Monti Lucretili. Scandriglia - Convento di San Nicola - Monte Serrapopolo - Colle di Cima Coppi
near Scandriglia, Lazio (Italia)
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Itinerary description
Partendo dal paese di Scandriglia è possibile percorrere uno dei classici itinerari escursionistici a Nord del Parco dei Monti Lucretili. L'itinerario seppur lineare essendo un'andata e ritorno, è comunque di media difficoltà. Bisogna infatti affrontare un discreto dislivello per raggiungere prima il Monte Serrapopolo con i suoi 1183mt e di seguito il panoramico Colle di Cima Coppi.
Ai margini del Parco, sulla SP39, si può lasciare l'auto sul piccolo spiazzo di fronte la Cappella di Santa Lucia. Tornando indietro per circa 400m si raggiunge l'inizio del sentiero, il 311 che, con una bella salita conduce alle ormai rovine del Convento di San Nicola.
Il Convento, costruito intorno al 1530 dall'ordine Francescano, poggiava le sue fondamenta sulla chiesa di San Nicola del XIII secolo edificata con lo scopo di mettere in sicurezza le coste della montagna evitando la caduta dei massi sulla strada sottostante.
Capace di ospitare fino a 22 monaci, contava una una biblioteca e diverse officine entrambe attive già dal 1700. Passato in mano al demanio dello stato nel 1866 perse progressivamente la sua destinazione d'uso religiosa divenendo nel 1901 una residenza estiva per colonie. Dal 1940 trasformato in casino di villeggiatura per la gioventù italiana del littorio venne spogliato durante la Seconda Guerra Mondiale per essere definitivamente abbandonato e seppur nell'accenno di una spinta ristrutturatrice di recente data, è da considerarsi ormai un rudere in procinto di franare insieme a quelle pietre che dovevano essere trattenute dal lavoro dei monaci.
Lasciato il Convento non rimane che salire tra le giovani querce. Il taglio dei boschi è evidente e lascia passare i raggi del sole sul suolo rendendolo fertile per i rovi. Le recinzioni che si incontrano durante il percorso servono a contenere la libertà di qualche cavallo e nulla più.
Il percorso è sempre evidente e la salita si fa sentire, il raggiungimento del Monte Serrapopolo corona la fatica con un'ampia cresta panoramica che offre (nei giorni ventilati e limpidi) una discreta visuale sulla Valle del Tevere.
Si scende dapprima sulla Sella Colle la Foresta e poi su quella della Cima di Coppi, infine si sale senza più l'ausilio dei bolli fino alla rocciosa vetta del Colle di Cima di Coppi 1213mt. Il panorama si allarga ora su gran parte dell'Appennino Centrale. Nettamente visibile il Terminillo, il Velino e la Majella, naturalmente il Cervia e il Navegna e via via alcune vette dei Simbruini e l'onnipresente Monte Guadagnolo tra i promontori dei Monti Caprini. La particolare conformazione rocciosa lascia affiorare qua e la qualche pezzo di coccio pesto a testimonianza di qualche antica struttura di avvistamento presente su questa altura.
Si torna indietro percorrendo pressappoco la strada dell'andata, piccola deviazione alla Fonte Valle Pecoraro (asciutta) e poi via verso il punto di partenza. Il chilometraggio e il dislivello si faranno sentire a fine percorso aggiungendo un tono più concreto ad una piacevole escursione.
Ai margini del Parco, sulla SP39, si può lasciare l'auto sul piccolo spiazzo di fronte la Cappella di Santa Lucia. Tornando indietro per circa 400m si raggiunge l'inizio del sentiero, il 311 che, con una bella salita conduce alle ormai rovine del Convento di San Nicola.
Il Convento, costruito intorno al 1530 dall'ordine Francescano, poggiava le sue fondamenta sulla chiesa di San Nicola del XIII secolo edificata con lo scopo di mettere in sicurezza le coste della montagna evitando la caduta dei massi sulla strada sottostante.
Capace di ospitare fino a 22 monaci, contava una una biblioteca e diverse officine entrambe attive già dal 1700. Passato in mano al demanio dello stato nel 1866 perse progressivamente la sua destinazione d'uso religiosa divenendo nel 1901 una residenza estiva per colonie. Dal 1940 trasformato in casino di villeggiatura per la gioventù italiana del littorio venne spogliato durante la Seconda Guerra Mondiale per essere definitivamente abbandonato e seppur nell'accenno di una spinta ristrutturatrice di recente data, è da considerarsi ormai un rudere in procinto di franare insieme a quelle pietre che dovevano essere trattenute dal lavoro dei monaci.
Lasciato il Convento non rimane che salire tra le giovani querce. Il taglio dei boschi è evidente e lascia passare i raggi del sole sul suolo rendendolo fertile per i rovi. Le recinzioni che si incontrano durante il percorso servono a contenere la libertà di qualche cavallo e nulla più.
Il percorso è sempre evidente e la salita si fa sentire, il raggiungimento del Monte Serrapopolo corona la fatica con un'ampia cresta panoramica che offre (nei giorni ventilati e limpidi) una discreta visuale sulla Valle del Tevere.
Si scende dapprima sulla Sella Colle la Foresta e poi su quella della Cima di Coppi, infine si sale senza più l'ausilio dei bolli fino alla rocciosa vetta del Colle di Cima di Coppi 1213mt. Il panorama si allarga ora su gran parte dell'Appennino Centrale. Nettamente visibile il Terminillo, il Velino e la Majella, naturalmente il Cervia e il Navegna e via via alcune vette dei Simbruini e l'onnipresente Monte Guadagnolo tra i promontori dei Monti Caprini. La particolare conformazione rocciosa lascia affiorare qua e la qualche pezzo di coccio pesto a testimonianza di qualche antica struttura di avvistamento presente su questa altura.
Si torna indietro percorrendo pressappoco la strada dell'andata, piccola deviazione alla Fonte Valle Pecoraro (asciutta) e poi via verso il punto di partenza. Il chilometraggio e il dislivello si faranno sentire a fine percorso aggiungendo un tono più concreto ad una piacevole escursione.
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