Parabiago
near Parabiago, Lombardia (Italia)
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Camminata alternata a tratti di corsa lungo il canale Villoresi e nel parco del
Roccolo partendo da Parabiago, nel bosco del roccolo attualmente molti sentieri sono impraticabili per via dei numerosi alberi caduti
PELLEGRINO CHERUBICO I, 102-105 [147] 125
102. Alchimia spirituale
Diventa oro il piombo, decade l’accidentale,
Se con Dio e per suo mezzo mi trasformo in Dio.
103. Ancora sulla stessa
Il metallo son io, crogiolo e fuoco lo Spirito
Il Messia la tintura che corpo ed anima trasfigura.
104. Ancora sull’alchimia
Non appena son fuso dal fuoco di Dio
Subito Dio m’imprime il suo proprio essere.
105. L’immagine di Dio
Ho in me l’immagine di Dio: se vuole vedersi
Può farlo solo in me e in chi è come me.
102 Nel processo della trasmutazione alchemica il vile piombo diviene nobile oro
attraverso un salto qualitativo. Anche qui (cfr. 1,87) Silesius usa per fini spirituali
un’immagine presa dalla filosofia della natura. Vedi anche I,103,104,244,246,257,280;
III,117-120 ecc.
103 « Tintura » è, nel linguaggio alchemico, la più intima e segreta essenza, che
penetra e trasforma la materia in tutte le sue manifestazioni. Nella biblioteca del
Silesius si trovava anche il Lexicon Alchemiae, sive Dictionarium alchemisticum,
cum obscuriorum verborum et rerum hermeticarum, tum Theophrast-Paracelsicarum
Phrasium, Planam Explicationem continens, di Martin *Ruland, Frankfurt 1612.
In esso, a p. 474, la « tintura » è così definita, in latino-tedesco: « Tinctura dicitur
quod colore suo penetrat et stinguit corpora veluti crocus aquam, wass die Coerper
durchdringet und faerbet ». Anche il riferimento al « Messia » va visto nell’ambito
delle speculazioni böhmiane, attraverso il circolo di Franckenberg: nella specula-
zione cabalistica sulla salvezza dell’uomo caduto nel primo Adamo, « Messia » in-
dica il principio unificante e rigeneratore, e anche il risorgere dell’uomo originario,
quale era prima del peccato. In lui torna ad armonia e unità anche il cosmo, ora
diviso e disordinato.
104 Secondo la dottrina della « segnatura », Dio imprime la sua essenza nell’uo-
mo come segno caratteristico, appena l’uomo si trova nella condizione adatta per
questo.
105 La dottrina dell’uomo imago Dei, di origine patristica, era stata sviluppata
ampiamente nella mistica germanica. Qui è unita da Silesius alla speculazione, già
accennata, sulla « segnatura ». Cfr. anche I,272; II,157,229; III,76; V,239,264; VI,3.
PELLEGRINO CHERUBICO I, 106-111 [149] 126
106. L’uno è nell’altro
Fuori di Dio non sono, né Dio fuori di me:
Io suo splendore e luce, egli il mio ornamento.
107. Tutto è ancora in Dio
Se è vero che la creatura è scaturita da Dio,
Perché la tien racchiusa ancora nel suo grembo?
108. La rosa
La rosa che il tuo occhio esteriore qui vede
Dall’eternità è fiorita* ugualmente in Dio.
* Idealmente.
109. Le creature
Poiché esiston pienamente nella Parola di Dio
Come posson le creature sparire e passare?
110. La ricerca della creatura
Dal primo principio fino ad oggi ancora
Non cerca il creato che la pace del creatore.
111. La Divinità è un nulla
La dolce Divinità è nulla e men che nulla:
Chi nulla in tutto vede, credimi uomo, vede bene!
108 Si tratta qui dell’esemplarismo medievale, di origine platonico-agostiniana,
per cui in Dio sono dall’eterno le idee-modelli di tutte le cose. Nella filosofia della
natura del Seicento questa dottrina aveva ricevuto sviluppi alchimistico-cabalistici
significativi: un intero capitolo (Sectio secunda, lib. I, cap. II) del libro di Robert
Fludd, Philosophia Moysaica, già citato nel Saggio introduttivo (vedi p. 51), è d
Roccolo partendo da Parabiago, nel bosco del roccolo attualmente molti sentieri sono impraticabili per via dei numerosi alberi caduti
PELLEGRINO CHERUBICO I, 102-105 [147] 125
102. Alchimia spirituale
Diventa oro il piombo, decade l’accidentale,
Se con Dio e per suo mezzo mi trasformo in Dio.
103. Ancora sulla stessa
Il metallo son io, crogiolo e fuoco lo Spirito
Il Messia la tintura che corpo ed anima trasfigura.
104. Ancora sull’alchimia
Non appena son fuso dal fuoco di Dio
Subito Dio m’imprime il suo proprio essere.
105. L’immagine di Dio
Ho in me l’immagine di Dio: se vuole vedersi
Può farlo solo in me e in chi è come me.
102 Nel processo della trasmutazione alchemica il vile piombo diviene nobile oro
attraverso un salto qualitativo. Anche qui (cfr. 1,87) Silesius usa per fini spirituali
un’immagine presa dalla filosofia della natura. Vedi anche I,103,104,244,246,257,280;
III,117-120 ecc.
103 « Tintura » è, nel linguaggio alchemico, la più intima e segreta essenza, che
penetra e trasforma la materia in tutte le sue manifestazioni. Nella biblioteca del
Silesius si trovava anche il Lexicon Alchemiae, sive Dictionarium alchemisticum,
cum obscuriorum verborum et rerum hermeticarum, tum Theophrast-Paracelsicarum
Phrasium, Planam Explicationem continens, di Martin *Ruland, Frankfurt 1612.
In esso, a p. 474, la « tintura » è così definita, in latino-tedesco: « Tinctura dicitur
quod colore suo penetrat et stinguit corpora veluti crocus aquam, wass die Coerper
durchdringet und faerbet ». Anche il riferimento al « Messia » va visto nell’ambito
delle speculazioni böhmiane, attraverso il circolo di Franckenberg: nella specula-
zione cabalistica sulla salvezza dell’uomo caduto nel primo Adamo, « Messia » in-
dica il principio unificante e rigeneratore, e anche il risorgere dell’uomo originario,
quale era prima del peccato. In lui torna ad armonia e unità anche il cosmo, ora
diviso e disordinato.
104 Secondo la dottrina della « segnatura », Dio imprime la sua essenza nell’uo-
mo come segno caratteristico, appena l’uomo si trova nella condizione adatta per
questo.
105 La dottrina dell’uomo imago Dei, di origine patristica, era stata sviluppata
ampiamente nella mistica germanica. Qui è unita da Silesius alla speculazione, già
accennata, sulla « segnatura ». Cfr. anche I,272; II,157,229; III,76; V,239,264; VI,3.
PELLEGRINO CHERUBICO I, 106-111 [149] 126
106. L’uno è nell’altro
Fuori di Dio non sono, né Dio fuori di me:
Io suo splendore e luce, egli il mio ornamento.
107. Tutto è ancora in Dio
Se è vero che la creatura è scaturita da Dio,
Perché la tien racchiusa ancora nel suo grembo?
108. La rosa
La rosa che il tuo occhio esteriore qui vede
Dall’eternità è fiorita* ugualmente in Dio.
* Idealmente.
109. Le creature
Poiché esiston pienamente nella Parola di Dio
Come posson le creature sparire e passare?
110. La ricerca della creatura
Dal primo principio fino ad oggi ancora
Non cerca il creato che la pace del creatore.
111. La Divinità è un nulla
La dolce Divinità è nulla e men che nulla:
Chi nulla in tutto vede, credimi uomo, vede bene!
108 Si tratta qui dell’esemplarismo medievale, di origine platonico-agostiniana,
per cui in Dio sono dall’eterno le idee-modelli di tutte le cose. Nella filosofia della
natura del Seicento questa dottrina aveva ricevuto sviluppi alchimistico-cabalistici
significativi: un intero capitolo (Sectio secunda, lib. I, cap. II) del libro di Robert
Fludd, Philosophia Moysaica, già citato nel Saggio introduttivo (vedi p. 51), è d
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