursionisti e camminatori, le due tracce rimanevano comunque ampiamente ai margini dell'attività e quando in passato mi è capitato di transitarvi non ho mai avuto né ho causato problemi.

A questo punto decido di arrivare fino alla piana della Punta degli Schiavi (un cartello ormai logoro e poco curato dell'Ente Parco ne racconta l'origine del nome), quindi faccio dietrofront e transitando più o meno sugli stessi passi, con piccole deviazioni, faccio ritorno all'auto in tempo per il tramonto.

Rispetto al suo periodo di massima fioritura saremmo un po' avanti, ma è ancora possibile trovare diversi begli scorci con le ginestre a strapiombo sul mare.
Nel complesso un giro adatto a tutti, anche se va considerata l'attenzione per le temperature nei mesi estivi e lungo la strada asfaltata.
Perciò prudentemente ho "osato" con una difficoltà media.

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