Monti Picentini: da Aterrana a Pizzo San Michele con rientro ad anello per Serrapiana di Solofra e Monte dell'Uovo
near Ricciardelli, Campania (Italia)
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Itinerary description
Escursione «moderatamente selvaggia» da inquadrare nel territorio di Pizzo San Michele assieme all’itinerario → Monti Picentini: Aterrana - Pizzo San Michele - Santuario dell'Incoronata – la salita è la stessa ma l’anello per il Santuario dell'Incoronata si chiude verso ovest e quello per il Monte dell’Uovo verso est.
Ho indicato una valutazione di “difficoltà Wikiloc” uguale perché come tecnica di camminata gli estremi di difficoltà sono simili, ma in questo caso serve più attenzione per l’orientamento nel seguire le tracce.
Il rientro verso est è interpretabile in vari modi e noi abbiamo scelto delle linee complessivamente un po’ più lunghe (e con più dislivello) per mantenere più equilibrato il livello tecnico di camminata.
Si può evitare il passaggio per la vetta di Pizzo San Michele percorrendo il collegamento diretto dal CAI 115 al Monte dell’Uovo come nell’itinerario → Monti Picentini: Santuario di San Michele di Mezzo, Pizzo del Capello, Monte dell'Uovo e Pizzo San Michele da Capo Calvanico.
******************************
Premessa
Questo itinerario è stato percorso il giorno 23 dicembre 2023, e tutte le osservazioni e considerazioni successive possono valere in pieno solo per quel giorno, specialmente per i riferimenti di segnaletica che spesso cambiano nel tempo.
Salita da Aterrana a Pizzo San Michele per i sentieri CAI 127 - 136 - 115
Questa è la salita più diretta da Aterrana se si vuol stare sempre su tracciati CAI, che tuttavia presentano delle evidenze abbastanza diverse nei vari tratti.
L’inizio lungo il CAI 127 nel Vallone Candelito è su stradette nei castagneti, poi c’è un tratto di sentiero a cui segue (con decisa direzione est) la risalita di un largo e dolce pendio ancora tra castagneti.
In testata del largo pendio si svolta su sentiero verso destra-sud e inizia un lungo traverso dove serve un minimo di attenzione a qualche bivio: bisogna andare a destra seguendo la prima freccia “INCORONATA” ma poi si svolta a sinistra dove la seconda freccia “INCORONATA” manderebbe nuovamente a destra (e c’è qualche altro bivio secondario dove bisogna guardare un po’ dentro le prosecuzioni per individuare i segnavia).
Si arriva a una recinzione con “porta in rete da materassi” subito dopo la quale si attraversa l’impluvio di un canaletto-vallone: è l’area indicata come Vallone Formicosa nelle cartine IGM come quella che si trova al Santuario di San Michele Arcangelo in vetta a Pizzo San Michele.
Ora serve attenzione per l’orientamento.
Dopo l’attraversamento del canaletto-vallone il sentiero è ben evidente e va senza interruzioni in direzione dell’Incoronata – però dopo solo una cinquantina di metri sulla sinistra c’è una labile traccia che inizia a risalire il ripido (in quel punto) pendio boschivo con vari segni CAI che non è immediato notare.
Qui al mio precedente passaggio c’era una freccia CAI 127 per chiarire questa deviazione, ma oggi non l’abbiamo vista.
Dopo l’inizio di labile traccia che segue i primi 3/4 segnavia CAI, di fatto non c’è più una traccia continua, ma si trovano molti camminamenti trasversali-diagonali di animali: non conviene seguirli a tutti i costi perché sono discontinui e non sempre collegati tra loro; conviene invece tenere d’occhio i segnavia di vernice impressi a metà altezza dei tronchi degli alberi.
Di fatto si sale sempre ripidamente e oggi con terreno “semi-morbido” le scarpe facevano buona presa e con calma non ci sono stati problemi.
Si può definire un “fuoripista assistito da segnavia CAI”.
Di passaggio si trovano un paio di piccoli cartelli-freccia completamente sbiancati che indicavano la numerazione CAI 127, e alla fine si arriva all’intersezione con il larghissimo e comodissimo CAI 136.
Da qui tutto molto facile fino all’intersezione con l’ancora più evidente CAI 115 e poi in vetta a Pizzo San Michele.
Rientro ad Aterrana da Pizzo San Michele per Serrapiana di Solofra e Monte dell'Uovo
Da Pizzo San Michele si inizia a scendere per il CAI 117 in direzione Solofra, si passa la postazione ristoro denominata “Area 53” e dedicata a un escursionista-atleta locale, e si arriva a una svolta a destra con di fronte un evidente cucuzzolo che esce dal bosco: qui oggi c’era una piccola tabella “PIZZO DELL’UOVO”.
Questa è già una prima possibile uscita dal CAI 117 per Serrapiana di Solofra e il Monte dell’Uovo.
Tuttavia, scendendo ancora a destra sul CAI 117 per 20 metri max lineari c’è un bivio dove il CAI 117 continua ancora a destra, mentre a sinistra inizia un altro evidente sentiero che è “quello più ufficiale da percorrere”.
Noi abbiamo percorso tutte e due le varianti perché “quella del cucuzzolo” pur meno evidente offre una bella vista, e pertanto la traccia GPS in questo tratto esegue un mini-anello con un segmento percorso due volte.
In ogni caso seguendo poi il sentiero migliore si continua senza incertezze fin sotto il Monte dell’Uovo: il sentiero passa pochi metri sotto il lato est della vetta, ed abbiamo fatto la breve risalitina per raggiungerla percorrendo poi in andata-ritorno il “crinale gobboso” di tutta l’area di vetta.
Da questo crinale di vetta, la cresta continuerebbe verso valle con tre balzi intervallati da due piccole elevazioni: il primo balzo non è impossibile ma, a nostro giudizio, “fuori scala” rispetto al resto dell’escursione ed è comunque affiancato lato est dalla facile continuazione del sentiero di arrivo.
Siamo quindi tornati sul sentiero ed abbiamo continuato fino alla base della seconda elevazione dove – se non si vuole proseguire in fuoripista sulla cresta – si continua sul sentiero piegando in decisa discesa verso destra “nord-est e poi nord”.
Abbiamo continuato sul sentiero pur sapendo di allungare il percorso.
Dopo la svolta a destra in decisa discesa il pendio da svasato si appiattisce e si trovano un paio di camminamenti paralleli quasi equivalenti – più in basso la situazione si confonde ma si arriva ad incrociare una vecchissima stradina forestale, a cui siamo arrivati giusto in corrispondenza … di uno “strano automezzo abbandonato”, con guida a destra e targa Ancona❗(da Ancona ad Avellino ce n’è di strada …)
A questo punto eravamo di poco fuori linea per iniziare l’attraversamento, come da cartine IGM, del Vallone Acquella che stava alla nostra sinistra: abbiamo dunque seguito per pochi metri la vecchissima stradetta fino a trovare un sentierino che scende verso l’impluvio del vallone.
Ora c’è il tratto “più riassorbito dalla natura”, che segue abbastanza fedelmente i tratteggi IGM ma con molti arbusti (senza rovi) che fanno rallentare.
Serve più attenzione, per non mancare le svolte, dove gli arbusti coprono parzialmente i tornantini, e bisogna affiancare da sopra una fascia di salti rocciosi prima di calare dolcemente verso l’impluvio del Vallone Acquella.
Prima del passaggio dell’impluvio il sentiero ritorna ben evidente e continua poi ancora evidente con modesti saliscendi per circa 150 metri lineari (qui si iniziano a notare vari rami-tronchetti tagliati: non credo siano segnalazioni escursionistiche, ma più probabilmente sono “facilitazioni” per il passaggio di animali da pascolo di cui non mancano le tracce).
Dopo questi circa 150 metri il sentiero diverge nettamente dai tratteggi delle cartine IGM, e risale decisamente per circa 100 metri di dislivello (nell’area «Venterelle») verso il crinale che scende dal Monte dell’Uovo.
Il punto di arrivo è sul valico appena prima dell’elevazione di cresta che anticipa il terzo e più facile balzo di discesa.
Qui ci sono un sacco di camminamenti di animali, e noi abbiamo risalito le facili roccette dell’elevazione di cresta per iniziare la discesa più o meno dal “filo del crinale”.
All’inizio il crinale cade quasi verticale verso sinistra ma rimane più che camminabile poco sotto sulla destra – più sotto si allarga e si appiattisce molto lasciando infinite possibilità di interpretazione.
A un certo punto si incrocia una larghissima strada forestale in disuso da molto tempo, e l’abbiamo seguita verso sinistra per un tratto per stare più in direzione di Aterrana e non finire a Solofra.
Poi ancora facilmente giù diretti fino ad un’altra stradetta che abbiamo seguito ancora verso sinistra fino a un manufatto in cemento dell’acquedotto all’ingresso sopra il Vallone Candelito dell’andata.
Qui abbiamo abbandonato la stradetta ed abbiamo continuato ad occhio in discesa tra i castagneti sfruttando stradine di servizio e tracce varie: questo pendio finale non è mai difficile e si va comunque tranquilli.
Ho indicato una valutazione di “difficoltà Wikiloc” uguale perché come tecnica di camminata gli estremi di difficoltà sono simili, ma in questo caso serve più attenzione per l’orientamento nel seguire le tracce.
Il rientro verso est è interpretabile in vari modi e noi abbiamo scelto delle linee complessivamente un po’ più lunghe (e con più dislivello) per mantenere più equilibrato il livello tecnico di camminata.
Si può evitare il passaggio per la vetta di Pizzo San Michele percorrendo il collegamento diretto dal CAI 115 al Monte dell’Uovo come nell’itinerario → Monti Picentini: Santuario di San Michele di Mezzo, Pizzo del Capello, Monte dell'Uovo e Pizzo San Michele da Capo Calvanico.
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Premessa
Questo itinerario è stato percorso il giorno 23 dicembre 2023, e tutte le osservazioni e considerazioni successive possono valere in pieno solo per quel giorno, specialmente per i riferimenti di segnaletica che spesso cambiano nel tempo.
Salita da Aterrana a Pizzo San Michele per i sentieri CAI 127 - 136 - 115
Questa è la salita più diretta da Aterrana se si vuol stare sempre su tracciati CAI, che tuttavia presentano delle evidenze abbastanza diverse nei vari tratti.
L’inizio lungo il CAI 127 nel Vallone Candelito è su stradette nei castagneti, poi c’è un tratto di sentiero a cui segue (con decisa direzione est) la risalita di un largo e dolce pendio ancora tra castagneti.
In testata del largo pendio si svolta su sentiero verso destra-sud e inizia un lungo traverso dove serve un minimo di attenzione a qualche bivio: bisogna andare a destra seguendo la prima freccia “INCORONATA” ma poi si svolta a sinistra dove la seconda freccia “INCORONATA” manderebbe nuovamente a destra (e c’è qualche altro bivio secondario dove bisogna guardare un po’ dentro le prosecuzioni per individuare i segnavia).
Si arriva a una recinzione con “porta in rete da materassi” subito dopo la quale si attraversa l’impluvio di un canaletto-vallone: è l’area indicata come Vallone Formicosa nelle cartine IGM come quella che si trova al Santuario di San Michele Arcangelo in vetta a Pizzo San Michele.
Ora serve attenzione per l’orientamento.
Dopo l’attraversamento del canaletto-vallone il sentiero è ben evidente e va senza interruzioni in direzione dell’Incoronata – però dopo solo una cinquantina di metri sulla sinistra c’è una labile traccia che inizia a risalire il ripido (in quel punto) pendio boschivo con vari segni CAI che non è immediato notare.
Qui al mio precedente passaggio c’era una freccia CAI 127 per chiarire questa deviazione, ma oggi non l’abbiamo vista.
Dopo l’inizio di labile traccia che segue i primi 3/4 segnavia CAI, di fatto non c’è più una traccia continua, ma si trovano molti camminamenti trasversali-diagonali di animali: non conviene seguirli a tutti i costi perché sono discontinui e non sempre collegati tra loro; conviene invece tenere d’occhio i segnavia di vernice impressi a metà altezza dei tronchi degli alberi.
Di fatto si sale sempre ripidamente e oggi con terreno “semi-morbido” le scarpe facevano buona presa e con calma non ci sono stati problemi.
Si può definire un “fuoripista assistito da segnavia CAI”.
Di passaggio si trovano un paio di piccoli cartelli-freccia completamente sbiancati che indicavano la numerazione CAI 127, e alla fine si arriva all’intersezione con il larghissimo e comodissimo CAI 136.
Da qui tutto molto facile fino all’intersezione con l’ancora più evidente CAI 115 e poi in vetta a Pizzo San Michele.
Rientro ad Aterrana da Pizzo San Michele per Serrapiana di Solofra e Monte dell'Uovo
Da Pizzo San Michele si inizia a scendere per il CAI 117 in direzione Solofra, si passa la postazione ristoro denominata “Area 53” e dedicata a un escursionista-atleta locale, e si arriva a una svolta a destra con di fronte un evidente cucuzzolo che esce dal bosco: qui oggi c’era una piccola tabella “PIZZO DELL’UOVO”.
Questa è già una prima possibile uscita dal CAI 117 per Serrapiana di Solofra e il Monte dell’Uovo.
Tuttavia, scendendo ancora a destra sul CAI 117 per 20 metri max lineari c’è un bivio dove il CAI 117 continua ancora a destra, mentre a sinistra inizia un altro evidente sentiero che è “quello più ufficiale da percorrere”.
Noi abbiamo percorso tutte e due le varianti perché “quella del cucuzzolo” pur meno evidente offre una bella vista, e pertanto la traccia GPS in questo tratto esegue un mini-anello con un segmento percorso due volte.
In ogni caso seguendo poi il sentiero migliore si continua senza incertezze fin sotto il Monte dell’Uovo: il sentiero passa pochi metri sotto il lato est della vetta, ed abbiamo fatto la breve risalitina per raggiungerla percorrendo poi in andata-ritorno il “crinale gobboso” di tutta l’area di vetta.
Da questo crinale di vetta, la cresta continuerebbe verso valle con tre balzi intervallati da due piccole elevazioni: il primo balzo non è impossibile ma, a nostro giudizio, “fuori scala” rispetto al resto dell’escursione ed è comunque affiancato lato est dalla facile continuazione del sentiero di arrivo.
Siamo quindi tornati sul sentiero ed abbiamo continuato fino alla base della seconda elevazione dove – se non si vuole proseguire in fuoripista sulla cresta – si continua sul sentiero piegando in decisa discesa verso destra “nord-est e poi nord”.
Abbiamo continuato sul sentiero pur sapendo di allungare il percorso.
Dopo la svolta a destra in decisa discesa il pendio da svasato si appiattisce e si trovano un paio di camminamenti paralleli quasi equivalenti – più in basso la situazione si confonde ma si arriva ad incrociare una vecchissima stradina forestale, a cui siamo arrivati giusto in corrispondenza … di uno “strano automezzo abbandonato”, con guida a destra e targa Ancona❗(da Ancona ad Avellino ce n’è di strada …)
A questo punto eravamo di poco fuori linea per iniziare l’attraversamento, come da cartine IGM, del Vallone Acquella che stava alla nostra sinistra: abbiamo dunque seguito per pochi metri la vecchissima stradetta fino a trovare un sentierino che scende verso l’impluvio del vallone.
Ora c’è il tratto “più riassorbito dalla natura”, che segue abbastanza fedelmente i tratteggi IGM ma con molti arbusti (senza rovi) che fanno rallentare.
Serve più attenzione, per non mancare le svolte, dove gli arbusti coprono parzialmente i tornantini, e bisogna affiancare da sopra una fascia di salti rocciosi prima di calare dolcemente verso l’impluvio del Vallone Acquella.
Prima del passaggio dell’impluvio il sentiero ritorna ben evidente e continua poi ancora evidente con modesti saliscendi per circa 150 metri lineari (qui si iniziano a notare vari rami-tronchetti tagliati: non credo siano segnalazioni escursionistiche, ma più probabilmente sono “facilitazioni” per il passaggio di animali da pascolo di cui non mancano le tracce).
Dopo questi circa 150 metri il sentiero diverge nettamente dai tratteggi delle cartine IGM, e risale decisamente per circa 100 metri di dislivello (nell’area «Venterelle») verso il crinale che scende dal Monte dell’Uovo.
Il punto di arrivo è sul valico appena prima dell’elevazione di cresta che anticipa il terzo e più facile balzo di discesa.
Qui ci sono un sacco di camminamenti di animali, e noi abbiamo risalito le facili roccette dell’elevazione di cresta per iniziare la discesa più o meno dal “filo del crinale”.
All’inizio il crinale cade quasi verticale verso sinistra ma rimane più che camminabile poco sotto sulla destra – più sotto si allarga e si appiattisce molto lasciando infinite possibilità di interpretazione.
A un certo punto si incrocia una larghissima strada forestale in disuso da molto tempo, e l’abbiamo seguita verso sinistra per un tratto per stare più in direzione di Aterrana e non finire a Solofra.
Poi ancora facilmente giù diretti fino ad un’altra stradetta che abbiamo seguito ancora verso sinistra fino a un manufatto in cemento dell’acquedotto all’ingresso sopra il Vallone Candelito dell’andata.
Qui abbiamo abbandonato la stradetta ed abbiamo continuato ad occhio in discesa tra i castagneti sfruttando stradine di servizio e tracce varie: questo pendio finale non è mai difficile e si va comunque tranquilli.
Waypoints
Waypoint
1,109 ft
01 - Parcheggio ad Aterrana di Montoro
Waypoint
2,333 ft
04 - Foto quasi alla fine dei castagneti in salita per il Vallone Candelito lungo il CAI 127
Waypoint
2,833 ft
05 - Foto al secondo bivio segnalato con indicazione «INCORONATA» lungo il CAI 127
Waypoint
3,009 ft
06 - Foto pochi metri dopo aver attraversato l'impluvio del Vallone Formicosa lungo il CAI 127
Waypoint
4,439 ft
12 - Nicchia con epitaffio e statua di San Michele salendo verso Pizzo San Michele lungo il CAI 115
Waypoint
4,606 ft
18 - Prima possibile uscita in discesa dal CAI 117 in direzione del Monte dell'Uovo
Waypoint
4,562 ft
20 - Seconda possibile uscita in discesa dal CAI 117 in direzione del Monte dell'Uovo
Waypoint
4,112 ft
24 - Foto dal sentiero che prosegue oltre il Monte dell'Uovo sopra Serrapiana di Solofra
Waypoint
3,963 ft
25 - Foto dal sentiero sopra Serrapiana di Solofra poco prima di svoltare in discesa verso l'area Postellone
Waypoint
3,024 ft
26 - Automezzo abbandonato su una stradetta avanzando verso l'attraversamento del Vallone Acquella
Waypoint
2,672 ft
27 - Ritrovo buon sentiero dopo tratto poco chiaro quasi all'attraversamento dell'impluvio del Vallone Acquella
Waypoint
2,857 ft
29 - Foto dal crinale boschivo che sta tra il Vallone Acquella e il Vallone Candelito
Waypoint
2,555 ft
30 - Foto dal crinale boschivo che sta tra il Vallone Acquella e il Vallone Candelito
Waypoint
2,496 ft
31 - Foto dal crinale boschivo che sta tra il Vallone Acquella e il Vallone Candelito
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