Monti Picentini: Monte Terminio per il Vallone del Balordo e il Canalone dell’Ogliara – rientro per il Vallone Matrunolo
near Sala, Campania (Italia)
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Trail photos
Itinerary description
Salita nel “cuore selvaggio” del Monte Terminio per due canaloni/valloni che tagliano il lato sud-ovest.
È un percorso impegnativo, ispirato dalle descrizioni di poche righe di due itinerari che compaiono alle pag. 263-264 del volume (di Luigi Ferranti) della Guida dei Monti d’Italia dedicato all’Appennino Meridionale.
È un percorso veramente solitario e, nella parte del Vallone del Balordo, ci si può sentire un po’ persi senza riferimenti.
Ci sono vari strappi molto ripidi e più di qualche passaggio dove bisogna mettere in atto un po’ di “tecnica arrampicatoria” fino al II° grado o poco più.
Tuttavia nei tratti tecnici più impegnativi si vede sempre chiaramente la fine fin dalla base, e se capita di trovarsi in qualche passaggio ostico di cui non si vede l’uscita significa che non si è sulla strada giusta.
******************************
Per inquadrare meglio questo itinerario nella “rete” dei percorsi del Monte Terminio, si può dare un’occhiata ai tre seguenti:
Chi è interessato solo (… ma è già abbastanza) alla percorrenza del Canalone dell’Ogliara può far riferimento all’itinerario → Monti Picentini: Canalone dell'Ogliara sul Monte Terminio con avvicinamento per il Sentiero Santissimo Salvatore - Ogliara
AVVICINAMENTO ALL’IMBOCCO DEL VALLONE CÀRPINO COMUNE CON IL VALLONE DEL BALORDO
Dal solito parcheggio al km 5 della SP 574 si sale per il sentiero CAI 133 fino al bivio segnalato da cartello con il 132 (c’è un’altra variante più bassa del 132 con segnavia CAI, non è segnalata da cartelli ed è quella utilizzata in questa escursione per il ritorno).
Si segue brevemente il CAI 132 quasi in piano fino a una recinzione dove, a sinistra in salita, si stacca un’altra traccia con segnavia CAI; bisogna seguire questa traccia di sinistra per quasi 70 metri di dislivello fino a pochi metri prima di rientrare nella stradetta che conduce al SS Salvatore, dove c’è una pietra a terra con segnavia CAI più un altro segno rosso molto grande ed evidente: si piega a destra nella direzione del segno rosso e ci si immette in un sentiero non segnato ma sempre discretamente evidente.
Quest’ultimo sentiero scorre verso est, parallelo e più alto del CAI 132 ufficiale e muore all’incrocio del Vallone Càrpino.
Qualche decina di metri prima del Vallone Càrpino, dalla destra arriva un altro buon sentiero che sale dal CAI 132 (con un bel passaggio intermedio su breve cengia): non più di 10 metri prima di questo evidente sentiero, sulla sinistra si stacca una traccia meno evidente ma sicuramente individuabile.
Questa è la traccia che porta all’imbocco del Vallone del Balordo nel punto in cui si dirama dal Vallone Càrpino.
Si può arrivare a questa diramazione anche salendo a fianco dell’impluvio del Vallone Càrpino, ma mi sembra una linea più confusa e infestata dalla vegetazione.
Prendendo la sopra citata traccia di sinistra, bisogna tralasciare gli altri sentierini più bassi creati dal passaggio di animali e cercare di stare vicini alla fascia rocciosa; dopo un breve passaggio su facili roccette il sentiero diventa evidente e porta proprio alla diramazione dei due valloni dal lato del Vallone del Balordo.
Nella larga costa boschiva che divide i due valloni si noterà senz’altro un intrico di tracce create dal passaggio delle mucche che accedono ad alcuni prati adatti al pascolo che stanno poco sopra, e che entrano parzialmente anche nel fianco destro direzione salita del Vallone del Balordo.
RISALITA DEL VALLONE DEL BALORDO FINO ALL’IMMISSIONE NEL CANALONE DELL’OGLIARA
L’inizio sul fondo è bello divertente tra facili massi e ben presto si arriva a un passaggio difficile su un salto di roccia: sulla sinistra è abbordabile con prese di II° grado per un 3/4 metri, ma sono scivolose sia come superficie rocciosa che per il terriccio che frana dal breve ripido che sta appena sopra.
Siccome avevo nello zaino i miei ramponcini forestali (che porto sempre con me in questi percorsi) ho scelto di salire un ripido (… ripidissimo) fianco terroso che sta a sinistra subito prima del salto, per poi calarmi appena sopra sempre su ripido con arbusti.
Senza ramponcini è un po’ dura questa soluzione, ma è dura salire anche per le prese scivolose delle rocce di centro impluvio.
Dal rientro nell’impluvio in breve si arriva dove il Valllone del Balordo si biforca e bisogna seguire il ramo di destra direzione salita.
Ora si continua in modo “selvaggio e divertente” sempre sul fondo fino a dove, appena un po’ più alto sul fianco di destra del vallone, compare una traccia che assomiglia a quelle create dalle mucche e che, probabilmente, arriva fin dalla biforcazione iniziale Vallone Càrpino / Vallone del Balordo.
Ancora avanti per poco senza problemi e si arriva al punto chiave di interpretazione di tutta la salita del Vallone del Balordo.
Si entra in uno slargo che si apre sulla sinistra dell’impluvio: diritti si vede lo stretto (in quel punto) impluvio che si infila in uno strettissimo intaglio con rocce verticali e strapiombanti assolutamente non superabili; a sinistra dell’intaglio scorre una fascia rocciosa bella alta ma di cui non si vede bene lo sviluppo per capire se è “attaccabile” in qualche punto.
Piegando a sinistra per lo slargo (in forma di boschetto di media pendenza) ci si porta all’estremità sinistra visibile della conca formata dalla fascia rocciosa (anche qui qualche traccia a terra discontinua), e si inizia a salire a bordo rocce per comodo corridoio fra gli arbusti.
Dove la conca rocciosa gira verso destra si passa davanti a una bella grotta veramente caratteristica con il suo arco d’ingresso triangolare e le rocce a venature rosa: è profonda e con il fondo morbido, e va benissimo come ricovero di emergenza.
Passato l’ingresso della grotta, si gira naturalmente a destra e si arriva in vista di una piccola e ostica costa rocciosa subito dopo un ripidissimo valloncello terroso che sale da destra.
Subito prima del valloncello c’è un’interruzione della fascia rocciosa in forma di qualche gradone non difficile di roccette ed erba che conduce, inizialmente verso sinistra, alla base di un breve e (molto) ripido canaletto a fondo erba-terra-radici (poco affidabili queste ultime).
Il canaletto sbuca in alto in un rado boschetto a fondo erboso verde sviluppato (almeno a metà Agosto) dove c’è un po’ di confusione di tracce che per lo più portano verso la fascia rocciosa e qualche canalino sovrastanti: qui ho perso tempo a trovare la soluzione … che era molto semplice!
Arrivati in questo rado boschetto c’è quasi subito (senza salire ulteriormente) un sentierino che piega a destra e che oggi era quasi chiuso nei primi metri dall’erba alta.
Individuata (finalmente!) la traccia giusta, poco dopo (alla fine dell’erba) il sentiero è evidente e con 75/80 metri lineari in linea d’aria riporta nel fondo del Vallone del Balordo sopra la parte stretta e con rocce alte strapiombanti.
Ora c’è l’ultimo tratto per la sella di immissione nel Canalone dell’Ogliara: ennesimo canale di circa 135/140 metri di dislivello a fondo vario pietre, terra, erba, ramaglie e un saltino con un paio di movimenti di II° grado (qui ho dimenticato di fare la foto ravvicinata).
Qualche tratto è piuttosto ripido, e poco prima di uscire sulla sella ricompare un sentiero con una breve variante verso sinistra che porta a una selletta secondaria e a un “pulpito” che dovrebbe essere bello panoramico in autunno con il bosco senza foglie (ho lasciato questa divagazione nella registrazione GPS).
Arrivati alla sella di fine canale si passa nel fianco sinistro orografico del Canalone dell’Ogliara che scorre perpendicolare alla direzione prevalente del Vallone del Balordo.
Senza lasciarsi ingannare dalla confusione di tracce vicino alla sella che salgono verso destra (est o nord-est), bisogna scendere direttamente di fronte in direzione nord: dopo pochissimi metri compare un “solo vero sentiero” che molto dolcemente accompagna fino all’impluvio del Canalone dell’Ogliara proprio sopra un salto “incompatibile in modalità escursionistica”.
In totale si scende per circa 20 metri di dislivello su 120 metri lineari in linea d’aria.
RISALITA DEL CANALONE DELL’OGLIARA FINO AI PRATI SOMMITALI DEL MONTE TERMINIO
Intanto una bella notizia: non ci sono problemi di orientamento, il percorso è tutto obbligato e sparisce la paura di perdersi.
Inizio tranquillo fra i massi dove si può procedere bastoncini alla mano per chi li usa.
Si arriva a un primo salto di roccia evitabile a sinistra senza difficoltà aiutandosi con qualche solido arbusto.
Ancora avanti senza difficoltà in ambiente molto spettacolare fra strette e alte pareti rocciose fino a un altro salto non evitabile più o meno di II° grado (forse un po’ più).
Sulla destra la roccia presenta un intaglio/fessura (forse un 3 metri) con buone prese e che consente di salire in opposizione ad altri appoggi appena sulla sinistra: ci vuole attenzione ma progredendo per bene ci si sente stabili.
Dopo il salto si arriva a fianco di un possibile punto di uscita verso il Valico dell’Immenso poco oltre i 1.400 metri di quota: difficile da individuare con la vegetazione estiva se già non si conosce (io ero già sceso dal Valico dell’Immenso nel Canalone dell’Ogliara durante un’escursione esplorativa).
Comunque sulla sinistra c’è un breve canalino di terra e sfasciumi che fa salire sopra una cengia (poi sentiero esposto e poi ancora bella cengia) che, tornando indietro come direzione, porta su un fianco più che abbordabile (e con tracce di animali) che conduce al Valico dell’Immenso o in vari punti di uscita verso Costa Friddo.
Superato il punto di possibile uscita, si entra nel tratto a fondo più roccioso e spettacolare del Canalone dell’Ogliara.
Superata questa bella strettoia si arriva sotto una fascia rocciosa friabile che ostruisce completamente l’impluvio: non dico che non è superabile in assoluto, ma non è roba da fare con sicurezza accettabile.
Alla base verso destra si apre una specie di fosso che permette di uscire verso il bosco del fianco del canalone: dopo pochi metri diventa molto ripido ma si può fare.
Saliti per un po’ (15-20 metri di dislivello?) si incrocia una traccia (immagino sempre di animali che … non vogliono arrampicare sul III° grado friabile) che riporta verso sinistra nel centro dell’impluvio: questa è un breve traverso molto esposto, ma si può anche salire di più fra gli alberi e rientrare poco sopra.
Ora le difficoltà sono finite, e si sale fino alla fine su canale dai fianchi meno aspri e con migliore visibilità.
Di passaggio si supera una evidente deviazione verso sinistra per sentiero che va verso Costa Friddo e la deviazione verso destra che porterebbe verso la bella Cengia Alta del Vallone Càrpino che collega il Canalone dell’Ogliara al Canalone Grande del Monte Terminio (vedi → Monti Picentini: Cengia Alta del Vallone Càrpino traversando a sud-ovest il Monte Terminio dalla Croce di Campolaspierto).
Di passaggio … anche molti, ma veramente molti lamponi in questa stagione! 😊
CHIUSURA DELL’ESCURSIONE DALLA TESTATA DEL CANALONE DELL’OGLIARA
Visto che fino a qui “avevo fatto il pieno” di ambiente selvaggio, ho scelto il rientro più semplice in mancanza di doppia auto a disposizione con cui si può programmare la chiusura a Campolaspierto.
Dopo aver raggiunto la vetta del Monte Terminio sono sceso per il Valico di Collelungo e poi verso il Varco del Vernacolo.
Dal Varco del Vernacolo sono rimasto sempre sulle tracce del sentiero CAI 132 fino al parcheggio.
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Il dislivello reale dell’escursione è di circa 220 metri in meno di quanto indicato nei dati di riepilogo Wikiloc.
È un percorso impegnativo, ispirato dalle descrizioni di poche righe di due itinerari che compaiono alle pag. 263-264 del volume (di Luigi Ferranti) della Guida dei Monti d’Italia dedicato all’Appennino Meridionale.
È un percorso veramente solitario e, nella parte del Vallone del Balordo, ci si può sentire un po’ persi senza riferimenti.
Ci sono vari strappi molto ripidi e più di qualche passaggio dove bisogna mettere in atto un po’ di “tecnica arrampicatoria” fino al II° grado o poco più.
Tuttavia nei tratti tecnici più impegnativi si vede sempre chiaramente la fine fin dalla base, e se capita di trovarsi in qualche passaggio ostico di cui non si vede l’uscita significa che non si è sulla strada giusta.
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Per inquadrare meglio questo itinerario nella “rete” dei percorsi del Monte Terminio, si può dare un’occhiata ai tre seguenti:
- Monti Picentini: discesa del Vallone Carpino dal Monte Terminio alla SP 574 con partenza da Campolaspierto
- Monti Picentini: discesa diretta dal Valico dell'Immenso al Vallone Matrunolo per il Canalone dell'Immenso sul Monte Terminio
- Monti Picentini: Monte Terminio, Valico dell’Immenso e Sentiero del Santissimo Salvatore - Ogliara da Campolaspierto
Chi è interessato solo (… ma è già abbastanza) alla percorrenza del Canalone dell’Ogliara può far riferimento all’itinerario → Monti Picentini: Canalone dell'Ogliara sul Monte Terminio con avvicinamento per il Sentiero Santissimo Salvatore - Ogliara
AVVICINAMENTO ALL’IMBOCCO DEL VALLONE CÀRPINO COMUNE CON IL VALLONE DEL BALORDO
Dal solito parcheggio al km 5 della SP 574 si sale per il sentiero CAI 133 fino al bivio segnalato da cartello con il 132 (c’è un’altra variante più bassa del 132 con segnavia CAI, non è segnalata da cartelli ed è quella utilizzata in questa escursione per il ritorno).
Si segue brevemente il CAI 132 quasi in piano fino a una recinzione dove, a sinistra in salita, si stacca un’altra traccia con segnavia CAI; bisogna seguire questa traccia di sinistra per quasi 70 metri di dislivello fino a pochi metri prima di rientrare nella stradetta che conduce al SS Salvatore, dove c’è una pietra a terra con segnavia CAI più un altro segno rosso molto grande ed evidente: si piega a destra nella direzione del segno rosso e ci si immette in un sentiero non segnato ma sempre discretamente evidente.
Quest’ultimo sentiero scorre verso est, parallelo e più alto del CAI 132 ufficiale e muore all’incrocio del Vallone Càrpino.
Qualche decina di metri prima del Vallone Càrpino, dalla destra arriva un altro buon sentiero che sale dal CAI 132 (con un bel passaggio intermedio su breve cengia): non più di 10 metri prima di questo evidente sentiero, sulla sinistra si stacca una traccia meno evidente ma sicuramente individuabile.
Questa è la traccia che porta all’imbocco del Vallone del Balordo nel punto in cui si dirama dal Vallone Càrpino.
Si può arrivare a questa diramazione anche salendo a fianco dell’impluvio del Vallone Càrpino, ma mi sembra una linea più confusa e infestata dalla vegetazione.
Prendendo la sopra citata traccia di sinistra, bisogna tralasciare gli altri sentierini più bassi creati dal passaggio di animali e cercare di stare vicini alla fascia rocciosa; dopo un breve passaggio su facili roccette il sentiero diventa evidente e porta proprio alla diramazione dei due valloni dal lato del Vallone del Balordo.
Nella larga costa boschiva che divide i due valloni si noterà senz’altro un intrico di tracce create dal passaggio delle mucche che accedono ad alcuni prati adatti al pascolo che stanno poco sopra, e che entrano parzialmente anche nel fianco destro direzione salita del Vallone del Balordo.
RISALITA DEL VALLONE DEL BALORDO FINO ALL’IMMISSIONE NEL CANALONE DELL’OGLIARA
L’inizio sul fondo è bello divertente tra facili massi e ben presto si arriva a un passaggio difficile su un salto di roccia: sulla sinistra è abbordabile con prese di II° grado per un 3/4 metri, ma sono scivolose sia come superficie rocciosa che per il terriccio che frana dal breve ripido che sta appena sopra.
Siccome avevo nello zaino i miei ramponcini forestali (che porto sempre con me in questi percorsi) ho scelto di salire un ripido (… ripidissimo) fianco terroso che sta a sinistra subito prima del salto, per poi calarmi appena sopra sempre su ripido con arbusti.
Senza ramponcini è un po’ dura questa soluzione, ma è dura salire anche per le prese scivolose delle rocce di centro impluvio.
Dal rientro nell’impluvio in breve si arriva dove il Valllone del Balordo si biforca e bisogna seguire il ramo di destra direzione salita.
Ora si continua in modo “selvaggio e divertente” sempre sul fondo fino a dove, appena un po’ più alto sul fianco di destra del vallone, compare una traccia che assomiglia a quelle create dalle mucche e che, probabilmente, arriva fin dalla biforcazione iniziale Vallone Càrpino / Vallone del Balordo.
Ancora avanti per poco senza problemi e si arriva al punto chiave di interpretazione di tutta la salita del Vallone del Balordo.
Si entra in uno slargo che si apre sulla sinistra dell’impluvio: diritti si vede lo stretto (in quel punto) impluvio che si infila in uno strettissimo intaglio con rocce verticali e strapiombanti assolutamente non superabili; a sinistra dell’intaglio scorre una fascia rocciosa bella alta ma di cui non si vede bene lo sviluppo per capire se è “attaccabile” in qualche punto.
Piegando a sinistra per lo slargo (in forma di boschetto di media pendenza) ci si porta all’estremità sinistra visibile della conca formata dalla fascia rocciosa (anche qui qualche traccia a terra discontinua), e si inizia a salire a bordo rocce per comodo corridoio fra gli arbusti.
Dove la conca rocciosa gira verso destra si passa davanti a una bella grotta veramente caratteristica con il suo arco d’ingresso triangolare e le rocce a venature rosa: è profonda e con il fondo morbido, e va benissimo come ricovero di emergenza.
Passato l’ingresso della grotta, si gira naturalmente a destra e si arriva in vista di una piccola e ostica costa rocciosa subito dopo un ripidissimo valloncello terroso che sale da destra.
Subito prima del valloncello c’è un’interruzione della fascia rocciosa in forma di qualche gradone non difficile di roccette ed erba che conduce, inizialmente verso sinistra, alla base di un breve e (molto) ripido canaletto a fondo erba-terra-radici (poco affidabili queste ultime).
Il canaletto sbuca in alto in un rado boschetto a fondo erboso verde sviluppato (almeno a metà Agosto) dove c’è un po’ di confusione di tracce che per lo più portano verso la fascia rocciosa e qualche canalino sovrastanti: qui ho perso tempo a trovare la soluzione … che era molto semplice!
Arrivati in questo rado boschetto c’è quasi subito (senza salire ulteriormente) un sentierino che piega a destra e che oggi era quasi chiuso nei primi metri dall’erba alta.
Individuata (finalmente!) la traccia giusta, poco dopo (alla fine dell’erba) il sentiero è evidente e con 75/80 metri lineari in linea d’aria riporta nel fondo del Vallone del Balordo sopra la parte stretta e con rocce alte strapiombanti.
Ora c’è l’ultimo tratto per la sella di immissione nel Canalone dell’Ogliara: ennesimo canale di circa 135/140 metri di dislivello a fondo vario pietre, terra, erba, ramaglie e un saltino con un paio di movimenti di II° grado (qui ho dimenticato di fare la foto ravvicinata).
Qualche tratto è piuttosto ripido, e poco prima di uscire sulla sella ricompare un sentiero con una breve variante verso sinistra che porta a una selletta secondaria e a un “pulpito” che dovrebbe essere bello panoramico in autunno con il bosco senza foglie (ho lasciato questa divagazione nella registrazione GPS).
Arrivati alla sella di fine canale si passa nel fianco sinistro orografico del Canalone dell’Ogliara che scorre perpendicolare alla direzione prevalente del Vallone del Balordo.
Senza lasciarsi ingannare dalla confusione di tracce vicino alla sella che salgono verso destra (est o nord-est), bisogna scendere direttamente di fronte in direzione nord: dopo pochissimi metri compare un “solo vero sentiero” che molto dolcemente accompagna fino all’impluvio del Canalone dell’Ogliara proprio sopra un salto “incompatibile in modalità escursionistica”.
In totale si scende per circa 20 metri di dislivello su 120 metri lineari in linea d’aria.
RISALITA DEL CANALONE DELL’OGLIARA FINO AI PRATI SOMMITALI DEL MONTE TERMINIO
Intanto una bella notizia: non ci sono problemi di orientamento, il percorso è tutto obbligato e sparisce la paura di perdersi.
Inizio tranquillo fra i massi dove si può procedere bastoncini alla mano per chi li usa.
Si arriva a un primo salto di roccia evitabile a sinistra senza difficoltà aiutandosi con qualche solido arbusto.
Ancora avanti senza difficoltà in ambiente molto spettacolare fra strette e alte pareti rocciose fino a un altro salto non evitabile più o meno di II° grado (forse un po’ più).
Sulla destra la roccia presenta un intaglio/fessura (forse un 3 metri) con buone prese e che consente di salire in opposizione ad altri appoggi appena sulla sinistra: ci vuole attenzione ma progredendo per bene ci si sente stabili.
Dopo il salto si arriva a fianco di un possibile punto di uscita verso il Valico dell’Immenso poco oltre i 1.400 metri di quota: difficile da individuare con la vegetazione estiva se già non si conosce (io ero già sceso dal Valico dell’Immenso nel Canalone dell’Ogliara durante un’escursione esplorativa).
Comunque sulla sinistra c’è un breve canalino di terra e sfasciumi che fa salire sopra una cengia (poi sentiero esposto e poi ancora bella cengia) che, tornando indietro come direzione, porta su un fianco più che abbordabile (e con tracce di animali) che conduce al Valico dell’Immenso o in vari punti di uscita verso Costa Friddo.
Superato il punto di possibile uscita, si entra nel tratto a fondo più roccioso e spettacolare del Canalone dell’Ogliara.
Superata questa bella strettoia si arriva sotto una fascia rocciosa friabile che ostruisce completamente l’impluvio: non dico che non è superabile in assoluto, ma non è roba da fare con sicurezza accettabile.
Alla base verso destra si apre una specie di fosso che permette di uscire verso il bosco del fianco del canalone: dopo pochi metri diventa molto ripido ma si può fare.
Saliti per un po’ (15-20 metri di dislivello?) si incrocia una traccia (immagino sempre di animali che … non vogliono arrampicare sul III° grado friabile) che riporta verso sinistra nel centro dell’impluvio: questa è un breve traverso molto esposto, ma si può anche salire di più fra gli alberi e rientrare poco sopra.
Ora le difficoltà sono finite, e si sale fino alla fine su canale dai fianchi meno aspri e con migliore visibilità.
Di passaggio si supera una evidente deviazione verso sinistra per sentiero che va verso Costa Friddo e la deviazione verso destra che porterebbe verso la bella Cengia Alta del Vallone Càrpino che collega il Canalone dell’Ogliara al Canalone Grande del Monte Terminio (vedi → Monti Picentini: Cengia Alta del Vallone Càrpino traversando a sud-ovest il Monte Terminio dalla Croce di Campolaspierto).
Di passaggio … anche molti, ma veramente molti lamponi in questa stagione! 😊
CHIUSURA DELL’ESCURSIONE DALLA TESTATA DEL CANALONE DELL’OGLIARA
Visto che fino a qui “avevo fatto il pieno” di ambiente selvaggio, ho scelto il rientro più semplice in mancanza di doppia auto a disposizione con cui si può programmare la chiusura a Campolaspierto.
Dopo aver raggiunto la vetta del Monte Terminio sono sceso per il Valico di Collelungo e poi verso il Varco del Vernacolo.
Dal Varco del Vernacolo sono rimasto sempre sulle tracce del sentiero CAI 132 fino al parcheggio.
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Il dislivello reale dell’escursione è di circa 220 metri in meno di quanto indicato nei dati di riepilogo Wikiloc.
Waypoints
Waypoint
1,728 ft
01 - Parcheggio lungo SP 574 al km 5
Waypoint
2,479 ft
02 - Bivio per CAI 132 in uscita da CAI 133
Waypoint
2,529 ft
03 - Uscita da CAI 132 per variante in salita con segnavia
Waypoint
2,750 ft
04 - Uscita da variante con segnavia per sentiero di collegamento all'imbocco del Vallone Càrpino
Waypoint
2,875 ft
05 - Traccia di uscita a sinistra per immissione nell'inizio Vallone Càrpino e poi Vallone del Balordo
Waypoint
3,122 ft
07 - Salto roccioso e scivoloso di II° grado nella prima parte del Vallone del Balordo
Waypoint
3,331 ft
09 - Tratto con tracce di mucche sulla destra direzione salita del Vallone del Balordo
Waypoint
3,459 ft
10 - Punto foto nel Vallone del Balordo a inizio slargo prima di un salto diretto insuperabile
Waypoint
3,573 ft
11 - Caratteristica grotta di riferimento ottima come riparo di emergenza nel Vallone del Balordo
Waypoint
3,658 ft
12 - Base breve e ripido canale a fondo terra-erba che immette in costa erbosa di rado bosco
Waypoint
3,950 ft
13 - Traccia sentierino di collegamento per rientrare nel canale sopra il salto insuperabile del Vallone del Balordo
Waypoint
4,182 ft
15 - Roccia di II° grado da superare nel canale finale di uscita dal Vallone del Balordo
Waypoint
4,263 ft
16 - Comparsa buona traccia di sentiero nella parte alta del canale di uscita dal Vallone del Balordo
Waypoint
4,272 ft
17 - Selletta e pulpito panoramico con breve deviazione dal canale di uscita del Vallone del Balordo
Waypoint
4,354 ft
18 - Sella boschiva di ingresso nel fianco sinistro orografico del Canalone dell'Ogliara
Waypoint
4,618 ft
21 - Punto di possibile uscita a sinistra dal Canalone dell'Ogliara verso il Valico dell'Immenso
Qui ho inserito due foto di un’altra escursione scattate da sopra il breve canalino di collegamento fra il Canalone dell’Ogliara e la cengia che porta verso il Valico dell’Immenso.
Oggi 17 Agosto – con la vegetazione molto sviluppata – non era possibile fare foto chiarificatrici da dentro il Canalone dell’Ogliara.
Waypoint
4,665 ft
22 - Breve salto roccioso con intaglio di II° grado (o poco più) nel Canalone dell'Ogliara
Waypoint
4,797 ft
26 - Aggiramento sul fianco destro di salita di un alto salto friabile nel Canalone dell'Ogliara
Waypoint
4,843 ft
27 - Rientro nell'impluvio del Canalone dell'Ogliara dopo aggiramento di un alto salto friabile
Waypoint
4,900 ft
28 - Punto possibile uscita per buona traccia dal Canalone dell'Ogliara verso Costa Friddo
Waypoint
5,134 ft
29 - Punto foto nel Canalone dell'Ogliara più o meno dove arriva la traccia della Cengia Alta del Vallone Càrpino
Waypoint
5,317 ft
34 - Valico di Collelungo
Waypoint
4,702 ft
35 - Punto deviazione del sentiero verso il Varco del Vernacolo
Waypoint
4,539 ft
36 - Varco del Vernacolo e inzio discesa del canalone nord
Waypoint
4,109 ft
37 - Punto di uscita in discesa dal canalone nord del Varco del Vernacolo
Waypoint
3,911 ft
38 - Attraversamento del Canalone Grande del Monte Terminio
Waypoint
3,552 ft
39 - Punto inizio dei segnavia CAI lungo la discesa del sentiero CAI 132
Waypoint
2,740 ft
40 - Bivio con sentiero che va ad attraversare il Vallone Càrpino e si ricongiunge con quello di salita di questa escursione
Waypoint
2,389 ft
42 - Bivio varianti del sentiero CAI 132: seguire a sinistra
Comments (12)
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ciao zio mario, vorremmo percorrere questo sentiero domenica 13 marzo. pensi sia fattibile? sia per le condizioni meteorologiche del periodo sia per la presenza di persone, molto agili sì, ma senza conoscenza di alcun livello di arrampicata. per intenderci, ci siamo sempre arrampicati ovunque in montagna ma vorremmo capire se questo percorso è fattibile o meno. grazie
premetto che riesco tranquillamente a utilizzare osm and su cui ho inserito il gpx della traccia.
Ciao Roberto,
questa non è la stagione giusta, soprattutto se si va con persone senza conoscenze specifiche di arrampicata sui vari tipi di terreni, sia estivi che invernali.
Sicuramente al 13 marzo di OGNI ANNO il Canalone dell’Ogliara è «tappato» di neve, e bisogna essere attrezzati per salire un canalone innevato (e sapere se la neve è stabilizzata).
Inoltre, la parte bassa del percorso in questa stagione probabilmente è umida-bagnata e potrebbe presentare maggiori difficoltà nei saltini di roccia e nei ripidi a fondo terra che risulterebbero assai scivolosi.
E infine c’è da considerare la discesa, che con la neve in alto – se non si conosce molto bene il Monte Terminio – sarebbe assai lunga e incerta se si vuol programmare un anello senza scendere a Campolaspierto dove si potrebbe piazzare una seconda auto.
Dal mio punto di vista è un itinerario PRETTAMENTE ESTIVO, quando il terreno è asciutto a tutte le quote e ci sono molte ore di luce.
Tieni presente che in quella zona il GPS ha un segnale debolissimo in molti punti, e la traccia registrata dà un’idea di massima ma non può essere il “salvagente” per tirarsi fuori dai problemi di orientamento: tutto il versante sud-ovest del Monte Terminio è assai selvaggio e non semplice da girare.
Il mio consiglio è di aspettare l’estate e provare prima il solo Canalone dell’Ogliara come da itinerario → Monti Picentini: Canalone dell'Ogliara sul Monte Terminio con avvicinamento per il Sentiero Santissimo Salvatore - Ogliara.
Per estate “intendo estate”, perché nei segmenti più “imboscati” del Canalone dell’Ogliara rimane neve per tutto maggio e spesso fino a giugno avanzato.
Spero di aver soddisfatto la tua richiesta di chiarimenti.
Buone escursioni! 😉
ti ringrazio molto, hai un consiglio su un itinerario da affrontare domani in quelle zone?
anche con qualche minima difficolta insomma, arrampicarci non ci dispiace
Ciao Roberto,
in questo periodo sono in Veneto (tornerò probabilmente in Aprile-Maggio) e non so com’è esattamente il livello della neve da quelle parti.
Ora sul Monte Terminio di sicuro i percorsi più selvaggi (che sono da metà montagna in su) hanno tutti problemi di neve e ghiaccio.
Sul resto dei Monti Picentini – per gli itinerari un po’ più complessi – non riesco a darti suggerimenti perché dovrei essere lì ed aver fatto qualche breve ricognizione preventiva come faccio di solito in questa stagione.
Idem per il Cilento e i Monti Alburni dove non mancano divertenti percorsi tecnici, ma bisogna stare sul posto nelle settimane precedenti per poter capire cos’è possibile fare.
Io solitamente in questi periodi di “transizione stagionale” o me ne sto al Nord a cercar neve oppure vado … in Costiera Amalfitana a camminare più in relax.
Non so di che zona sei tu, ma in questo caso dovresti chiedere a qualcuno che ha camminato nei giorni scorsi da quelle parti.
Buona escursione! 😊
grazie ancora
Ciao ZioMario ti farebbe piacere percorrere questo sentiero insieme? Io abito a pochi km dalla vicino Serino e l'unico canale che non ho esplorato è proprio quello del Balordo. Mi piacerebbe farlo con una persona che già conosce le possibili vie di uscita. Complimenti per i tuoi itinerari!
Ciao Angelo,
a parte i normali itinerari di allenamento-mantenimento vicini a casa mia in Veneto, non ripercorro mai lo stesso percorso, tranne rifacimenti parziali all’interno di alternative che «creano una storia diversa».
Il problema è che per il Vallone del Balordo non conosco altre vie di uscita in alto tranne quella di questa escursione per il Canalone dell’Ogliara, e la via di accesso è unica.
In realtà in alto ho visto una traccia che va in direzione opposta del collegamento verso il Canalone dell’Ogliara, ma potrebbe essere di animali e un’uscita per verificare solo quella è un po’ sproporzionata tra tempo di avvicinamento e tempo di esplorazione.
Nella prima parte di salita c’è il possibile collegamento con quello che ho chiamato Canalone dell’Immenso, ma così si conoscerebbe molto poco del Vallone del Balordo – vedi itinerario → Monti Picentini: discesa diretta dal Valico dell'Immenso al Vallone Matrunolo per il Canalone dell'Immenso sul Monte Terminio.
Per farla breve, al momento non ho un piano che valga la pena seguire per creare qualcosa di nuovo e interessante con il Vallone del Balordo.
Se vuoi un’alternativa per chiudere l’escursione senza fare il Canalone dell’Ogliara e concentrarti sul solo Vallone del Balordo puoi seguire tracce e descrizioni degli itinerari:
Monti Picentini: Monte Terminio, Valico dell’Immenso e Sentiero del Santissimo Salvatore - Ogliara da Campolaspierto
Monti Picentini: Canalone dell'Ogliara sul Monte Terminio con avvicinamento per il Sentiero Santissimo Salvatore - Ogliara
Ci sentiamo e buone escursioni! 😉
Ok Grazie . Mi farebbe piacere fare uno di questi percorsi insieme. Vorrei esplorare il vallone del balordo ma ho dubbi sul farlo in solitaria visto che alcuni tratti non sono per niente semplici del tutto. Se dovessi ritornarci farmi sapere!!!
Ti terrò presente! 👍🙋♂️
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