Monti Simbruini. Da Verecchie a Cappadocia passando per il panoramico Monte Padiglione
near Verecchie, Abruzzo (Italia)
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Itinerary description
Escursione non troppo impegnativa con panorami suggestivi sulla catena del Sirente Velino sulla piana del Fucino e sui Monti Simbruini.
Partenza da Verecchie alle ore 7:30, temperatura 1° e sampietrini ghiacciati.
Si sale nel silenzioso paese sino a raggiungere la Chiesa di S.Egidio Abate, XII secolo. La chiesa rimessa a nuovo offre un punto panoramico notevole sul Velino e il Sirente mentre i comignoli del paese iniziano a sputare fumo.
Poco più avanti si incontra il cartello che indica la direzione per il Monte Padiglione. Accanto al cartello dei ruderi avvolti dalla vegetazione lasciano intravedere un sentierello che conduce sulla sommità rocciosa della placca calcarea, qui una croce natalizia fa la sua bella figura mentre sarà ancora una volta il panorama ad essere protagonista.
Il sentiero per il Monte Padiglione sale gradualmente tra varie svolte, mi accompagna un cacciatore che mi fa presente che la zona non essendo sottoposta a nessun parco è zona assegnata per la caccia al cinghiale, scambio due chiacchiere, indosso pettorina e cappello arancione e chiedo cortesemente di essere segnalato ai componenti della squadra descrivendo il percorso che andrò a compiere.
Si sale sempre più decisamente su di un terreno ancora ghiacciato e scivoloso, si arriva con impegno al Passo delle Fossette dove si valica passando sotto una pioggia di condensa che cade dai rami dei faggi che si liberano del ghiaccio con i primi raggi del sole. La piana delle Fonti si presenta gelida con i laghetti ancora ghiacciati.
L'idea di salire prima sul Monte Cesalarga tramonta quasi subito, la bassa temperatura il vento e le nuvole minacciose sul Monte San Nicola e il Morbano spronano la salita al Monte Padiglione.
Per salire al Padiglione si segue il sentiero bollato CAI sul versante scoperto e battuto dal vento. Dopo una pimpante ascesa si arriva alla croce di vetta.
Panorama stupendo, ora appare nella sua interezza la Piana del Fucino avvolta nella nebbia, tra le nuvole fa capolino la Majella mentre ad Ovest i Simbruini appaiono turbati da basse nuvole scure. Volgendosi di nuovo ad Est si può osservare la macchia che separa Cappadocia da Verecchie e che si dovrà attraversare sul Sentiero di S.Tommaso, sperando che la caccia al cinghiale sia terminata.
Scendendo sul sentiero n°2 si passa sul Colle Pizzicopiano e poco oltre accanto una dolina che ospita i ruderi di un antico stazzo.
La dorsale scoperta termina in corrispondenza di una croce, punto di arrivo di una mulattiera rivestita di ciottoli che conduce tra alti faggi sino a Cappadocia.
Anche questo paese risulta deserto, ciò non toglie il piacere di girovagare tra le viuzze. Composto da abitazioni di epoche diverse mostra il suo fascino in quegli angoli dove le vecchie case risultano degnamente ristrutturate mentre perde di valore ogniqualvolta si incontrano edifici moderni e disabitati segno di un impulso turistico senza criterio.
Da sottolineare la Chiesa di S.Biagio, purtroppo chiusa ma posta su uno sperone panoramico che permette di osservare anche il punto in cui sgorga il Fiume Liri che unendosi al Fiume Gari darà vita al Garigliano sfociando nel Tirreno e segnando il confine tra Lazio e Campania.
Si torna indietro per prendere la sterrata segnata come Cammino di S.Tommaso. Questo percorso attraversa l'acquitrinosa valle che separa Verecchie da Cappadocia e dove è possibile imbattersi nella battuta al cinghiale.
La sterrata scorre pianeggiante e sinuosa circondata da altri sentierelli che si intersecano tornando a ricongiungersi alla via principale. Ne ho preso uno per tagliare la sterrata ma mi sono imbattuto in una palude e un groviglio di rovi. Questo tratto nel periodo invernale o nei giorni di pioggia può risultare molto fangoso.
Lungo il cammino si incontra il bivio per la Grotta di Beatrice Cenci. Questo itinerario conduce ad un altro sentiero che riporta a Verecchie. Incuriosito dalla possibilità di visitare la grotta ho dovuto desistere quasi subito essendo questa è soggetta ad orari e visite guidate che necessitano di un programma escursionistico diverso.
Si continua ancora sulla sterrata sino a scorgere la sagoma di Verecchie oramai fuori dalla portata dei raggi del sole. Poco prima di arrivare al paese si incontra il bel Mulino con le sue cascatelle che lo circondano. La grande vasca ai suoi piedi fungeva un tempo da lavatoio e la gelida acqua che vi scorre non sarà stata di certo clemente con le mani delle povere donne del paese. Una targa posta di fianco ricorda che queste acque vennero menzionate nella famosa Eneide virgiliana.
L'escursione si conclude attraversando il borgo meno deserto della mattina, infatti a catalizzare l'interesse dei forestieri ci pensa il rinomato ristorante del paese che scuote le pigre giornate festive.
Partenza da Verecchie alle ore 7:30, temperatura 1° e sampietrini ghiacciati.
Si sale nel silenzioso paese sino a raggiungere la Chiesa di S.Egidio Abate, XII secolo. La chiesa rimessa a nuovo offre un punto panoramico notevole sul Velino e il Sirente mentre i comignoli del paese iniziano a sputare fumo.
Poco più avanti si incontra il cartello che indica la direzione per il Monte Padiglione. Accanto al cartello dei ruderi avvolti dalla vegetazione lasciano intravedere un sentierello che conduce sulla sommità rocciosa della placca calcarea, qui una croce natalizia fa la sua bella figura mentre sarà ancora una volta il panorama ad essere protagonista.
Il sentiero per il Monte Padiglione sale gradualmente tra varie svolte, mi accompagna un cacciatore che mi fa presente che la zona non essendo sottoposta a nessun parco è zona assegnata per la caccia al cinghiale, scambio due chiacchiere, indosso pettorina e cappello arancione e chiedo cortesemente di essere segnalato ai componenti della squadra descrivendo il percorso che andrò a compiere.
Si sale sempre più decisamente su di un terreno ancora ghiacciato e scivoloso, si arriva con impegno al Passo delle Fossette dove si valica passando sotto una pioggia di condensa che cade dai rami dei faggi che si liberano del ghiaccio con i primi raggi del sole. La piana delle Fonti si presenta gelida con i laghetti ancora ghiacciati.
L'idea di salire prima sul Monte Cesalarga tramonta quasi subito, la bassa temperatura il vento e le nuvole minacciose sul Monte San Nicola e il Morbano spronano la salita al Monte Padiglione.
Per salire al Padiglione si segue il sentiero bollato CAI sul versante scoperto e battuto dal vento. Dopo una pimpante ascesa si arriva alla croce di vetta.
Panorama stupendo, ora appare nella sua interezza la Piana del Fucino avvolta nella nebbia, tra le nuvole fa capolino la Majella mentre ad Ovest i Simbruini appaiono turbati da basse nuvole scure. Volgendosi di nuovo ad Est si può osservare la macchia che separa Cappadocia da Verecchie e che si dovrà attraversare sul Sentiero di S.Tommaso, sperando che la caccia al cinghiale sia terminata.
Scendendo sul sentiero n°2 si passa sul Colle Pizzicopiano e poco oltre accanto una dolina che ospita i ruderi di un antico stazzo.
La dorsale scoperta termina in corrispondenza di una croce, punto di arrivo di una mulattiera rivestita di ciottoli che conduce tra alti faggi sino a Cappadocia.
Anche questo paese risulta deserto, ciò non toglie il piacere di girovagare tra le viuzze. Composto da abitazioni di epoche diverse mostra il suo fascino in quegli angoli dove le vecchie case risultano degnamente ristrutturate mentre perde di valore ogniqualvolta si incontrano edifici moderni e disabitati segno di un impulso turistico senza criterio.
Da sottolineare la Chiesa di S.Biagio, purtroppo chiusa ma posta su uno sperone panoramico che permette di osservare anche il punto in cui sgorga il Fiume Liri che unendosi al Fiume Gari darà vita al Garigliano sfociando nel Tirreno e segnando il confine tra Lazio e Campania.
Si torna indietro per prendere la sterrata segnata come Cammino di S.Tommaso. Questo percorso attraversa l'acquitrinosa valle che separa Verecchie da Cappadocia e dove è possibile imbattersi nella battuta al cinghiale.
La sterrata scorre pianeggiante e sinuosa circondata da altri sentierelli che si intersecano tornando a ricongiungersi alla via principale. Ne ho preso uno per tagliare la sterrata ma mi sono imbattuto in una palude e un groviglio di rovi. Questo tratto nel periodo invernale o nei giorni di pioggia può risultare molto fangoso.
Lungo il cammino si incontra il bivio per la Grotta di Beatrice Cenci. Questo itinerario conduce ad un altro sentiero che riporta a Verecchie. Incuriosito dalla possibilità di visitare la grotta ho dovuto desistere quasi subito essendo questa è soggetta ad orari e visite guidate che necessitano di un programma escursionistico diverso.
Si continua ancora sulla sterrata sino a scorgere la sagoma di Verecchie oramai fuori dalla portata dei raggi del sole. Poco prima di arrivare al paese si incontra il bel Mulino con le sue cascatelle che lo circondano. La grande vasca ai suoi piedi fungeva un tempo da lavatoio e la gelida acqua che vi scorre non sarà stata di certo clemente con le mani delle povere donne del paese. Una targa posta di fianco ricorda che queste acque vennero menzionate nella famosa Eneide virgiliana.
L'escursione si conclude attraversando il borgo meno deserto della mattina, infatti a catalizzare l'interesse dei forestieri ci pensa il rinomato ristorante del paese che scuote le pigre giornate festive.
Waypoints
Waypoint
3,432 ft
Proseguire sulla sterrata (Cammino di S.Tommaso) o deviare a sinistra per i campi (pantani e fango)
Comments (11)
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Quando leggo la descrizione dei tuoi sentieri mi sembra di iniziare la lettura di un nuovo libro che mi trasporta direttamente lì,mi vedo camminare sulle sterrate,tra i boschi .guardando da lì su…dalle creste,sento il vento nei capelli,vedo le nuvole,il freddo mi entra nelle narici ma gli occhi vedono attraverso i tuoi e attraverso le tue descrizioni…si arriva troppo veloce poi all’ultima pagina del libro,vorresti ancora altre pagine😩😜Grazie mille ci fai sognare che magari un giorno riusciremo a rileggere queste descrizioni il giorno prima della partenza x il
Avventure e spero altrettante bellissime descrizioni in arrivo 👏👏👏
La partenza x il sentiero..Buone Avventure
Grazie mille per le belle parole! 😊
Ho fatto questo percorso con mio marito e la mia cagnolina il 1 aprile 2023.
L'escursione è semplice ed adatta a tutti, sale dolcemente su sentiero segnato e scende facilmente quasi tutta su carrabile al ritorno.
Il tempo totale di percorrenza supera di poco le 5 ore.
Tragitto tutto al sole, molto adatto in questa stagione in quanto la caccia è chiusa, c'è poca neve e non fa caldo (non c'è acqua lungo il percorso).
Tanta resa e poco spesa, con un panorama eccezionale in cima!
Forse poco rilevante l'avanti e indietro a Cappadocia (a parte un gradevole pitstop birra).
Grazie ad Andrea per la condivisione, ci rileggiamo su Facebook 😀
Grazie mille per la recensione Carla!!! 😀
Grazie per la traccia! Ho fatto questo percorso il 26 aprile in solitaria. Traccia Molto Attenta ed accurata. Non ho preso la deviazione per Cappadocia, solo perché quando sono in mezzo alla natura, li voglio stare e non ho tanta voglia di case intorno. Per il resto panorama mozzafiato, poi con la giornata di oggi, Il Velino li di fronte, il top!! Bellissimo e grazie! Questo è il primo Di varie tue traccie che ho intenzione di seguire, grazie Andrea, mi sembra di aver capito! :)
Grazie a te per l'apprezzamento!
Andrea 😉
Su Facebook basta cercare Andrea De Angelis e quando vedrai apparire la foto che ho del mio profilo wikiloc mi avrai trovato.
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Information
Easy to follow
Scenery
Moderate
Panorama bellissimo sul monte Padiglione!
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Easy to follow
Scenery
Moderate
Fatto oggi. Splendido giro immersi nel verde dei boschi e nel blu del cielo. Grazie sei sempre affidabile nelle tue tracce
Grazie a voi per la recensione!